𝑪𝒂𝒑 20
𝑪𝑨𝑻𝒀 𝑷𝑶𝑵𝑫
Ci concentrammo su Bryan, e, dopo un lungo e profondo sospiro, schiacciai il pulsante e un fascio luminoso investì l'interessato, il quale si accasciò da un lato.
Finalmente eravamo riusciti a farlo calmare.
Adoravo mio nonno, un uomo dolce e solare, molto simpatico, sapeva sempre farmi ridere di gusto, purtroppo per l'evenienza, dovetti comportarmi di conseguenza.
"Non vi preoccupate! Si riprenderà tra non molto: il tempo necessario per arrivare a destinazione." mi rassicurò il ragazzo, facendomi l'occhiolino con fare complice.
"Specifico: io non amo le armi, ancora meno usarle, però sapendo che questa è innocua, non ho avuto problemi."
"Sei proprio una brava ragazza allora!" rispose lui.
Un paio di minuti più tardi, ci trovammo dinnanzi ad una tenuta formata da tanti piccoli mattoni marroncini.
Era suddivisa in due piani, in quello superiore c'erano le numerose camere dei bimbi, in quello inferiore, un ampio salotto, la stanza della padrona di casa, e la cucina formata da molti pensili e una dispensa immensa.
All'esterno c'era sia un orto, con tanta varietà di verdura, insalata, cavoli, spinaci, zucchine, pomodori, melanzane, peperoni... e qualche albero da frutto, dove spesso e volentieri i bambini coglievano con entusiasmo le mele, le pere, pesche, susine e albicocche.
Infine un giardino ben curato, contornato di margherite e dei roseti di vario colore e varietà.
Erano presenti tanti bambini di diverse età, la signora sulla sessantina, la quale stava loro appresso, riservava ad ognuno di loro tanto amore, i diretti interessati erano felici di aver trovato una madre adottiva come lei.
Nel vedere tutto ciò mi si scaldò il cuore, ero gioiosa nel vedere che il Piccolo Dalek ricevette ospitalità proprio da lei.
L'atterraggio fu quieto, e planammo poco lontano da dove si trovavano loro, non volevamo a rischio nessuno, gli infanti ci guardarono stupiti e per un po' smisero di giocare, concentrandosi sulla Jump Ship.
Mary si mise le mani a visiera e sorrise cordialmente, con probabilità era abituata a ricevere visite inusuali come quella.
Tra l'altro aveva un figlio che era un Time Master e si spostava con velivoli spaziali o aprendo portali con il Corriere del Tempo.
"Benvenuti, sono lieta di vedervi. Prego accomodatevi! Miranda, Jonas, come sono felice di vedervi, il nostro Anthony dov'è?"
"È in missione. Sappiamo tutti che a lui non piace non essere partecipe a questo genere di azione."
La trentenne abbracciò calorosamente la proprietaria dello stabile, poi presentò tutti noi.
"Mi ricordo di questo giovanotto, quindi tu saresti una sorella di Anthony. Che onore fare la tua conoscenza. Vieni qui, ho tanta voglia di abbracciarti!" esclamò Mary, accogliendomi tra le sue ampie braccia, "Mentre, che è capitato al signore?"
"Non ama viaggiare." tagliai corto.
"Se mi dice dove poterlo adagiare, lo sistemerò immediatamente." intervenne il mio amico, slacciando la cintura di sicurezza, la quale teneva stretto mio nonno in quelle scomode e piccole postazioni.
Se lo caricò sulle spalle e, ottenute le indicazioni necessarie, lo portò nel salotto, facendolo sdraiare su uno dei numerosi divani.
Le pareti dell'interno, erano purpuree, i mobili erano scuri e andavano a contrastare con il pavimento, formato da delle piastrelle chiare di gres porcellanato, sopra ad ogni ripiano erano situati dei vasi con dei freschi fiori di campo, sui muri erano stati collocati circa una decina di quadri appesi, erano tutte riproduzioni di pittori famosi.
Mentre Jax adempì al suo dovere, mia cognata ed io rimanemmo con la signora, per spiegarle il tutto in maniera più concisa.
"Mary, ho bisogno di un piccolo favore. Purtroppo si è presentata una nuova minaccia e stiamo chiedendo rifugio a te. Spero di non metterti in difficoltà."
"Sai che non ho problemi, Miranda. Anzi, mi fa molto piacere ricevere tutti voi! Devo riservare tre stanze?"
"Credo che una sia sufficiente. Sono costernata, perché non accettare il tuo invito. Tuttavia mio marito è in pericolo e voglio aiutarlo, quindi con l'aiuto di Jefferson lo raggiungerò. Ti affido momentaneamente Jonas, so che è in ottime mani e andrà d'accordo con te, che sei sua nonna. Allo stesso modo avrà l'opportunità di conoscere Bryan, l'altro nonno. Caty ti aiuterà volentieri a gestire entrambi."
"Penso che Mary abbia le competenze adeguate per badarli ambedue da sola. Non neccessita del mio aiuto, almeno non quanto Anthony ha bisogno di noi. Non lascio solo mio fratello. Non un'altra volta!" mi intromisi, sarei rimasta irremovibile sulla mia scelta, nessuno sarebbe riuscito a farmela cambiare.
"Andate! Io qui ho tutto sotto controllo e riportatemi sano e salvo il nostro caro." la donna ci diede la benedizione e ci strinse a sè.
Aveva un gran cuore e lo mostrava con ogni suo singolo gesto.
Miranda ed io ci scambiammo un cenno d'intesa, lasciò un bacio sulla fronte di suo figlio, assicurandosi che facesse il bravo e che prestasse attenzioni alla tutrice.
Come ultima azione, prendemmo posto nella navicella, avremmo raggiunto i nostri amici.
"E voi cosa fate qui?" domandò allibito Jax, quando mise piede nella Jump Ship. Era nettamente contrariato della nostra scelta.
"Non è chiaro? Noi veniamo con te!"
"Rip non sarà felice di questo." affermò strorcendo la bocca in una smorfia e chiudendo la portiera dietro di sé.
𝑨𝑴𝒀 𝑷𝑶𝑵𝑫
"Sara, a che punto sei? Vieni a prenderci, immediatamente! La Bolla Temporale non durerà a lungo." esclamò con agitazione il nostro salvatore.
Era preoccupato e non distolse lo sguardo dal nemico neppure per un attimo.
Ero convinta che nemmeno avesse battuto le ciglia, manco fosse un Angelo Piangente, da quando compì quell'azione, cui ci diede il vantaggio neccessario per fuggire da quell'incubo.
Il Maestro, dal canto suo, era rimasto come paralizzato, non mosse un muscolo, non cambiò la scomoda posizione assunta: si teneva eretto su un piede, l'altro era a pochi centimetri dal suolo, il suo intento, prima di rimanere bloccato nella Bolla Temporale, era di avanzare in nostra direzione e spararci, aveva, appunto, una mano posta sopra la fondina della pistola.
"Non saremo noi a prelevarvi. Ci penserà il Dottore, arriverà subito. Tenete duro!" proferì la sua interlocutrice, cercando di infonderci forza.
Mezzo secondo dopo, arrivò alle nostre orecchie un suono, un dolce fischio, il quale si fece sempre più intenso.
Era il suono della salvezza e apparteneva al TARDIS.
Ci inglobò e quando il pazzo si riprese, iniziò a sparare a raffica contro la nostra navicella, imprecando per aver fallito e avere perso la prima parte della battaglia.
I proiettili rimbalzarono contro la solida struttura della cabina blu, materializzatasi improvvisamente, mandando, per fortuna, a monte il piano del cattivo.
Mentre le pareti interne, della cabina, si fecero via via sempre più concrete, l'ultima cosa, la quale notai, la vera natura di quel mostro, il suo lato oscuro era infinito, provava odio verso tutti ed era disposto a qualsiasi azione pur di raggiungere il suo scopo.
Sapevo che non sarebbe finita lì, quello era solo il preludio di quanto sarebbe accaduto da lì a poco.
Più il tempo passava e la visibilità dell'angusto luogo, dove eravamo trattenuti contro la nostra volontà, diminuiva, finché non scomparve del tutto.
Ci accolse la luce calda e avvolgente provenienti dai numerosi oblò presenti nel velivolo.
Essi nascondevano delle lampadine color arancio e questa tonalità si rifletteva all'interno dell'immenso abitacolo, creando un'atmosfera accogliente.
Guardai in alto e, non appena notai i numerosi cerchi concentrici che componevano il soffitto, tirai un sospiro di sollievo.
Ero salva, anzi, eravamo salvi e lontani dalle grinfie del pazzoide.
Al centro della stanza, di fianco alla disordinata console, formata da innumerevoli tasti e leve, erano presenti i due Signori del Tempo.
"Amy, Rory, Piccolo Dalek, state bene?" domandò il nostro migliore amico con fare allarmato e venendoci incontro.
Nessuno di noi gli rispose, eravamo troppo impegnati a pensare e ripensare alle parole pronunciate dal nostro rapitore: Anthony Pond.
Sì, lo aveva chiamato proprio con quell'appellativo: Anthony Pond.
Lui, questo giovane uomo, ci osservava.
La sua espressione era indefinibile, era felice, speranzoso, a tratti melanconico, però malcelavano preoccupazione.
Era dovuto dagli accadimenti appena vissuti o era collegato ad altri fattori?
"Stiamo bene. Il nostro recupero è avvenuto a rotta di collo." fu il direttore a rompere il silenzio.
"Potevamo persino arrivare prima, purtroppo qualcuno ha avuto la brillante idea di intrappolarci in un certo velivolo, Dolcezza!" quell'affermazione sapeva molto di frecciatina.
"Avevo una questione in sospeso." tagliò corto il giovincello.
"Comunque che avevi in mente di fare? La tua ragazza virtuale, Gideon, ci ha informati che il tuo teletrasporto non avrebbe avuto l'energia a sufficienza per fare il viaggio di ritorno. Hai quasi messo a rischio la tua vita e la loro. Semmai fosse accaduto qualcosa di spiacevole che avrei dovuto dire a Caty?" lo rimproverò il Signore del Tempo.
"Ho con me un'arma, io a differenza tua non ho problemi ad usarla, signor Dottore. Comunque ero andato al Punto Zero con l'intento di ucciderlo, poi una volta terminato il mio dovere, avrei chiesto il supporto all'Intelligenza Artificiale del mio velivolo e lei avrebbe svolto il compito impartitole. Quindi non capisco dove sia il problema. Avevo la situazione sotto controllo!" si giustificò, per niente intimorito dal nostro amico.
"Ah! Sempre con queste armi! Possibile che tu e tua sorella non possiate farne a meno? Comunque è proprio qui che ti sbagli. Il Maestro, proprio come me, ha la possibilità di rigenerarsi quindi con un solo singolo sparo non saresti stato in grado di annientarlo. Lo dovresti ferire a più riprese durante il processo per bloccarglielo. Solo così riusciresti a porre fine a quest'incubo." lo delucidò l'Uomo Stropicciato.
"Perfetto! Adesso lo so, quando me lo ritroverò davanti, attuerò il tuo suggerimento."
"Madre, padre come state?" nostra figlia River riportò l'attenzione su di noi e ci aiutò ad alzarci.
"Come ti ha chiamato quell'individuo?" domandò il mio uomo, studiandolo con accuratezza.
"Ha detto Anthony Pond." risposi, avertendo una fitta alla testa.
Fu così che tornò a galla una lontana reminiscenza, era stata sopita, nascosta, nei meandri più profondi della mente.
Eravamo tutti in casa... tutti... tutti e quattro: Rory, Caty, un bambino ed io.
Avevamo un'aria spensierata, giocavamo, ridevamo, ci divertivamo a rincorrerli tra le varie stanze, si nascondevano e noi li dovevamo cercare.
Quello cui mi stupii, fu scoprire che il maschietto veniva chiamato come il nostro interlocutore, ovvero Anthony, seppure lui preferisse il nomignolo composto da sole tre lettere, RIP, il diminutivo di Rorarium Ian Pond.
Mi portai una mano alla nuca, sentii le calde e confortanti braccia del mio coniuge avvolgermi, mi stava parlando, stava dicendo di amarmi, di stare tranquilla e di dovergli raccontare quanto mi stava accadendo.
Alzai gli occhi, incrociai innanzitutto quelli angosciati dell'uomo che amavo, poi incontrai quei bei occhioni verdi e pieni di aspettativa del più giovane infine quelli felici del Dottore e di River.
Riposi la mia attenzione sul direttore e rammentai altri spezzoni di quella che era la nostra VERA vita.
Nel primo ricordo io ero incinta, avevo un gran pancione e Rory non faceva altro sennonché esclamare di essere la sua "balenottera" preferita.
Per quell'occasione ci recammo ad una visita per scoprire il sesso del pargoletto cui avevo in grembo, ed era un maschietto.
Tornai al giorno della sua nascita, avvenuta in un'epoca totalmente differente dalla sua di origine, per esserci affidati a Nardole, l'amico fidato dei due Signori del Tempo, quando portò nella nostra residenza, l'appena nata Caitlin... e a tante altre avventure, tra cui quella vissuta nella vecchia Roma, su Venere, con Darwin, con Dante.
In tutte queste eravamo in quattro, noi due adulti più i nostri due figli: Caty ed Anthony.
Riuscii a fare due più due, a capire quindi che l'individuo altri non era che un nostro progenie.
"Tu... tu sei Anthony Pond... Anthony Pond... nostro figlio. Ti rendi conto, Rory? Lui è il nostro bambino!" esclamai quasi fuori di me, e solo allora mi fu possibile distinguere nitidamente la sua immagine.
Lui era identico al mio Rory, stessa altezza, spalle ricurve, stessi occhi verdi, naso storto, labbra sottili e delicate, incarnato chiaro e capelli castani, in questo caso, l'unica differenza stava nella riflessatura ramata del nostro ultimogenito.
"Cosa? Com'è possibile?" mi interrogò perplesso mio marito.
"Sì, sono proprio io. Sono vostro figlio!" asserì l'interessato.
"Per quale motivo ci siamo dimenticati della tua esistenza?" Rory interrogò le persone a conoscenza di questo fatto.
"Caty vi ha semplicemente cancellato la memoria per non farvi soffrire." ci annunciò il Dottore , assumendo un'aria desolata, seppure si tenesse ancora sul vago.
"In che senso?"
"Cioè il signore biondo, conosciuto poco fa, mi strappò via da voi, ha fatto di me una macchina da guerra. Caty, per non affliggervi ulteriori pene, come conseguenza dovuto dal mio rapimento, ha ben pensato di agire da sola e di cancellare i vostri ricordi riguardanti me. Cagione per cui non mi avete riconosciuto o comunque non siete venuti a cercarmi."
"Quindi... Tu... Sei..." balbettò il mio consorte, tutt'ora sotto shock.
"Io sono Anthony o, per meglio dire, Rorarium Ian Pond Williams. Sono il vostro Piccolo Dalek."
"Figliolo, ci dispiace, se solo lo avessimo saputo ti avremmo cercato. Avremmo ribaltato interi pianeti e tutte le galassie, fin quando non ti avremmo ritrovato!" ribadii costernata.
"E' tutto apposto! Non è né colpa vostra né tanto meno di Caty. Essa è da attribuire solo a... al Maestro."
"Oh Piccolo Dalek!" esclamammo noi, abbracciandolo di getto.
"Bentornato in famiglia!" dissero a loro volta gli altri due, unendosi alla nostra effusione.
"Ciò significa che hai un fratellino, River!" affermai al settimo cielo.
"Oh! Anche voi con questo diminutivo? Sono per davvero il più piccolo della famiglia?" domandò il giovincello, il tono della sua voce era leggermente lagnoso e somigliava molto a quella di suo padre.
"Sì, Anthony, lo sei!" ci diede man forte l'Uomo Stropicciato, scompigliandogli la folta chioma.
"Benissimo!" del padre aveva persino il sarcastico.
"Quindi hai appreso chi tu sia realmente. Questo mi rende immensamente felice!" dissi.
Mi ricordai del nostro incontro avvenuto qualche mese dopo la disavventura a Manhattan.
Aveva con sé River priva di sensi e mi rassicurò sulle sue condizioni.
In quel frangente, io, non solo ero angosciata per le condizioni della mia primogenita, ma vedere lui, vedere questo individuo con le fattezze di mio marito, mi mise ancora di più in subbuglio.
Lui affermò con convinzione di non essere Rory tuttavia di non sapere con esattezza chi fosse.
Ora, lui aveva scoperto la verità, la quale era riuscita ad unirci ora.
"Vale lo stesso per me! Dopo moltissimi anni vi ho ritrovato, vi voglio bene!" dichiarò stringendoci nuovamente a lui.
"Anche noi te ne vogliamo."
"Comunque scusate se vi interrompo, ma Caty dove si trova?"
"Padre non preoccuparti, è al sicuro, è in un sito protetto. È assieme a mia moglie Miranda e a mio figlio Jonas."
"Tua moglie e tuo figlio? Com'è possibile? Lui... lui... ha affermato che loro non ci sono più."
"La faccenda è un po' complicata: Vandal Sagave li aveva uccisi ambedue, e, purtroppo per un certo periodo loro non ci sono stati. Ciononostante, se loro sono tornati e la loro storia si sta riscrivendo, il merito è da attribuire solamente al Dottore. Però questa sua mancanza è un punto a nostro favore: se non è a consapevole di ciò allora potrebbe sbagliarsi su Mallus e la sua venuta."
"Di cosa parli?"
"Già, chi è Mallus, Dolcezza?"
"Miss River, per piacere, non chiamarmi Dolcezza. Chi è costui... è un bel quesito a cui non sono in grado di porre responso."
"Certo Dolcezza. Mallus dici? Non ho mai sentito nominare nessuno così, e dire che sono un'archeologa."
"È questo il punto, nessuno sa chi sia. È solo una vecchio nome, il quale veniva sussurrato con terrore da tutti i Time Master. Non si conosce di più. Spero solo sia una farsa. Bene, vogliamo parlare d'altro? Credo ci sia tanto da dire."
"Tornando a parlare di questioni familiari, hai fatto bene a mettere in salvo tutti. E vorrei sapere quando conosceremo nostra nuora e il nostro nipotino."
"Molto presto, madre, molto presto. Quando tutto ciò finirà, farete le loro conoscenze, saranno entusiasti di conoscervi."
"E dove li hai fatti portare?" lo interrogò il Dottore.
"Sono dalla mia madre adottiva, da Mary Xavier, nel rifugio per bambini. L'ho fatto solo per precauzione, nessun malintenzionato si recherà lì. È un luogo segreto e finché tutti loro si troveranno lì, noi non dobbiamo temere nulla." attestò con convinzione, la quale ci rasserenò.
"Comunque Dolcezze, vi comunico che siamo arrivati! Siamo nella Waverider."
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top