❽ 𖠑 𝙔𝙤𝙪 𝙬𝙖𝙣𝙩 𝙩𝙤 𝙝𝙪𝙧𝙩 𝙢𝙚? 𖠑 𝓅𝓉. ①

~ A volte, ciò da cui scappiamo, è la soluzione a tutto quello che ci affligge.
Ma che cos'è la vita senza un pizzico di pericolo?
Un brivido che ci dà adrenalina, che ci fa sentire più forti che mai.
Ma quello che nessuno sa, è quando bisogna smettere.
Perché la tela del ragno è proprio dietro l'angolo, una morsa letale, una trappola all'apparenza invitante, che ti può togliere tutto in poco tempo. ~

~ Arial Black ~

Questa festa è ridicola.

I soliti ragazzini, che fanno le solite cose.

Ovvero ubriacarsi, fumare le canne, e, nell'ultimo caso, fare sesso.

Ho avuto due ragazze nella mia vita, ma non riuscivamo ad andare avanti.

E volete sapere il perché?

Beh, non potevo fare scoprire la mia vera natura.

Se qualcuno dovesse venirne a conoscenza, sono fottuto.

A volte vorrei scappare da questo mondo, ma non posso.
La mia origine è antica, e molti si saranno dimenticati di me.

Sono solo un essere vivente che dovrebbe stare da tutt'altra parte.

Mi fingo quello che non sono.

«Adam, ti prego, salvami da quella ragazzina rompicazzo.»
Seth si nasconde dietro di me, dimenticando per una buona volta che lui è decisamente più appariscente di me.

I suoi tentativi di mimetizzarsi però sono inutili, perché vedo Ludivine arrivare abbastanza incazzata.

«Seth, che cazzo hai combinato?»
Gli domando.

Geme.
«Potrei aver rovinato il suo vestito, facendo poi una scenata perché mi sta solo guastando la festa...»

Sospiro.
«Sei un coglione... per una fottuta volta, fai il bravo.»

So quanto è difficile per lui, perché siamo sulla stessa barca.

«Brutto bastardo!
Vieni fuori se hai le palle!»

Lo guardo tornare davanti a me, e i loro occhi si scontrano.
Sembra si vogliano uccidere a vicenda, e in effetti potrebbe essere una soluzione, ora che ci penso.

«Senti Lupetta, cerca di calmarti, seguire il piano, e tutto finirà in men che non si dica.»

La vedo combattuta.
«Ma io non voglio che finisca...»
Mormora.

Lui strabuzza gli occhi.
«Cosa hai detto?»

Distoglie lo sguardo.
«Niente di importante, stronzo.»

Ma so benissimo che ha sentito tutto.
Sorride mentre lei non lo guarda.

Si gira verso di me, mentre torna nella mischia assieme a Ludivine.

«Testarda, si, ma bellissima.»
Mi mima con le labbra.

E rimango di nuovo solo.

Sono destinato a rimanere nascosto nelle profondità della mitologia greca,
creduto morto.

Dopotutto, chi vorrebbe stare con una creatura come me?

Sto passeggiando assieme a Seth.

Il ragazzo che mi ha sgualcito il vestito con uno strappo della sua dannata scarpa.

«Fammi capire una cosa... Tu sei il licantropo originale?»
Chiede giocosamente.

«Si.»
Rispondo asciutta.

Non lo guardo.
Mi fa sentire in soggezione.

«Vuoi sapere un segreto?»

Drizzo le orecchie.
«Che tipo di segreto?»

Si avvicina al mio viso abbassandosi un pò.
«Nemmeno io sono umano.»

Rido.

«Guarda che è vero, idiota!»
Si difende lui.

Cerco di ricompormi.
«Scusa, ma tu hai avuto la prova che conferma ciò che sono, ma io non ne ho, quindi perché dovrei credere che stai dicendo la verità?»

Mi porta in un luogo nascosto e mi spinge con le spalle al muro.

«Perchè...»
Mi accarezza il fianco, mentre lo vedo trasformarsi.

Occhi di un azzurro intenso, scaglie blu che hanno preso il posto in alcuni punti del viso e diversi spuntoni, con delle orecchie affusolate.

«... Le hai davanti proprio ora.»

Non ci posso credere.

«S-sei un Ryu!?»
Mi accarezza con gli artigli lucidi e lunghi.
«Si... Sorpresa?»

Non riesco a parlare, sono davvero colpita.

«Sono in vita dall'alba dei tempi, ma il mondo Yokai non era la mia casa... Perciò ho fatto migliaia di viaggi, per scoprire che questo era il luogo in cui volevo vivere davvero.»

Studia ogni mia mossa, ogni mia reazione.

Le sue pupille dilatate sono così maestose... Tant'è che mi ci perdo come se nulla fosse.

Poco dopo, scorgo sofferenza nel suo viso.
Infatti abbassa le orecchie, e anche le lunghe antenne che stanno sotto di esse, segno che è ferito nel profondo.

Con cautela, avvicino una mano e accarezzo la sua guancia.

Trasalisce al contatto, anche se mi permette di toccare le sue meravigliose scaglie affilate lo stesso.

Torna a fissarmi.
«Se vuoi posso aiutarti.
Non voglio vedere nessuno così.»
Gli dico.

Mi sorride sinceramente.
«Lo faresti davvero?»

«Si.»

Torna a sovrastarmi, e con gli artigli graffia il muro a qualche centimetro da me, facendomi tremare.

«Allora fatti i cazzi tuoi, e non dire una parola di tutto questo.»

Si ritrasforma in un secondo, e mi prende la mano.
«Muoviti, la festa non aspetta le signorine altezzose come te.»

Mi sento delusa da me stessa.
Perché è così?

Tutto procede secondo i piani.
Vedo Ludivine e Seth che ballano, mentre Adam e Jonas si trovano nelle giuste postazioni.

L'unico tassello che non combacia, è il fatto che Kayros sia così stronzo e insensibile.

Mi giro e lo vedo parlare con una ragazza del secondo anno.

Ha su un vestito nero di seta, con uno spacco laterale, che enfatizza le sue gambe snelle e slanciate.
I suoi capelli biondo scuro sono raccolti in uno chignon a forma di fiore, e diverse ciocche le ricadono sulle spalle nude.

Avevo ragione.
Ad ogni ragazza che respira fa complimenti e lusinghe.
Si, tutte.

Tutte tranne me.

Rimango a camminare lentamente e a lisciare il mio vestito.

Mi si avvicina un ragazzo.
«Ciao.»

Gli sorrido.
«Ciao, hai bisogno?»

«Volevo solo chiederti di ballare.
È tutta la sera che ti guardo e ho visto che poco fa hai litigato con il tuo ragazzo.»

Allora sta funzionando davvero.
«Beh, se è un ballo, non posso rifiutare.»

Sta per prendermi la mano, quando la ritrae subito.

Alle mie spalle, sento il suo profumo.

«Fuori dalle palle Kael, non toccare Abby.»

Kael gli risponde divertito.
«Eddai, un assaggio e basta.»

Si mette a ridere, ma Jackson lo raggiunge in un secondo e lo prende per il colletto, sollevandolo.

«Cosa non ti è chiaro del non toccarla, coglione?
Non mi interessa se tu e gli altri avete soggiogato mezza scuola, se siete demoni, vampiri o altro.
Andate a farvi fottere, tutti.»

Lo lascia andare, spingendolo.
Cade all'indietro, ma si rialza poco dopo.

«Non finisce qui, mezzosangue.»
E alzatosi, se ne va.

Diverse persone si sono girate, pensando fosse una lite di gelosia.

«Alla fine vengo sempre a salvare la damigella in pericolo.»

Il suo sorriso è forzato.

«Non avevi detto che volevi farti tutte le ragazze disponibili?»

Fa un ghigno.
«Tra il dire e il fare c'è di mezzo un mare.
Mai sentita?»

«Sei un bugiardo.»

«È vero.
Ma proprio per questo so fingere meglio di un attore.»

Mi tende la mano.
Sbuffo, prendendola.
Dopotutto, lo sto facendo per un bene superiore, ed è questo l'importante

Appena l'altra mano mi cinge la vita, trattengo un sospiro.

Sconfitta, mi lascio cullare dal ballo lento e sinuoso.
«Sei uno stronzo.
Prima mi inganni con i tuoi giochetti ammalianti.
Poi, mi dici che vuoi delle regole per non sentirti preso in giro, e l'unica che ho chiesto io, ovvero di non toccarmi, l'hai infranta cazzo!»

Cerco di divincolarmi nel momento in cui la sua mano sembra aver diminuito la presa, ma appena se ne accorge, Kayros stringe i miei fianchi.
Affonda le dita e mi scappa un gemito.

«Smettila.»
Non mi risponde.

«Smettila ho detto!»
Sibilo.

Il suo sorriso compiaciuto fa spazio alla sua voce altrettanto maliziosa.
«Parli parli, ma in realtà tutto questo ti piace.
Io ti piaccio.
Oh, eccome se ti piaccio!»
Mi fa fare un giro, e la mia gonna diventa un fiore sbocciato a causa dell'aria sotto di essa.

«Vai a quel paese, Kay.
Lo fai solo per illudermi ancora.
Non hai capito che il mio cuore si sta frantumando?»
E il suo braccio mi avvolge nella sua morsa.
Dovrei avere paura di lui?
Si.

Sospira.
«Credi che io non abbia avuto una delusione in passato?
Pensi di essere l'unica ad aver sofferto, ma credimi... Ti sbagli.»

Lo guardo negli occhi.
«Se credi che io possa anche lontanamente esserti amica come quando eravamo più piccoli, hai ancora le idee confuse.»

Si avvicina al mio viso, più di quanto dovrebbe.
«Infatti non voglio essere tuo amico.
Non voglio essere niente di tutto questo.
Ma tu mi fotti il cervello.
E sapere se è in modo positivo o negativo sarebbe gradito.»

«Perchè tu non sai dire di no alle bugie da stronzo.»

Non mi risponde.

Direi che il famoso nervo scoperto è stato colpito, perciò continuo.

«Mentire a volte è per il bene di chi amiamo, ma se questo viene prolungato fino a diventare tutta una menzogna, poi nessuno riuscirà più a fidarsi di te.
Tutto ha un prezzo, Kayros.
Ma penso che tu questo lo sappia già.»

Lo vedo pensieroso.
I suoi passi mi aiutano a tenere un ritmo incalzante in questo ballo.

«Eclipse, mentire è sbagliato, ma con te l'ho fatto perché volevo vedere fin dove saresti arrivata, l'ennesima ragazza finita nelle mie grinfie.
Ma, se ci pensi, tu hai reagito in modo differente.»

Lo guardo confusa.
«Ovvero?»

Il suo viso è triste ora.
«Non stai cedendo.
Sai tenermi testa, e mi stai aiutando, nonostante io ti tratti male.
Perché?»

Distolgo lo sguardo, osservando le altre persone.
«Perchè eravamo amici, e gli amici si aiutano.
Vedila come ti pare, ma non me ne sto di certo a girare i pollici a casa.»

Mi prende per il mento, e mi costringe a guardarlo.
I suoi occhi eterocromatici sono tornati luminosi come due luci al neon.

«Rendi le cose troppo difficili Eclipse.»

Appena sento il nomignolo che mi ha dato, mi irrigidisco.

«È una menzogna anche questa, smettila di dire cose di cui ti potresti pentire, kayros.
Quel soprannome... Io non lo capisco.
Non credo a ciò che mi dici quando mi guardi, quando mi provochi, quando sei bipolare e cambi umore da un momento all'altro.
Ma soprattutto, non mentirmi sul fatto che tieni a me.»

Sono dentro ad un destino che non volevo, che non mi lascia libera.

Sta per parlare, ma una voce alle mie spalle lo zittisce subito.
«festeggiate senza di me?»

È Christopher.

Per anni non ho vissuto.
Ero in un buco nero, freddo e silenzioso.

Mi suicido, a causa di una serie di eventi catastrofici e orribili che mi scorrono davanti agli occhi, che qualcosa o qualcuno ha fatto al posto mio.

Mi possedeva, era un parassita che ha preso il controllo della mia vita.

Ero morto.
Ma sono rinato.

«Ma... Tu eri deceduto!
Come fai ad essere vivo!?
I tuoi capelli ora sono grigi... E riesci a camminare... ma come è possibile?»
Abby è decisamente scioccata.

Mi metto le mani nelle tasche.
«Non riesco a crederci nemmeno io.
Penso che siamo tutti collegati.
E con tutti, intendo anche Jordan e Alan.»

Abby fa una smorfia, disgustata.

Blake mi guarda.
«Ok, dato che nemmeno tu hai un'esistenza normale, credo che devi sapere tutto quello che è successo e che è rimasto nascosto.»

Abby sussurra qualcosa a Blake, che mi parla.
Ma usa una lingua che non ho mai sentito.

«Abhena, Christopher kardama mea'sur.»

Eppure, so che cosa significa.

«Sai tradurla?»
Mi chiede Abigail.

«Anche Christopher conosce questa lingua?»
Chiedo, incerto.
E la mia espressione deve esserne la prova.

Eppure, sembra che la so parlare da quando sono nato.

Sussulta e si porta la mano alla bocca.

«Beh, adesso siamo sicuri che non sei umano.
Ma cazzo, nessuno di noi lo è!
Forse lui ha ragione, siamo destinati ad avere un collegamento.»

Il ragazzo corvino si passa una mano tra i capelli, nervoso e incerto sul da farsi.

«Chris, ti ricordi qualcosa a proposito della tua... Resurrezione?»

Sembra alquanto spaventata.

Ci penso un secondo.
Fare mente locale mi aiuterà un po'.

«Mi sveglio in una tomba.
Ad un certo punto, tutto inizia a prendere fuoco.
Riesco ad uscire indenne, e mi pulisco dalla terra rimasta sui capelli e sul vestito che mi ritrovo addosso.
Mi guardo intorno, e il cimitero è vuoto.
Mi incammino e arrivo fino alla fermata dell'autobus.
Ma appena ne arriva uno ed entro, tutti urlano.
"Un fantasma!"
Il panico cresce sempre di più.
Esco velocemente, e mi rendo conto che non posso essere visto più da nessuno.»

Nemmeno dai miei genitori.
Quando l'ho capito, mi sono sentito una merda.
Che cosa significa morire per poi tornare in vita?

Blake pensa e parla dopo qualche minuto.
«Non so dire ancora che cosa tu sia, ma ora che sei qui, devi entrare nella parte del nostro piano.»

Sono confuso.
«Quale piano?»

Blake sbuffa.
«Non abbiamo tempo per spiegartelo.
Mando un messaggio ad Adam, ti spiegherà brevemente che cosa devi fare.»

Detto questo se ne va, e Abigail lo segue.
Si gira verso di me e mima con le labbra.
«Chris, è molto più complicato di quello che tu possa immaginare.»

E sparisce nella notte.
Un cielo nero, irrequieto, senza stelle.

Poco dopo arriva un ragazzo piuttosto bello.

«Sei tu Christopher?»

Annuisco.

«Seguimi e fai finta di niente.
Ci sono osservatori acuti qui.»

Mi incammino per le vie di Scarlett Street.

Se non sbaglio, è qui la festa della scuola.

E il baccano che si sente a debita distanza ne è la prova.

Appena raggiungo i cancelli della tenuta, due ragazzi robusti mi sbarrano la strada.

«Vecchio, non facciamo entrare quelli come te.
Torna a giocare a bowling, ti si addice.»

Ridono, certo.
Ma penso che riderò più io di loro adesso.

«Volete che dico a tutta la scuola che siete Gay e fate giochetti osceni in bagno?
Non credo vi farà piacere.»

Incrocio le braccia.

Sono allibiti.
«E tu come cazzo fai a saperlo?»

I miei occhi blu mare iniziano a prendere sfumature nere, fino a diventare un uragano.

«Voi non avete idea di chi io sia.
Fatemi entrare e nessuno si farà male.»

Si lanciano un'occhiata e mi aprono l'accesso.

Tiro una spallata ad entrambi e finalmente sono dentro al covo di King.

Osservo con discrezione la folla per trovare i nove ragazzi di cui ho bisogno.

Devo salvarli prima che tutte le altre creature che infestano questo posto li uccidano.

Sono tutti in qualche modo collegati e metaforicamente parlando, è ironico detto da me.

Eccoli, tutti abbastanza vicini.

Quattro stanno ballando, tre sono disposti di guardia, mentre gli altri due sono leggermente più lontani.

Cerco di farmi notare il meno possibile, perché una fastidiosa e irritante sensazione si diffonde.

La paura.
La paura di essere scoperto, nonostante io non mi stia più camuffando tra gli esseri umani con un altro aspetto.

Eppure, king ha rovinato la mia vita, ha strappato anni della mia esistenza.

Faccio un respiro profondo.
Si va in scena.


Sto ballando con Lupetta.

La faccio roteare lentamente per poi tenerla ad una spanna dal terreno solo con il mio braccio.

Entrambi ci fissiamo intensamente.

«Seth, che cazzo stai lì impalato?
Mi fai venire il mal di schiena così.»

Alzo gli occhi al cielo, stufo di questo comportamento da bambina.

«Ma si può sapere che cosa ti prende?
Sbalzi d'umore a causa della luna?»

I suoi occhi diventano dorati, e quando sorride aspramente vedo i suoi denti affilati come dei coltelli ricurvi.

«Si, anche a causa sua.
Ma principalmente sono riversati su di te, perché effettivamente sei uno stronzo.»

Sono consapevole che sta dicendo una bugia.

I draghi hanno la capacità di capire se una persona sta mentendo o meno, a prescindere che sappia nascondere bene i segnali corporei o che sia un attore nato.

«Ok, fa come vuoi Lupetta.»
Continuo a ballare distrattamente.

Ma non perché mi sto annoiando.

È per il semplice motivo che diversi ragazzi, di cui scorgo la natura sovrannaturale, sono troppo vicini a tutti noi.

Ci avviciniamo a Kayros e Abigail, e richiamiamo a raduna anche gli altri.

Ma qualcosa fa rimanere di stucco Ludivine.
E, per essere precisi, è un qualcuno che non conosco nemmeno.


Non riesco a crederci.

Non posso crederci.

E invece ho Chris davanti ai miei occhi.

Riesce a camminare e i suoi capelli ora sono grigi.
Ma, cosa più scioccante, è vivo e vegeto.

«Chris... Ma come fai ad essere qui tra noi se eri morto stecchito in una tomba !?»

Fa spallucce, sentendosi a disagio.
«Non lo so Ludivine, l'ho già detto ad Abigail e blake.»

Mi rivolgo a quest'ultimo.
«Aspetta, non gli hai ancora detto che tu in realtà sei jack-»

«Cazzo Ludivine, tuto a suo tempo, ok?»
Mi rimprovera spazientito.

Alzo le mani in segno di resa.
«Ok ok, non volevo fare niente di male.»

Rimaniamo tutti e sette in assoluto silenzio.
L'unico rumore che sentiamo sono la musica provenire dalla casa abbandonata, le urla, e i passi che calpestano lattine ammaccate e altri oggetti di plastica abbandonati sull'erba.

Alla fine Christopher parla.
«Allora, stando a quello che mi è stato riferito, nessuno di noi è umano...»
Tutti annuiamo.

«... E non siamo gli unici a quanto pare.»

Continua Adam, guardando nella direzione di mio fratello.
Tutti ci giriamo, e vediamo arrivare Alan e Jordan.

«Dobbiamo parlarvi.»

Tutti noi li guardiamo con disprezzo e disappunto.

Prende parola Jordan.
«Noi non siamo mai stati coinvolti nel rapimento di Ludivine.»

«Certo, come no Jordan!»
Mi infervoro, ma una mano sulla pelle nuda del mio braccio mi fa calmare.

Seth ha un effetto positivo su di me.

«In realtà... Noi ci comportiamo così... Solo perché veniamo obbligati da quando eravamo bambini.»
Alan guarda con tristezza sincera Abby, prima di fissare il terreno.

Christopher decide di fargli una domanda.
«Anche voi non siete umani, non è così?»

E la cosa bella è che lo ha chiesto nella lingua che solo noi possiamo capire.

«A quanto pare, se riusciamo a comprendere questo strano modo di parlare, penso di sì.»

La tensione è alle stelle, finché non arriva una voce che ci fa sobbalzare tutti.

«Ragazzi, dovete scappare.
Venite con me, non abbiamo tempo!»

Un uomo sui quarantacinque anni si trova di fronte a noi.
Ci scambiamo tutti quanti un'occhiata.

Ha i capelli castani, mossi come le onde del mare, da cui sembrano aver attinto anche gli occhi, blu come le acque dell'oceano.
È alto quanto Christopher, il che vuol dire più basso di tutti gli altri ragazzi.
Indossa dei jeans sbiaditi e una camicia bianca estiva.
Il fisico è asciutto e muscoloso.

«Perchè dovremmo seguirti?
Chi ci dice che tu non sei un servo di King?»

Kayros rimane diffidente.

«Perchè King era un mio caro amico, e pochi anni fa mi ha distrutto la vita.
Sono stato rinchiuso da un demone carcerario e lui ha rovinato tutto.»

La sincerità traspare dai suoi occhi.
«Ragazzi, decidetevi.
Entro pochi minuti verremo circondati, e tutti faremo una brutta fine.»

Noto che sta guardando anche i due gemelli.
«Aspetti, vuole salvare anche i due diavoli?»

Kayros si incazza.
«Starà scherzando spero.
Questi due piantagrane non li voglio nel mio gruppo.»

La sua maschera di ferro, che usa come espressione di disaccordo, fa venire i brividi.

Entrambi hanno lo stesso sguardo avvilito.

«Siete tutti collegati.
O meglio, avete una cosa in comune, e dovrete mettere via l'ascia di guerra, perché solo tutte le vostre forze riusciranno a trovare un equilibrio.»

Tutto il mio rancore lo metto sotto una pietra nella mia testa, e aspetto il verdetto.
Alla fine, tutti stiamo aspettando a dire la verità.

Il Leader annuisce, dopo qualche secondo.
«Ma sia chiaro.
Un passo falso e si ritroverà nella fossa.»

L'uomo sorride e ci fa passare tutti.
Usciti dalla tenuta, ci guardiamo indietro.
«Scappate.
Tornate alle vostre auto, io vi raggiungo.
Voi due, venite con me.»

I Mitchell lo seguono e noi partiamo appena saliamo in auto.
Cazzo, la cosa sta diventando più grande di quanto potevo immaginare.


Entro in auto con Abigail.

Chris, Adam e Jonas sulla Camaro di quest'ultimo.

Seth e Ludivine sulla mia Porsche Panamera.

E infine, lo sconosciuto con i gemelli su una macchina che non ho avuto il tempo di vedere.

Accendo il motore, e appena parto, dallo specchietto retrovisore vedo diversi ragazzi rincorrerci mentre sfrecciamo via tutti quanti.

«Tutto bene Abby?»
Ecco qual'è la mia prima preoccupazione.
Sapere come sta lei.

«Si, sto bene.
Ma chi sarà quel tizio?
Dovremmo fidarci di lui?»
La sua voce di spezza.

Premo l'acceleratore, deciso a tornare a casa il prima possibile.
«Lo scopriremo all'attico.
Potresti chiamare Jordan?
Dopotutto quello non sa dove abito.»

Cazzo.
Mi sta fulminando con lo sguardo o sono solo io a pensarlo?

Si, mi sta letteralmente facendo a pezzettini con i suoi occhi affilati e imbronciati.

Sembrano due uragani.

«Ok, la chiamo.»

Prende il cellulare e la chiama da WhatsApp, non avendo il numero salvato.

«Abigail?»
Sembra persa.

«Metti il vivavoce.»
Chiede con tono duro.

Un piccolo fruscio si fa sentire.
«Fatto.
Parla pure.»
La sua voce è mesta.

Abby avvicina il telefono al mio viso e inizio a dare le indicazioni come fossi un navigatore.
«Giri a sinistra, poi al semaforo dell'incrocio, continui dritto.
Vada dove c'è la scritta Golden Globe, e poi entri nell'isolato di Knock Heaven.
L'attico a più piani, nero e con lo Skyline a doppie vetrate è casa mia.»

«Grazie ragazzo, ci vediamo lì.»

E la chiamata viene chiusa.

Continuare a guidare mi fa pensare meno a Kael, ai suoi pensieri sconci e al morso che voleva dare a Abby.

Col cazzo che glielo avrei permesso!

La guardo, e vedo nei suoi occhi confusione.
Accendo la radio, che trasmette Scream di Usher.

Incalza il ritmo e inizia a cantarla.

Credo di averlo già pensato... Ma la sua voce è come quella di una sirena.

Anzi, forse è ancora meglio.

Manca un minuto all'arrivo, quando ad un certo punto, preso da chissà cosa, le afferro la coscia scoperta.

Lei sussulta, decisamente spaventata.
Freno, dato che siamo sotto casa mia.

Mi sporgo verso di lei, capendo che sto avendo l'impulso della prima volta con quella ragazza.
La sovrasto, non capendo più niente, bloccandola, e avvicinando pericolosamente i miei canini al suo collo.

Sento solo un gemito appena percettibile, prima di un sussurro che mi fa riprendere il controllo di me stesso.
«Kayros... Vuoi farmi del male?»

Lo chiede così innocente, che mi sento una merda.

Appena vedo i suoi occhi osservo la velatura sottile delle lacrime che cerca di trattenere.

Mi allontano immediatamente, ed esco dalla Mustang.
Mi accendo una sigaretta e la inspiro con nervosismo.
Il fumo entra nei miei polmoni come ossigeno, di cui non puoi farne a meno.

Una dolce e passionevole morte, lenta quanto infernale.

Mi passo una mano tra i capelli, aspettando che tutti arrivino.

E da una Rolls Royce argento esce proprio quell'uomo, assieme ad Alan e Jordan.

Abby esce, decisamente scossa, ma non lo da a vedere.

«Scusate ragazzi, so che avevate un piano in mente, ma sarebbe finito con spargimenti di sangue.»

Tutti sembrano perplessi, alcuni pentiti, altri non sanno nemmeno cosa pensare.

«Mi scusi, lei prima aveva detto che siamo collegati... Ma da cosa?»

Ecco la domanda che volevo fare, e Jordan mi ha battuto sul tempo.
È ancora sporca di fango sul vestito, ma poco importa.

Voglio sapere come è successo.

Sospira, guardandosi intorno.
«È meglio salire.
Non siamo al sicuro.»

Tutti ci incamminiamo fino al mio cancello, e quando ci troviamo dentro, apro il portone, e arrivato all'ascensore, premo il pulsante zero.

Arriva poco dopo, e tutti e dieci saliamo.

Si, pure l'ascensore ha le sue manie di grandezza.

Tutti stiamo per i fatti nostri.
Leggere nel pensiero ha i suoi vantaggi.

Inizio a credere che una sfilza di novità renderanno tutto questo ancora più incredibile.

Apro la porta appena arrivati al piano del mio attico.

E dopo essere entrati, l'uomo si appoggia al bancone della penisola, sedendosi sullo sgabello.

«Tutti voi siete nati nel periodo dell'eclissi blu, avvenuto dalla creazione di tutto il mondo, al duemilasei.
In tarda notte, quando la luna splendeva alta nel cielo.
I riflessi di ogni raggio hanno dato ad ognuno di voi un potere unico nel suo genere.
Creature sovrannaturali, mitologiche, divinità.
E tu, ragazzo...»

Dice indicandomi con l'indice.

Guardo dritto nei suoi occhi.
«... Tu non sei diventato un Dhampir per una maledizione.
Lo eri già dalla nascita.
E kaelovor ha solo permesso al tuo potere di sprigionarsi, senza il tuo consenso.»

No, non è vero... O si?

«E lei come conosce Kaelovor?»
Ho paura della risposta che tarda ad arrivare.


Si strofina una mano sul viso, visibilmente sconfitto.

«Perchè quel maledetto manipolatore è uno dei miei nipoti.»

Mi muore in gola il respiro.

Sento il cellulare vibrare.
Leggo una notifica delle notizie flash, che mi fa stare un po' meglio.

«Il mafioso quarantacinquenne Levy Allen Morrison è stato ucciso un'ora fa nella sua villa a Marrakech.
Un solo sparo alla testa, probabilmente opera di un cecchino, è la causa del decesso.
Vi avviseremo per ulteriori aggiornamenti.
A voi la linea in studio...»


E poco dopo un messaggio WhatsApp.

Molotov : lavoro terminato.
Sono già partito per tornare a casa.
Aspetto sul mio conto il versamento della metà della ricompensa.
Buonanotte Boss.

Blake : ben fatto.
Domattina ti verserò il resto.
Goditi la vacanza, Molotov.


Spengo il cellulare, distrutto sia emotivamente che fisicamente.
Questo significa solo due cose :

Mio padre era un vampiro.
Ma cosa ancora più brutta, kaelovor sapeva di me, ha fatto quell'incidente di proposito, era tutto pianificato.

Serro i pugni, sentendomi ancora in grado di ricevere un ultimo colpo di grazia.
«E chi è il padre di tutti i demoni?»

Rimane in silenzio.
«Avanti dimmelo!»

Mi sento esasperato.

«Ade, signore degli Inferi.»

Adam riesce a parlare, nonostante sia diventato bianco come un lenzuolo.
«Se sei lo zio dei demoni, allora significa... »
Le parole si esauriscono, e rimane in standby.
Non l'ho mai visto così.

«... Che io sono suo fratello, Poseidon.»

Se Abby è rimasta scioccata da tutte queste rivelazioni, io ora mi sento rotto in mille pezzi.
Non so nemmeno più chi sono...

Osservo gli altri, che sembrano avere le vertigini.

«Sei il dio dei Mari.
Ma... Che cosa centriamo noi?»

Il viso di Poseidon è teso.
«Siete le creature immortali capaci di sconfiggere qualsiasi cosa o creatura vi si pari sul vostro cammino.»

«Ma io sono mortale, lo ha detto quel bastardo!»

Mi guarda negli occhi.
«Non credere a tutto ciò che un infimo condannato dice.
Vive di menzogne, e si nutre delle paure che scatena con esse.
Sei immortale, proprio come me.
Proprio come tutti loro.»

Li guardo, sperando che questa sia solo una emerita cazzata da candid camera.

Ma questo è tutto vero.
E noi siamo in un destino che nessuno ha mai desiderato.

Abby aveva ragione.
Abbiamo una vita scritta nella pietra da persone più in alto del cielo.

***

Spazio autrice

Ecco la prima parte dell'ottavo capitolo!
Spero che questa rivelazione vi lasci sotto shock...
( Ovviamente scherzo... Forse.😏 )

Ciao, mie piccole Eclissi 🌑 🪷 ⚜️

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top