•𝐑𝐈𝐂𝐇𝐈𝐄𝐒𝐓𝐀 𝐃𝐀: Mxlly_raymarshal27

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"La vita non è altro che un loop continuo." Questo era il pensiero che Terry aveva sull'esistere al mondo.

Da quando il Gran Celestia Galaxy si era oramai concluso, la sua routine era sempre stata la stessa: svegliarsi, lavarsi, fare colazione, studiare, pranzare, allenarsi o fare le partite, lavarsi e andare a dormire.

All'inizio del torneo, l'albino sperava solamente di poter tornare a casa a riprendere a fare ciò che gli piaceva prima, tuttavia in quel momento gli mancava davvero il calcio, nonostante il suo immenso amore per la pallacanestro.

Lì era tutto diverso da come si allenava con i suoi attuali compagni di squadra di basket: con essi non possedeva alcun legame affettivo, mentre con quelli vecchi aveva instaurato una vera e propria amicizia. Perfino quel noioso di Riccardo gli mancava.

Ecco, era proprio quel ragazzo che tormentava i pensieri del cestista. Egli, infatti, non voleva ammettere il fatto che si era preso una cotta per lui durante il periodo del Gran Celestia Galaxy, ma il cuore non si può comandare e questo lo aveva capito.
Nonostante il castano fosse stato spesso antipatico nei suoi confronti, Terry sapeva che egli gli aveva sempre voluto bene e che lo avrebbe sempre sostenuto.

Una frase che l'albino si sarebbe ricordato per tutta la vita, era quella che Riccardo gli aveva detto una volta tornati sulla Terra.

«Hai visto? Finalmente tornerai a giocare a pallacanestro come facevi un tempo. Non sei felice?»
"No, Riccardo" avrebbe voluto dirgli. "Se tu non sarai presente nella mia vita, allora non sarò mai felice."
Ma non era riuscito, siccome pensava fosse la frase sbagliata nel momento sbagliato.

Invece ora si pentiva di non averglielo detto, ma il passato non si poteva cambiare e non si riusciva a prevedere il futuro. Notte e giorni pensava al suo amato, ma per lui era ormai diventato irraggiungibile. Solo un miracolo li avrebbe riavvicinati.

Quel giovedì sera, dopo aver finito di allenarsi con la squadra, Terry era andato a fare la spesa al supermercato al centro. Per fortuna non doveva acquistare troppo, quindi non ci avrebbe impiegato troppo tempo.

Mentre prendeva le ultime cose, tuttavia, una voce aveva interrotto i suoi pensieri.
«Non ci credo, Terry! Da quanto tempo!»

Avrebbe riconosciuto a vita la voce del suo ex capitano, ma ciò lo aveva molto sorpreso. Non si sarebbe mai aspettato di incontrarlo, anzi, per lui Arion era l'ultima persona che in quel momento si sarebbe aspettato di vedere.

Una volta che si era avvicinato il castano, egli lo stava guardando con il suo solito sorriso stampato in volto.
«Non sei cambiato per niente, Terry!»
«Capitano, ma che ci fai da queste parti? Pensavo abitassi a Tokyo» aveva domandato incuriosito l'albino.

«Oggi sono qui perché noi ex giocatori della Raimon siamo venuti per incontrare una nostra vecchia conoscenza. Dimmi, come stai? Come te la passi giocando a basket?»
Egli, quando aveva sentito il nome della vecchia squadra del ragazzo, si era messo a riflettere. Se tutta la squadra si trovava nella sua zona e se Riccardo giocava anche lui alla Raimon insieme a Arion, allora anche lui era lì!

«Sto bene, grazie mille. A basket me la cavo, come sempre. A voi come va?»
«Anche noi stiamo bene, grazie. Dopo il diploma noi ragazzi purtroppo ci vediamo meno del solito, ma la nostra passione per il calcio non si è mai spenta!» aveva esclamato con felicità il castano.

Terry era sorpreso, ma allo stesso tempo felice. Era forse un segno del destino che proprio in quei giorni, mentre non faceva altro che pensare al suo amato, egli era venuto nel suo paese? Non aveva mai creduto al destino, ma in quell'istante stava iniziando a mettere in dubbio la sua idea.

«Arion, posso farti una domanda...strana?» aveva domandato. «Vuoi sapere se Riccardo è qui con noi? Ovvio che c'è! Si trova qui fuori che mi aspetta.»

Di nuovo, Arion era riuscito a stupirlo. «Perché mi guardi così? Guarda che lo so che ti piace Riccardo.» Gli aveva detto il castano, provocando un leggero arrossamento delle guance del più grande.

«E da quanto lo sapevi?» gli aveva chiesto l'albino. «In realtà non lo sapevo, me lo ha detto Falco!»
"Quel grandissimo bastardo" aveva pensato tra sé e sé Terry. Egli, infatti, era l'unica persona che sapeva della sua cotta per il centrocampista, e il cestista sperava con tutto il cuore che non avesse spifferato questo suo segreto all'intera squadra.

Finché era solo il capitano gli stava bene, ma se lo avesse detto a qualche pettegolo sicuramente l'informazione sarebbe venuta alle orecchie del suo amato castano, e l'albino non voleva ciò. In questi casi, tuttavia, non vi resta altro che pregare.
«Ma lui lo sa?» aveva domandato ancora. «Ovvio che no, io non capisco però come fai a farti tanti problemi. Beh, vuoi rivedere Riccardo, no? Allora esci e salutalo!»

Tutto ciò per Arion sembrava una barzelletta, ma per Terry era un'impresa assai ardua. Chissà come avrebbe reagito Riccardo una volta che lo avrebbe rivisto. Sarebbe stato felice? Si sarebbe arrabbiato? Questo non lo poteva sapere, anzi, nessuno poteva immaginare cosa sarebbe accaduto.
«Va bene, adesso esco. Lasciami solo pagare la spesa.»

Mentre era impegnato con le sue compere, il centrocampista si trovava fuori dal supermercato assieme a Victor. Entrambi stavano aspettando impazientemente il ritorno di Arion, ma tardava più del previsto.

«Te l'ho detto che dovevi andare con lui, Victor! Dammi retta, si sarà perso perché questo non è il negozio del suo paese!» aveva esclamato esasperato il castano. «Probabilmente ha incontrato qualcuno che conosce, sai com'è fatto. Beh, se ti preoccupa così tanto, posso andarlo a recuperare» gli aveva risposto il blu.
«Sì, per favore. Appena lo trovi fagli la ramanzina anche da parte mia!»

Victor non aveva la minima voglia di entrare a cercare il loro amico, ma a malincuore era comunque entrato nel supermercato. Proprio mentre egli era appena andato dentro, Terry era uscito subito dopo. Aveva cercato con lo sguardo l'amato Riccardo, e lo aveva trovato solo poco distante dall'ingresso, sulla destra della porta scorrevole.

Egli non prestava minima attenzione all'ambiente circostante siccome stava usando il suo cellulare, e in questo modo non era riuscito a notare la presenza dell'albino. Non sapeva cosa fare in quell'istante. Doveva davvero disturbare il castano che era così impegnato? E se poi non lo avrebbe riconosciuto? E se poi la sua presenza lo avrebbe infastidito?

Era così indeciso sul da farsi, ma alla fine aveva optato per posizionarsi accanto a lui, aspettando che fosse stato quest'ultimo a notarlo.
Una volta che si era appoggiato alla parete affianco ad egli, Riccardo aveva alzato lo sguardo, per vedere chi fosse quella persona. Quando aveva capito che si trattava del suo vecchio compagno di squadra, ne rimase sorpreso. Avrebbe urlato di gioia in quel momento, se avesse potuto, ma si era contenuto.

«Certo che potresti anche salutare, mio caro cestista.» Il più grande aveva abbassato lo sguardo su di lui.
«Wow, non mi ricordavo fossi così basso. Quanti anni hai, piccolino?»
Il castano lo aveva guardato male, e questa sua azione aveva fatto ridere Terry a crepa pelle.

«Che hai da ridere?» gli aveva domandato. «Ciao anche a te, Riccardo» si era limitato a rispondere l'albino. Il centrocampista aveva spostato il suo sguardo altrove, e vi era stato un momento di silenzio da parte di entrambi. Nessuno dei due sapeva come continuare quella conversazione.

«Sai, ho visto Arion dentro, e mi ha detto che tu e gli altri ex giocatori della Raimon siete venuti qui per trovare una vostra vecchia conoscenza. Di chi si tratta, se posso saperlo?» domandava Terry.
«Si chiama Doug McArthur e una volta era un nostro compagno di squadra. Per festeggiare il nostro incontro volevamo organizzare una serata film e io, Victor e Arion siamo stati incaricati a compare tutto l'occorrente: patatine e schifezze varie, sai cosa intendo.»

«E tu perché sei fuori? Perché non avevi voglia di fare spese? Sempre il solito principe viziato!» Mentre l'albino esclamava questa frase, da parte del più piccolo aveva ricevuto anche un dito medio.
«Volgare» gli aveva riferito il cestista.
«E tu sei uno sciocco!»

«Sarà, ma a me sinceramente sono mancati i tuoi modi di fare...» Dal tono della sua voce, il castano aveva capito che egli aveva il bisogno di parlare, per cui non aveva osato interromperlo.
«Sai, sono passati mesi dall'ultima volta che ti ho visto, ma non ho mai smesso di pensare a te. Mi sei mancato come l'aria, tu sei il mio ossigeno. Non puoi capire quanto io mi senta felice ora che ti ho qui, qui con me.»

Riccardo lo guardava stupito, perché non pensava che un ragazzo come lui potesse provare le stesse emozioni che egli aveva provato per tutto questo tempo. Anche al centrocampista Terry è mancato, così tanto che prima di andare a dormire tornava a guardare le foto di loro due insieme, sognando di averlo lì accanto. Il castano lo amava più di quanto potesse immaginare, e il suo amore per lui era così grande che nemmeno lui stesso riusciva a comprendere quanto esso era forte.

Improvvisamente, tutto intorno a loro era diventato lento. I due si guardavano, nessuno dei due riusciva a staccare gli occhi dall'altro. Nessuno dei due riusciva a controllare più le proprie emozioni.
Ed era stato così che Riccardo, dopo aver preso coraggio, si era messo in punta di piedi per baciare il suo amato. Il più grande, colto alla sorpresa, non riusciva a realizzare ciò che stava succedendo, ma sapeva solo che quel bacio lo aspettava da tempo, troppo tempo.

I due innamorati erano stati interrotti da Victor e Arion che esultavano dietro di loro. A causa del loro disturbo, entrambi avevano ricevuto una bella ramanzina da parte del castano. «Vi pare il caso di disturbarci?! Fatevi gli affari vostri, pettegoli.»
«Era ora che vi baciate» aveva detto il blu.

«Se vi prendo siete-»
Il ragazzo non aveva fatto in tempo a concludere la frase che i due erano già fuggiti con le buste della spesa in mano. Riccardo aveva cercato di raggiungerli, ma era stato fermato dal cestista.

«Lasciali perdere, non sprecare tempo inseguendoli.» Dopo avergli sorriso, anche Riccardo, dopo qualche secondo, aveva ricambiato il sorriso.
«Hai ragione, non devo pensare a loro ora che ti ho qui con me.» Il centrocampista gli aveva lasciato un bacio sulla guancia.

«Terry, finalmente ti ho accanto. Mi sei mancato tanto.»
Terry, mentre continuava a guardarlo negli occhi, gli accarezzava la guancia.
«Anche tu amore mio, non sai quanto. Finalmente potrò dirti quanto ti amo e quanto ti ho amato.»

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ℚ𝕦𝕖𝕤𝕥𝕒 𝕆𝕟𝕖 𝕊𝕙𝕠𝕥 𝕖̀ 𝕘𝕚𝕦𝕟𝕥𝕒 𝕒𝕝𝕝𝕒 𝕤𝕦𝕒 𝕗𝕚𝕟𝕖! 𝕊𝕡𝕖𝕣𝕠 𝕥𝕚 𝕤𝕚𝕒 𝕡𝕚𝕒𝕔𝕚𝕦𝕥𝕒 Mxlly_raymarshal27! :𝔻

𝙿𝚎𝚛 𝚒𝚕 𝚖𝚘𝚖𝚎𝚗𝚝𝚘 𝚎̀ 𝚝𝚞𝚝𝚝𝚘, 𝚌𝚒𝚊𝚞! <3

★𝑺𝒆𝒓𝒚★