•the circle of idiots•
Un venticello leggero soffiò sul viso di Dream, svegliandolo.
I raggi del sole gli battevano sulle palpebre abbassate.
Di colpo, gli arrivò una secchiata d'acqua salata in piena faccia.
Spalancò gli occhi, che iniziarono a bruciare per il sale, e boccheggiò, sputacchiando dell'acqua.
Sentì uno scoppio di risate davanti a lui, ma non vedeva niente.
Tentò di alzare il braccio per asciugarsi l'acqua dalla faccia, ma non riuscì a muoverlo: era legato.
Dalla sua bocca uscì un urlo rabbioso:
"mA CHE CAZZO-"
"Ehi ehi, calma principessa"
Aveva parlato una voce a lui sconosciuta.
Aveva una strana sensazione.
Quando Dream riuscì ad aprire gli occhi senza lacrimare, si trovò davanti uno spettacolo tremendo: era in mezzo al mare, legato all'albero maestro di quello che sembrava lo stesso identico vascello che i pirati avevano caricato a terra.
Davanti a lui, un gruppetto di scheletri lo fissava ghignando.
Riconobbe quello col buco sul cranio, quello col dente d'oro e, soprattutto, quello che aveva ucciso la bambina.
Gli altri, invece, non li aveva mai visti: ce n'era uno, abbastanza basso, con una bandana rossa legata al collo e una cicatrice che gli attraversava l'occhio sinistro.
Quello accanto a lui aveva gli occhi completamente neri, con quelli che sembravano fili appiccicosi dello stesso colore che gli uscivano dalle orbite, e lo stava fissando sorridendo in modo inquietante, mentre faceva scorrere le lame di due pugnali l'una sopra l'altra, affilandoli.
Un'altro ancora, accanto a quello bassino, aveva un cappuccio calato sulla testa e gli occhi blu e rossi.
"O santissima regina Toriel, e ora che faccio??" Pensò Dream tra sè e sè.
Di colpo, una delle porte, che probabilmente portava alle cabine sottocoperta, si spalancò.
Dall'ombra uscì un'altro scheletro.
A differenza degli altri era leggermente più alto. Aveva un completo da capitano e il cappello calato sul viso.
Incominciò ad avvicinarsi e gli altri si scansarono per farlo passare.
Quando arrivò di fronte a Dream, si alzò il cappello con un colpetto, in una specie di saluto educato, e fissò i suoi occhi azzurri in quelli del prigioniero.
"Bene bene, cosa abbiamo qui?"
Domandò lui pacato, girandosi verso la sua ciurma.
Lo scheletro col cappuccio grigio si fece avanti e accennò un mezzo sorriso:
"L'abbiamo beccato a spiarci mentre ci imbarcavamo, capo. Pensavamo che le sarebbe piaciuto conoscere di persona uno dei membri degli Star Sanses"
"Gli Star Sanses, uh? Devo dire che ti aspettavo più... Alto?"
Un coro di risate sguaiate si alzò dalla ciurma.
Dream sbuffò: "Si, me l'hanno già detto, grazie per avermelo ricordato."
Il capitano sorrise. Poi, con una mossa fulminea, sfilò un coltello dalla manica della giacca bianca e lo piantò sul legno a pochi millimetri dalla guancia di Dream.
A quest'ultimo si bloccò il respiro in gola.
Tutti gli altri si erano zittiti di colpo, sorpresi.
Lui, con la presa ancora ben stretta sul pugnale, si chinò su Dream,
decisamente spaventato, e gli sussurrò:
"Vedi tesoro, non mi piacciono molto le persone insolenti, quindi ti conviene stare buono, se ci tieni alle tue corde vocali"
Con uno strattone, recuperò la lama e la reinfilò nella manica, allontanandosi.
"Ah giusto, dimenticavo: chiamami Capitano Blight, tesoro. Fell, portalo sottocoperta. E per la miseria, tenta di farlo arrivare vivo al tramonto."
Rientrò in cabina e chiuse la porta con un tonfo.
Sul ponte calò il silenzio.
Lo scheletro col dente d'oro, che a quanto pareva si chiamava Fell, si avvicinò all'albero maestro, dove era legato Dream, e prese a sciogliere i nodi che lo tenevano stretto.
La presa sulle sue costole si alleggerì, fino a scomparire del tutto.
La prima cosa che Dream fece fu stiracchiarsi e massaggiarsi i polsi.
Ancora prima che riuscisse ad aprire bocca, Fell lo afferrò con molta grazia per un braccio e lo trascinò verso un'altra porta, situata accanto a quella dentro cui era sparito Blight.
Entrarono in uno stretto corridoio e superarono sei o sette porte, scesero una rampa di scale e girarono a destra, poi a sinistra, superarono qualcosa che sembrava una cella e proseguirono dritti.
Fell si orientava benissimo, mentre al povero Dream girava la testa: il passo del suo carceriere era svelto e sicuro, la sua presa decisa e salda.
Lui invece rischiava di inciampare nei suoi stessi piedi a quasi ogni passo, e non riusciva a capacitarsi di quanto fosse grande quella nave.
Alla fine si arrestarono davanti ad una porta in legno piuttosto ammaccata, con una minuscola finestra chiusa da delle sbarre a malapena visibile.
Il tanfo di muffa, chiuso e acqua stagnante fece salire un po' di nausea ad entrambi, anche se Fell non sembrava così a disagio.
Si frugò nelle tasche ed estrasse un mazzo di chiavi.
Rovistò per un attimo alla ricerca di quella giusta, poi la infilò nella serratura e la girò due volte, con una leggera difficoltà per la ruggine che ricopriva tutte le parti metalliche della porta.
Questa finalmente si aprì, rivelando una stanzetta angusta e decisamente maleodorante.
Una brandina e un secchio, posizionato in un angolo, componevano il misero arredamento.
C'era anche un piccolo oblò, che permetteva ad un sottile fascio di luce di illuminare debolmente quella sottospecie di stanza.
Fell lo spinse dentro, poi entrò anche lui e si chiuse la porta alle spalle, appoggiando poi la schiena contro il legno.
"Allora principessina, ascoltami bene. Su questa nave ci sono delle regole precise. Rispettale, e rimani vivo.
Infrangine una, e puoi già considerarti cibo per squali. Chiaro?"
Dream si affrettò ad annuire.
"Perfetto."
~•~
L'immenso portone della sala del trono si spalancò di colpo.
Uno scheletro con gli occhi viola e una corona dorata sul capo si materializzò tra i due battenti e percorse velocemente il tappeto rosso che portava davanti ai due troni.
La regina Toriel alzò lo sguardo.
"SUA MAESTÀ"
Lui riuscì a non far cadere la pila di libri che stringeva al petto.
Arrivò davanti a Toriel e si inchinò, riagguantando un librone al volo e appoggiandolo a terra insieme agli altri.
Puntò lo sguardo in quello della regina:
"Avete notizie di mio fratello? Vi prego, ditemi che sapete qualcosa, anche solo se sta bene, o se è al sicuro-"
Lei gli poggiò una mano sulla spalla:
"Nightmare, mio caro, mi dispiace ma non sappiamo nulla. Abbiamo inviato delle pattuglie a cercarlo per terra e per mare, ma non l'abbiamo trovato.
Asgore stesso ha voluto partecipare alle ricerche, ma finora non abbiamo avuto informazioni..."
Gli occhi di Nightmare si riempirono di lacrime.
"Sono due giorni che è scomparso, credete che sia ancora viv-"
Un urlo lo interruppe:
"NIGHTMARE!"
Non fece in tempo a girarsi che qualcuno gli saltò addosso, stringendolo in un abbraccio spezza-costole.
"Blue? Cosa ci fai qui?"
Il piccolo scheletro si staccò e gli prese la mano. Aveva graffi e ferite ovunque, e un braccio avvolto da delle bende.
"Night, mi dispiace, mi dispiace tantissimo, non siamo riusciti a trovarlo, abbiamo cercato ovunque, anche in mare e sulle isole vicino alla costa, ma niente, sembra che sia scomparso, e-"
Scoppiò in lacrime, e Nightmare lo strinse forte.
"Shhh, Blue, va tutto bene, lo troveremo, te lo prometto..."
Gli accarezzò la testa, e poi guardò la regina Toriel.
"Faremo tutto il possibile per ritrovare tuo fratello, Nightmare. Ve lo giuro sul mio onore di regina"
Nightmare annuì, poi si congedò con un cenno del capo e uscì dalla sala del trono, portando Blue con sè.
*inhales*
HEY DARLINGS :D
HO SONNO :D
E STANOTTE NON HO DORMITO QUINDI HO SCRITTO, YAY :D
SPERO VI PIACCIA IL CAPITOLO :D
~mad skull
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