Capitolo 36.

Eren's pov.

"Vi dico di sì"

"Non può averti baciato sul serio è Mikasa."
Continuò il castano.

"Possibile sia stata innamorata di te per tutto questo tempo?"
Jean apparve incredulo, mentre Armin si strofinò le dita sul mento intento a formulare ipotesi.
Erano appena finite le lezioni.

"E con Heichou?"
Mi chiese Armin.

"Abbiamo litigato ovviamente."
Risposi puntando lo sguardo a terra.

Mi guardarono preoccupati.

"Fortunatamente è tornato tutto apposto... o almeno spero."
Aggiunsi pensieroso.

"Cazzo... Eren non ti conviene prendere per il culo il capitano..."
Disse Jean.

"Ragazzi non sono stato io di mia spontanea volontà."
Tentai di difendermi.

Non mi risposero e continuarono a camminare verso la camera.

"Comunque... stasera non ci sono..."
Armin interruppe il silenzio.

Lo guardai confuso in contemporanea con il castano.

"Mi vedo con Annie..."
Era diventato improvvisamente rosso in viso.
Io e Jean gli lanciammo sguardi maliziosi.

"Ah, ma tu guarda, zitto zitto... che farete stasera?"
Iniziò il castano con un sorriso sul volto.

"Jean nulla di che..."
Tentò di discolparsi il biondo agitando le mani davanti alla sua figura.

"Sì, come no..."
Continuò scettico il castano.

"Stiamo un po' insieme, niente di emozionante... davvero!"
Intervenne poi Armin sempre più agitato.

"Sì sì... parlando di cose serie, siete fidanzati?"
Jean si mostrò stranamente curioso.

"N-non esattamente..."
Rispose l'altro imbarazzato fino alle orecchie.

"Cosa vorresti dir-"

"E tu Jean?"
Lo misi in difficoltà non facendogli finire la frase.
Mi fulminò con lo sguardo.

"Che cosa?"
Il suo sguardo si fece nervoso.

"Con Marco come va?"
Lo guardai malizioso, tra noi c'erano sempre stati disguidi, avevamo caratteri molto simili e proprio per quello in un modo o nell'altro finivamo sempre per scannarci.

"B-bene..."
Rispose titubante abbassando il tono.

"Avete fatto qualcosa di più?"
Lo guardai con un sorrisetto sempre più insistente.

"Non ti interessa!"
Mi interruppe quasi subito.

"Non c'è bisogno di scaldarsi tanto eh..."
Gli feci notare.

Abbassò lo sguardo imbarazzato, ad Armin invece scappò una risata.

"Ah ehm ragazzi... stasera vedete di non tornare."
Dissi ad un tratto interrompendo il silenzio.
Mi guardarono straniti.

"Sì beh... probabilmente ci saremo io e Levi."
Lo dissi con più normalità possibile, anche se le mie guance iniziarono a scaldarsi, accellerai il passo superando i miei compagni che mi raggiunsero poco dopo.

Jean scoppiò a ridere.
"Eren, sempre insieme eh? Non riuscite proprio a stare un giorno senza scopa-"

"CHIUDI QUELLA BOCCA DEL CAZZO."
Ringhiai contro il castano.

"NON TI PERMETTO DI RIFERIRTI A ME IN QUESTO MODO"
Disse fermandosi e guardandomi storto.

"O SENNÒ?!"
Mi fermai anche io raggiungendo il castano.

"Ragazzi... vi prego."
Armin si mise in mezzo.

Ci guardammo male per poi riprendere a camminare parallelamente con Armin al centro pronto a dividerci.
Andammo a pranzare.

"Ragazzi guardate che qui la roba si raffredda!"
Ci accolse Sasha con evidente preoccupazione.

"Scusate..."
Armin si scusò da parte di tutti e tre.
Ci sistemammo negli ultimi posti liberi.

Vidi Mikasa infondo, il viso immerso nella sua solita sciarpa rossa, non ci diedi molto peso, d'altronde non avrei voluto litigare di nuovo con Levi, non mi sembrò nè giusto, nè utile.

"Oggi il meteo ha previsto temporali su temporali."
Connie interruppe il silenzio.

"Già... oggi non si esce."
Reiner continuò il discorso rigirando col cucchiaio la sua zuppa al farro.

"Ci riuniamo a vedere un film??"
A Sasha si illuminarono gli occhi nel riferire tali parole.

"Ragazzi fate pure senza di me, ho delle cose da fare"
Aggiunsi.

Armin e Jean mi guardarono in modo malizioso, tentai di non suscitare sospetti.
Mikasa mi lanciò un'occhiata che cercai di evitare.
Finito di mangiare si ritirarono tutti nei propri impegni e trattenni Jean.

"Jean, posso chiederti una cosa?"

"Se è un insulto o cose simili-..."
Iniziò lui sulla difensiva.

"No... nulla di tutto ciò."
Lo rassicurai io.

Mi guardó perplesso.

"D'accordo."
Disse infine.
Restammo seduti al tavolo della mensa ormai vuota.

"Hai detto ai tuoi di te e Marco?"
Domandai giocando nervosamente con le mani.

"Ma cos?-"

"Rispondi."
Ero abbastanza imbarazzato.

"Sì, lo sanno."
Disse solo, con le braccia incrociate al petto.

"Come glielo hai detto?! O meglio come l'hanno presa?"
Chiesi curioso tentando di ricompormi da un'eccitazione iniziale.

"Gli ho semplicemente presentato Marco, all'inizio ne sono rimasti abbastanza scioccati, ma hanno comunque compreso. I tuoi non sanno ancora nulla, giusto?"
Mi guardò con comprensione.

"Giusto."
Confermai.

"Che cazzo aspetti? Ormai vi sposate"
Disse ironico seguito da una risata.

"È che non la prenderebbero benissimo..."
Aggiunsi io sempre meno convinto.

"Tu provaci, non puoi continuare a fingere."

Sospirai, aveva ragione, non avrei potuto continuare a fare finta di niente.
Mi diede varie pacche sulla spalla per poi alzarsi.

"Ci vediamo dopo."
Mi disse.

"A dopo."

Andai agli allenamenti.
Gli altri erano più vestiti del solito e come biasimarli, fuori si fece davvero freddo.

Ci allenammo come sempre e dato che eravamo ufficialmente dentro il campionato, giocammo con rigore e serietà come ci impose Heichou, ed ovviamente essendo il capitano non potevamo e non avremmo voluto contraddirlo.

Finite le due ore di gioco, pulii la palestra più in fretta che potei.

"Che ti prende? Perché tutta questa foga nel pulire oggi?"
Mi fece presente il corvino.

"Dicono che a breve inizierà un temporale e sinceramente non mi va di restare qui."
Ammisi sincero.

"Mh, notevole la tua determinazione, però vedi di metterla anche in pratica."
Mi ammonì ironico.

Gli sorrisi in modo divertito iniziando a lucidare il campo.
Per Levi la palestra era come un tempio sacro che ogni giorno sarebbe dovuto essere pulito e lucidato.

Stava sistemando delle carte.

"Che stai sistemando?"
Domandai sbirciando da dietro la sua schiena.

"Cose sulla squadra, tu bada a pulire."

Avevo appena finito, mi avvicinai da dietro e lo avvolsi dal bacino appoggiando il capo sulla sua spalla.

"Stasera fai qualcosa?"
Chiesi.

"Non ora Eren"
Disse in modo autoritario.

"Dai! Non trovi mai del tempo per me!"
Mi tirò una gomitata dritta nelle parti basse allontanandomi all'istante.

Strinsi i denti.

"COSA TI È SALTATO IN MENTE?!"
Mi misi a terra piegato sulle ginocchia.

"Mi hai fatto male...~"
Dissi con una voce totalmente diversa dalla solita.
Sì, mi faceva quell'effetto, ogni volta che ricevevo un colpo basso la voce mi variava in modo discutibile.

"E questa?"
Mi guardó divertito riferendosi alla voce.

"Finiscila.~"
Tentai di fare frasi più brevi possibili così da evitare di essere ascoltato.
Sistemò le ultime carte e si piegò affianco a me.

"Che voce era quella?"
Aveva un sorrisetto.

Guardai altrove.

"Pazienza. La voce non ti serve."
Iniziò a baciarmi facendomi stendere sul pavimento lucente mordendomi il labbro.

"Mh, meglio se andiamo o ci beccheremo il temporale."
Si alzò afferrando la sua borsa ed infilandosi una giacca in pelle nera.

Lo seguii a ruota.

"Oggi dormi con me?"
Sembravo un cane in cerca di attenzioni dal proprio padrone.

"Ancora con questa storia?"
Chiese esasperato.

"Dai!"
Insistetti.

Sospiró.

Levi's pov.

Adoravo le sue suppliche.

"Come vuoi."
Dissi infine.

Gli si illuminarono quei grandi occhi smeraldini.
"Sul-sul serio?"
Ne sembrò veramente felice.

"Sì."
Aggiunsi roteando gli occhi.
Mi saltò addosso abbracciandomi, gli accarezzai il capo.
Sentimmo subito dopo i primi tuoni seguiti da lampi e folate di vento.
Vidi il ragazzo sobbalzare leggermente per poi aumentare il passo.

Eren's pov.

Arrivammo davanti camera mia.
Stavo infilando la chiave quando sentii un altro tuono.

La chiave mi cadde dalle mani.

"Eren... tutto apposto?"
Chiese confuso.

"S-sì."
Mi affrettai a rispondere con un sorriso di scherno.

Entrati, chiusi la porta con prepotenza, serrai le finestre e tirai giù le tapparelle.

Il corvino mi guardó confuso.
Lo ignorai e lo presi per le braccia trascinandolo nel letto.
Mi posizionai sopra mentre il corvino mi tenne per le cosce.
Lo baciai con tanto di lingua.
Dopo un paio di minuti, i vestiti erano già depositati a terra, mentre gemiti e rumori molesti riempirono la stanza.

Stava riaccadendo, per me sarebbe rimasta sempre una sensazione strana ma piacevole, dannatamente piacevole.

Il corvino entrava ed usciva producendo un suono continuo e ripetitivo, coperto talvolta dai miei gemiti di piacere.
"L-levi un attimo... ti prego."
Iniziai io con un filo di voce dopo un'ora buona.

Il ragazzo mi guardó e si fermó immediatamente.
Avrei voluto continuare ma sentivo di non farcela.

"Che hai?"
Chiese.

"Sono stanco..."
Ammisi.

"Vedi, è per questo che fino ad ora ti ho sempre dato dei limiti, sei ancora un moccioso."
Puntualizzò lui.

Mi imbronciai.
Partì un altro tuono, tremarono le serrande.

Sobbalzai.

"Eren, hai per caso paura?"
Mi domandò assottigliando gli occhi.

"Chi io?! Scherzi?? Pff nahh"
Mi affrettai a dire.

Mi guardó malizioso.
"Sicuro?"

Il vento iniziò a sbattere violentemente sulle finestre provocando un rumore pesante seguito dal suono della pioggia battente, accompagnata da tuoni e fulmini.

Perfetto.
Pensai.

Intanto ci infilammo i boxer.
Mi attaccai al petto del corvino che si ritrovò affianco a me.

"Ho... ho solo freddo..."
Usai come scusa.

"Guarda che non c'è niente di male ad aver paura."
Assunse un'espressione divertita in volto.

"IO NON HO PAUR-"
Venni interrotto da un tuono.

E ma vaffanculo.
Pensai.

Strinsi l'addome nudo del corvino istintivamente.

"Tsk pappamolle."
Continuò lui

"MA."
Lo guardai imbronciato ed incredulo per il suo comportamento incoerente.

A quella vista, mi sistemò sopra di lui, sopra il suo addome ed in mezzo alle sue gambe quando mi abbracció.

"È solo un temporale."
Tentò di calmarmi.

"Lo so."
Risposi secco.

"Levi..."
Aggiunsi poi.

Mi guardó in attesa che iniziassi a parlare.

"Mi fai le coccole?"
Chiesi con aria supplichevole.

Lui mantenne la medesima espressione di poco prima gettandomi poi dall'altra parte del letto.

"Notte."
Si affrettò a dire.

"Ma LEVI"
Gli urlai contro riavvicinandomi a lui.

Con due dita tracciai il percorso della sua spina dorsale.
Si contorse leggermente.

"Io volevo dormire con te però."
Mi imbronciai.

"Infatti stai dormendo con me"
Si affrettò a dire.

"Sì ma io intendevo diversamente..."
Dissi con una punta di rassegnazione.
Si giró di scatto verso di me avvolgendomi a sè.

Affondai il viso nei suoi pettorali.
"Così ve bene principessina?"
Mi prese in giro.

"Non chiamarmi così, mi fai perdere l'ultimo briciolo di mascolinità che mi rimane"
Risi.

"E come devo chiamarti? Preferisci bambino viziato o moccios-"

"Chiamami amore ad esempio."
Lo interruppi.

Restò sorpreso ed in effetti anche io arrossendo in modo vistoso.

"Dormi però?"
Continuò lui.

Mossi il capo in segno di assenso.

"Notte amore."

Me lo sussurrò all'orecchio.

Stavo per impazzire, fu una frazione di secondo ma bastò per far sbalzare il mio battito.

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