- 6. Un Amore Platonico -
JIMIN POV.
"Jimin-ssi non mi piace quel ragazzo". Era la terza volta che Jungkook diceva quella frase da quando Yoon e il suo amico se ne sono andati.
"Kookie perché non ti piace Yoongi? È dolce e carino, non ha fatto niente di male per meritare il tuo odio. E se oggi non fosse stato per lui q-quel mos-stro mi avrebbe messo le mani addosso".
"Va bene va bene, per oggi, ancora non lo bandisco dal locale ma se succede qualcosa è la prima cosa che faccio"
"Va bene Kookie" risposi con un sorriso.
"Aigo*...non riesco proprio a resistere al tuo sorriso, quando hai finito di sistemare sali in casa ok?"
"Certo"
"A dopo" disse uscendo dalla porta.
Non capivo perché Jungkook odiasse così tanto Yoongi, non aveva fatto niente.
La prima volta che l'ho visto era davanti il mio camerino che stava decidendo se bussare o no. Aveva un mazzo di fiori in mano con un biglietto nell'altra. Mi passò il biglietto e il mazzo di fiori provando a fare il macho, poi fu portato via da uno dei body guard chiamati da Jungkook, il quale da quando sono scappato di casa prova sempre a tenermi sotto una campana di vetro.
Da quel giorno dopo ogni spettacolo trovavo un mazzo di fiori, sempre diversi, e una lettera scritta da lui.
Un giorno tornai in camerino durante l'esibizione di Kookie e aspettai di sentire il rumore dei fiori, quando uscii, la sua faccia era di pietra, gli avevo fatto proprio una sorpresa.
Quel giorno scoprii che era veramente interessato a me, che le lettere ero stupende perché lui era un giornalista, e che i fiori erano diversi perché ognuno di loro aveva un significato.
Ogni volta dopo l'esibizione cercavo i suoi occhi tra la folla, e durante l'esibizione di Jungkook ci vedevamo nel corridoio per il tempo dell'esibizione di quest'ultimo.
Oggi però quando scesi dal palco trovai un uomo: era un armadio, aveva le spalle enormi. Mentre camminavo verso il mio camerino un complimento viscido uscì dalle sue labbra e capii fosse ubriaco.
Non mi piaceva che si stesse avvicinando, così decisi di andarmene. Il mio corpo però non si muoveva. La mia vista si stava appannando. Sentivo i suoi passi traballanti che si avvicinavano. La sua voce era vicino il mio orecchio, che mi diceva di non piangere.
Le sue mani che vagavano sul mio corpo. Non riuscivo a fermare questa tortura.
Poi un urlo, ma non era la mia voce. Ripresi la vista. Vidi Yoongi che era sul corpo del viscido e lo stava picchiando.
Volevo fermarlo, non volevo si pestasse con quel rifiuto umano, non doveva farsi male.
Il suo nome uscì dalle mie labbra, quasi un sussurro, impercettibile, uscì dalla mia gola, ma lui lo senti e si avvicinò a me.
Mi strinse tra le sue braccia.
Mi diceva che era tutto ok, che ora c'era lui, che mi avrebbe protetto, che era mortificato per essere arrivato in ritardo.
Solo un urlo uscì dalle mie labbra, anche se avrei voluto dirgli grazie.
Pochi secondi mi ritrovai abbracciato a Jungkook il quale stava incolpando Yoongi di essere stato lui. Vedevo i sensi di colpa comparire nei suoi occhi e decisi di fermare il mio amico da accuse.
Notai però la presenza di un quarto individuo, era molto affascinante e quel giorno vestiva di rosso, da come aveva chiamato Yoon capii fosse un suo amico.
Mentre mettevo a posto il camerino ripensai all'uomo affascinante, forse meglio dire ragazzo, non sembrava essere abbastanza vecchio per quel appellativo, però il modo in cui parlava era ammaliante, sembrava che conoscesse il mondo perché lo aveva sperimentato sulla sua pelle.
Chiudendo a chiave la porta decisi che ne avrei chiesto di più a Yoongi.
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Spazio Autrice:
Aigo = esclamazione coreana per esprimere stupore
se metterò asterischi nella storia troverete i significati negli spazi autrice
By _serendipity-x_
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