❱ 𝗖𝗛. 𝗜𝗜, 𝗔𝗖𝗧 𝗩: 𝖠 𝖥𝖠𝖨𝖫𝖤𝖣 𝖧𝖤𝖱𝖮 ❰
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" cosa sto dicendo- non ci riesco! Sono inutile! Non ne sono in grado! Cazzo, non è possibile! Rimarremo intrappolati qui fino alla fine dei nostri giorni! "
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" vostro figlio è ancora una volta risultato il più eccellente degli studenti, signore e signora Aoki. Una performance come la sua è molto rara ma sorprendente da vedere "
Convocata all'ufficio del preside verso la fine dell'anno, la famiglia ebbe ancora una volta l'opportunità di sentire quelle parole soddisfacenti riguardo il conto del loro ed unico figlio, quale al momento sedeva in mezzo ai due adulti davanti alla scrivania del docente scolastico.
" devo ammettere che nemmeno io stesso abbia assistito a qualcosa del genere prima d'ora e sono sicuro quando affermo che egli sia l'orgoglio della scuola "
" oh, davvero, non capisca quanto ci lusinghi sentire queste parole. Siamo fieri del nostro Dae-jung "
La donna portò una ciocca dei suoi capelli dietro l'orecchio mentre sorrideva contenta. L'uomo mise una mano sulla spalla del ragazzino, il quale gesto lo risvegliò dal suo mondo e guardò davanti a sé apatico.
" vedete, è da ormai tanto tempo che le sue gesta vengono prese sempre in considerazione e la sua bravura è da pochi. Ci piacerebbe ufficialmente informarvi che la Ultimate Future Foundation ha già preso in cosiderazione iscriver Aoki nella Hope's Peak Academy ed arruolarlo come futuro Ultimate. Certo, mancheranno alcuni anni prima di ciò perché dovrà raggiungere i 16, ma sappiate che si trova fra i primi nella lista d'attesa fino ad allora "
La coppia non poté contenere la loro gioia a primo impatto. Loro figlio? Un futuro Ultimate? È stato veramente riconosciuto in mezzo a mille per le sue abilità? Potrà far parte di un sogno che solo pocho riescono a permetterselo? La madre quasi saltò dalla sedia.
Il padre strinse la presa sulla spalla del piccolo.
Quest'ultimo invece rimaneva seduto a guardare le reazioni altrui.
" prima però vi è consigliato formulare un modulo affinché possiate esser contattati in ogni modo possibile per informarvi quando il momento sarà giunto e spedirlo alla fondazione, o Dae-jung potrà consegnarmela direttamente il prossimo anno scolastico nel mio ufficio e sarò io stesso a spedirla. Questa è solo una vostra scelta naturalmente. Ecco a voi "
L'uomo vecchio tirò fuori da un cassetto un foglio bianco stampato e lo mise sul piano in legno sul bordo opposto a cui si trovava. Il ragazzino afferrò quest'ultimo con velocità e forza, accidentalmente stroppicciandolo un poco. Nessuno si arrabbiò però, anzi, ridacchiarono.
" suppongo che la notizia l'abbia riempito d'energie ahah "
Li ignorò e si mise a leggere la scheda.
Nome, cognome, via, e-mails, numeri di telefono, contatti d'emergenza, possibili allergie... Richiedeva tutto quello che ci si aspetterebbe in una forma normale. Niente di speciale. Tutto lo stesso. Noioso. Arruffó il naso fino alla fine della lettura, quando notò una firma in fondo.
- 𝓨. 𝓚𝓪𝓷𝓮𝓶𝓪𝓻𝓾
" vi ho convocato per darvi questa bella notizia di persona e concludere l'anno in bellezza. Potete pure andare adesso e buone vacanze! "
Furono le ultime parole che sentì del preside prima della porta che si chiudeva e delle belle parole da parte dei suoi.
" hai visto, Dae-jung? Se ti impegni tutto è possibile! "
Il foglio gli fu strappato dalle mani per attirare l'attenzione e scrollò le spalle in risposta con fare noncurante e un poco sprezzante.
Bastava "impegnarsi" per ottenere ciò che si vuole.
Bastava "lavorare duro".
Bastava "superare gli ostacoli".
Cosa erano veramente questi?
Non si è mai sforzato in quella che faceva.
Non aveva avuto difficoltà a fare quello che fa giornalmente. Addirittura venir premiato al riguardo? Non aveva fatto nulla di che in fondo.
Era questa facilità e poca difficoltà che rendevano questa buona notizia insignificante. Addirittura i suoi genitori ne godevano, ma davvero, non ne capiva il motivo dietro. Non era fisica quantistica fare il tuo dovere da studente. Non era impossibile ripassare poche pagine al giorno. Perché la gente aveva così tanta difficoltà anche con le cose più facili?
O semplicemente era troppo bravo rispetto a loro?
Qualsiasi cosa sia, ne dissentiva il senso di soddisfazione. Veniva sempre rimpiazzato da uno di noia. Dove stavano le sfide? Dove stavano le difficoltà? Perché era tutto così monotono? Perché era tutto così facilmente raggiungibile? Quale era il senso provarci se tanto il risultato era ovvio? E più gli anni passavano, più questa sensazione lo mangiava dall'interno.
[ ... ]
Ci fu una svolta in quella monotonia, in un giorno che non riteneva nemmeno speciale fino al suo incontro. Era una delle rare volte che dimenticava un libro in classe dopo le lezioni, una casualità ai livelli di trovare l'ago nel pagliaio da quanto basse le probabilità erano. Ancora più bassa era la possibilità di cambiamento proprio per chi incontrò per strada mentre passava fra le classi: Saori. Una studentessa più grande di egli di un anno circa. Era popolare come lui ma non per via del suo intelletto, piuttosto per la sua bellezza, solarità e carisma. Era una di quelle persone sempre disponibili ad aiutare gli altri, tirarli su di morale ed incoraggiarli anche quando la situazione era dura. Non aveva mai preso così tanta considerazione della sua persona, reputandola una fra tanti altri, un fantasma che appariva casualmente per la sua strada per poi scomparire nel nulla nel mondo grigio.
Era una forza positiva, allora perché la sentì piangere in solitudine in una delle classi affianco? Era contro le poche informazioni che deteneva sul suo conto, non era possibile. Una fanciulla sempre circondata da persona era da sola in un luogo così... triste? Perché questo contrasto?
Quando si fu affacciato sulla porta, analizzò più a fondo i suoi movimenti. Era seduta in una dei posti centrali con le mani in viso. Tremava, tremava così tanto che pure la sedia ed il banco lo facevano. Sul banco c'era un foglio di carta stropicciato assieme ad una matita ed una gomma.
Quando singhiozzava le sue spalle si alzavano. Ma soprattutto cercava di silenziare i suoi lamenti inutilmente.
Le gambe del ragazzo si mossero da sole, portandolo a sedersi vicino ad ella. Era curiosità o pena quella che lo stava attraendo verso di ella?
" uhm... va tutto bene? "
La fanciulla alzò lo sguardo e notò la presenza dell'altro. Tirò su col naso prima di rispondere.
" s-sì- non è- nulla di- "
Quelle poche parole che fecr uscire erano così rotte, così tremanti. Cessarono subito e riprese a piangere, questa volta incrociando le braccia sul banco e poggiando il capo per nascondersi dalla vergogna.
Rimase a guardarla preso dal panico alla reazione, non avendo idea di come agire se non di fretta.
" uhh- mi chiamo Dae-jung Aoki! Ho un anno in meno di te se. So come organizzare il meglio possibile dei dati sui computer, lo sapevi? "
Fu... L'unica cosa che gli venne in mente. Realizzò quanto fosse ridicolo quando era troppo tardi, quando l'altra piano piano iniziò a calmarsi e tirar su la testa.
" sei quello intelligente di cui tutti parlano? "
" suppongo di sì? Tu però sei Saori! Quella carina e gentile, dico bene? "
Una risatina sfuggì dall'altra, lasciandolo un po' confuso. Tuttavia la seguì, solo con un tono più nervoso.
" 'quella carina e gentile'. Bel modo di tranquillizzare le persone "
" eheh... scusa? "
" non fa nulla, anzi, scusami tu per questo casino. Pensavo non ci fosse più nessuno nella struttura "
Iniziarono così un discorso. Spiegò di come si fosse dimenticato un libro in una delle classi qui affianco e sentirla piangere non era poi così bello. Saori esplicò i motivi dietro, ammettendo fra una battuta e l'altra che oggi non era proprio la sua giornata a causa di problemi famigliari. Era riuscita a contenersi per la giornata ma ad un piccolo imprevisto, ossia la gomma che ha accidentalmente stroppiciato il foglio, scoppiò. Dae-jung rimase ad ascoltarla tutto il tempo, un po' insicuro su cosa dire. Era... In difficoltà sul da farsi. Doveva dirle parole di conforto? Insultare i suoi genitori? Abbracciarla?
Una volta conclusa la conversazione sembrava tutto acqua passata. Parlavano di altro affinché Saori non si sentisse in grado di tornarsene a casa e dare una fine a quella giornata. Era tornata a sorridere quando si separarono. E Dae-jung tornò dai suoi con una sensazione strana nel petto. Lo faceva tremare, dubitar di sé come se... Si stesse preoccupando di un fallimento. Ma quale? Era tutto andato splendidamente. Era la sua solita e monotona vita. Noiosa e ripetitiva.
Ed il giorno dopo la ritrovó nel giardino scolastico con due scatole in mano. Chi cercava? Proprio lui. Sentì il cuore batter forte dalla nervosismo. Perché si sentiva così? Aveva qualcos'altro da dirgli riguardo a ieri? Aveva fatto qualcosa di sbagliato?
Invece no. Con un sorriso dolce e solare gli offrì una delle scatole con dentro un pranzo coi fiocchi.
" dai su, che ne dici di pranzare assieme d'ora in poi? Ho voglia di conoscerti meglio! "
" perché? "
" perché quel giorno mi hai aiutato ed una buona azione viene sempre ricompensata! "
Sistemò i suoi occhiali con fare confuso. Davvero voleva passare del tempo con lui? Accettò e ben presto quel mondo grigio iniziò a tingersi di colore. Quella routine ripetitiva si spezzava perché ogni giorno c'era qualcosa di nuovo in serbo per lui da parte della più grande. Più si conoscevano e più Dae-jung riusciva a sentirsi felice, completo, sentiva come se fosse come tanti altri. Capirla era difficile, ma era proprio questo che lo spingeva a voler farlo. Una sfida da concludere ad ogni modo. Scoprì ben presto della sua passione per la ceramica, quale lui personalmente ne era una frana - un'altra battaglia! -, e si unì al suo club. Passavano i pomeriggi inventando sempre qualcosa di nuovo e nessuno dei due perdeva la possibilità di vantarsi e mostrarsi migliore dell'altra. Più volte che no l'azzurro falliva, ma quando riusciva nel suo intento la soddisfazione pervadeva il suo corpo. Saori lo complimentava pure.
Presto quei giorni ebbero la loro fine per via del suo futuro trasferimento. Entrambi la sapevano ma non volevano separarsi. Ne parlarono ufficialmente qualche settimana prima della visita alla scuola esclusiva, quale rimase impressa nelle loro menti.
" sai, mi mancherai molto quando te ne andrai da qua "
" e dai, non iniziamo coi discorsi strappalacrime che poi ci piangi sopra e rovini il vaso, ahah "
" shshsh, sto parlando! Ricorda che sono la più grande qui! "
" okay capo "
" dico solo che, anche se mi mancherai, sono sicura che ci rivedremo. Anzi, verrò io a visitarti come minimo una volta alla settimana! Pranzare assieme è tradizione ed offro persino io! "
" e se ti beccano che si fa? "
" si corre in un altro stato e cambiamo identità, duh "
Ridacchiò sistemandosi gli occhiali. La fanciulla si alzò e pulì le mani dall'argilla, cercando di prendere respiri profondi per continuare il discorso.
" sai, ho da sempre voluto un fratellino, qualcuno interessato a quello che piace a me. Credo che esser una sorella maggiore sia sempre stato il mio sogno "
Non rispose.
" e da quel giorno sembrò avverarsi. Sei comparso completamente per caso e mi hai aiutato. Ed eccoci qua a parlare del più e del meno! "
Si avvicinò ad egli mentre diceva quelle parole con fare tremante, seppur con un sorriso.
" ma guarda che non siamo correlati im sangue "
Saori scoppiò a ridere e si lanciò sul ragazzo. Mise il suo braccoo dietro il collo e con la mano libera gli spettinò i capelli.
" pensi davvero che un legame di sangue serva? Sei proprio uno sciocco tavolta! Sei il mio fratellino, punto. Così posso pure vantarmi di aver un parente ultimate! "
" ma che fai, scusa?! "
Cercò di liberarsi dalla presa improvvisa, dopo poco lasciandola fare e ridendo.
Quando smise cercò qualcosa fra le sue tasche e la portò ai suoi occhi: un bracciale arancione in perle.
" tieni, questo è tuo! "
Lo mise fra le sue mani, per poi alzare la manica della sua uniforme e mostrare un altro braccialetto. Uguale a quello di Dae-jung, ma azzurro.
" sono colori complementari, ricordi? Il blu e l'arancione intendo. E tu hai i capelli blu! Quindi pensavo si addicevano a noi! Perché ci completiamo. Guarda qua: pure io so esser scaltra certe volte! "
Dae-jung rimase nuovamente in silenzio, questa volta con gli occhi lucidi a fissare l'oggetto.
Venne successivamente abbracciato dall'altra. Un caldo abbraccio che presto ne sentirà la mancanza.
" miraccomando, rendimi fiera di te, okay? Fai vedere al Giappone intero di che pasta sei fatto! "
Furono le ultime parole sentì di lei prima di quel avvenimento.
Non è così noiosa la vita dopotutto, basta trovare le persone adatte con cui spassarsela.
Sfortunatamente però si va incontro ad altre che sanno rendertela un vero inferno.
" a meno che cosa? Non lasciarci sulle spine! "
Esclamò Koharu.
" ... la causa di morte non è il fuoco "
Il silenzio cadde in sala dopo quelle parole dette da Valeria.
Come ci era arrivata a questo punto?
Ripercorriamo la scena:
Dae-jung è l'attuale sospettato per via di molti fattori incriminanti come l'aggressione verso Asahi, l'assenza di alibi prima dell'orario della morte, il luogo dell'omicidio uguale a quello dell'aggressione precedente ed un bracciale di sua appartenenza. Ciò rende la supposta vittima Akihisa poiché attualmente non sembra avere alcuna prova incriminante contro. Di egli si sa solo che se ne è andato durante la festa, senza avere un'idea precisa di dove. Prima del ritrovamento tutti hanni degli alibi, apparte gli scomparsi, Yuri e Shiori. Purché questo sospetto, si è abbastanza sicuri che tutto punti allo scienziato dei dati.
Una parte importante dell'omicidio fu la scena giocata in biblioteca. Lì scoppiò un incendio e fu chiarito che durante esso, nessuno apparte Valeria e Koharu era presente, ingannando la seconda con uno stupido trucco della scopa e mantello. L'elefante della stanza però era quella muraglia di libri che nascondeva il podio del premio rovinato. Una domanda sorge spontanea: perché nascondere ciò quando la causa di morte è dovuta dal fuoco?
Perché esso non era veramente la causa del decesso.
" la causa del decesso sono ustioni di terzo grado E c'è stato un fuoco. È ovvio che è quella la causa del decesso "
Fece ricordare Axel, guardando l'altra ugualmente confuso.
" sì, questo è un modo di vedere la situazione. Ma non è l'unico, mix carx "
" cos'altro crea quelle bruciature così... hai capito "
Fece finta di pensare grattandosi il mento prima di mettersi a contare sulle dita:
" insomma, oltre al fuoco ti puoi scottare per via di liquidi o metalli dall'alta temperatura, dopodiché mettere due dita nella corrente, radiazioni dal x-ray, il sole quando ti abbronzi troppo... Oh ma questi sono solo degli esempi semplici di come non bisogna assumere che un danno viene causato da un solo fattore! Quello che intendo io, però, è una bruciatura chimica "
Bocche si spalancarono.
" scusa, ma dove l'hai trovato l'acido adesso? "
" Abbiamo investigato io, Naomi, Hyosuke e Yuri, se vi ricordate. L'abbiamo scovato mentre controllavano la zona "
I nominati annuirono ricordandosi dell'indizio, ora capendo veramente il suo utilizzo.
" sicura che non era lì per coincidenza? Insomma, un fuoco COSÌ grosso non può non aver causato quelle ferite! "
Fece notare Sumire, pensosa e piena di domande da questa nuova ipotesi.
" avete toccato l'acqua della piscina in cui galleggiava il corpo? Se quella fosse semplice acqua con cloro, allora avevate ragione voi "
Rivolse il volto verso Mitsuki, la quale scosse la testa.
" no sfortunatamente, ma aveva un aspetto strano... Non solo per il colore, ecco "
Quelle parole fecero girare la testa del creatore di effetti speciali, anche solo a pensare la scena trovato davanti ai suoi occhi.
" strano in che senso? "
" nel senso... aveva un odore strano... ed un aspetto strano ma quello l'ho già detto... Però non si poteva toccare ne ero sicura e... Se non sbaglio il corpo era bagnato a sua volta..? Izumi, puoi confermare? "
" è difficile stabilire qualcosa del genere sfortunatamente, nemmeno io ho toccato il liquido per paura "
" comprensibile... "
" quindi, che si fa adesso? "
Chiese Koharu impaziente.
Valeria assunse nuovamente il controllo.
" come farvelo capire... Pensatela in questo modo: il fuoco era solo una distrazio- "
" avrei da ridire! "
L'atmosfera si ruppe come mille frammenti di vetro e tutti puntarono l'attenzione su chi ebbe detto questo: Shiori.
Tutti la guardarono in silenzio, sorpresi del fatto che ella volesse prendere attivamente parte al processo. Solitamente prendeva parola quando era interpellata senza via di scampo, ma ora invece voleva dire la sua? Interessante.
" ti stai inventando tutto. Non ha senso "
" come mai? Potresti esporre la tua tesi dato che ci tieni così tanto a contraddire ME fra tutte le persone? "
Sbraitò irritata l'abbronzata nel sentire quelle parole, volendo tirar i capelli a qualcuno da quanto scettici si mostravano.
La medium prese un respiro profondo. Le discussioni non erano il suo forte. Mai lo son stati, soprattutto in cose del genere, ed ora si trovava faccia a faccia con un'esperta nel campo. Però credeva di aver ragione! O che l'altra abbia torto, dipende dai punti di vista. Annuì senza mostrare né paura né dubbio ed iniziare a parlare.
" la trovo una sciocchezza perché la causa di morte è palesemente il fuoco! Anche se il death file non l'ha specificato! "
" inoltre, la tanica di acido era vuota o piena? Se fosse lì solo per coincidenza? Se si trattasse di un dato inutile? "
" se fosse veramente un indizio ed il fuoco una misera e patetica distrazione, non starebbe bello esposto davanti a tutti! "
" ed è qui che ti sbagli! "
La discussione fu tagliata a metà come una katana che sminuzzava un foglio di carta. Era stato fin troppo semplice capire dove ha intoppato.
" non ho mai detto che fosse lì all'aria, anzi, ho specificato che quel contenitore si trovasse fra i corridoi del passaggio segreto, proprio vicino all'entra della piscina? Quello sì che è definibile 'nascosto', non credi? "
La corvina esitò.
" s-suppongo di sì, però perché non può essere il contrario allora? Psicologia inversa! Il fuoco è veramente la causa e la tanica è la distrazione! "
" perché non avrebbe senso nascondere ciò che vorresti mostrare e viceversa. Psicologia inversa è un grosso salto da fare e non ha alcuna base rispetto al resto! "
" perché allora è così importante? Cosa ci porta sapere che la causa di morte non sia il fuoco? "
" l'orario dell'attacco... "
La giornalista pensò ad alta voce, analizzando e realizzando finalmente il punto di Valeria.
" ... huh? "
La più grande rimase a guardarla con sopracciglia corrugate.
" sappiamo che l'orario del decesso è attorno alle 16. Sappiamo che poco dopo abbiamo scovato il corpo. Ma è impossibile una fase d'azione nel fare tutto il processo discusso prima in così poco tempo... A meno che l'aggressione non sia avvenuta più prima e la morte dopo "
" spiegatevi meglio, non capisco... "
Sussurrò Yuri.
" praticamente l'acido è corrosivo sulla pelle umana, persiste per ore ed ore se non si pulisce e praticamente ti mangia vivo. Se l'aggressione è avvenuta più prima, significa che la vittima sarà stata viva fino alle 16 a galleggiare in esso prima di morire, lasciando così del tempo per causare il fuoco ed andarsene senza troppi problemi di esser visto "
Spiegò dettagliatamente la critica coprendo i suoi capelli col cappuccio della giacca rossa.
" so che si tratta di uno scenario cruento... Mi fa schifo solo a pensarci... Ma darebbe un senso alle nostre ipotesi. L'aggressione avrà preso parte in un periodo di tempo fra il party e prima delle quattro, mentre l'incendio da lì in poi. Se dividiamo le due cose in questi tempi, significa che il tempo necessario si dimezza come minimo "
" ha... molto senso adesso "
Disgustata dalla scena proposta, Shiori non poté non sentirsi sconfitta a quest'ipotesi corretta. Significava che la povera vittima dovette patire di una morte lenta e dolorosa... Che strazio, che tortura..!
La castana sistemò il cerotto che aveva da quando era andata a medicarsi, ancora che faceva male e dopo tutto quel discorso doveva ammettere di aver perso addirittura il fiato. Ma dovevano continuare! Avrebbe pensato dopo a ciò. La lillà non la pensò allo stesso modo, notando la sua fatica. Come il processo scorso, era rimasta in silenzio a guardare senza dire molto la sua però... Sapere di questo decesso ingiusto... Nessuno si meritava di morire in tal modo! Innocente o colpevole! Nessuno doveva provare la sensazione di ustione continua mangiarti la carne... E- non ne parliamo che è meglio. Era disgustoso e basta! Non se ne starà con le mani in mano.
Pensa... Pensa...
... Ed un'idea finalmente apparve.
Richiamò l'attenzione di tutti, quali discutevano delle loro idee fra compagni o se stessi, battendo una mano sul tavolo.
" perché usare l'acido? "
Esitò prima di proporre un nuovo caso da risolvere. Non avevano qualcos'altro di importante lasciato alle spalle, no? Quindi discutere questo tempo aveva lo stesso valore di altri, anzi, poteva rivelarsi addirittura più utile.
" pensateci, perché usare l'acido come causa di morte quando lo si ha stordito con un colpo alla testa. Volendo poteva finire il gioco lì senza creare tutto questo casino, no? Deve esserci un motivo dietro a tutto questo "
La giornalista si grattò il mento.
" effettivamente se metti le cose così, questa pattern è strana senza motivo dietro. Insomma, non sembra esser stata causata per necessità estrema... Ma per complicare di più l'omicidio. Perché? "
" certo, potremmo dire che non vedeva l'ora di uscire, ma poteva tranquillamente farlo in un modo più semplice come nascondere il corpo, farlo a fette... Perché proprio l'acido? "
" ... Perché this whole case is about it! "
L'attore entrò nuovamente in scena con una nuova ipotesi per portare questo caso ad una soluzione.
" don't you get it? We were speaking of it the entire time! L'acido serve a nascondere l'identità della povera vittima! Era un suo tentativo per confonderci e farci perdere tempo su chi fosse accaduto questo! "
Rimasero a riflettere a quelle parole, stupiti per la seconda volta dalla capacità dell'altro a tirar in gioco qualcosa di interessante ed utile alla situazione attuale.
" my, this is indeed the plan of an evil mastermind! Eviler than Subaru, I dare to say- the horror, the complexity, the brilliance! All ingredients that, when put together, create the perfect yet despicable plan to make us pay for our sins! To make us doubt of ourselves even! What's a good investigation without even knowing the actual victim, am I right? But I- I finally found it! The answers to our problems! "
" mi ha perso nuovamente "
Commentò Koharu dopo il discorso lunghissimo scuotendo la testa così forte da tirar via confusioni.
" quindi cosa serve sapere che ha fatto apposta usare l'acido? "
" a rendere il corpo irriconoscibile "
Spiegò Asahi.
La badante dei panda ancora non capiva.
" e a cosa serve far quello? "
" a nascondere l'identità della vittima - ossia Hisa "
" e allora? A cosa serve nascondere questo? "
" a farci discutere inutilmente su chi fosse chi e metterci in difficoltà e, non solo, se non sappiamo chi è veramente la vittima, non sappiamo chi è veramente il colpevole. Avremmo una cosa come il cinquanta percento di probabilità di sbagliare se non avessimo alcuni altri indizi. Ma sfortunatamente per Dae-jung abbiamo afferrato subito il concetto "
" e come mai proprio loro due? Cioè, perché non altre persone ma Hisa e Dae-jung. Insomma, questo discorso si applicava su tutti quanti praticamente "
Questa volta ad intervenire fu la narratrice.
" rispondi a questo, Koharu: quando è stata l'ultima volta che abbiamo visto Hisa e Dae-jung? "
" alla festa se non sbaglio "
" e cosa aveva questa festa in particolare? "
" ci eravamo cambiati i vestiti e- oh... "
Quelli non presenti all'evento non afferarono il concetto.
" ... Hisa e Dae-jung avevano lo stesso outfit praticamente. Aspetta, significa pure che l'aggressione sia avvenuta durante la festa?! "
" è altamente probabile che sia così "
... Rimase ancora confusa con una domanda.
" ma, ancora, perché fare ciò? A cosa serve confondere tutti noi se alla fine si è andato a nascondere pur di evitare di esser preso! E, poi, scusate, non vi sembra strano che nessuno dei due si è presentato?! Quelle foto con i punti di domanda? Non stanno praticamente rompendo una delle regole? "
" hai ragione, completamente ragione. È strano che nessuno dei due sia stato ancora punito... "
Inconsciamente portò lo sguardo arrabbiato a guardare verso i due sorveglianti, ma ad uno soprattutto: Venom.
Perché aiutare a questa causa? Perché non seguire le regole come date? Perché barare in questo modo? Non le piaceva considerare il Killing Game come un "gioco", ma nella mente contorta dell'altra lo era. E come ogni gioco ci sono delle regole che vanno rispettate. Perché lei non lo stava facendo? Non le aveva inserite lei in primo luogo? A meno che...
" perché mi guardi in quel modo? Osa solo dirmi in faccia cosa pensi al posto di darmi quell'occhiataccia patetica "
" giochi sporco... "
Bisbigliò inizialmente, fermata dalla paura delle conseguenze.
" prego? "
" è ingiusto! Tutto questo è ingiusto! Da quando ti è dato il permesso di poter cambiare le condizioni del gioco durante il corso di esso! "
Tutti rimasero a tacere a quelle parole, scioccati dalla rabbia proveniente da una delle persone che reputavano la più calma e razionale.
" sin dal primo giorno abbiamo ottenuto delle regole da rispettare. Perché improvvisamente non sono più buone? Perché improvvisamente puoi cambiare quello che vuoi te pur di avere ragione? In che mondo consideri questo gioco leale se le regole non vengono applicate? "
Non capisce, perché l'aveva presa così a cuore questa faccenda?
Era per le condizioni del corpo?
Era per lo svantaggio che portavano alle spalle?
Era per la superiorità che l'altra aveva nei loro confronti?
Eran tutte e tre le cose?
... Ed anche il suo senso di giustizia nascosto.
" le regole attuali sono in regola, tesoro mio. Non sto capendo quale sia il tuo problema "
" l'hai appena confermato! Hai cambiato il regolamento, anche se di poco! Perché? Perché fai questo quando sai che è ingiusto?! "
" perché posso "
" mitsuki, di che parli? "
Il regista domandò, guardandola confusa ed in cerca di spiegazioni.
" avete notato che poco prima del processo c'è stata una modifica al regolamento? Inizialmente credevo si trattasse di un errore, ma ora capisco. Stanno giocando dalla parte del colpevole! Lo stanno avvantaggiando usando queste regole contro di noi! Ecco, lasciatemi mostrare cosa intendo "
Fu scritto sullo schermo.
" aspetta... Ma prima non era così! "
Notò finalmente il giocatore di scacchi, sorpresx dalla scoperta.
" da quando le regole cambiano a cazzo?! "
Aggiunse alzando il volume della voce.
" il mio punto esattamente. Perché dare un vantaggio così enorme al colpevole? Perché farci questo quando dovrebbe esser punito? "
Si girò nuovamente verso la castana.
" perché lo fai?! Cosa ti porta fare questo? Non dovresti seguirle queste cose al posto di plasmarle come vuoi te? "
La visiera del cappello copriva gli occhi rossi e la sua bocca sembrava contenersi da qualsiasi smorfia che stesse facendo. Non fiatò, anzi, sembrava non respirare affatto.
Era immobile come una statua finché non lo era più.
Era seduta sul suo trono finché non l'era più.
Era a distanza da Mitsuki finché non lo era più.
Era disarmata finché non lo era più.
E la lama puntava al collo della fanciulla.
Il suo sguardo mostrava tutta quella irritazione imbottigliata fino ad ora nel sentire nuovamente quell'odore di ribellione e rifiuto nell'aria. Odiava quando c'era. Odiava quando nessuno l'ascoltava. Ma odiava sopratutto se pensassero di essere al di sopra.
" ma è possibile che ogni volta avete qualcosa su cui lamentarvi? Ho cambiato il regolamento, e allora? Cosa vorresti fare al riguardo? Una ramanzina su come ci si comporta? Non credo tu abbia capito in che situazione ti trovi "
Fece un passo in avanti, facendo cadere l'altra all'indietro sulla postazione, sentendo come anche esso fosse abbastanza debole da tirarsi indietro a sua volta.
" sono io quella al comando. Sono io quella che decide cosa fare. Sono io a dettare le regole in questo posto. Voi tutti altro non siete che delle marionette al mio comando che la pagheranno cara se osano andarmi contro un'altra volta. Se voglio modificare qualcosa, lo faccio. Se voglio aggiungere qualcosa, lo faccio. Se voglio togliere la vita a qualcuno perché mi state sulle palle, lo faccio. Io. Non voi. Non te. Nessuno mi detta come devo comportarmi e vede la luce del giorno dopo. Anche te. Osa solo lamentarti un'altra volta e non sarò così gentile da lasciarti stare. Intesi? "
Annuì lentamente senza aggiungere un'altra parola, fissandola negli occhi e mai sbattendo le palpebre una singola volta. Poteva sentire le lacrime scender giù dalla paura ed irritazione.
Una mano venne messa sulla spalla dell'altra, quale la fece scattare ed attaccare senza pensare due volta. Per Mitsuki era familiare, per Hana era pericolosa ed estranea. Nessuno la azzardava toccarla. Nessuno, soprattutto alle spalle.
Axel schivò il colpo per pura fortuna, nemmeno lxi sa come, e si trovò affacciato con la fanciulla ancora più incavolata di prima, praticamente respirando in modo affanato e serrando i denti. Dopo alcuni istanti passati immobili, tirò un sospiro prima di tornare a sorridere.
" oh cielo, sei più patetico di lei a pensare di poter proteggere qualcuno qui "
" senti, non- "
" no. Non ascolteró il tuo discorsetto da figo che vorresti tanto fare per mostrare di essere un capo. Anzi, sai cosa? Fate ancora parola riguardo questo argomento e vi esecuto sul posto! Ora vi va ancora di aprire bocca? "
No, ovvio che no.
Tornó alla sua postazione, il trono, a sedersi lasciando tutti in un silenzio assurdo.
" effettivamente non vi sembra strana la formulazione della regola? "
Rifletté Valeria, ora avendo il suo stesso tablet acceso, e sicuramente assente di ogni paura causata da quella minaccia. Hana la fulminò con lo sguardo.
" 'a meno che quest'ultimi siano impossobilitati'. In breve si traduce come 'dovete venire a meno che non ci sia qualcosa che vi blocca e non potete fare niente al riguardo'. Fino ad ora abbiamo assunto che il nascondersi fosse apposta per non farsi esecutare. E se veramente non avesse potuto farcela per via di un ostacolo? "
" per esempio? "
Persino la lillà tentò di non farsi prendere dal panico e continuare la conversazione.
" per esempio 'qualcuno è stato rinchiuso da qualche parte' come una stanza senza chiave "
" quindi significherebbe che Dae-jung non si è presentato perché non voleva, ma non poteva! "
" ma non ci sono delle stanza segrete su cui ci si possa chiudersi dentro. Mi verrebbe da pensare se... "
" se... Non fosse lui l'assassino e "
" e fosse rinchiuso per far cadere tutti i sospetti su di lui "
Completarono le frasi a vicenda, come se fossero due menti proveniento dalla stessa persona.
Il resto del gruppo rimase a guardarle impalato e Hyosuke si mise le mani nei capelli e con tono impanicato fece uscire dalla sua bocca:
" quindi fino ad ora abbiamo seguito la rotta sbagliata per scovare l'assassino?! In realtà non è un cinquanta e cinquanta e tutti sono sospettati?! "
... Non proprio le migliori parole e tono su cui metterla, ma sì. Avevan sbagliato ad assumere sin dall'inizio.
" no, vi sbagliate! È Dae-jung l'assassino! Solo lui sarebbe capace di una cosa del genere! "
Esclamò Asahi, offesx dal fatto di non aver avuto ragione sin dall'inizio. Era convinto della sua teoria. Dae-jung lo aveva attaccato! Non è sorprendente se avesse fatto la stessa cosa con quel cartomante! ... Vero?
" questo cambia... molte cose. Significa che Dae-jung è entrato nella scena del crimine ed il colpevole ha tentato di sbarazzarsi di egli? Aspettate... Significa che è ancora vivo?! "
La badante seguì l'esempio del regista finendo per rovinanrsi l'acconciatura. Non capiva se fosse dalla gioia di sapere che non solo un suo amico fosse innocente, ma anche vivo e vegeto, oppure dalla rabbia perché ora la lista dei sospettati si amplificava.
" in questo caso, assumendo l'attacco sia avvenuto durante la festa...praticamente tutti hanno un alibi tranne Dae-jung ed Hisa. Come ha fatto ad attaccare? Anzi, sapete cosa? Ho una domanda migliore: perché incolpare Dae-jung e non Hisa? In fondo avevano lo stesso outfit quindi uno vale l'altro, no? "
La castana dai capelli corti picchiettò con il fondo della penna sulla postazione, lasciando i suoi pensieri uscire fluidamente.
" because Dae-jung è l'aggressore di Asahi, no? Naturally they would use that excuse "
" ma come faceva a saperlo? Insomma, Asahi non ha confessato niente a nessuno al riguardo. Significa che l'altro l'avrà riferito a qualcuno. E quel qualcuno è il nostro sospettato "
Per Mitsuki fu come un lampo di genio.
" perché riferirlo a quella persona? Hisa è l'unica persona di cui si fidava e per dire qualcosa del genere bisogna aver avuto un legame più profondo di quello che abbiamo noi. Come se fossero amici, complici... "
" dove stai andando a parare? "
Domandò Axel.
" se Dae-jung e l'altra persona fossero membri della Shini Goro? "
" ora stiamo andando a parare troppo a fondo. Perché non torniamo sulla faccenda degli alibi? Shiori non ne ha uno valido, se ricordate "
Cercò di intervenire Izumi.
" non ha tutti i torti, per quel che ci riguarda può averlo detto a chiunque "
Supportò Hyosuke, lasciandosi sfuggire una risata breve e nervosetta dalla tensione. Insomma, non si erano messi alle spalle questa storia dei Shini Goro?
" no, è un argomento valido e mi sono aspettata che fossi stato proprio tu a sfatarlo "
Protestò la lillà, continuando sulla sua tesi.
" fatemi spiegare passo per passo "
Prese un respiro profondo, unendo tutti i punti a sua disposizione ed usando non solo le informazioni concesse a questo caso, ma tutte quelle raccolte sin dal loro primo giorno di permanenza perché, sì, da lì che bisognava iniziare e soprattutto limitarsi solo a questo caso, isolandolo dalla situazione attuale, non avrebbe portato proprio a niente.
" sumire, ricordarmi nuovamente cosa avevi detto sulla shini goro "
" since when does Sumire know something about them? "
Chiese l'albino corrugando la fronte, ricevendo un'occhiattacia da parte dell'amica.
" uhm perché mi informo? Leggo? Faccio quello che una persona normale fa? Comunque sì, cosa vorresti sapere? "
" quello che sai fino ad ora. Un piccolo scambio di informazioni adesso nom guasta "
" stringi però che non mi va di star qui per sempre "
Constatò Asahi.
" con molto piacere "
Si schiarì la voce.
" vedete i Shini Goro sono un'organizzazione criminale contro il governo giapponese che punta al controllo di quest'ultimo attraverso il comando del sistema Ultimates, ossia andando contro la U.F.F. e la H.P.A. ed è già successo in passato che hanno provato a colpirli. Di quello che sappiamo noi grazie a Subaru è che i componenti sono circa 5, escluso lui, sono in questa struttura fra di noi che vogliono stare qui per qualsiasi motivo e, sopratutto, non hanno buone intenzioni essendo dietro il Killing Game "
" boom, Subaru. È la chiave di questo caso "
" ... lo è? "
" ripensate all'ultimo processo. Quali sono state le sue ultime parole? "
" 'andate a cagare, vi odio'? "
Parafrasò Koharu con un po' di acidità.
" no, cioè sì- ma non è il punto. Aveva detto che stava svelando il segreto perché il gruppo l'aveva tradito, portato alla morte con quell'omicidio. Aveva creato un piano contro. E chi secondo voi poteva esserci dietro? "
Ci rimasero a pensar su, finché Axel non prese la parola.
" effettivamente Dae-jung aveva la situazione in mano nel primo processo... Lo avevamo ascoltato tutto il tempo ed continuava a dire con sicurezza come 'il gioco sarebbe finito una volta trovata la mente'... Huh, è veramente parte dei Shini Goro allora... "
" non solo, naturalmente avrà avuto come minimo un complice nella situazione. Ebbene, oso dire che proprio quel complice è il nostro assassino "
La stanza cadde nuovamente in silenzio, ma questo non la tirò indietro.
" vedete, c'è una persona che è rimasta attaccata a Dae-jung tutto il tempo durante quel periodo ed ha avuto una grande parte nell'omicidio "
Ormai era fatta.
Avevano raggiunto il capolinea.
Inizialmente pensavano di aver già scovato il colpevole.
L'avrebbero votato subito se non fosse che si ebbero presi dei minuti per discutere e capire cosa fosse successo.
Sarebbero morti senza ombra di dubbio.
Saper di aver sfiorato quel rischio come non mai le provocò la pelle d'oca.
Alzare il dito contro quella persona le fece bloccare il battito del cuore.
" Izumi Yamamoto, il super tanatoesteta liceale, cos'hai da dire a tua discolpa? "
Per la seconda volta.
Per la seconda volta fu incolpato da qualcuno durante il processo. Non gliene andava mai una giusta. Perché? Cosa continuava a toppare ogni singola volta per esser sospetto? Perché era sempre lui quello sospetto senza alcun motivo valido?
Scrollò le spalle irritato, strinse i pugni. Cosa doveva dire per dimostrarsi innocente? L'idea fu più semplice del dovuto.
Ma sfortunatamente dopo aver scarabocchiato con il pennarello sulla lavagna nessuno gli prestò attenzione, continuando a pressarlo con una serie di domande.
" sei stato veramente te? "
" cos'hai fatto la volta scorsa?! "
" perché l'hai fatto?! "
" dove hai rinchiuso Dae-jung?! "
Troppe domande! Come avrebbe dovuto risponderle se non aveva tempo di scrivere? Come doveva stare a passo con loro quando... Quando non poteva parlare? Perché non prestavano attenzione? Perché continuava a pressarlo così? Come rispondeva ad una domanda se ne ritrovava altre dieci nuove fatte tutte allo stesso tempo e, sinceramente, non sembravano nemmeno curarsi di una risposta. Solo domande. Su domande. Su domande. Veloci. Più veloci. Sempre più veloci. La rabbia si faceva sentire, la testa diventava più bollente, i pensieri si offuscavano dall'ansia. Non potevano dargli tregua?! Perché instistevano?!
E soprattutto non è ancora riuscito a spiegarsi! Perché non lo lasciavano fare?!
Una mano su sbattuta sul podio.
Un colpo così forte da fare abbastanza rumore da attirare l'attenzione di tutti. Ci sarebbe stato silenzio se non fosse che Airi si fece male e lamentò il dolore con un piccolo:
" ow... "
Mentre si guardava il palmo rosso e lo massaggiava con l'altra mano.
" scusate per l'interruzione brusca ma... State essendo ingiusti con Izumi! Non gli state nemmeno dando un attimo per rispondere alle vostre domande! Sbaglio o tutti qui sono al corrente delle sue condizioni? Non lo trovate irrispettoso! "
Quando non ricevette alcuma risposta abbassò il capo.
" ... senza offesa... "
Mormorò alla fine guardando il tanatoesteta.
" Izumi spiegati pure adesso "
Al ragazzo fu come concesso un piccolo miracolo grazie al suo intervento. Un angelo sceso in cielo. Grazie a Dio qualcuno qui ancora non era andato di matto per una semplice frase e finalmente poté statare il motivo per cui non fosse l'assassino.
" nuovamente io? Capisco dover trovare un colpevole, ma ricordo di aver non uno, ma due alibi a disposizione "
" confermo! Izumi è stato con me tutto il tempo! Sia durante la festa che dopo di quest'ultima! "
Aggiunse la sarta portando le mani davanti al petto.
" insomma, mitsuki, pensa bene! Izumi non farebbe mai una cosa del genere e soprattutto non fa parte dei Shini Goro! Ne sono sicura! Si deve trattare di una coincidenza sembra ombra di dubbio! Magari è così per Dae-jung, ma Izumi è innocente! "
" abbiamo stabilito che i nostri alibi non possono essere presi sul serio al 100% durante la festa perché era facile perdersi di vista. In più non sei stata con lui sempre. Naomi aveva testimoniato come suo alibi "
Controbattè la racconta storie con sguardo serio, guardando verso la direzione dell'attore quale raccolse la palla al balzo.
" oh my! If my dearest cousin wants to get to the bottom of this, who am I to refuse? I remember this as if it were a few hours ago! After the party this rare pair decided to spend some time together but, who would have thought time passed by so fast! I was glad to have the privilege to make myself heard the entire time. Izumi is oh so a good listener after all! And, my, Airi did indeed reached for us later to discuss about our marvelous day! We never got separated after that! Not even once! "
C'era chi riusciva a seguire il copione e chi si era totalmente perso ed aveva tante domande ma soprattutto...
Da quando erano cugini?
Dopo una piccola pausa lasciò andare la parte teatrale.
" ... But he did get away before the fire started because he had to use the restroom "
Aggiunse alla fine con tono più serio.
Izumi spalancò gli occhi a quell'affermazione.
" vero! Quando siamo andati a cercare aiuto abbiamo trovato solo Naomi ed Airi. Izumi li ha seguiti più tardi! "
Si ricordò Koharu portando una mano sulla fronte.
" no, no, e ancora no! Mi spiace ma Izumi è innocente! Non farebbe mai e poi mai una cosa del genere! Anche se se ne fosse andato per qualche minuto non significa che è lui! "
Tirò con la mano il collo della maglietta arrabbiata ed impanicata. Non voleva iniziare a litigare, per nulla... Però non poteva lasciare che l'accusassero in tale modo! Izumi non farebbe mai una cosa del genere... Vero? Verissimo. Rimaneva suo amico dopotutto. Da una parte panicava internamente per essere sotto i riflettori, dall'altra continuava a urlare di non lasciar stare adesso perché era troppo tardi.
" Airi, capisco pienamente come ti ci senta, è normale che tu voglia proteggere chi ti è caro "
Mitsuki ripensò ad una di quelle poche volte che vide il più alto da solo. Erano solo loro due e giurava di aver visto il suo volto pieno di pentimento, di voler cambiare e mostrarsi migliore di quello che era prima... Era onesto ed aveva promesso miglioramenti... Perché allora aveva ceduto così? Si sbagliava? Sperava di starsi sbagliando. Ma quello che andava fatto, andava fatto.
" perché non ne discutiamo una ad una? Proverò in tutti i modi a sfatare le tue tesi mentre tu le mie. Che ne dici? "
" i-io... uhm... "
Le offrì un piccolo sorriso.
" non ti preoccupare, non ce l'avrò con te dopo tutto questo. Okay? "
La bionda annuì.
" allora... uhm... Ti sbagli perché- perché- Izumi è rimasto durante la festa! Ricordi? Siamo usciti tutti assieme e le uniche persone assenti erano Dae-jung ed Akihisa! Non poteva entrare nuovamente nella stanza senza farsi notare! "
" sì, invece! E sai perché? Perché abbiamo scovato quel passaggio segreto nel camerino. Rispetto alla porta è decisamente più nascosto. Addirittura Izumi si è fatto vedere quando è uscito dal passaggio con Axel, Valeria ed Hyo, ma nessuno l'ha visto effettivamente entrare. Vero? "
" però quella coincidenza è l'unica prova che avete! "
" non è così! Un indizio definitivo ti farà cambiare sicuramente idea! "
" e quale?! "
Guardò il più alto di tutti.
" vi ricordate cosa era successo prima delle investigazioni? Tutto quel casino con... Venom? Che fine aveva fatto il death file? "
" Izumi l'aveva preso per ultimo prima che si spegnesse e ci ha dato tutte le informazioni necessarie a questo processo! "
" ha fatto qualcosa di utile, no?! Senza di lui non avremmo saputo niente al riguardo e saremo finiti in grossi guai! "
Protestò nuovamente la bionda.
Il corvino prese la tavoletta ed iniziò a scarabocchiarci sopra.
" di cosa abbiamo parlato poco prima? Di come l'assassino abbia fatto tutto questo solo per farci perdere tempo e portarci sulla cattiva via! Izumi era l'unico che ha visto il death file e non è difficile credere che stesse mentendo quando ci diede quelle informazioni. Insomma, come possiamo confermare che siano giuste? "
" abbiamo cercato di risolvere un crimine con dati errati?! Ma- ma allora dovremmo ricosiderare tutto da capo! Diamine, ma non poteva essere più facile di così?! "
Lamentó nuovamente Hyo, questa volta giocando con il colletto della camicia.
Mitsuki però gli sorrise sorprendentemente.
" non per forza, basta apportare alcune modifiche. Passo per passo. E so anche come, se volete ascoltarmi "
" NO "
Era scritto in grande su tutta la tavola a dispozione per egli per scrivere. Sotto c'erano alcune linee, mentre attorno dei cerchi che portava l'attenzione su quella parola. "No". Un no scritto, ma che riusciva ad equivalere emozionalmente ad uno urlato... Tuttavia il fattore della voce giocava un grosso ruolo. Se si sarebbe arrabbiato di più, se avesse avuto la possibilità di comunciarlo meglio, sarebbe riuscito a controbattere, a non farsi mettere i piedi in testa così. Invece ora Mitsuki aveva il via libera di spiegare senza preoccuparsi di interruzioni.
" perché non partiamo dalla causa della morte? Prima era stabilito di trattarsi di ustioni da fuoco, ma fortunatamente Valeria capì lo sbaglio ed assunse che l'acido uccise lentamente la povera vittima. Io vorrei modificare ancora una volta e dire che la causa del decesso furono dei ripetuti colpi in testa. Sul corpo, dietro la nuca, vi era un buco nettamente più profondo del resto. Ed abbiamo stabilito che la statuetta fu usata per colpire "
" NO! "
Aggiunse un punto esclamativo alla fine della parola, indicando poi col pennarello aperto quest'ultima.
" dopodiché al luogo dell'omicidio? Lì c'era scritto piscina, ma se invece fosse morto nella biblioteca? Si collega al colpo sulla testa, a come essa abbia giocato un grosso ruolo nel caso, o almeno, maggiore di quello della piscina. Avrà trascinato il corpo successivamente per poter versare l'acido e nasconderlo "
" NO! "
Questa cerchiò ancor di più le lettere, battendo ancora più forte il pennarello.
" passiamo successivamente all'orario, okay? Prima abbiamo assunto che tutto fosse successo alle 16, poco prima del ritrovamento, ma non era abbastanza tempo! Ora abbiamo assunto che il lavoro sia stato spezzato e concordo pienamente su questo. Ma se non è stato l'acido la causa, allora non può esser morto di una morte lenta. È morto dopo quei colpi al capo "
" NO! "
Marchiò l'esclamazione più di prima, come per renderla più chiara. E più scarabocchiava, più casino si creava, più la sua mano tremava.
" ed infine... La vittima di questo caso. Il punto cruciale della situazione. Un cinquanta e cinquanta su Akihisa e Dae-jung. Fino ad ora abbiamo proposto Hisa come ella solo perché Dae-jung era il nostro sospettato... Ebbene ora le cose cambiano. Dico che quello ancora in vita, rinchiuso da qualche parte, sia proprio Hisa, il testimone intruso sulla scena del crimine fra due membri dei Shini Goro! "
Un tonfo assurdo fece silenziare la fanciulla.
Abbassò lo sguardo.
La lavagnetta di Izumi era sul pavimento assieme al pennarello, con sopra ancora quelle due lettere: N e O.
Alzò lo sguardo.
Il fanciullo stava respirando pesantemente, i suoi denti serrati e le spalle che alzavano e scendevano ad ogni fiato.
No... No... E ancora no! No. Perché non ha smesso?! Perché continuava?!
" ... non vuoi ancora cedere? "
Bisbigliò quelle parole Mitsuki.
La guardò storto, irritato, arrabbiato.
Cosa voleva adesso?! Perché continuava a persistere così?!
Sentì il dito essergli puntato contro.
" perché non mettiamo un fine a tutto questo? Perché non riassumo la vicenda? "
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Tutto prese inizio durante la festa organizzata da Valeria. Che questo fosse scaturito apposta o per sbaglio non vi è chiaro ma quello non è un dato utile a questo calcolo. Essendo che tutti i presenti volessero non pensare alla situazione e lasciati trascinare dalla festa, notare la scomparsa di certi elementi non fu facile. Prima si son separati Dae-jung ed il colpevole (e complice dell'omicidio precedente), dopodiché Akihisa ha lasciato la festa per altri motivi. Hanno usato sicuramente il passaggio segreto perché prima della fine della festa, nessuno aveva fatto caso. Concentriamoci sulla coppia. Si trovarono in biblioteca e, discutendo dei loro piani, finirono in una discussione quale Dae-jung ne uscì ferito, venendo spinto verso la statua e facendo cadere la cupola di vetro sopra di essa, per poi venirgli inflitto il colpo di grazia con la statuetta sul capo. Durante la litigata una terza persona entrò nella stanza: Akihisa, quale si separò dal gruppo poco dopo di loro. Essendo che la scena del crimine avesse un testimone, naturalmente il colpevole fece in modo di farlo tacere, aggredendolo a sua volta. Ora si trovò con non una, ma due persone di cui doversi sbarazzare. E fu come un lampo di genio, o fortuna, che entrambi vestissero lo stesso outfit. Decise da lì di infarsare la loro litigafa, metter in dubbio chi fosse la vera vittima. Di cosa fece con Akihisa non ci è dato saperlo, ma, sperando per il meglio, l'avrà rinchiuso da qualche parte cui vi è vietato uscire. Di Dae-jung, al contrario, aveva in mente un piano. Innanzitutto doveva articolare e velocizzare le sue mosse prima che la loro sparizione si fece sentire, decidendo di dividere il piano in due. In questo periodo ha costruito la torre di libri per nascondere la scena principale da possibili testimoni, successivamente prese il corpo della vittima e lo trascinò in piscina. Perché non si era occupato dei testimoni lì? Perché uno di loro era la vittima di una recente aggressione avvenuta proprio là, il secondo era occupato a fargli da guardia e, una volta finito il turno, sarebbe sicuramente diretto alla festa, mentre la terza era andata incontro a dei problemi salutari non molto tempo fa, l'aveva visitata lui di persona per accertarsene. Una volta tornato alla festa, dove ormai tutti ebbero notato la presenza del passaggio segreto, fece finta di nulla e di preoccuparsi dei suoi altri compagni per i corridoi bui, sviandoli nel tornare indietro per non ripercorrere le sue tracce. Questo gli garantì un alibi, poiché avremmo creduto che non si fosse separato dal resto.
La seconda parte del piano accadde dopo la festa e poco prima del ritrovamento. Certo, aveva stabilito di aver avuto un alibi assieme a Naomi ed Airi, ma non vi puzza che egli sia arrivato alla scena del crimine DOPO di loro? Usando la scusa del bagno, finì il suo piano porgendo acido sul cadavere per nascondere la sua identità e vera causa di morte. Per contribuire ulteriormente all'ultimo fattore decise di dar fuoco alla biblioteca, sbarazzandosi pure di alcune prove. Tuttavia, quando tornò sentì la presenza di altre persone e gli venne in mente l'idea di usare la scopa ed un pezzo di tessuto lungo per inscenare la presenza di qualcun altro durante l'incendio pur di evitare che l'orario falsamente stabilito dopo si rovini a causa della loro testimonianza.
L'ultimo colpo fu durante il ritrovamento del cadavere. Tutti sappiamo della dua bravura nelle investigazioni, tutti ci eravamo affidati ad egli a prendersi cura dell'analisi del corpo. Sicuramente gli avremmo concesso prendere parte a as quest'altra investigazione, dipendendo completamente da egli, soprattutto nelle condizioni pietose di quel corpo. Ecco perché fu determinato a voler tenere il Death File per sé e, quando ci riuscì dopo la turbolenza avuta fra Venom e Koharu, proclamò che si fosse rotto e si inventò le informazioni del file pur di sviarci tutti e supportare i suoi falsi indizi. Peccato che fu l'unico ad aver avuto questa possibilità ed è questa la prova finale della sua colpevolezza.
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" ... sto sbagliando qualcosa, Yamamoto Izumi, il super tanatoesteta liceale? "
La tensione nell'aria si ruppe non appena il nome del colpevole fu fatto, proprio come uno specchio spezzato in mille, del vetro cadere per terra, oppure, peggio ancora, il cranio di Dae-jung rompersi da quanto forte aveva sbattuto quella statua pesante su di egli.
Per quanto egli stesse muto aveva sempre qualcosa da ridere, mentre ora... Non ne aveva idea. Era paralizzato alla sola idea delle conseguenze delle sue azioni, del perché avesse fatto qualcosa di così grave.
Izumi guardò dapprima Mitsuki, poi Airi. Mitsuki, poi Airi. Mitsuki e poi Airi. Più lo faceva e più i suoi occhi si spalancavano.
Stappò il suo pennarello, questa volta rosso, e raggiunse la sua mano la lavagnetta caduta per poi scrivere, lentamente. Ogni lettera ci metteva fin troppo tempo a finirla, come se stesse cercando di prolungare la sua vita più che poteva.
Mostrò poi la suddetta con un'espressione sbarrata dalla paura e dall'angoscia per lo sconosciuto, anche se non scrutava una persona precisa. Semplicemente, la sua attenzione era focalizzata su un punto non definito della stanza; ma la mente del giovane già vagava: cosa c'era dopo la morte? Chi avrebbe preso il suo posto? Chi si sarebbe preso cura del suo aspetto nei suoi ultimi istanti? Heh.
" ho fatto quello che andava fatto, ma quello che voi fate a me non è giusto... "
Più che una confessione, suonava come una scusa parecchio sentita. Gli era dispiaciuto dover commettere tale omicidio, ma purtroppo anche Dio ha dei nemici che vanno estirpati. Lui è solamente un angelo che ha fatto il suo dovere, perché doveva essere punito? Non riusciva a capirlo.
Aveva cercato di ucciderli... Uccidere tutti quanti loro! Li stava salvando! Dae-jung era un traditore! L'aveva ingannato! Aveva promesso di aver la situazione in mano e allora perché...
Perché era così disperato nei suoi ultimi momenti?
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Fino alla biblioteca l'aveva seguito a passo svelto da quanto facile era perderlo di vista fra quei corridoi buii. La fretta risediava in entrambi, essendo loro partecipanti ad una festa e avendo paura che la loro mancanza si sarebbe fatta sentire. Entrambi tuttavia eran riusciti a mantenere un profilo basso, quindi eran riusciti a costruire abbastanza confidenza per incontrarsi "in segreto". Per cosa? Per discutere della situazione attuale perché, cielo, non era AFFATTO delle migliori. Era critica, messa male come pochi. Eppure dovevan continuare a fare i finti ingenui, innocenti come il resto di loro seppur dietro le loro schiene si nascondevano prove della loro colpevolezza.
Parlarne durante la festa era rischioso perché, uno, si rischiava di farsi sentire sa persone non volute e, due, uno di loro non poteva parlare, ma scrivere. E quelle lettere giganti si notavano anche da lontano. Come dovevano giustificarsi in quel scenario? Ammettere tutto ed esser visti come dei cattivi? No, almeno se eran fuori le scuse sarebbero state più ragionevoli. Questo non era però il punto principale del loro nervosismo, seppur contribuiva assai.
Una volta raggiunta la biblioteca presero un respiro profondo e su consiglio di Dae-jung fecero alcuni giri in tondo per abbassare la tensione e discuterne. Questo fece tutto il contrario, aumentando i pensieri negativi di entrambi.
" perché non ha funzionato? Avevi detto che tutto sarebbe andato bene se ti avessi ascoltato. Quali sono le tue giustifiche?! "
Anche se la comunicazione verbale non esprimeva affatto la sua rabbia, le espressioni facciali e movimento veloce della mano nello scrivere lo faceva capire. Non ricevette subito una risposta, così avvicinò la lavagnetta il più possibile in faccia all'altro, costringendolo a fare qualche passo indietro.
" davvero, non ne ho idea. Non doveva finire così, te lo assicuro. Se sapessi di questa conseguenza non ti avrei coinvolto in tale maniera al piano. P-però mi serviva qualcuno pur di supportare tutto ciò. Davvero, perdonami. Pensavo che mettendo fuori gioco Subaru ce ne saremmo andati. Ne... Ne ero sicuro! Non so perché Hana stia continuando tutto questo. Non so perché nessuno abbia intervenuto! Cioè, capisci? Non ha senso! Nulla ha senso! Abbiamo eseguito tutto alla perfezione ma questa tortura continua! "
" non usare 'noi' come se avessi colpe. Questa è stata solamente una TUA idea dall'inizio. "
" a-andiamo Izumi! L'hai approvata. Se sono fino al collo tu mi dovrai seguire. Non che sia una cosa positiva e ne sia felice al riguardo perché, di nuovo, non doveva andare così! Però, dai, insomma, ecco- "
Si interruppe da solo nel suo discorso, buttandosi ai piedi del corvino.
" so che non importa quante volte lo faccia, ma sappi che mi dispiace per averti coinvolto accertandoti del meglio. Ne ero coinvolto pure io. Pensavo che mettendo fuori gioco Subaru, per quanto crudele sia, potevano avere il maggior numero di sopravvissuti ed uscire da qui. O-o almeno sballare i piani di tutti. Non volevo che la morte di loro due andasse invana. E so quanto abbia ferito te ed il tuo credo! Capisco pienamente se ce l'hai con me. Hai ragione, ho fallito. P-però rimedierò! Non mi arrenderò! E proverò a non far del male a nessuno. Anche se mi costerebbe caro! Non devi più far parte dei miei piani "
" non ne ho intenzione finché non mostrerai esser degno di fiducia. Dopo tutto questo casino per niente, solo Il Signore può avverare i tuoi desideri e concederti un miracolo "
Lo guardò impassibile mentre cercava di mostrare la tavoletta nel suo campo visivo affinché riuscisse a leggere. In quel momento delle mura furono alzate fra i due. Il più alto era disgustato dalla sua presenza, da quei gesti pietosi in cerca di perdono. Dal fallimento. Se non fosse così grave, avrebbe provato ad empatizzare con l'azzurro anche perché eran uniti da qualche tempo ormai assieme ad altri tre. Però no, la vita di due anime era stata messa in gioco. Non poteva sopportarlo. Non poteva accettare che fosse stato per niente.
Quando l'altro si alzò, tenne ancora la testa bassa. A cosa pensava? Perché sembrava così... Sconfitto? Perché sembrava a stento star in piedi? Cosa si celava dietro a tutto questo? Iniziò a mangiarsi le unghie dal nervoso prima di parlare fra un morso e l'altro.
" cosa sto dicendo- non ci riesco! Sono inutile! Non ne sono in grado! Cazzo, non è possibile! Rimarremo intrappolati qui fino alla fine dei nostri giorni! "
Quelle parole uscirono con tale amarezza.
Era impossibile.
Trovare una soluzione pacifica non era un'opzione. Qualcuno ci sarebbe per forza finito secco se ci avesse provato ancora.
In tutta la sua vita aveva fatto le scelte giuste, perché stava fallendo proprio adesso?! Perché stava esitando proprio ora?! Perché non riusciva a farne una giusta?!
Izumi lo fissò con sguardo sorpreso mentre respirava affannosamente, tirava su col naso e sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.
" n-non posso-! Sono una disgrazia-! Non faccio altro che deludere da quando è tutto iniziato... Non importa quanto cerchi di fermare queste morti, continueranno ad accadere..! Sono uno stupido! Moriremo tutti, non importa per quanto ci provi! Io... Te... Tutti quanti! Moriremo come hanno fatto loro-! Ci uccideranno come hanno fatto con Kaneko- "
Tutta quella tensione salire.
Tutta quel nervosismo che li colpiva.
Tutto quell'odio che provava fino a quel momento.
" come hanno fatto con Airi- "
Quel nome fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Perché non era vero.
Cosa successe dopo fu molto sfocato per egli.
Il momento prima fece cadere la lavagnetta dalle mani.
Quello dopo Dae-jung si trovò per terra con una ferita alla testa e dei pezzi di vetro dopo aver fatto cadere la statuetta a forma d'angelo.
Dopo ancora vide se stesso tener in mano quella stessa statuetta.
Poi divenne rossa come il capo dell'altro.
E dei botti si facevano sentire a ritmo dei suoi pensieri.
Boom.
No, non è morta.
Non è morta.
Non è morta.
Boom. Boom.
Airi non è morta.
Non è morta.
Non è morta.
Boom. Boom. Boom.
Tornerà un giorno.
Non è morta.
Non è morta.
Mia sorella non è morta.
Una voce lo rese cosciente dei suoi dintorni, seppur la testa ancora non ci vedeva chiaro.
Una voce familiare, di qualcuno cui andava d'accordo lì dentro.
La voce di Akihisa, spaventata e scioccata dalla scena che si trovò davanti.
" COSA CAZZO STAI FACENDO, METTI LE MANI GIÙ DAL MIO AMICO! "
Si buttò sulla scena furibondo.
Quello che non sapeva era che la disperazione contrastava la paura.
___________________________
" sembra che voi abbiate raggiunto il verdetto. Allora, siete a dare i vostri voti? "
Hana scattò dalla sedia per la seconda volta nel processo. Aveva un sorriso rispetto alla volta scorsa, come se non vedesse l'ora di metter fine a questa storia.
" come già sapete, sui vostri E-Handbook è disponibile la possibilità di votare chi secondo voi è il colpevole! Essendo che si gioca di democrazia, chi avrà più voti sarà la vostra risposta finale "
Spiegò brevemente.
Questa volta alcuni furono lenti a prendere l'oggetto elettronico.
Izumi invece... Era rimasto fermo immobile. Guardava in basso sconfitto e deluso. Venom lo fulminò con lo sguardo.
" oh, e piccolo promemoria... Ricordatevi che vi è obbligato votare qualcuno o non uscirete da qui come siete entrati, okay? "
Il suo corpo andò in autopilota, le mani si mossero da sole. Non voleva, non voleva votarsi seppur fosse cosciente delle sue azioni. Però una forza lo stava spingendo a farlo e cedette a quest'ultima facilmente. Era il senso di colpa? Era la mano di Dio?
Lei aprì le sue braccia, opposte l'una dall'altra. Alzò prima leggermente il braccio destro.
" vediamo cosa farete! Sarete voi ad uscire da qui integri e continuare a vivere? "
Alzò dopodiché quello sinistro.
" o farete la scelta peggiore della vostra vita? "
Rispetto all'altra volta il discorso suonava più invogliante, aveva un tono euforico ed allegro e la faceva passare come uno stupido gioco televisivo. Sprizzava un'emozione strana, una che le provicava adrenalina, euforia.
Sorrideva.
Sorrideva come una dannata.
Come se non vedesse l'ora di vedere la fine di lui.
Di fargliela pagare.
" È tempo delle votazioni! "
Il resto dei ragazzi fece subito la loro votazione.
In quel momento potevano sentire i loro battiti cardiaci più forti che mai, quasi scoppiava il loro cuore.
Avevan discusso tutto questo per fin troppo tempo. Ed erano arrivati ad una risposta.
Il colpevole aveva ammesso le sue colpe, seppur in un modo strambo. La domanda rimaneva ugualmente:
... Era davvero sicuri della loro risposta?
E se si stessero sbagliando gravemente?
E se ci fosse di più nella storia?
Alcuni avevano ormai fatto la loro decisione. Altri erano ancora titubanti di premere quel tasto, ma il tempo stava scadendo e non potevano non fare una scelta.
Il rumore di una campanella, una simile a quella scolastica, rimbombò per tutta la sala del processo.
" la vostra decisione è stata fatta. Il colpevole secondo la maggioranza è... Yamamoto Izumi, il super tanatoesteta liceale "
Un momento di suspense fra lo scoprire se avessero fatto la cosa giusta vi fu.
" ... Ed avete ragione. È stato lui. Il secondo processo di classe è ufficialmente finito "
Concluse la castana, schioccando le dita per evidenziare meglio le sue parole.
" bene, bene, bene "
La voce di Hana spezzò il silenzio nella stanza. Le punte dei suoi piedi la indirizzarono dietro la postazione di Izumi.
" vedi, ho vinto. Lo faccio sempre "
Quel sorriso che Izumi portava in volto ed irritava molti ora se lo ritrovava in faccia all'altra e, cielo, poteva sentire il sangue bollire per la sua confidenza e goduria. Strinse un pugno e la fissò senza batter ciglio.
" avete tentato di fermare tutto questo, mi avete tirato via qualcuno che mi stava caro, ed ora? Entrambi finirete nel fosso o sbaglio? Gli andrai a fare compagnia all'inferno? Dici che il purgatorio esiste ancora come opzione per chi si pente? Mh... Ah boh, l'esperto sei te qui "
Lo faceva apposta.
Era come sentire delle unghie passate su una lavagna scolastica.
" che succede il gatto? Ti ha mangiato la lingua? "
E continuava a mettere sale sulle ferita pur di farlo esplodere. Perché aveva la situazione in mano. Perché questa per lei equivaleva ad una vittoria.
" oppure ti dà fastidio che abbia lasciato in bella vista la tanica quando pensavi di essertene sbarazzato? "
Mitsuki, come il resto delle persone, spalancò gli occhi a quella informazione.
" oh? Sorpresi? Alla fine vi ho fatto un favore! Così potete pure lasciar stare la storia del 'gioco sporco'! Siamo pari adesso, no? "
Guardò il resto prima tornare verso Izumi, quale ora stringeva fra le mani la lavagna. Non riusciva... Non riusciva a trovare la forza di scrivere e, se l'avesse, sarebbe fin troppo poca per uno dei suoi soliti discorsi. Sapeva che i riflettori fossero puntati su di lui però... Non sapeva cosa dire.
E quelle domande...
Quelle domande a raffica ricominciarono a farsi sentire.
" perché l'hai fatto?! "
" dove sta Hisa?! "
" che scopo a Shini Goro?! "
Avrebbe voluto rispondere, dare una spiegazione dettagliata sul perché le sue azioni fossero giustificate... Ma a stento trovò la forza di farlo.
" biblioteca "
Fu quelle serie di lettere l'ultima cosa che riuscì a scrivere prima di far cadere la lavagnetta al suolo. Come se avesse perso ogni forza. Come se avesse un vuoto nello stomaco. Non capiva. Da dove arrivò questa sensazione? Come se il cuore si fosse appesantito, come se la mente respingeva ogni pensiero. Era come un guscio. Impassibile. Dimenticato come ci si comporti normalmente.
Non incrociando lo sguardo di nessuno, si abbassò comunque per riprendere l'oggetto, finché non provò una sensazione di calore avvolgerlo, quale presto i suoi singhiozzi furono sentiti in tutta la stanza. Dei lunghi capelli biondi quali avrebbe riconosciuto fra tanti, delle braccia e mani magre, quali avrebbe riconosciuto fra tanti.
" dimmi... che si stanno sbagliando... dimmi... che non mi lasci così "
La voce di Airi era rotta, a stento riusciva ad essere comprensibile fra un lamento e l'altro. Si dovevano sbagliare, vero? Non è altro che falsità! Non farebbe mai una cosa del genere... Vero? La strinta divenne più forte, il suo corpo riusciva in qualche modo a coprire l'altro e ugualmente mostrarsi più piccolo e... debole. Izumi non si mosse, rimanendo inginocchiato con lei sul suolo. Le braccia non si avvolser, a stento il cervello stava processando tutto questo. Questo però la fece impanicare ancora di più.
" scrivimi che andrà tutto bene! Che starai bene! Che... uscirai da qui con me! Te ne prego! "
Le lacrime bagnarono i vestiti del più alto, quale ancora non aveva una reazione.
" ho fatto qualcosa di male io, vero? Sei arrabbiato con me? Farò tutto quello che vuoi ma fai finire tutto questo! Non è giusto. Non puoi averlo fatto te, fra tutte le persone! "
Ancora nessuna risposta.
" ... Non mi vuoi bene? "
Quelle parole lo risvegliarono.
Quelle parole, rispetto al resto del discorso, rimbombarono nella sua mente ancora ed ancora ed ancora.
Si sbagliava... Non ha fatto questo per ciò. Non si è lasciato andare alla tentazione del diavolo per ciò. Mai e poi mai si sognerebbe di odiarla.
Era ovvio che voleva bene ad Airi... la sua sorellona.
L'odore di vaniglia arrivò subito alle narici del piccolo, quale dal salotto corse nella cucina della casa dove, come si aspettava, si trovava una ragazza più grande di lui a preparare l'impasto per dei biscotti. Era un'amante dei dolci e questa cosa la ereditò il fanciullo a sua volta, deliziando ogni impasto zuccherato quale ad ella venisse in mente di provare. Quei avvenimenti tranquilli accadevano assai raramente poiché i loro genitori passavano molto tempo in casa, disoccupati e stressati per via dei infiniti debiti cui la famiglia affondava, ma quella mattina la ebbero tutta per loro. I due problemi più grandi non risediavano nelle quattro mura, quindi la loro routine sarebbe stata tutt'altro che caotica. Dopo essersi svegliati l'aveva aiutato a fare i compiti ed insegnarli qualche fatto in più che potrà essergli utile nella vita ed addirittura giocato assieme. Ella era ormai diventata la sua unica fonte d'educazione, essendo che gli era vietato uscire di casa dei suoi genitori per qualche motivo. Era diventato così dipendente da lei e distaccato da chi realmente lo avesse portato al mondo che la considerava al pari di una madre, una figura amorevole. L'unica figura amorevole che aveva nella sua vita.
Quando lo vide affiancarsi sul bancone cui stava mescolando gli ingredienti, mise giù la frusta e diede qualche carezza sulla testa.
" hai finito quei ultimi esercizi? "
Annuì ripetutamente, non distogliendo lo sguardo dalla ciotola piena mentre si leccava le labbra al sol pensiero di assaggiare il contenuto.
Capì le sue intenzioni e ridacchiò, tirando fuori un piccolo cucchiaio, prendendo l'impasto con esso e dandolo al fratellino, quale saltò dalla gioia e mangiò immediatamente.
In quello stesso momento entrò in stanza un'altra ragazza, circa la stessa età della sorella maggiorenne, ossia la sua "amica". Così spacciavano la loro relazione a molti, aggiungendo di esser semploco conquiline, ma non ad Izumi che sapeva perfettamente cosa si nascondeva dietro e, certe volte, esso lo ingelosiva. La fanciulla ed egli non avevano delle migliori delle relazioni. Certo, volevano entrambi bene alla stessa persona, ma se lasciati soli in una stanza tutt'altro che pace si scatenava, sembrando infastidita dal suo modo di fare... Particolare. Non era per via del suo problema nella comunicazione, ma proprio della sua arroganza che lo rendeva un "marmocchio" a parole sue. Certe volte era felice di non abitare assieme ad egli.
" ora devo proprio tornare a casa, non abbiamo ancora fatto la spesa a nostra volta ed il frigorifero è praticamente vuoto "
" oh nessun problema! Miraccomando fuori, okay? "
Lasciò andare l'attività culinaria e le due si avvolsero in un abbraccio d'arrivederci caloroso prima di separarsi. Rimasero a stringersi per qualche secondo in più del solito e, improvvisamente, sentirono qualcosa, o meglio qualcuno, mettersi fra le due per separarle: Izumi. Si intromise nell'abbraccio, stringendo le sue braccia attorno al corpo della sorella, girando la testa verso di lato a guardare l'altra. Ella incrociò le braccia al petto, totalmente non sorpresa da questa cosa, ricevendo però in risposta una linguaccia da parte del più piccolo.
" perdonalo, sai come è fatto, ahah "
Accarezzò nuovamente la sua testa, ricevendo un sorriso dolce e contento prima di stringere la presa più forte.
" sfortunatamente sì "
Ribattè tirando un sospiro profondo e socchiudendo gli occhi verso il basso.
" beh, ci si vede a casa allora. Ciao, ciao! "
La giornata continuò ad un ritmo leggero e svelto, forse fin troppo svelto. L'ora sembrava esser passata così in fretta ad aspettare i piccoli dolcetti cotti in forno che dei passi pesanti e familiari si fecero sentire e proclamare l'inizio negativo della giornata.
La prima ad entrare fu la donna, quale si fiondò subito sulla figlia senza dar nemmeno alcuna considerazione all'altro, mentre l'uomo la seguì lentamente con schiena incurva e sguardo stanco ed irritato.
" oh ben tornati. Volete gradire dei biscotti? Io ed Izumi li abbiamo fatti! "
Disse, avvicinandosi il fratellino ignorato per marcare la sua presenza nella stanza. Non era nemmeno la prika volta che succedeva. A causa della sua comunicazione non verbale veniva spesso ignorato o, peggio ancora, punito al riguardo. I due fratelli non ne capivano il motivo di tale trattamento, eppure era da quando era nato che persistevano a questi atteggiamenti affinché "si decidesse a parlare", senza alcun successo.
Entrambi tirarono un sospiro stanco a quel tentativo della fanciulla.
" bene, bene. Qualcos'altro? "
Domandò l'uomo.
" oh beh, niente di che per quanto riguarda me, però Izumi oggi ha impara- "
" perché non lasci spiegare ad Izumi invece? "
L'interruzione fredda e maleducata fece addensire l'aria attorno al corvino, quale già guardava i suoi piedi piuttosto che incontrare il suo sguardo agghiacciante. A riprendere il discorso fu la madre, quale si inginocchiò davanti al ragazzino ed usò l'indice per alzare il suo mento.
" papà ha ragione, perché non ci dici tu cosa hai fatto oggi? "
" mamma, non credo sia necess- "
" sh, non nessuno ti ha interpellato "
Airi tornò nuovamente in silenzio.
Tornò a guardare il figlio più piccolo.
" quindi? "
Izumi rimase in silenzio a guardarla negl'occhi, pensando a cosa fare. Trovare magari un foglio ed una penna dove scrivere? Non era una brutta idea. Tuttavia come fece per girarsi venne afferrato dalle spalle così forte da fargli male quasi, pur di tenerlo fermo.
" no, non hai bisogno di aiuti! Basta che parli! Quindi? Cosa hai fatto oggi di COSÌ importante che devi scriverlo? "
Guardò in basso con la bocca leggermente aperta.
Nessun suono usciva dalla sua bocca. Nessuno. Da sempre era stato così. Perché lo forzavano così tanto a dover sentire qualcosa? Perché era così difficile accontentarli?
" insomma, dico io, non puoi comportati come un bambino normale della tua età? Airi almeno riusciva a fare una delle cose più facili al mondo, perché tu no?! Sii felice che non ti facciamo uscire. Solo Dio saprebhe cosa ti accadrebbe con tutte quelle persone fuori se venissero a scoprire questo handicap! "
"Normale". Glielo ripetevano sempre di non esserlo a causa di ciò... Ma perché? Perché si ostinavano a ricordarglielo? Perché non potevano accontentarsi? Perché doveva esser sottoposto alla stessa storia ogni singolo giorno, ogni singola ora, ogni singolo minuto in loro presenza.
Una mano andò sulla sua testa. Non una mano fredda, ruvida, grezza, dalle cattive intenzioni, piuttosto calorosa, amorevole e liscia in grado di calmarlo da quella situazione d'ansia assurda.
" ora basta, ricordatevi che oggi lo porto da uno specialista così la risolviamo una volta per tutte "
" eh?! E chi ti ha dato il permesso di poterlo portare fuori senza di noi? "
" papà, ne abbiamo parlato per mesi ormai. Sto pagando pure io per la seduta quindi non ci sprechi nemmeno dei soldi! Oggi Izumi esce con me e non voglio né 'ma' né 'se'. Vi farò capire che è tutto nelle vostre teste e vhe questo comportamento è inaccettabile! Soprattutto ad un bambino! "
" tu guarda qua! Da quando dai tanta aria alla bocca? Vedi di non superare la linea se non vuoi vederti in posizioni che non vorresti! "
" no perché questo non è modo di trattare un'essere umano. Ma cosa mai vado a dire! Un narcisista come te non lo capirebbe in fondo! La mia auto sta sotto ed ora, con permesso, ce ne andiamo "
Afferrò il polso del ragazzino e si fiondarono alla porta, cercando di ignorare tutte quelle urla da parte della coppia, ma soprattutto dal padre, quale lasciò impresso nella mente di entrambi una frase:
" come osi parlarmi in quel modo?! Io sono tuo padre e merito rispetto, intesi? Dovessi portati all'aldilà pur di fartelo capire! "
Entrarono ed uscirono dalle orecchie di Izumi, o meglio, così efli preferiva credere e dimenticarsene perché in fondo quello altro non era che un uomo arrabbiato che si era messo contro Airi, la sua vera figura materna che sapeva perfettamente cosa dovesse fare pur di accertarsi del suo benessere. Lei era l'unica che considerava famiglia e credeva alle sue parole. Era l'unica che lo capiva.
Quella seduta dallo specialista non perse tempo a dare una diagnosi al suo problema. Lo definiva comeuna sorta di "mutismo congenito", ossia avuto sin da quando fosse nato e non curabile senza i dovuti rimedi. La notizia in qualche modo fece rallegrare la sorellona, facendo capire che effettivamente non era solo Izumi "che cercasse attenzioni inutilmente" - parole dei genitori - ma che un altro fattore giocasse in questo casino.
D'altro canto i genitori non la presero affatto bene ma, a loro sorpresa, al posto di arrabbiarsi crollarono in un pianto. Se fosse in preda al dispiacere o alla disperazione non gli fu chiaro, ma promisero di "trattar meglio" il figlio d'ora in poi.
... E fu quella l'ultima volta che Izumi vide Airi.
Per un motivo o l'altro, non lo veniva più a trovare.
Per un motivo o l'altro, non rispondeva ai messaggi.
Per un motivo o l'altro, si sentiva abbandonato.
Pianse.
Pianse per giorni come se fosse veramente stato lasciato da sua madre in una casa piena di estranei.
Non capiva perché. Perché non tornava? Perché si erano separati da quel giorno in poi? Era per via del suo problema? Si vergognava di esser imparentata con qualcuno di muto? Era quello ciò che l'aveva respinta? Perché era sparita nel nulla?
Diventò un lontano, nostalgico ricordo la sua figura.
Una donna così amorevole che quasi non poteva esser vera.
Certe volte metteva in dubbio se non se la fosse sognata ed una Airi non fosse mai esista. No, non poteva essere, vero?
La sua vita cambiò da allora, in peggio.
Decisamente peggio.
Per qualche motivo suo padre riuscì a pagare i debiti e, non solo, riuscì ad aprire un'agenzia particolare vicino ad un cimitero.
Inizialmente non volevano involvere il loro unico figlio ma poi considerarono l'idea di riuscire a fare ancora più soldi.
Fu così che per la prima volta si trovò faccia a faccia con un corpo deceduto.
Non si scorderá mai quel giorno.
Si trattava di un ragazzo poco più vecchio di egli - se avesse dodici anni, allora egli ne avrà avuti attorno ai sedici - e non era nemmeno ridotto nelle migliori delle condizioni. L'odore nauseabondo, la pelle di un colorito mai visto prima... A stento tratteneva le lacrime dalla paura e disgusto. Addirittura toccarlo? Che schifo! Perché?! Perché tutto questo?!
Anche se controvoglia si dovette abituare a tale visione. A soli dodici anni dovette capire quante persone morissero ogni giorno e quanto i cuori dei parenti di quest'ultime si spezzavano al sol pensiero di vederli come una volta: truccati pur di renderli "vivi", o meglio, "meno morti". Di quello si occupavano lui ed il padre. E, cielo, se lo facevano per bene. L'agenzia acquisì popolarità per così dire e, pur di guadagnare altri soldi, il corvino doveva rimanere in solitudine - padre altrove - a fare il lavoro da solo.
Quante sere ha passato a fare questo ne aveva perso il conto. Ragazzi della sua età pensavano ad uscire fuori a mangiarsi un gelato, invece lui rimaneva intrappolato a fare il lavoro di altri poiché troppo sfaticati.
Ed il peggio non finiva qui.
Presto addirittura un'organizzazione in particolare riuscì a scavarli. Una certa "Ultimate Future Foundation", che si occupava del sistema educativo dei ragazzi liceali. Cosa volevano delle persone del genere da egli? Da questa attività correlata in alcun modo con la scuola?
... Un titolo? Offrire ad egli in titolo Ultimate per quanto bravo fosse nel suo "talento"? Quale talento? Truccare i morti? Si poteva considerare qualcosa del genere così? Seriamente?
Se fosse stato per lui, avrebbe rifiutato ad ogni modo questo titolo, ma non ebbe voce in capitolo, poiché troppo "piccolo" per assumersi tali decisioni.
Suo padre fu quello a decidere.
E fu così che Izumi sarà presto riconosciuto per qualcosa che non volesse mai fare in vita sua: lavorare coi morti.
Ridatemi la mia Airi. Solo lei mi capiva.
Odio il sistema Ultimate. Perché dare titoli del genere in giro?!
Perché continuare questa tortura con un altro killing game?!
La avvolse nelle sue braccia con uno sguardo sorpreso ed occhi lucidi.
No, non potrebbe mai odiarla.
Le è sempre stata affianco fino a quel giorno, è stata l'unica a volergli bene. Nessun'altro lo voleva se non come un pezzo da sfruttare.
Negò con la testa, lentamente, pur di farglielo capire.
Non voleva separarsi da lei.
Non di nuovo.
Quelle azioni... Non era stato lui. Andava contro il suo credo. Non potrebbe mai averlo fatto! Era... sbagliato. Non si ricordava di aver fatto del male a qualcuno così gravemente. Eppure quel sangue... Quelle azioni vili... Viste in prima persona...
" okay, basta con questa scenata. Ho un Killing Game da portare avanti "
Da dietro della fanciulla comparve nuovamente uno dei sorveglianti, quale la prese con forza per le ascelle e l'alzò in piedi, separandola dal più piccolo.
" NO! NO! LASCIAMI ANDARE! LASCIAMI STARE "
Non importa quanto si muovesse, dimenasse, la forza di Haruki era mille volte maggiore e quella presa era impossibile da staccare. La tirò ancancora indietro, mentre il fanciullo tentava di raggiungerla a sua volta nonostante la mano sulla spalla che Hana teneva su di egli.
" IZUMI, TI PREGO, NON TE NE ANDARE! NON LASCIARGLIELO FARE! "
Era giunta l'ora?
Era giunto il momento della sua morte?
Davvero?
No... Non voleva... Non poteva andarsene così, vero? Non avevano ancora finito i conti con loro. Non aveva ancora avuto la possibilità di confessare i suoi peccati. Non aveva ancora iniziato a vivere come un ragazzo della sua età. Non gli possomo strappare questo dono in questo modo..!
Scattò, si alzò e si lanciò sul castano.
O almeno, ci provò.
" cielo, quanto siete testardi... "
La voce si fece più alta stranamente ed uno strano calore pervase la schiena del corvino. Dopodiché si sussegguì un dolore paragonabile a dei aghi e lo portarono a cadere nuovamente. Sentì qualcosa uscire dalla schiena. Quando ci era entrata? Il capo si girò lentamente e, tremante, si trovò faccia a faccia con un oggetto familiare fra le mani di Venom: un coltello.
Non qualsiasi coltello.
Lo stesso cui Koharu era stata ferita.
Lo stesso cui Hiroko era stata ferita.
Suppongo sia stata la sua terza vittima.
" credi davvero di poter scappare? "
Un'espressione impassibile, ma che al contempo mostrava rabbia, furore, odio. Gli fece scendere dei brividi per tutto il corpo. Era ferito, era debole, per colpa sua. Era solo colpa sua. Colpa di Venom se tutto questo stesse andando avanti. Non avrebbe dovuto! Perché si era ostinata così tanto?! Tutto questo si poteva evitare così... Così facilmente! Perché?! Perché continuare questa ridicola storia del Killing Game quando potevano star in pace finalmente?! Non era giusto. Non era giusto che doveva morire per questo. Era ridicolo! Nessuno meritava di morire.
Lui.
Subaru.
Hiroko.
... Dae-jung.
Nessuno.
Perché non riusciva ad entrare in testa a quei due?!
Il gruppo voleva aiutarlo in qualche modo, ma ora come ora avevano davanti a sé Haruki armato di pistola contro di loro. Un passo falso e pure loro non sarebbero usciti da qui.
La castan girò la schiena con ancora il coltello in mano, camminando tranquilla verso il suo trono dove risedeva il grande pulsante rosso.
" siete pronti? Siete carichi al secondo round? È tempo dell'esecuzione! "
Dopo quelle parole solo una cosa si potè sentire per la stanza:
___________________________
Descend from the living
Non riusciva a muoversi.
Non poteva muoversi per via del dolore.
Ogni respiro che tentava di fare neccesitava tenere la bocca spalancata, sentendo ogni inalazione affiancata alla sensazione di esser pugnalato come la prima volta.
Voleva muoversi.
Voleva scappare.
Ma non fu abbastanza veloce da schivare la botola sottostante aprirsi.
Provò a ribellarsi, provò ad aggrapparsi ai bordi.
Ci riuscì.
Nonostante tutto quel dolore, nonostante la sua debolezza.
Si aggrappò al bordo con quella poca energia rimasta.
Persisteva. Doveva persistere.
Non poteva lasciarsi strappare via la vita così.
Non poteva.
Non si sarebbe presentato al Signore in queste condizioni.
Era vergognoso, ripugnante.
Doveva migliorare.
Sapeva di poter migliorare.
Perché non potevano concedergli un po' più di tempo per provarlo?
" mi stai iniziando a dare su i nervi "
Fuori dal buco riuscì a vedere Venom.
" perché siete tutti così insistenti quando sapete che non c'è niente che possa fermare questo processo?! "
Aggiunse abbasandosi mentre non distoglieva lo sguardo.
" oh beh, meglio diverirci già che ci siamo, che dici? "
Avvicinò la sua mano a quelle di Izumi, prendendo ogni dito uno ad uno e facendo mollare la presa.
Primo il mignolo della sinistra.
" questo è per Dae-jung "
Dopo l'anulare.
" questo per Hiroko "
Poi il medio.
" questo per Subaru "
E la mano sinistra cadde.
Passò al mignolo della destra.
" questo per aver provato a fermarmi "
Dopo ancora l'anulare.
" questo per aver distrutto la biblioteca "
Poi il medio.
" questo per essere una rottura in generale "
E l'altra mano cadde.
... Ma non egli ancora perché usò nuovamente la sinistra per tenersi.
Si alzò furiosa.
Perché continuava?! Non aveva visto che fine avrebbe fatto?! Perché doveva sempre andare contro le sue direttive?!
Di cattiveria colpì tutte le dita con il piede. Una, due, tre... Quante volte era necessario per fargli mollare la presa.
E presto Izumi si trovò cadere verso il vuoto. Buio e freddo.
Ella si avvicinò allo schermo dove venivano mostrate le esecuzioni e la botola si chiuse.
Colpì della terra col fondoschiena, alzando una piccola nube di polvere.
Lo scenario era simile seppur cambiato.
Il cielo sopra era nero. Nemmeno una stella o la luna illuminavano il cielo. L'unica fonte di luce erano dei lampioni e delle candele sparse per tutto il terreno. Dove si trovava?
Seguendo il suo sguardo, vedeva mille e più pietre ovali conficcate al suolo, tutte rivolte verso un'unica direzione seppur posizionate in modo sparso, e davanti avevano delle scritte. Nomi, cognomi ed anni diversi ma una cosa avevano in comune.
" R.I.P. "
... Era in un cimitero. Come ci era finito qualcosa del genere qua fra tutti i luoghi?! Quando si alzò a scatti notò che dietro di egli vi era un'altra lapide con sopra scritto, assieme alla dara di nascita e morte, il suo nome: Izumi Yamamoto.
Spalancò gli occhi. Era cosciente che un giorno avrebbe visto i suoi dati incisi su pietra. Tutti morivano prima o poi. Eppure lo stupì ugualmente perché pensava di ricadere sul "poi" che "prima".
Cosa doveva fare? Come poteva scappare da lì?
Non voleva morire.
Analizzò i suoi dintorni ma tutto era uguale. Tutto.
Solo terra e sassi e lapidi.
Solo disperazione e vuoti e morte.
Un cancello. Una porta. Un'uscita.
Lontano.
Molto lontano da lì.
Riusciva a vederla.
La sua speranza.
La sua piccola luce.
Che finalmente le sue preghiere fosse state sentite?
I primi passi furono difficili per il corpo, abituandosi al dolore ed ignorandolo. Si ripeteva "ce la puoi fare", "non mollare", "puoi salvarti". Il dolore sulla schiena non era null a confronto di quello che avrebbe passato all'inferno.
Riuscì a camminare quasi a ritmo normale, provando ad aumentare la velocità ad ogni passo senza successo. Però si stava avvicinando! Piano piano... Non poteva perdere così in fondo! Glielo avrebbe dimostrato. A Venom. A tutti. Che per lui la vita valeva e non era solo un avido e sporco assassino. Non era un peccatore senza la ricerca del perdono.
Verso quella che gli sembrò metà strada, sentì la terra tremare. O era solo lui a corto di energie? Provò a mantenere l'equilibrio e nelle bare vicine delle mani e braccia uscirono.
Spalancò gli occhi. Come era possibile?! Si dovevano trattare di persone decesse, sepolte nella bara... Non un film zombie!
Più aumentava il passo, più aumentava la marea dei sudetti zombie che provavano a fermarlo. Tentavano alle caviglie ma riusciva a saltarle, seppur con fatica. Gli stavamo dietro ma nom abbastanza veloci da raggiungerlo... O almeno lo sperava. Non aveva tempo di controllare il loro aspetto. Era inutile farlo! Si doveva concentrare all'uscita.
Un cancello in metallo nero sbucò in mezzo alla ringhiera dello stesso materiale e colore. Era aperto! Era l'uscita! Qualche passo ancora e potrà scordarsi tutto questo.
Qualcosa gli toccó la caviglia.
Una mano robotica, fredda, ma al contempo sembrante umana e... putrefatta. Seguì con lo sguardo chi ne fosse il colpevole ed altro non fu che Venom. O almeno, una sua version robot. I capelli castani erano sciolti con un cerchietto sopra. Il viso pieno zeppo di make-up sbavato che cercava di darle un aspetto più... Vivo. Copriva il corpo invece un vestito nero come la pece. Erano così tutti quei esseri? Delle persone rese "belle" per il loro ultimo giorno assieme ai cari prima di diventsr tutt'uno con la terra?
Anche se per anni e anni avesse lavorato con dei corpi, la veridicità ma surrealismo di quei robot era fin troppo angosciante. Era umani, ma allo stesso tempo il subconscio non riusciva a vederli tali.
I suoi respiri pesanti si fecero più veloci, provando sudore su tutto il corpo. Poteva sentire il resto arrivargli incontro.
No, non era la fine!
Calciò con il piede libero la figura e corse, corse come non avesse mai fatto prima d'ora. L'uscita era lì e non aspettava altro che lui.
Non fu più felice e sollevato di provare la sensazione fredda fra le sue dita. Quella del metallo di cui era costruito. Spinse la porta con tutta la forza che gli rimaneva ed uscì finalmente da quel inferno.
Phew.
Era uscito.
Davvero ci era riuscito?
Tutta quella adrenalina lo lasciò e lo svuotò di ogni forza che aveva.
E
ra stanco, debole e con ancora una ferita saguinante dietro. Ma ci era riuscito.
Ce l'aveva fatta.
Tentò di camminare nuovamente ma le gambe cedettero. Non riusciva più a muoverle e mantenere il suo peso su di esse. Erano flaccide come dei budini. Però aveva ancora i suoi gomiti. Strisciò quanto più poteva per allontanarsi. Più lontano, meglio era. Via dagli occhi e via dal cuore no? Il terreno rimaneva terra ed i vestiti si sporcarono di quest'ultima, finché non arrivò ad un bordo, la fine del terreno.
Si paralizzò alla visione di quello che vide.
Da quando c'era qualcosa del genere lì sotto?
Da quando c'era del fuoco e della lava là sotto?!
Ora il calore lo fece sudare ancor più di prima, sentendosi soffocare fra quei vestiti.
Un altro terremoto.
Uno nettamente più forte a quello precedente.
Il terreno del bordo si sgretolò e finì per raggiungerlo, facendolo cadere dentro il fosso.
Si bloccò in mezzo all'aria.
Qualcosa aveva aggrappato la sua caviglia ancora. Era la stessa sensazione ma, per via del calore, bollente. Rimase a penzolare così per quello che sembrava un'eternità. Sentiva la pelle cuocersi ed il sangue bollire. Quando l'avrebbero tirato su?
Dei spruzzi di fuoco iniziarono ad uscire dal terreno, come dei geyser. Era più lontani da egli e man mano lo raggiungevano finché...
Non lo presero in pieno.
Essendo a testa in giù, la testa e le spalle furono colpite per prima cosa, bruciandolo praticamente.
E fu proprio in quel momento che da Izumi uscì qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato di sentire.
Un urlo.
Ma non uno qualsiasi.
Uno in preda al dolore, alla disperazione.
Era strano.
Agghiacciante.
Insomma sapere che una persona non riusciva a pronunciare niente e poi sentirla tirar un grido del genere... Era spaventoso.
Fu tirato su ed ora non c'era praticamente niente che poteva fare per fermarli.
Nuovamente fu trascinato dentro il cimitero.
Nuovamente passò davanti a tutte quelle bare.
Nuovamente si trovò al punto di partenza: la sua lapide.
Ora vi era una bara in legno vecchio aperta e nascosta nel terreno e lo gettarono dentro, chiudendo con un coperchio dello stesso materiale. Uno dei robot usò dei chiodi per serrare tutto, poi tutti iniziarono a riempire il fosso di terra.
Infine dal niente arrivò una piccola ruspa che terminò il loro lavoro, guidando sopra la montagna di terra più e più volte per assicurarsi di non aver lasciato neanche un po' d'aria al suolo.
Dopodiché ognuno tornò lentamente verso le rispettive bare.
Come se niente fosse successo.
Il silenzio che si susseguì era lo stesso dell'inizio.
Nessuno scappava dalla morte.
___________________________
Shiori calciò la porta della biblioteca con quanta più forza avesse in corpo, ormai ridotta in polverene ceneri. La seguirono Sumire, Mitsuki e Koharu che formavano il gruppo "alla ricerca dello studente smarrito". Il resto del gruppo era andao a cercare lo scomparso da qualche altra parte, per sicurezza e si erano decisi che una volta trovato invieranno un messaggio nel gruppo di classe.
" cielo, quanta cultura rovinata "
La giornalista tirò un sospiro a vedere le condzioni dell'enorme stanza ormai carbonizzata.
" più tardi le lamentele, abbiamo ancora un ragazzo da trovare qui "
La zittì la medium scattando in mezzo alle rovine alla ricerca di un qualsiasi luogo considerabile "chiuso senza via d'uscita". La torre di libri era ormai rasa al suolo, le librerie e gli scaffali erano nere ma quelle poche cadute non sembravano abbastanza per contenere qualcuno.
Si divisero singolarmente per controllare ogni angolo del luogo ma non c'era nulla da fare: la biblioteca sembrava accorto di altre persone.
" perché ha scritto biblioteca allora?! "
Piena di nervosismo Koharu si mise le mani in testa, ancora dovendo processare tutto ciò successo fino a poco fa.
" che ci abbia mentito? "
Aggiunse guardando le altre una volta riunite.
Mitsuki negò con la testa.
" le ultime parole di qualcuno vanno sempre prese cin veridicità. Magari intendeva qualcos'altro che aveva a che fare con la stanza? Qualcosa di segreto? "
" perché diavolo avrebbe dovuto dire quello e non dove stava Hisa?! "
Esclamò Sumire, portando due dita sul ponte del naso e stringendo il pugno libero. La lillà mise una mano sulla sua spalla come conforto e le altre due si guardarono e basta.
" deve esserci un altro luogo che non abbiamo ancora visto... "
Mormorò Shiori.
" ... Avete controllato fra i computers? "
Annuirono.
" il centro?"
Annuirono ancora.
" le ali? "
" cos'altro dovremmo cercare? I muri o le piastrelle del pavimento? "
" direi che la seconda opzione farebbe onore a Poe ma no, è stupida come idea "
Commentò la castana dai capelli corti sarcastica.
La badante rimase a pensarci su.
Ci deve esser qualcosa che hanno mancato! Pensa, pensa a cosa avessero fatto prima che venisse tutto raso al suolo. Durante il fuoco non c'era nulla di importante adesso. Prima allora? Cosa aveva fatto con Hyo che magari poteva tornare utile?
" no Koharu, non possiamo ficcarla lì dentro. Ci morirebbe soffocata "
" ... MA CERTO! "
Gridò tutto d'un tratto, spaventando le altre.
" ma che ti urli che siamo a tre passi da te? "
Insinuò la corvina portando una mano sull'orecchio più vicino all'altra.
" hai capito qualcosa Koharu? "
Chiese più gentilmente la narratrice.
Però non ricevette alcuna risposta perchè l'altra cominciò a correre verso una parte più lontana della bibloteca. Proprio quella cui Valeria stava durante l'incendio.
Vicino alla poltrona dove fu seduta, vi era una parete particolare: gli scaffali più inferiori erano sostituiti da molteplici cose, una di queste una sorta di cassaforte davvero grande... Abbastanza grande da contenere qualcuno se la sua visione nom ingannava.
Si inginocchiò e poggiò un orecchio sul metallo mentre vedeva le altre raggiungerla. Ci misero un po' a realizzare cosa stava facendo.
" sei sicura sia lì? "
" sh, sto cercando di sentire "
Rimasero in silenzio per alcuni istanti e proprio appena, quasi inudibile se anche il più piccolo dei rumori fosse fatto, riuscì a percepire dei respiri.
" è qui, ne sono sicura! Ma come l'apriamo?! "
" lascia fare a me "
Disse Shiori, spostandola da lì e facendosi più spazio. Dalla tasca tirò fuori il bisturi non ancora buttato e lo ficcò fra la parete e la serratura, iniziando a tirare con forza nel tentativo di scassinare tutto.
Click.
La porta si spalancò rivelando davanti a tutte l'unico assente nell'intero processo, chiusx in uno spazio così minuscolo e stretto, con una ferita in testa ed una mano distrutta: Akihisa Nakamura.
" oh cielo, che gli hanno fatto?! "
Preoccupata Mitsuki accorse alxx fanciullx una volta tirato fuori ancora inconscio. Mise una mano sulla fronte e poi davanti alla bocca per controlalre che respirasse ancora. Si tranquillizzò una volta confermato ciò e guardò verso la direzione di Shiori.
" puoi correre in infermieria e- "
" non me lo dire due volte "
La interrompè capendo già cosa c'era bisogno da fare, alzandosi e correndo via. Sumire nel mentre aveva già avvisato il resto della loro scoperta e Koharu continuava a scuotere l'altro mentre chiamava il suo nome.
" forse dovremmo lasciargli respirare dell'aria pulita... Qui dentro puzza ancora di fumo "
" hai ragione "
Le due castane lo trascinarono fuori, venendo incontro a Shiori con il kit di pronto soccorso e successivamente al resto del gruppo preoccupato. Fra i corridoi aspettavano pazientemente che aprisse occhio, pregando che non fossero arrivati troppo tardi. Esternamente aveva delle ferite: un colpo alla testa, un graffio che partiva dal ponte del naso, passando per la guancia fino alla mascella ed infine la mano sinistra completamente distrutta. Non capivano se aveva delle ossa importanti rotte ma eran riusciti a bendare, raddrizzare le articolazioni le dita — grazie shiori — e metter del ghiaccio per alleviare il dolore.
...
Aprì finalmente gli occhi e prese un respiro profondo e rumoroso dopo quella sembrava un'eternità, fissando i mille occhi osservarlo preoccupati. Tossì leggermente, ancora stordito sul dove si trovasse, quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che aprì gli occhi e cosa fosse successo. Dopo di che, con tono grave ed un filo di voce, domandò:
" dov'è Dae-jung? "
Il resto si guardò a vicenda, indecisi sul da farsi. Dirglielo così su due piedi od aspettare domani? Cercare una scusa oppure dirgli la più pura verità?
" ragazzi... che è successo? Dov'è sta Dae-jung? E Izumi? "
Sumire tirò un sospiro, avvicinandosi all'altro e spiegando tutto quello che sapevano.
Bisogna dire che alla fine non la prese affatto bene.
___________________________
Dopo la dura giornata ognuno tornò nelle proprie camere, chiudendosi dentro di esse senza rivolgersi la parola. Alla fine qualcosa di positivo ne uscì: uno di loro era ancora in vita nonostante tutto. Ma il resto... Era troppo. Quell'esecuzione era troppo. Tutte quelle nuove informazioni erano troppe. Tutte quelle domande crescenti e senza risposta eran troppe. Cosa dovevano fare? Perché continuare? Quale era veramente lo scopo degli Shini Goro? Dae-jung e Izumi avranno pur fatto qualcosa di sbagliato... perché risultavano così... Umani ugualmente? Eran arrabbiati per averli messi lì, eppure il loro cuore provava dispiacere a sapere della situazione particolare. Perché? Rimanevano dei sporchi criminali dopotutto. E poi non eran gli unici ancora in vita del gruppo. Altri tre si nascondevamo fra loro... Ma chi?
Non è dato sapere del suo nome, nè della sua identità. Purché rimaneva un'aura di mistero attorno a quella persona, basta sapere che era l'ennesimo membro dei Shini Goro.
E che Hana aveva un conto insospeso con loro.
Dopo essersi chiusi nelle loro rispettive camere sotto la supervisione di Haruki e lei, quest'ultima si affrettò ad entrare nella camera del soggetto misterioso. Ovviamente deteneva delle chiavi ed accesso di quel luogo, quindi bussare non era minimamente un'opzione. Era la sua porta. Era il suo regno. Nessuno qua dentro manteneva segreti senza che ella ne fosse a conoscenza. Quello che si celava dietro, però, fu una sorpresa. Fu salutata con un regalino da parte sua da consegnarle in faccia: la sedia mancante dalla scrivania. Dalla paura, dalla rabbia, dal sapere che questo momento sarebbe arrivato... Era sull'attenti come pochi. Un'arma era un'arma e colpire chiunque si trovi davanti pur di assicurarsi la sua salute fu un parte del suo istinto. Un colpo liscio, dall'alto verso il basso mentre teneva i pugni stretti su due gambe. La schiavata liscia della castana dimostrava tutto come una scena da palcoscenico ripetuta mille e più volte - prevedile. Addirittura il suo tono mostrava noia.
" hai finito? "
" c-cosa vuoi?! "
" datti una calmata prima, poi spiego "
" perché dovrei?! So già perché sei qui! Vuoi uccidermi! Bene, non te lo lascerò fare così facilmente! "
" no, ora taci e siediti "
" neanche per sogno! "
" siediti oppure prenderò seriamente l'offerta in considerazione "
Il tono tremante della persona, così come l'intero corpo, si bloccó. La persona si sedette sul bordo del suo letto senza mai distogliere lo sguardo dall'altra che ispezionava la stanza.
Le luci - tutte, persino quella del bagno - erano aperte pur di non lasciare un angolo buio, mentre il letto non era altro che un disastro. La scrivania mancava di una sedia, quella caduta a lato della porta.
Dopodiché scattò sull'altra, tirando fuori da dietro la schiena un coltellino e puntò la lama direttamente al collo, tenendo ferma la testa con la mano libera.
Quasi fece sfuggire un urlo, tutti i suoi muscoli si irrigidirino e panico pervase nuovamente la sua mente. Le parole uscirono in automatico.
" s-sappi che non ho intenzione di fare quello che hanno fatto loro! Non sapevo nulla di quel piano! È tutta la colpa di quei due! "
" sarebbe meglio per te se dicessi la verità, altrimenti vedrai una fontana rossa partire da te "
" lo giuro su tutto quello che vuoi! N-non centro nulla! Non so niente, è inutile che mi fai l'interrogatorio- "
" dimmi solo una cosa: perché proprio adesso? Perché hanno cambiato idea all'ultimo? Perché mirare per Subaru? "
" n-non lo s- "
La lama toccò la pelle pericolosamente.
Mandò giù la saliva in gola.
" f-forse perché... Il piano non li convinceva più? Le autorità darebbero come minimo l'ergastolo ad un crimine del genere, n-non trovi? E-e poi Subaru ha contributo per la maggior parte assieme a te e- "
" quindi era una buona idea ucciderlo?! Metter fuori gioco un'altra persona innocente?! "
" NON LO SO, OKAY?! NON SO NIENTE DI QUELLO CHE VOLEVANO OTTENE-! "
Urlò così forte quelle parole che l'altra fu costretta a zittirlo portando una mano davanti mentre gli ringhiava contro un "sh" per non farsi sentire.
" ... non provare a fare qualcosa del genere, okay? Se venissi a sapere che l'hai anche solo pensato sei nella merda. Intesi? "
Annuì in silenzio e la mano cadde dalla sua bocca.
" vallo a dire pure agli altri domani "
Quelle parole confusero la povera vittima di questo incontro.
" perché non vai a dirglielo tu stessa? "
Lo guardò in silenzio prima di allontanarsi e girare per la stanza.
" sai... fra i tre sei quello che pensa di testa tua. Gli altri due sono praticamente delle bambole che non sanno né intendere né volere. Per questo son venuta da te. Perché so che farai la scelta giusta "
Ancora un mucchio di lettere che entrano ed escono dalle sue orecchie.
Non voleva solo assicurarsi che non avrebbe azzardato tradirla? Cos'altro voleva da lei?
" sai benissimo che sin da piccoli siamo stato scelti per essere Ultimates. Tutti quelli rinchiusi qui, ma noi soprattutto. In un modo o nell'altro abbiamo avuto dei privilegi che portarono alla nostra sfiga. Significa che siamo nettamente più capaci di loro. Pure te. Perché litigare? Perché non iniziare tutto su una nuova pagina? "
" ... che intendi dire? "
" perché non vieni dalla mia parte? Rimango ugualmente parte dei Shini Goro secondo la nostra storia, no? Fra compagni non ci si tradisce. Ci si aiuta "
" ... "
" ho qualche lavoretto da chiederti di fare. In cambio ti garantisco che nessuno ti farà del male. Una buona offerta, non trovi? "
Si avvicinò nuovamente all'altra persona, questa volta con un sorriso sicuro di sé ed una mano portata avanti, pronta ad una stretta. Rimase a guardarla pensierioso.
Alzò la mano.
Per poi chiuderla in un pugno.
Il sorriso di Hana sparì.
" no, mi spiace, è troppo rischioso. Se mi scoprono sarei carne morta. Non voglio essere il carnefice di questa storia "
" ovvio che no... Vittimismo è il tuo secondo nome... "
Controbattè delusa.
" sappi che ugualmente ti odieranno. Non importa se accetti. Anzi, ti prometto che senza di me sarai proprio sminuzzatx come il macinato. Ma, hey, questa è una tua scelta dopotutto. "
Rimase nuovamente in silenzio, guardandola attentamente con occhi spalancati. Era impossibilitatx nello sbatterli. Hana decise di levare le tende e, con fare non curante, lo salutò alzando una mano mentre usciva.
" buona fortuna. Ora tutti sono solo un branco di lupi affamati. Vediamo se sopravviverai ancora per molto "
___________________________
Stava sul suo letto, stanco, sconvolto dal processo. Dae-jung ed Izumi erano veramente parte dei Shini Goro? Aveva scomesso sul primo, ed il secondo era sospetto di per sé, eppure credere veramente che siano loro... Per quanto avesse un conto insospeso non poteva non farsi dei dubbi al riguardo. Se sono dei Shini Goro e sono quelli dietro il Killing Game, che motivo c'è di fermarlo? Che motivo c'è di mettersi contro il gruppo stesso? Non che lui fosse delle più cooperative delle persone, però sapeva che tutto questo era assurdo ad occhi neutrali. Certe volte addirittura gli passava per la testa che loro tutti altro non fossero che delle pedine del gioco e non la mente dietro. Ma allora come si doveva spiegare il comportamento di Subaru? Chi se non lui doveva esserci dietro? Un altro gruppo criminale? Un'altra mente? Era un'ipotesi ridicola! Avevano scoperto così tanto, erano praticamente ad un passo dalla verità! Perché quella stupida di una sorvegliante aveva dovuto portar via la loro unica fonte di informazioni così-
Una porta si aprì.
La sua mente si svuotò immediatamente da quei pensieri e due domande li rimpiazzarono.
Chi era?
Come ha fatto ad entrare?
Istantaneamente saltò dal letto, buttandosi dalla parte più lontana dalla figura, ed impugnalò un'arma nascosta lì per precauzione.
Si alzò nuovamente e non ebbe paura di mostrare la lama di quest'ultima.
L'altra persona fece un passo indietro sorpresa, seppur contemporaneamente non sembrava affatto minacciata dal proprietario della stanza.
" metti le mani in alto dove possa vederle! "
Ringhiò all'intruso con quanta più grinta possibile.
A sua sorpresa ubbidì senza controbattere.
" che vuoi a quest'ora?! E soprattutto come diavolo hai scassinato quella porta?! "
" beh ecco- "
" non un passo avanti. Stai lì fermo. Pensi che abbia paura di attaccare? "
L'altro rimase in silenzio e tramutò uno il suo sguardo in qualcuno di preoccupato.
" oh no, hai capito male le mie intenzioni. Non sono qui per litigare "
" perché ovviamente la gente entra nelle camere altrui senza bussare e senza chiave nonostante la porta fosse chiusa per prendere un tè assiem- mi prendi per scemo?! "
La sua difensiva si alzava ad ogni istante.
Ad ogni istante il suo battito aumentava.
Ad ogni istante lo sentiva sempre più forte nella testa.
Ad ogni istante il tremore della paura si faceva sentire.
Ad ogni istante tentava di mostrarsi più corraggioso di quello che realmente fosse.
" no, ovvio che no, ma non avrei avuto altro modo di parlarti dopo tutto questo "
" avresti potuto aspettare il giorno dopo- "
" pensi davvero che qualcuno uscirà di camera sua domani? "
Aveva... ragione su quello. Nessuno sarebbe uscito il giorno dopo.
" davvero non ho cattive intenzioni. Puoi perquisirmi per assicurartene. Non ho problemi, davvero, anzi, capisco pienamente di non essere entrato nei modi più amichevoli. Ma era necessario "
Aprì le braccia di lato fino a raggiungere l'altezza delle spalle, come invito a controllarlo.
Rimase fermo alcuni istanti ancora dietro il letto, contemplando se fosse rischioso avvicinarsi o meno.
Fece un passo.
Ed un altro.
Poi scattò.
Ma si fermò a proprio davanti all'altro.
Alzò le mani ma non si capacitò a toccare il corpo. Esitò. Poi le mise dentro le tasche di qualsiasi indumento che indossava.
" non essere timido "
Scherzò il perquisito nel tentativo di rompere il ghiaccio, provocando l'allontanamento dell'altro di qualche passo e un leggero rossore sulle guance
" fa niente, sei pulito... "
Mormorò guardando altrove e mettendo via l'arma affilata.
" ho il permesso di muovermi? "
" fa quello che vuoi "
Si allontanò nuovamente, questa volta appoggiando la schiena su uno dei muri della stanza. Senza mai distogliere lo sguardo dall'altro che invece si sedette sul suo letto.
" cosa vuoi da me di COSÌ importante? "
" come ti senti? Ti ho visto agitato durante il processo. Era insolito da te questo comportamento "
Nuovamente si imbattè in un silenzio da parte dell'interlocutore. Non era per paura, ma per confusione.
Tutto questo casino per capire come stava? Seriamente? Era così stupido?
" come diavolo dovrebbe sentirsi una persona dopo tutto questo? Felice? "
Una risatina nervosa sfuggì.
" eheh, effettivamente hai ragione. Non è proprio una domanda da fare. Però c'ho provato "
" seriamente, cosa vuoi? "
" se ti siedi vicino a me te lo dirò senza troppi giri di parole "
"No, scordatelo" avrebbe voluto così tanto dirgli.
Eppure silenziosamente si avvicinò, seppur esitando ad ogni passo. Quando finalmente il fondoschiena toccò il materasso rimasero qualche secondo in silenzio. Uno guardava l'altro che guardava davanti a sè. Dopodiché si spostò più vicino ed alzò la mano per toccarlo, venendo rifiutato senza troppi pensieri.
" allora? "
" voglio chiedere, da quando tenevi tutto dentro? "
Huh? Di che stava parlando?
" lo so, ci conosciamo da poco più di una settimana ed è normale trovarmi strano... Però ho come l'impressione di poterti aiutare "
" chi ha detto che volevo un aiuto? "
" non lo devi fare, le azioni contano più delle parole "
Esitò prima di cedere.
Le sue spalle si rilassarono senza neanche accorgersene.
" che intendi dire? "
" abbiamo iniziato col piede sbagliato, perché non partiamo da capo? Ti racconto qualcosa su di me per farti capire quanto ci tenga "
Annuì lentamente.
" mio padre è sempre stato un uomo popolare e famoso. Aveva potere ed in cambio volevano la perfezione da lui. Presto la stessa cosa toccò a me. Dovevano farmi piacere agli altri per esser accettato. Piccoli errori non andavano bene. Dovevo sempre sorridere e mostrarmi la persona più matura, tenere tutto dentro. Pure davanti ai miei genitori "
L'attenzione dell'ascoltatore era sua ora più che mai.
" sai com'è quando la gente si aspettava tutto tranne che di esser te stesso? È così... Brutto. Come se fossi chiuso in una gabbia. E ti fa impazzire il fatto- "
" -di non avere controllo sulla tua vita? "
" ... proprio così. E piano piano sentì qualcosa crescere dentro di te. Ti senti perso... Abbandonato a te stesso ma comunque sotto il controllo di qualcun altro. Nessun ti capisce. Quelli che pensavi lo facessero finiscono con l'abbandonarti. Il senso di rabbia, d'odio pure cresce. Perché odi quelle persone cui promisero un finale felice. "
" odio come mi ha trattato. Come se fossi solo uno stupido giocattolo e- "
" -una volta che si è stancato ti ha buttato via? "
Rimasero scioccato da questo discorso.
Come ci erano arrivati?
Perché non riusciva a controllare quello che diceva?
Perché quelle parole uscirono prima ancora che lo realizzasse.
Davvero questo odio era così profondo?
" Vedi? Non la pensiamo così diversamente in fondo "
" non capisco ancora il tuo punto "
Poteva leggere nei suoi occhi la sorpresa e conforto.
Poteva leggere nei suoi occhi che l'avesse rapito.
Avvicinò nuovamente la mano verso il viso, questa volta non vi fu un rifiuto. Passò prima ad accarezzargli la guancia e poi i capelli giocando con la ciocca più lunga.
Aspettò. Aspettò impaziente di una risposta.
Si avvicinò al suo orecchio e sussurrò il suo nome per poi dire
" ... Ti capisco. Sono l'unico a farlo "
Un brivido percorse dietro la sua schiena e buttò giù la saliva.
Quando si allontanò mise le mani sulle spalle.
" Hai visto come gli altri hanno reagito, no? Non lo farei mai. Certo, sarò stato cattivo in quel momento e ho voluto tanto farti capire quanto mi dispiace... Per questo ti ho mostrato una parte di me cui considero 'debole'. Perché ti capisco. "
" ... non sono uno stupido "
Quelle parole lo presero di sorpresa.
" se veramente vuoi mostrarmi di voler così tanto questa 'amicizia', dammi qualcos'altro per farmelo capire. Una semplice storiella non basterà "
Dentro di sé voleva credergli, credere che una speranza, qualcuno che veramente sappia come ci si senta nei suoi panni, esistesse. Però rimanevano in un Killing Game. Non poteva lasciarsi andare così. Pensa che fosse nato ieri? Bene, ecco qualcosa che sicuramente glielo farà ripensare.
" sapevo che l'avresti detto "
" huh? "
Tirò fuori da una tasca interna alla giacca, non controllata dall'altro precedentemente, una piccola fiala dal tappo bianco che conteneva un liquido. Lo diede all'altra persona.
" cos'è? "
" la prova definitiva della nostra amicizia, anzi, consideralo un regalo di scuse. È qualcosa di speciale che ti porterà vantaggio su chiunque tu la userai "
" ... E se la usassi contro di te? "
" come detto, è tua adesso. Ti sto provando che voglio fidarmi. Puoi pure mettermi fuori gioco nel tentativo se proprio mi reputi così... Inutile. Ma sappi che qualsiasi cosa farai capirò il tuo ragionamento dietro. Farla pagare a qualcuno, tirarci fuori da qui... Ogni motivo è valido e non ti giudicherò "
Chiuse le mani sue in quelle dell'altro, passando un calore così... Strano. Era confortante?
" se vuoi ancora parlarmi, incontriamoci domani in palestra. Ho un'altra storia da raccontarti. Porta la fiala con te e, se proprio non vuoi più parlarmi, basta non mostrarti, okay? "
Sentiva che questi fossero gli ultimi momenti prima di una buonanotte, quindi li prese al volo per aggiungere.
" non ti odierò, non ti abbandonerò, non ti farei del male e, soprattutto, ti farò sapere tutto quello che faccio una volta che accetti. Una squadra si basa sull'onestà e fiducia e queste cose sai perfettamente che sono disposto a darle, soprattutto se mi garantisce la nostra sicurezza "
" cosa vuoi in cambio? "
" solo la tua collaborazione per ora. Tu, invece, hai qualche desiderio cui ti piacerebbe avverare? "
Gli fece cenno di avvicinarsi e sussurrò all'orecchio quello stesso desiderio.
" ... ricevuto "
Finalmente si alzò dal letto per dirigersi nella sua camera.
" bene, spero di rivederti domani allora. Buonanotte "
" ... ciao "
Rimase a vedere quel liquido ora dentro il piccolo contenitore.
___________________________
Hey hey! Il secondo capitolo è ufficialmente concluso! 💪
Siamo pure alle porte delle vacanze estive per molti di voi — non me purtroppo perché sistema scolastico tedesco grr.
Però! Sì, sono abbastanza contenta di aver finito un altro capitolo di Obsession.
Come al solito spero vi sia piaciuto, di aver interpretato i personaggi per bene, evitato troppi errori grammaticali e di battitura (probabilmente no perché non ho rincontrollato per bene questo capitolo ma shsh).
Also vorrei avvisarvi che a fine capitolo quelle due scenette con i personaggi nascosti, ho usato appositamente il maschile come pronome neutrale. Questo significa che dietro quei personaggi si possa nasconderebbe chiunque e non si dovrebbe decifrare dai pronomi a lui riferiti.
Anche questa volta mi farebbe piacere un feedback sincero da parte vostra su come stiate trovando la storia fino a questo punto. E questa volta si passa a spiegare il titolo del capitolo.
"Others can, you can-not" viene tradotto in inglese come "altri possono, tu no". Basically si riferisce a molteplici personaggi in questo capitolo quali hanno avuto/vissuto con qualcosa che li separa in qualche modo dal resto del gruppo. Tipo Mitsuki ed Izumi con le loro condizioni, Dae-jung ed il suo gesto da "eroe fallito", non potendo fermare il Killing Game e se volete persino Akihisa cui ha fallito a proteggere un suo amico. La riga che distacca 'can' da 'not' indicherebbe il tono cui si dovrebbe leggere, ossia separando le due parole. Perché? Perché dovrebbe dare un'aria più da presa in giro. Messa molto bambinesca dovrebbe essere qualcosa fra le righe di: "altri posso e tu puoi... Scherzavo!". Spero sia chiaro e che non solo la mia testa capisca questo gioco di parole.
Detto ciò! Ora mi diverto io con...
Rullo di tamburi.
Il sondaggio a fine capitolo.
Nessuno è obbligato a rispondere ma mi farebbe piacere ✨
1. Qual è il vostro personaggio preferito del secondo capitolo?
2. Qual è il vostro personaggio femminile preferito del secondo capitolo ?
3. Qual è il vostro personaggio maschile preferito del secondo capitolo?
4. Qual'è il vostro personaggio enby preferito del secondo capitolo?
5. La scoperta dei altri membri dei Shini Goro vi ha stupito!
6. Cosa ne pensate di...
- Mitsuki?
- Dae-jung?
- Izumi?
(- altri personaggi del cast, se volete parlare di loro?)
7. Quale è il vostro capitolo preferito fra quelli pubblicati?
8. Avete delle richieste, paure, consigli, idee su cosa accadrà nel prossimo capitolo? (Se sì, quali? e se avete idee angst interessanti che vorreste vedere il vostro personaggio fare sono sempre disponibile ad ascoltarvi in chat privata👀)
9. Quanto vi sta prendendo veramente la storia?
10. Avete altri commenti aggiuntivi da fare? <3
E detto questo chiudo ufficialmente il secondo capitolo e si passa al temuto 👹terzo capitolo👹.
Ci vediamo!
— 𝕰𝖑𝖎𝖟𝖆
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