Capitolo 114

*/ sbaglio o il capitolo di ieri non si vede? Mi fa solo rispondere al di fuori della storia senza manco farmi correggere qualcosa, non capisco come mai perciò perdonatemi gli errori ma appena wattpad mi lascerà, correggerò :'( */




Pov Narratore

Durante la notte del rifiuto da parte di Jongho, Yeosang non era riuscito a dormire : non sapeva nemmeno più come guardarlo in faccia.
Era fermo nella stessa posizione in cui si era addormentato e non voleva nemmeno alzarsi ma doveva siccome quella sarebbe stata una giornata abbastanza lunga e movimentata.
Sentì la sveglia del telefono squillare per svariati minuti, fermarsi e poi continuare. Jongho fece uscire un gemito come lamento dalla sua bocca, contrariato e stanco mentre piano piano sentiva la parte del letto occupata da Yeosang muoversi e subito dopo rumori di passi. Il ragazzo aprì un occhio e vedendo i capelli dorati e scompigliati di Yeosang ne rimase impressionato. Si ricordò di quello che esso gli aveva detto durante la notte mentre il più grande stava uscendo dalla stanza per andare a sciacquarsi il viso con acqua fredda per risvegliarsi completamente dal mondo dei sogni o, per Yeosang, dal mondo degli incubi.
Quest'ultimo pensava che non ci potesse più essere amicizia tra di loro ma, era mattina e i suoi pensieri non erano completamente razionali perciò decise di ignorarlo e basta come voleva fare già da tempo.

Jongho invece si era alzato col busto e si stava stropicciando gli occhi mentre le frasi di Yeosang pronunciate quella notte gli stavano passando per la testa in continuazione : aveva mai dato attenzioni a Yeosang?
Questa domanda risuonava nella sua mente esattamente come il rumore assordante di una sveglia lontana da te che non cessa si squillare la mattina alle sei precise : continuamente.
Dopo quella notte in discoteca in cui aveva osservato per bene ogni minimo dettaglio della sua faccia quando si era avvicinato a lui, era rimasto incantato dalla sua morbida, lucida e perfetta pelle e nella voglia accanto all'occhio sinistro e adesso, osservando il suo mullet, continuava a non capire più niente ma in fondo, con una figura eterea davanti come quella di Yeosang, chi è che ha la capacità di capire qualcosa?

Si alzò completamente dal letto raggiungendo il suo amico, voleva parlare con lui ma ovviamente il ragazzo lo scansò bruscamente. Jongho non si arrese immediatamente e gli andò dietro prendendolo per un braccio e fermandolo.
"Yeosang non è momento di fare così ora, parliamo" gli disse il più piccolo incastrando il suo sguardo in quello del biondo. Erano fermi in quella posizione, Yeosang col braccio sinistro leggermente alzato e il braccio destro di Jongho sotto di esso che lo teneva come se non lo volesse lasciar andare. Alla fine era così ma non tutto va secondo i nostri piani e voleri.

In quel momento la madre di Yeosang entrò in camera e prima di iniziare a parlare rimase ferma a guardare la scena. Nessuno dei due l'aveva notata ed erano rimasti in quella posizione, una posizione che creava solo tanti nodi allo stomaco nel biondo e confusione ed allo stesso tempo fermezza nella mente dell'altro.
La donna tossì per richiamare la loro attenzione siccome dopo svariati secondi ancora nessuno aveva fiatato. Il primo a distogliere lo sguardo fu il figlio della donna che appena vide sua madre tolse di nuovo il braccio del ragazzo e si allontanò mentre Jongho, dopo essersi girato verso la porta, fece un lungo inchino come segno di rispetto e salutò la donna.
"Che è successo? Cosa ha combinato questa volta mio figlio Jongho?" chiese la donna mettendo le braccia conserte mentre fulminava con lo sguardo suo figlio.
"Niente signora, a dire la verità sono io ad aver sbagliato" confessò il ragazzo facendo un altro inchino.
"Oh tranquillo allora, vi aspetto sotto per far colazione" disse per poi rivolgere un ultimo sguardo verso suo figlio come se gli stesse chiedendo scusa con gli occhi e uscire dalla camera socchiudendo la porta.
"Yeosang.." il ragazzo provò a dire qualcosa ma l'altro lo bloccò sul posto con le parole.
"Fai finta che non ti abbia detto niente, scordati di tutto" gli disse girandosi e dando la schiena all'altro.
"E se non volessi?" chiese Jongho con un tono di voce iroso ma pacato siccome non gli lasciava fare le sue decisioni ed allo stesso tempo si trattava della persona più importante per lui, colui che gli era rimasto affianco per tanti anni sempre e nonostante tutto.
"Allora sono problemi tuoi" rispose Yeosang prendendo rapidamente dei vestiti dall'armadio e uscendo dalla camera con la stessa velocità.

Non aveva fame in quel momento, il suo stomaco era chiuso sia per il rifiuto che per quella sensazione che aveva provato prima che sua madre gli interrompesse.
Jongho sospirò e si vestì per poi uscire anche lui dalla camera e trovare il ragazzo già pronto ma la colazione completamente intatta.
"Io vado a scuola" disse il biondo e Jongho per quella volta decise di saltare la colazione e andare con lui.
La donna non aveva manco avuto tempo di contestare che i due erano già usciti dall'abitazione.

Inutile dire che appena Yeosang si accorse del ragazzo dietro di lui, aumentò il passo fino ad arrivare a dove aveva parcheggiato la macchina e salire cosa che fece anche il suo migliore amico.
Il tragitto era silenzioso, così quieto che si poteva udire ogni minimo movimento dei due.
Arrivarono davanti a scuola, parcheggiarono ed entrarono dal cancello trovando Wooyoung e San assieme a Hongjoong. Appena i ragazzi videro i due, si precipitarono verso di loro ma inutile dire che la situazione era tesa : Wooyoung e San non smettevano di litigare siccome il primo, nonostante la sera precedente si fosse arreso all'idea di San di aspettare piuttosto che chiamare la polizia, continuava a chiedergli perché non volesse fare quella maledetta chiamata; Hongjoong ignorava tutti e col cuore in mano continuava a tener d'occhio l'entrata della scuola con la speranza che potesse arrivare da un momento all'altro Seonghwa e per Yeosang e Jongho...già si sa.

La campanella suonò e i cinque si guardarono a vicenda per poi arrendersi e sospirare. Entrarono in classe ma ognuno di loro pensava a qualcosa. Durante le lezioni non ascoltarono nemmeno una minima parola di quello che l'insegnante diceva fino alla fine di quella che per loro sembrò una interminabile mattinata.

Uscirono dalla scuola e si fermarono davanti al cancello, o meglio, Wooyoung fermò tutti davanti al cancello.
"Che si fa? Nessuno dei ragazzi è venuto a scuola" disse ma Hongjoong lo interruppe.
"Andiamo da loro no? Vi ho mandato a tutti il messaggio che mi ha scritto ieri Seonghwa" disse ma San continuava ad essere bloccato da qualcosa.
"Quindi andrai da loro?" intervenne Yeosang e Hongjoong annuì.
"Ci andrò adesso, venite con me?" chiese il più basso tra i cinque ma San negò con la testa e inutile dire che Wooyoung si stava incazzando sempre di più.
Dopo attimi di silenzio contemplati da paura e dubbio, Hongjoong continuò.
"Fate come volete, io vado da loro" disse per poi girarsi e andare via da quel posto.
Nessuno lo fermò e alcuni di loro si maledirono mentalmente perché in quell'ultimo periodo avevano legato parecchio con il ragazzo ma c'era chi come San che voleva aspettare e vedere. Avrebbe scritto a Hongjoong tra qualche oretta, il tempo di farlo andare dai ragazzi.

"Perchè nessuno l'ha fermato?" chiese Wooyoung ma sempre nessuna risposta.
"Siamo o non siamo una squadra? In questo periodo abbiamo legato tutti insieme tra di noi, chi più è chi meno ma abbiamo legato. Perché nessuno lo ha fermato?" continuò il ragazzo guardando soprattutto San che stava elaborando un piano nella sua mente.
"Io penso che Hongjoong sia nei guai" aggiunse Jongho e San annuì.
"Non lo lasceremo andare da solo Wooyoung, dobbiamo assolutamente seguirlo e stare intorno alla casa. Se Hongjoong non ci risponderà entro un tot di tempo allora sapremo cosa fare" San espresse i suoi pensieri con la voce questa volta.
"Ma questo da una parte potrebbe andare a suo discapito. Se gli accadesse qualcosa?" chiese Yeosang.
"Infatti dobbiamo seguirlo" aggiunse San in risposta a Yeosang e lì si incamminarono tutti verso la casa di Yunho e Mingi con un passo però lento per dare tempo a Hongjoong di entrare e far passare del tempo.

Intanto a casa dei ragazzi c'era solo casino. La numerosa quantità di sostanza all'interno del corpo dei due non era stata più iniettata dentro di loro ma solo dentro Seonghwa per una volta durante quella notte.
La mattina, l'uomo si era accorto di aver finito alcuni ingredienti per la sua miscela perciò uscì a prendere le cose che gli mancavano e rimase fuori.

Hongjoong invece era arrivato davanti alla casa dei ragazzi ancor prima dell'uomo. Quando suonò alla porta si accorse del fatto che essa non era completamente chiusa e un senso di paura iniziò a salirgli all'interno del corpo.
Entrò dentro la casa e alzò la voce per farsi sentire.
"C'è qualcuno? Sono Hongjoong. Seonghwa? Yunho? Mingi?" chiamò il nome dei ragazzi ma non ebbe nessuna risposta.
Vide la porta della cantina aperta e una luce provenire da essa : Seonghwa gli aveva detto che li stava aiutando in casa perciò magari erano lì.
Andò davanti alla porta e scese le scale fino ad arrivare a sotto. Si guardò prima davanti e poi alla sua destra e subito sentì il suo corpo perdere tutto l'equilibrio che prima aveva e si tappò immediatamente la bocca prima che un urlo uscisse da essa.
Scese il resto dei gradini e corse verso i ragazzi, due di loro addormentati sfiniti mentre l'altro era sveglio.
Alla vista di Hongjoong, Seonghwa imprecò : pensava fosse la fine per lui siccome la donna era dietro di esso con una pistola in mano.
Cercò di dimenarsi il più possibile nella sedia ma con la bocca tappata non riusciva a fare niente e d'altro canto, Hongjoong andò con le lacrime agli occhi dal ragazzo che tanto amava per liberarlo siccome aveva visto le sue gambe piene di sangue ma in quel momento il rumore di uno sparo risuonò nella cantina seguito dalla caduta dell'unico ragazzo libero che c'era.




San, Wooyoung, Yeosang e Jongho erano quasi arrivati alla casa dei ragazzi ma si erano fermati qualche isolato prima per non destare sospetti, più precisamente in un parchetto nei dintorni.
"Facciamo così, tra mezz'ora chiameremo Hongjoong e se non ci risponderà chiameremo direttamente la polizia" disse San.
Purtroppo in quel momento Chul passò con la macchina in quella strada e vedendo i quattro amici di suo figlio decise di procedere direttamente con il suo piano. Divertirsi con sette è meglio che divertirsi con tre pensò l'uomo e poi si ricordò anche di Hongjoong e sorrise falsamente.
Accostò accanto al parco e scese dalla macchina per poi andare dai ragazzi e salutarli. In quel momento, tutti appena sentirono il saluto dell'uomo impallidirono.
"Ciao ragazzi, che ci fate qui?" chiese Chul appoggiandosi alla staccionata del parco con i gomiti. I ragazzi ci misero qualche secondo per realizzare ma poi Wooyoung parlò.
"Salve signore, stavamo pensando di andare a pranzare insieme ma non abbiamo ancora deciso dove" disse la prima cosa che gli passo per la testa cercando di mantenere il sangue freddo.
"Oh se volete vi posso portare in un ristorante qui vicino che fa dell'ottimo cibo. I miei figli mi parlano spesso molto bene di voi perciò mi sembra il minimo offrirvi il pranzo" i ragazzi videro quella richiesta qualcosa di ottimo siccome l'uomo sarebbe stato con loro e ciò significava che i loro amici non erano in pericolo o almeno era l'ipotesi alla quale tutti erano arrivati.
"Su ragazzi non accetto un no come risposta" disse il più grande di loro...





***

Chiedo tanto scusa per Hongjoong...veramente perdonatemi...

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