Parte 19.3


FESTIVAL DEI CLUB SCOLASTICI:
POMERIGGIO.

Hinata's POV

Subito dopo la partita sono dovuto correre a fare il sound check ed approfittarne per provare ancora una volta il nuovo attacco che avevano definito nelle prove.

Ovviamente le prove con la band non si limitarono a quell'unica volta. Ovviamente vollero continuare a provare assieme a me, modificando accenti, fraseggi e attacchi in continuazione.

Non avevo idea di come facessero a sentire queste piccole differenze, eppure si rendevano conto di alcune cose inudibili per me.

L'emozione delle volte mi faceva stonare ma dicevano che così era più vera e sentita.

Se avessero sentito cantare me, un membro di un altro club forse il club di musica avrebbe potuto abbattere la barriera che gli si parava davanti.

Secondo Nio-San in molti vedevano il club di musica come un posto esclusivo, per soli geni e virtuosi.

"Perché non è così? Siete tutti così bravi!"

Nio-San diceva che la musica era un piccolo semino che andava coltivato con il tempo. Vedere le piante già alte nei vasi degli altri non doveva essere motivo di scoraggiamento: per lei doveva persuadere a volersi impegnare sempre di più, per far crescere anche il proprio di seme.

Lei suonava il violino da quando aveva 4 anni, poiché anche i suoi genitori sono musicisti.
Lei è cresciuta nella musica e non potrebbe immaginare la sua vita in una direzione differente.

Voleva condividere con quanti più possibili le sue emozioni attraverso le note e voleva, qualora fosse stato possibile, far nascere la voglia anche in chi la osservava di voler fare musica.

Per questo quel giorno aveva scelto me. La sua musica mi aveva condotto da lei... e Nio-San non poteva ignorare questa cosa.

Doveva provare a coinvolgermi e a farmi tirare fuori quelle emozioni e sensibilità che solo con una giusta colonna sonora vengono fuori.

Eravamo tutti molto tesi, io più degli altri, poiché non mi sentivo all'altezza del ruolo che mi era stato assegnato.

Non facevo altro che camminare avanti e dietro, ripassando mentalmente le tempistiche e le parole.

" E se dovessi sbagliare? E se dovessi mettere tutti in imbarazzo? Si sono impegnati così tanto..."

Ecco Nio-San che mi viene incontro con la sua custodia bordeaux per il violino.
Mi rivolge un tenero sorriso e mi dice di calmarmi, mancava poco all'inizio, dovevo solo fare gli esercizi di riscaldamento per la voce.

Nio-San indossava una camicetta bianca con un nastro rosso che le ricadeva sul davanti, con una gonna nera.
Sembrava più elegante e bella che mai.

I suoi lunghi capelli risplendevano sotto i raggi del sole e sembravano brillare esattamente come le corde tese del suo violino.

Io mi ero cambiato dalla divisa di pallavolo.
Nio-San mi aveva obbligato a non indossare mix di colori improbabili.
Mi aveva categoricamente vietato anche colori troppo accesi.

" Dobbiamo toccare le corde dei cuori di coloro che verranno a guardarci, non possiamo farlo vestiti da clown."

Ricordo mi disse ieri sera, in preda all'agitazione pre-concerto.

Avevo optato anche io per una maglietta nera e dei jeans molto semplici.
Mi disse che avevo il perfetto look del cantante rock.
Mi chiese anche di ripensare alla pallavolo per provare a sfondare come idol.

Il nostro pezzo sarebbe stato l'ultimo, prima si sarebbero esibiti con altri brani, alcuni cantati ed altri solo strumentali.

La ragazza che suonava la chitarra nella mia canzone era anche una cantante e si era offerta di accompagnare le partiture di altri ragazzi.

Per un totale di 13 pezzi, di cui 3 cantati... di cui uno era il mio.

Stare dietro le quinte mi rende molto nervoso.
Trattengo la voglia di mangiarmi le mani.

Con tutta questa pressione addosso non faccio altro che scavarmi la fossa da solo mentre cammino.

Ci sarai Kageyama?
Sarai tra il pubblico? Ascolterai questa mia insulsa iniziativa?

Prendo un respiro profondo.

Sento la voce di una ragazza, la presidentessa del club, dare a tutti il benvenuto nella palestra femminile che avevano allestito per l'evento.

Potevo sentire forse 1000 voci differenti urlare e battere le mani.
Dovevano aspettarsi tutti tantissimo da questo concerto.
Stavamo per iniziare.

" Ci sei anche tu tra tutti là fuori?
Riuscirò a trovare i tuoi occhi tra la folla?
Riuscirò a ... farti arrivare quello che penso?"

Solo tu sei in grado di cogliere questo messaggio.
È questa la vera sfida tra noi due.

Riuscirai a capire, Kageyama?

E in quel caso, che cosa farai?
Che cosa farò io?

Sento la pancia darmi fitte sempre più spietate.
Non ho tempo per andare in bagno.
Devo assaporare per bene questo momento ed infonderlo nel mio essere.

Quello che succederà dopo, dipenderà esclusivamente da quei 4 minuti in cui io... io ti aprirò davvero il cuore, Kageyama.

Kageyama's POV

Sono le 16:10
Ho provato a cercarti ovunque ma non c'è traccia di te.
Sei tornato a casa senza dirmi nulla?
Forse avrei dovuto chiedere a tua madre... forse avrei dovuto afferrarti in quel momento per non farti allontanare e non farti disperdere tra la gente.

Sento un tremendo rimorso corrodermi dall'interno.
Non sono mai stato così inquieto e nervoso.

Se solo potessi vederti in questo momento.
Se solo potessi incrociare il tuo sguardo per un attimo.

Se solo potessi sentire la tua voce chiamarmi, non esiterei a voltarmi questa volta.

Se solo potessi sentire la tua goffa presenza arrivarmi alle spalle, cercando inutilmente di farmi spaventare. Non esiterei a fingermi sorpreso.

Se solo potessi sentire che stai intasando di messaggi il gruppo, non esiterei a risponderti.

Se solo potessi ... potessi dirti quanto sono deluso da me stesso per la poca importanza che ti ho dato.

"Se potessi ricominciare daccapo... Hinata, se potessi..."

Sento che ti devo delle scuse.
Sento che ti devo parlare a tutti i costi, fosse l'ultima cosa che farò quest'oggi.

Hirose mi trascina, ignorando la mia volontà di andar via, al concerto.

Arriviamo che le luci sono spente e il silenzio regna nella palestra.

Un piccolo palco scuro è stato allestito infondo. La gente è disposta come platea al centro, davanti al palco ma anche sugli spalti laterali.

C'è più confusione di quella che immaginavo.

Ingenuamente cerco di trovarti anche in mezzo a queste persone.
I loro capelli sono tutti così... scuri e banalmente uguali.
Nessuno spicca tra di loro, nessuno ottiene la mia attenzione.

"Non sei neanche qui."

Hirose mi fa segno di avvicinarmi di più, vuole stare più vicina.

La raggiungo nell'esatto momento in cui il sipario si apre, rivelando 4 musicisti.
Un violino, una tastiera e due chitarre.

Iniziano a suonare una musica, allegra ma anche malinconica.
Non saprei descriverla differentemente.

Mi riportava alla mente ricordi nei quali fingevo di sorridere assieme agli altri, nonostante dentro mi sentissi completamente isolato.

Mi riporta alla mente il periodo delle scuole medie, in cui cercavo in ogni modo di farmi accettare dagli altri, ma non facevo altro, in realtà, che allontanarli e spingermi ad odiarmi.

Il primo pezzo finisce.
Interessante, senza dubbio, ma è comunque ora di andarcene.

-Andiamo?-
Dissi avvicinandomi all'orecchio di Hirose.

Lei mi fece segno che non riusciva a sentire nulla.
Nonostante questo però mi prese il polso costringendomi a restare lì vicino.

Perché Hirose?
Avevamo pattuito una cosa differente... non voglio sprecare il tempo che ho a disposizione prima che arrivi quell'arpia, qui ad ascoltare questo stupido concerto.

Hirose sembrava improvvisamente incatenata al pavimento, non muoveva un passo, ascoltava brano dopo brano l'andare avanti del concerto.
Cercava di canticchiare le melodie e non appena i musicisti smettevano si metteva ad applaudire e incitare con tutte le sue forze.

Guardavo ossessivamente l'orologio.
Erano già passati 40 minuti circa dall'inizio del concerto.

- Quanto manca?!- le chiedevo ogni volta.

Lei non rispondeva o semplicemente stringeva le spalle.

Iniziavo ad irritarmi poiché non avevo più voglia di restare lì, non avevo più tempo.
La musica in qualche modo mi aiutava a calmarmi, ma non appena il sipario si chiudeva per preparare il pezzo successivo, il frastuono dentro la mia testa tornava a distrarmi.

Erano le 16:59 quando il sipario si aprì per l'ultimo pezzo.



Hinata's POV

Il penultimo pezzo si era appena conclusosi.
Avevo il cuore a mille e sentivo le mani tremarmi.
Avevo già indossato i miei tappi e avevo già finito due bottigliette d'acqua.

Non avevo mai provato un'ansia simile.

Ogni qualvolta Nio-San entrava ed usciva dal palco l'assalivo per chiederle se lo avesse visto tra la gente presente.
Lei alzava le spalle ogni volta, dicendomi che teneva gli occhi sul violino e che quindi non si era accorta di chi ci fosse nella sala.

Ogni volta la sua risposta era sempre quella, ed io palpitavo nella speranza di sapere che tu fossi lì, ma nel contempo mi rilassavo nel desiderio nascosto di non trovarti tra la folla.

Ero combattuto con me stesso.
Stavo iniziando a pentirmi di questa cosa.

Nio-San arriva a prendermi le mani.

- Hinata, tocca a noi, fai un respiro profondo insieme a me.-

Io l'ascoltai.

Mi diede due pizzicotti sulle gote, abbastanza forti.

- Sta tranquillo, non c'è nessuno là fuori. Ma tu, per esprimerti al meglio devi immaginare che si sia. Ok?-

Mi sentii deluso per un breve istante.

"Ho davvero sperato che ci fossi?"

Questa cosa mi tranquillizzò, non aveva senso restare in ansia sapendo già, una volta apertosi il sipario, che tu non eri tra la gente.

Salgo sul palco.
Sono emozionato, prendo un altro profondo respiro.

" Immagina sia una partita di pallavolo, immagina la palla in aria."

Le luci sono soffuse, di un caldo arancio.
Tutti gli altri ragazzi erano in posizione sul palco.

Nio-San è vicino a me, con il violino già in posizione.
Mi fece un ampio sorriso e mi disse, muovendo solo il labiale:



"Emozionali"

Il sipario scuro si apre. Tengo gli occhi alti, osservando la luce del faretto che distorce la realtà ferendo i miei occhi.
Immagino sia una palla, immagino tu me l'abbia appena alzata e mi preparo a colpirla.

Il batterista da il tempo.
Sospiro.

[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per vederlo.]




"I don't really give a damn about the way you touch me
When we're alone"

Abbasso lo sguardo, verso le persone che sono in prima fila.

"You can hold my hand
If no one's home "

Come se fossi l'unica persona presente io mi pietrifio nel vederti.
I miei occhi si intrecciano con i tuoi. Non mi lasci andare neanche per un secondo.

Non riesci neanche a sbattere le palpebre per non interrompere la connessione che abbiamo appena stabilito.

"Do you like it when I'm away?"

Sei qui, tra tutti...
Sei venuto e mi stai osservando, per una volta, senza vergogna.
Posso leggerlo sul tuo viso.
Vedo le ombre dei giochi di luce proiettarsi sul tuo volto.

Posso vedere i tuoi occhi puntati su di me. Non vuoi lasciarli andare ed io lo stesso.

Stringo l'asta del microfono con le mani.

Sono sudate e insofferenti. Non riesco a sentire il contatto con il metallo freddo come dovrei.

Non riesco a trattenere le lacrime.

Anch'esse a ritmo di musica scendono giù, dal mio viso, davanti a questa folla.

Folla che in realtà non riesco a mettere a fuoco, poichè non riesco a vedere altri che te.

"Because there is something, and there is nothing
There is nothing in between
And in my eyes, there is a tiny dancer
Watching over me, he's singing

'She's a, she's a lady, and I am just a boy' "

Alzo una mano per indicarti, che poi ricade  nuovamente sul microfono.

"Non sono altro che un ragazzo, non sono altro che quello che vedi.
E credimi se vorrei essere di più, per te.

Vorrei essere lei o chiunque altro, tranne me stesso.
Qualcuno di non così infantile e maldestro.
Qualcuno che ti faccia sorridere.

Vorrei essere la persona che non ti vergogneresti a tenere per mano, vorrei essere la persona che tiri fuori il meglio di te, in qualsiasi momento.

Vorrei essere quella persona per cui tu, dimenticheresti l'orologio."

"Vorrei essere la tua persona nel treno con la stessa violenza con cui tu sei la mia."

"[...]
Was it something I said to make you feel like you're a burden, oh
And if I could take it all back
I swear that I would pull you from the tide."

" Se potessi... Kageyama, se io potessi avvicinarmi a te... io ti salverei dalla marea in cui ti senti perso e naufrago."

" Se solo tu ti fidassi... nell'afferrare la mano che ti sto tendendo."

Le note finali del violino di Nio-San riecheggiano per qualche secondo, facendo vibrare ancora un po' l'aria attorno a noi.

La voce mi si rompe sul finale. Non riesco più a contenere quello che ho dentro.

Il sipario si chiude tra le urla delle persone che sono venute ad assistere.

Mi precipito fuori dal palco, nel backstage con le mani tremanti sulla bocca.

Credo di non respirare più, ho bisogno di prendere aria.

La tensione che avevo accumulato mi colpisce con cattiveria, facendomi tremare le gambe ad ogni passo che do per uscire dalla palestra, dalla porta sul retro.

Che cosa penserai adesso?
Che sono stato patetico?
Che ho fatto l'ennesimo errore che ti ha messo in imbarazzo?

Non credo di poter reggere se tu ora mi dicessi che ti vergogni di me, che ti vergogni di me per aver fatto questa follia pur di farti arrivare il mio messaggio.

Nio-San esce con ancora il violino e l'arco tra le mani.
Saltellando ed urlando.

Mi viene incontro e mi stringe in un fortissimo abbraccio.

Posso sentire le sue guance umide al contatto con la mia pelle.

"Ti sei emozionata anche tu?"

La stringo anche io, cercando di scaricare assieme a lei l'adrenalina ancora in circolo.

- Hinata... è stato... li hai stesi.- mi dice guardandomi con gli occhi lucidi.

-Ma tu.... avevi detto che...-
Si porta un dito alla bocca, reggendo ancora il violino.

Mentre rilascia l'abbraccio che ci aveva stretto fino a quel momento mi dice in un sussurro:

- Non sarebbe qui, adesso, se non l'avessi emozionato..-

Un brivido mi corre lungo la schiena.

Sono pronto al giudizio universale?

" Buon Dio, abbi pietà di me..."

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