Parte 42.2
TORNEO PRIMAVERILE - Turno 1
Hinata's POV
Il pubblico, seppur poco, esplose in un fragoroso applauso, nel momento in cui l'arbitro fischiò il nostro ultimo punto.
Eravamo 22 -24 e nessuno degli altri ragazzi stava più respirando.
La pressione del loro muro era davvero opprimente, ci toglieva il fiato e non ci dava tempo di organizzarci.
Per quanto ci provassimo, non riuscivamo a fare più di un mani-fuori.
Daichi batteva le mani, diceva che andava benissimo e che ci bastava solo un punto in più.
Solo uno in più.
Con questo spirito vincemmo il primo set 19-25.
Il secondo set fu più serrato e dentro di me, l'agitazione e la frenesia, di voler sfondare quel muro, crescevano incontrollate.
Suga-San era sfinito, a volte le sue alzate erano troppo corte, a volte troppo lunghe e alte.
-Tranquillo, andava bene, cerca di farla, la prossima volta, un po' più...-
Mi trovavo a dirgli, mentre riprendevamo fiato.
Tutti lasciavano pacche sulle spalle di Suga-San, che a malapena si reggeva in piedi.
-Scusate ragazzi... scusatemi se non sono all'altezza.- ci diceva, stringendo i pugni.
Io lo guardavo, con il cuore in lacrime, e vedevo come si stava impegnando, come provava a servirci le migliori possibilità; ma purtroppo aveva ragione.
Nessuno poteva essere alla tua altezza.
22-24
Asahi alla battuta, io in seconda linea, Suga-San in prima sulla sinistra.
La rotazione ottimale per la veloce sulla quale ci siamo allenati duramente.
Non era precisa come la nostra, ma funzionava.
Non so se Suga-San volesse alzare per me, nel momento in cui Asahi andò a servire.
Non riuscivo a segnare quando provavamo con la veloce, poiché il loro muro mi inghiottiva ogni volta.
"Più in alto."
Pensavo, mentre mi tenevo pronto a coprire le spalle dei miei compagni.
Riceverono il servizio facilmente e si preparano al contrattacco.
"Devo solo andare più in alto."
Sakunami, il libero la prese in bagher.
L'azione fu pulita quanto precisa:
Sakunami- Koganegawa (setter)- Futakuchi (Spiker-Ace)
Come poteva essere così fluido, il loro gioco, dopo che avevano preso il primo set e dopo che eravamo al match-point?
La palla volò, dal loro campo, nel nostro.
"La manderemo indietro. La prenderemo."
-KŌSHIII...- urlò Daichi, mentre la passava abbastanza lunga verso il nostro alzatore.
Era buona, era una palla estremamente buona.
Le mie gambe iniziarono a muoversi ancor prima che la mia testa mi desse la scossa.
- A MEEEE...- urlai.
"Passala a me, passami anche questa ..."
La spinta che mi diedero le mie gambe, fu inattesa anche per me.
La palla arrivò, alta quanto bastava.
"Lo vedo, il campo oltre il muro."
Sorrisi mentre colpivo con tutta la mia forza.
Nel mentre che i miei piedi toccarono terra, anche la palla lo fece.
Silenzio.
Un brevissimo istante in cui non c'era neanche un rumore intorno a me.
Nulla poteva arrivare alla mia bolla.
L'arbitro fischiò: la nostra prima partita era vinta.
Nel giro di qualche secondo erano tutti, urlanti e sudati, su di me.
Mi abbracciarono fortissimo lasciandomi senza forze, inerme.
Le loro voci confuse, gioivano assieme, congratulandosi gli uni con gli altri.
Io ero stranito, non avevo ancora realizzato che avevo mosso il primo passo, verso la vittoria che ti avevo promesso.
Mi strattonavano ovunque fino a quando non incontrai gli occhi di Suga-San.
-L'hai presa Hinata! Era così alta... credevo di aver sbagliato tutto... ma quando ti ho visto... tu stavi davvero volando!!!-
Suga-San era commosso, mentre mi parlava.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime e finalmente mi lasciai andare a quell'abbraccio di gruppo.
" Io l'ho fatto per te... Kageyama."
Ringraziamo il nostro pubblico, mettendoci in fila, con il cuore ancora in gola.
Torniamo a casa con un po' meno pressione sulle spalle: per tutti tranne che per Suga-San.
Questa vittoria significa che domani, affronteremo qualcuno di più forte degli avversari di oggi.
Questo significa che dovrà impegnarsi ancora di più per colmare il divario tra lui e Kageyama.
Ci abbandoniamo ad ulteriori festeggiamenti durante il tragitto del ritorno, per alleviare la tensione che già aleggia nell'aria per il match di domani.
-Possiamo farcela di nuovo ragazzi. Dobbiamo restare concentrati, non è ancora finita.- ci disse Daichi, appena ritornati al liceo Karasuno.
Ci attardiamo solo poco più di due ore, a fare il punto della situazione e per ripassare la strategia di gioco che avremmo messo in campo contro l'Aoba Joshai.
Nonché per consumare una gratificante cena, tutto assieme.
Gli altri parlano, ridono e schiamazzano tra di loro, io resto un po' in disparte, mentre mangio.
Ho solo un pensiero in testa.
"Chissà come sarà affrontare il Grande Re, senza averti in campo a guidarci."
Rientro a casa sfinito.
Mi tuffo sul divano e prendo sonno quasi immediatamente.
TORNEO PRIMAVERILE - Turno 2
Hinata's POV
La nostra seconda partita sarebbe iniziata verso le 10:00 del mattino.
Siamo tutti in attesa, nella sala di fianco, di scendere in campo.
La pancia ha iniziato a torturarmi non appena ho messo piede dentro il palazzetto dello sport.
Sono piegato su me stesso, mentre vado avanti ed indietro per tutta la metratura dell'ambiente in cui siamo.
Se ci fossi stato tu, mi avresti sicuramente urlato contro di smetterla, di calmarmi perché ti stavo facendo agitare.
Invece sono immerso nel silenzio.
Nessuno bada a me più di tanto: semplicemente accettano il mio modo di manifestare la pressione.
-Ragazzi vado in bagno. Torni subito lo giuro.- dico, correndo e chiudendomi rapidamente la porta alle spalle.
Sento Daichi urlarmi dietro:
-NON TARDARE HINATA.-
I bagni sono abbastanza lontani dalla nostra stanza d'attesa, per tanto non possono ne vedermi e ne sentirmi, mentre appena entrato, mi lascio sopraffare da un nuovo pianto.
Mi appoggio ai lavandini con una mano, mentre con l'altra mi tengo la bocca, per evitare di farmi sentire.
Come al solito non so dare una forma ed un contegno alle mie emozioni.
Le lascio solo fluire, dal centro del mio petto fino ai miei occhi.
Mi sento esausto.
Avevo promesso di non lasciar prendere il sopravvento alle mie emozioni negative o più in generale alle mie emozioni e basta.
Mi sento in colpa per averti promesso che sarei stato forte, mentre sono in quel bagno a piangere, per l'ennesima volta.
"Vorrei solo sapere che stai bene.
Vorrei uscire da questa porta e trovarti ad aspettarmi con il tuo solito cipiglio."
Mi sciacquo il viso con dell'acqua fredda.
Non è ancora il momento di cedere, nonostante sento scricchiolare tutte le mie ossa.
La porta del bagno di apre rivelando un distratto Oikawa-Senpai, seguito da un suo compagno di squadra.
-Oh... piccolo Mandarino.- mi dice, posando finalmente il suo sguardo su di me.
Gli faccio un cenno con la testa.
-Ehi ciao...-
Lo vedo dirigersi verso gli orinatoi, mentre l'altro ragazzo si appoggia al muro, di fianco la porta.
"Sono venuti in bagno.. assieme?"
All'improvviso riconosco il ragazzo che veste la maglia numero 4.
Si tratta di Hajime Iwaizumi.
Come avevo potuto non riconoscerlo, dopo che lo avevo visto all'interliceale e soprattutto dopo che Kageyama me ne aveva parlato.
"Oikawa è gay."
Le parole di Kageyama mi tornarono in mente.
Quelle parole con cui tutto ebbe inizio:
Il mio interrogarmi sulla mia sessualità, sui miei sentimenti. I tuoi problemi in famiglia ed il tuo riflettere su chi fossi davvero.
"Quando sono andato a cena con lui, mi disse che stava assieme a Iwaizumi da circa un anno."
Vederli adesso, assieme come se nulla fosse mi fa male nonché sorridere.
Sorrido perché so bene che cosa vuol dire e so bene che tipo di felicità può darti, stare in campo con la persona che ami.
Mi sento comunque mancare poiché sono tremendamente invidioso di loro.
Invidio il modo in cui Oikawa-Senpai è... semplicemente se stesso, e Iwaizumi che, pazientemente, gli sta accanto.
Quanto deve essere bello, poter stare assieme senza preoccuparsene?
Fare cose normali, come andare in bagno, voltarti e trovare che quella persona ti sta aspettando.
Sospiro.
Dovrei ringraziarti Oikawa-Senpai.
Se tutto è iniziato tra di noi è stato anche merito tuto.
Oikawa canticchiava mentre si svuotava la vescica.
Ogni tanto lo sentivo infilare un "Iwa-Chan" nelle parole della sua canzone.
-Oikawa-Senpai ...?- chiamo titubante, mentre mi stropiccio gli occhi.
-Si Mandarino?- dice lui con voce allegra.
Faccio una piccola pausa.
-Volevo ringraziarti.- dico, abbassando lo sguardo.
Dietro di me, sento Iwaizumi sistemarsi meglio per sentire la nostra conversazione.
-Per cosa dovresti ringraziarmi? Ho perso il conto delle cose straordinarie che faccio...- disse, avvicinandosi per lavarsi le mani.
Dalla bocca di Iwaizumi esce un grugnito, che fa trasalire il Grande Re.
-Ad ogni modo...- inizia, dopo aver lanciato uno sguardo alla porta.
-Mi sarei aspettato di vedere anche Tobio-Chan, qui con te.-
Un groppo mi sale in gola.
-Lui ... non c'è.- rispondo.
-È un vero peccato. Mi sarebbe piaciuto vedere la delusione nei suoi occhi, in seguito alla nostra imminente vittoria.-
Dice mentre si avvia alla porta.
Iwaizumi lo strattona leggermente, ma lui per risposta gli lascia una sonora pacca sul didietro.
-Noi vinceremo, oggi.-
-Come dici, Mandarino?- si volta a guardarmi.
-Noi vinceremo oggi.- sostengo il suo sguardo divertito.
-Senza Tobio-Chan?- una risatina gli sfugge di bocca.
Iwaizumi lo prende da un braccio e lo porta fuori.
-Fai bene a credere nei miracoli, Mandarino!- mi urla dietro, mentre si avvia all'ingresso del campo.
"Sta a vedere."
Penso, mentre ritorno dai miei compagni con un ritrovato senso di concentrazione.
Gli spalti dalla parte dell'Aoba Joshai sono stracolmi di gente, tutti nei colori caratteristici della scuola.
Fanno davvero un gran baccano, soprattutto quando Oikawa-Senpai entra in campo.
Alcune ragazze iniziano a strillare fortissimo.
Lui, leggiadro, verso di loro fa volare un bacio accompagnato anche da un seducente occhiolino.
Loro, urlano ancora più forte, spingendo tutte assieme, per avvicinarsi di più.
Se potessero, credo che gli salterebbero addosso da un momento all'altro.
Il viso di Iwaizumi si deforma per la rabbia e la gelosia.
Oikawa-Senpai e Daichi si stringono la mano davanti all'arbitro.
Il quale attende qualche secondo prima di dare il fischio d'inizio.
Al servizio c'è proprio Oikawa.
Prendo un respiro.
So di cosa è capace, non devi avere paura, devo solo muovermi della direzione giusta e tenere la palla in aria.
Palleggia per un po', a bordo campo, poi solleva la palla con una mano, indicando proprio me.
Punta i suoi occhi, senza pietà, proprio nei miei.
So che cosa mi sta dicendo:
" La prenderai questa palla, senza Kageyama in campo?"
Fletto leggermente le ginocchia.
"Sta a vedere, Grande Re, quanto sono capace di volare in alto."
Oikawa-Senpai prende la ricorsa, lancia la palla in aria e salta, flettendo le gambe e inarcando la schiena per avere molta più aerodinamicità durante il salto.
Colpisce la palla con una violenza tale che, neanche mi accorgo essermi atterrata vicino i piedi e poi schizzare nuovamente via.
"Che cosa è stato?"
Resto immobile, non mi ero neanche reso conto che stesse arrivando.
L'arbitro fischia, il punto va al suo service ace.
La folla esplode in urla e cori incoraggianti per il loro capitano.
Io tremo, anche se nessuno lo vede, poiché la paura di perdere inizia a trattenermi dalle caviglie.
"Non ce la posso fare senza di te."
Oikawa-Senpai torna alla battuta.
Prende la palla in mano dopo aver fatto alcuni palleggi; mi indica nuovamente.
Punterà di nuovo verso di me.
La palla è nuovamente in aria.
Sono ancora inchiodato sul posto quanto vedo Daichi, pararsi davanti a me e prendere quel servizio mostruoso.
-SCUSATE ... VOSTRA ...- urla alla prima linea.
"L'ha presa."
Inizio a muovermi, osservando Sugawara, il quale con i soli occhi, carichi della mia stessa paura, mi sta urlando:
"VOLA, HINATA."
Dopo 3 set, stancanti e dal ritmo sempre più accelerato, concludiamo questa partita, portando a casa una vittoria per 26-24.
Mi guardo le mani, arrossate e tremanti.
Tra gli applausi e le ovazioni di tutti, ancora una volta mi trovo nella mia bolla a non realizzare a pieno quello che è appena successo.
Sotto rete, stringiamo la mano ai nostri avversari.
Oikawa mi guarda, distrutto e rabbuiato per la fresca sconfitta.
-Io credo nei miracoli.- gli dico, con gli occhi carichi di lacrime.
Stringe la mia mano con forza e mi sorride.
-Fai bene mandarino, fai bene.- mi dice, passando avanti.
Oltre ogni previsione ed aspettativa siamo in finale.
Nell'autobus di ritorno verso casa, sento il cuore in gola.
Ho fatto un altro passo verso la vittoria.
Guardo la campagna scorrere, fuori dal finestrino.
"Adesso manca solo la finale.
Solo un'altra partita.
Solo un altro passo."
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