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Mingi uscì dalla camera e si rimise la maglietta, mentre faceva uscire una piccola smorfia dalle sue labbra. Scese sotto dalla cugina e aspettò che gli disse di cosa voleva parlargli.
"Min" aprì bocca lei e poi il suo sguardo scese sul bordo della sua maglietta.
"Che hai fatto alla maglia? Perché è così stropicciata?". La ragazza lavorava per essere una dottoressa, quindi era abituata a cogliere ogni singolo particolare.
"Me la sono tolta prima" le rispose con nonchalance l'altro e andò a sedersi sul divano.
"Davanti a quel ragazzo?" chiese leggermente scioccata e Mingi annuì.
"Scusa, qual è il problema?" il ragazzo la guardò negli occhi, mentre pensava a cosa gli avrebbe fatto fare più tardi in palestra.
"Nessun problema, solo che...niente non importa" la ragazza trovava strano il comportamento di Mingi in quel momento, ma poi si ricordò le migliaia di volte in cui alcune guardie gli avevano detto che il biondo si era scopato tantissime ragazze e scrollò le spalle.
"Di cosa volevi parlarmi?" chiese poi il ragazzo e si sporse in avanti come a trovare meglio l'attenzione che gli sarebbe servita.
"Di domani" disse schietta Mirhyun e andò a sedersi vicino a lui.
"È meglio se andiamo in camera mia" Mingi si alzò e le fece segno di seguirlo. I fogli del piano si trovavano lì e aveva ben capito che a loro due ora spettava una lunga giornata.
Mingi le mostrò quello che aveva studiato spiegando anche bene il piano e le varie mosse da attuare assieme a tutti i dettagli e la posizione delle varie guardie.
"Certo che mio padre è proprio un coglione" disse la ragazza a bassa voce. Odiava suo padre, soprattutto perché quando lei era partita per l'America per studiare, sua madre si era ammalata ed era morta e lei non aveva avuto la possibilità di starle vicino e di dirle addio o di abbracciarla per l'ultima volta. Tutti odiavano quell'uomo e la cosa che li faceva fremere di più, era la sua voglia insaziabile di essere ricco, esempio, appunto, era quello che avrebbero fatto Mingi e Mirhyun nel giorno successivo.
Se fosse stato per loro, Mingi ora starebbe mettendo in atto un piano per prendere la sua "ex" compagna di letto e la ragazza molto probabilmente a cercare un lavoro part time dopo la scuola per sapersi orientare meglio nel mondo del lavoro. Se, invece, quel vecchio fosse morto anni fa, in quell'incidente che per poco non tolse la vita a lui e ad altri uomini a causa dell'ubriacatura, molto probabilmente Mingi non sarebbe quello che era ora, non avrebbe né questo comportamento, né questo carattere. Il biondo, quando era piccolo e viveva ancora con i suoi genitori, era -come si dice ai nostri tempi- un angioletto. Era gentile con tutti i bambini e amava divertirsi con loro, veniva visto come una specie di leader tra il gruppetto dei suoi amici, ma quando i suoi genitori persero la vita tutto per Mingi cambiò, facendolo diventare quel che era ora.

"Ho capito, va bene" disse alla fine la donna dopo aver anche lei studiato attentamente ogni minimo dettaglio del piano e Mingi ne ha sfruttato l'occasione per ripassarlo.
"MinMin io sono abbastanza stanca dal viaggio" Mirhyun si appoggiò al tavolo con le braccia e portò la testa indietro, mentre Mingi ridacchiava per quel nomignolo.
"Fatti pure una doccia e poi dormi lì" le indicò il suo letto e lei annuì, andando poi verso le valigie per tirare fuori dei vestiti puliti. Uscì dalla stanza sotto lo sguardo del biondo e quest'ultimo guardò l'ora: erano le venti passate.
Si alzò dal suo posto e andò verso l'armadio per prendere due paia di vestiti per la palestra e poi si diresse verso la camera dei suoi genitori.
Intanto Yunho, durante quell'arco di tempo aveva ispezionato un po' la camera, fino ad arrivare a trovare una foto di Mingi da piccolo in braccio ai suoi genitori.
"Sembrava così felice..." quelle frasi furono pronunciate dal nero con odio e disprezzo. La rabbia che provava per aver perso i genitori a causa dello stesso uomo che lo aveva rapito gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Strinse forte quella piccola foto e poi la rispose al suo posto. Andò poi verso la finestra da cui era possibile intravedere la luna e la guardò per svariati minuti.
"Secondo te riuscirò mai ad uscire da qui?" chiese all'aria e poi abbassò lo sguardo e poté notare che la distanza tra la terra e la finestra era di circa quattro metri.
Subito si ricordò che Mingi gli aveva detto che si sarebbero allenati insieme quindi avrebbe avuto qualche possibilità per poter scappare via da lì.
"Se mi butto potrei sopravvivere, vero?" il nero sospirò e poi qualcuno interruppe i suoi pensieri.
"Ho rapito un ragazzo o una ragazza?" chiese Mingi entrando nella stanza amareggiato e Yunho si girò ad osservarlo.
"Perchè? Che problemi hai?" gli chiese di rimando con un tono frustrato il più alto, dandogli le spalle e continuando a guardare la luna.
"Stai parlando con la luna..mi chiedo se tu sia sano di mente o meno" il biondo chiuse gli occhi e sospirò per un bel po' di secondi. "In questo posto la luna è l'unica disposta ad ascoltarmi e se non ti va bene quella è la porta" disse Yunho indicandogli la via d'uscita, era già stanco di lui per tutta quella situazione e voleva solo andarsene da lì, ma la cosa che in quel momento più desiderava era quella di poter rivedere i suoi genitori.
"Ma perché devi tenermi qui? Ti ho detto che se mi lasci non dirò niente a nessuno, farò finta di non averti né visto, né parlato. Non dirò niente..." la voce del ragazzo era spezzata. Gli erano tornati in mente gli unici momenti che si ricordava con i suoi genitori.
"PERCHÉ DEVI ROMPERE IL CAZZO A ME? NON PUOI STARTENE CON I TUOI GENITORI E GODERTI LA VITA PIUTTOSTO CHE VIVERE NELLA RABBIA E NEL BUIO TOTALE?" quelle frasi Yunho le aveva urlate, ma c'era una cosa che non sapeva, cioè che anche il biondo si trovava nella sua stessa posizione.

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