Capitolo 11- Prydwen
La Confraternita d'Acciaio era finalmente giunta con la cavalleria pesante: il Prydwen, un enorme dirigibile portaerei capace di trasportare truppe e velivoli di ogni genere. Quando esso si manifestava in tutta la sua magnificenza, voleva dire solo una cosa: ci sarebbe stata una guerra e la Confraternita era pronta a tutto per vincerla.
Spostandoci da un'altra parte, per la precisione a Sanctuary Hills. Preston e i Minutemen si davano da fare nella ricostruzione del distrutto quartiere, rispondendo anche alle richieste di soccorso dei coloni negli accampamenti limitrofi. La torre radio del Castello dimostrava qui la sua vera utilità
Vari soldati Minutemen lasciavano l'insediamento per dividersi in gruppi e andare a sventare le minacce in assenza di Rei.
Preston invece, addestrava i coloni che intendevano unirsi al loro movimento e si stava dimostrando un buon insegnante tutto sommato, sebbene un po' severo.
Piper nel frattempo, intervistava gli abitanti, chiedendo loro opinioni sull'attuale situazione del Commonwealth e sul come intendessero ripartire da zero. Ognuno di loro aveva le proprie idee e i propri sogni. Sebbene la giornalista non avesse una bella fama a Diamond City, in un luogo come Sanctuary, completamente neutrale, poteva esporre le sue idee senza venir messa alla gogna e creare anche un bel rapporto con la gente del posto. Del resto Piper era anche compagna d'avventure di Rei, e quindi vista anch'essa come una salvatrice.
La ricce trasmittente di Preston iniziò a emettere dei suoni, segno che qualcuno lo stava contattando. Era collegata a quella di MacCready, il quale ebbe dall'unica sopravvissuta il compito di fare da guardia all'ingresso principale di Sanctuary.
<<Ti ricevo. Qualcosa non va?>>
<<Sembra che avremo nuovi ospiti a cena, Garvey.>>
Il mercenario era noto per le sue battute a volte fuori luogo, e questo rendeva la vita del Minutemen impossibile. Soprattutto se dovevano collaborare.
<<Illuminaci, chi è l'ospite?>>
<<Nick Valentine in persona.>>
Dall'altra parte rispose proprio il detective di Diamond City. Preston sgranò gli occhi sentendo quel nome, un vero onore avere qualcuno di così importante all'insediamento. Era preoccupato solo di una cosa: il fatto che alcuni abitanti avrebbero potuto ripudiare l'idea di un sintetico fra loro.
Piper era lì nei dintorni, quindi le chiese espressamente di far mantenere la calma generale, nessuno doveva agitarsi. Un soldato Minutemen scortò il detective davanti al braccio destro del generale. Nick allora si guardò intorno e poi si rivolse con un sorriso amichevole.
<<Scusate se mi presento qui senza preavviso, ma il vostro generale mi ha detto che avrei trovato qui Piper.>>
<<Nessun problema, signor Valentine. È un onore averla fra noi. Da questa parte.>>
Preston gli fece cenno di seguirlo.
Il passaparola di Piper era arrivato alle orecchie di tutti velocemente, ma nonostante tutto era possibile percepire molta tensione nell'aria da parte dei diffidenti. Valentine aveva imparato a riconoscere quegli sguardi; la cosa non gli faceva piacere, ma ormai nemmeno si offendeva più. Anzi, non li biasimava.
E finalmente arrivarono dalla reporter dall'impermeabile rosso.
<<Ehi Nicky! Che sorpresa!>>
<<Ti hanno bandita da Diamond City, Piper? Oppure Rei ti tiene imprigionata?>>
I due si conoscevano già da tanto, quindi vederli scherzare non era raro.
<<Bando alla ciance. Abbiamo scoperto qualcosa d'interessante sull'Istituto. Quando Rei tornerà, ti diremo tutto.>>
<<In effetti volevo chiedertelo... dov'è Blu? Pensavo fosse con te.>>
Chiese lei con fare curioso, e Nick rispose.
<<Al momento è col Paladino Danse.>>
<<Paladino Danse? E perché si trova con lui?>>
La domanda di Preston era rivolta con un po' di preoccupazione nel tono.
<<Beh... per farla brava, è rimasta ferita in uno scontro. Nulla di grave per fortuna. Penso voglia semplicemente darla in cura a qualcuno di più competente. Nemmeno a me piace l'idea di lasciarla con la Confraternita, ma lei sa cavarsela. No?>>
Non aveva torto. Così sia Piper, che il Minutemen si tranquillizzarono.
Arrivò poi una richiesta di soccorso tramite radio, dalla loro stazione al Castello. Un gruppo di predoni avevano rapito un bambino in un insediamento a nord-est di Cambridge, Preston rispose che se ne sarebbero occupati subito.
Nick, mosso da un senso di responsabilità e da un fastidio causato dai predoni, fece un passo avanti.
<<Se posso dare una mano, farò tutto il possibile.>>
<<Un aiuto in più ci farebbe comodo. Cerchi solo di fare attenzione, non si scherza con quella gente.>>
Disse Preston facendo le solite raccomandazioni, ma il sintetico fece le spallucce, simulando quello che sembrava uno sbuffo con la bocca.
<<Ho affrontato di peggio.>>
<<Verrò anch'io, ho nostalgia dell'avventura e Blu mi stava un po' trascurando...>>
Disse Piper con tono ironico, e poi nemmeno lei sopportava queste situazioni, voleva dare una mano. E anche se non erano dei Minutemen, Preston era felice che vi erano molte persone solidali oltre alla donna del Vault loro generale.
<<Allora buona fortuna a entrambi.>>
Il sintetico detective e la reporter si misero in marcia verso il posto indicato, posto che Nick conosceva piuttosto bene dato che fu luogo di un vecchio caso.
Il braccio destro del generale guardò verso l'orizzonte con un'espressione preoccupata in volto. Lui non sapeva cosa stesse succedendo alla donna del Vault, ma sentiva che l'aria stava cambiando.
Tornando da Rei e Danse. Quest'ultimo usò una granata fumogena per inviare un segnale ad uno dei Vertibird in cielo.
Mentre osservavano quello spettacolo, il Paladino ricevette un messaggio radio dai suoi superiori, tutti i Paladini in avanscoperta dovevano fare ritorno al Prydwen. Quindi l'uomo pensò fosse una buona idea per far conoscere Rei al resto dell'equipaggio.
La donna commentò il tutto mentre attendevano l'arrivo del velivolo.
<<La Confraternita non va troppo per il sottile quando si tratta di entrare in scena.>>
<<Non c'era motivo quando hai qualcosa del genere nel tuo arsenale.>>
Rispose l'uomo con un insolito entusiasmo, sembrava un bambino davanti al suo giocattolo nuovo la notte di Natale.
<<Mi sembra giusto.>>
Rispose l'unica sopravvissuta trattenendo una risatina. Lo trovava alquanto adorabile in questo momento.
Il Paladino continuò...
<<Noi lo chiamiamo "Il Prydwen". Trasporta abbastanza truppe e provviste da lanciare un'offensiva su vasta scala.>>
<<Sicuramente l'Istituto l'avrà ricevuto il messaggio. Inviare un simile dispiegamento di forze equivale a una dichiarazione di guerra.>>
Danse annuì a quell'affermazione. Sembrava che persino Rei non vedesse l'ora di salire sul dirigibile della Confraternita.
<<La storia ci insegna che una schiacciante dimostrazione di forza ha il potere di fermare un conflitto ancor prima che inizi. E poi perché dovremmo tirarci indietro con un affare del genere a disposizione?>>
<<Non dobbiamo, Paladino. Io non vedo l'ora di vederlo in azione.>>
<<Allora siamo in due, soldato.>>
Nel frattempo, il Vertibird era finalmente arrivato e i tre salirono a bordo. A prima vista era molto più grande di un elicottero classico, possedeva due paia di eliche che permettevano l'innalzamento in aria e maggiore mobilità in volo.
Non erano completamente chiusi, le due porte laterali erano sempre aperte per permettere alle truppe a bordo di fare fuoco. Inoltre su molti di essi vi era un mitragliatore a canne rotanti proprio per fornire fuoco immediato. Dogmeat sembrava un po' spaventato all'idea di andare in volo, non tanto per l'altezza, ma per il tremendo rumore che faceva il velivolo.
Danse disse alla donna che poteva usare l'arma pesante in caso dovesse avvistare un nemico, ma preferiva tenere calmo il proprio compagno canino.
<<Il Commonwealth pare diverso da quassù, non trovi? Dall'alto la percezione del campo di battaglia cambia radicalmente. Questa cosa non smette mai di stupirmi.>>
Se solo Rei avesse più confidenza con Danse, lo prenderebbe un po' in giro sul fatto che sembrava un bambino in un negozio di giocattoli. Essendo un suo superiore, avrebbe evitato. Anche se lo trovava molto divertente. Per questo ascoltava in silenzio.
<<Questo vantaggio ci servirà quando attaccheremo l'Istituto. Hanno già dimostrato di essere tecnologicamente superiori a noi. Il che significa che non sappiamo di quali armi dispongano nel proprio arsenale. Le nostre tattiche e superiorità numeriche dovrebbero fare la differenza, o almeno lo spero.>>
<<Noto dell'insicurezza nelle tue parole, Paladino.>>
Commentò la donna mentre carezzava il suo compagno canino, che guaiva spaventato.
<<Affatto. Per attaccarli ci serve una strategia. Sicuramente l'anziano Maxson ne avrà già una per quando arriveremo.>>
L'uomo guardava fuori dal Vertibird, in quelle strade abbandonate. A volte abitate da predoni erranti. Il suo sguardo era perso, per certi versi malinconico. Come se provasse pietà.
<<Vorrei che tutti laggiù credessero nella nostra causa. Non si rendono conto che la Confraternita rappresenta l'ultima speranza per l'umanità! Troppa disinformazione dilaga... Ogni uomo, donna o bambino corre un pericolo mortale laggiù. È nostro dovere purificare il Commonwealth e sarò lieto di versare ogni goccia del mio sangue se servirà ad assicurarci la vittoria.>>
Un discorso davvero incoraggiante, così tanto che portò ella a sorridere all'uomo. Sebbene la Confraternita non fosse completamente pura, la determinazione di Danse era innegabile e ciò portava lei a darsi forza. Forse il compito di un Paladino era anche quello di tenere alto il morale dei soldati.
Il velivolo era finalmente approdato sulla pista di atterraggio, e i tre scesero. Toccando con i propri piedi la superficie fredda e metallica dell'enorme struttura volante.
Rei si sentiva disorientata, non era esattamente come mettere i piedi a terra e l'altezza così elevata non aiutava molto a restare calmi.
<<È passato molto tempo da quando ho ci ho messo piede. Seguimi, ti porto dal lanciere capitano Kells. Rispondi a tutte le sue domande, mi raccomando.>>
<<Sì, signore.>>
Annuì lei, seguendo il Paladino lungo il ponte. All'ingresso delle scale vi era un uomo di altezza media, cappello da marine e di colore. Aveva uno sguardo piuttosto severo, doveva essere lui il capitano Kells. Danse si rivolse con tono deciso.
<<Signore, chiedo il permesso per entrambi di salire a bordo.>>
<<Permesso accordato. Bentornato, Paladino>>
Disse facendo il saluto della Confraternita e tornando composto poco dopo.
<<Lascia che sia il primo a congratularmi per il successo della missione. Lei... dev'essere la nostra nuova recluta.>>
<<Sì, signore. L'ho promossa sul campo al grado di Iniziato e vorrei consigliarne personalmente l'ingresso nei nostri ranghi.>>
<<Abbiamo letto i tuoi rapporti. Sarai felice di sapere che l'Anziano Maxson ha approvato la tua richiesta e affidato la recluta alle tue cure.>>
Disse il capitano e Rei rimase perplessa da quell'ultima frase. Vuol dire Danse l'avrebbe accompagnata?
Il Paladino ebbe ordine di rimanere sul Prydwen in attesa d'istruzioni. Quindi lasciò la donna a parlare con Kells ed entrò dentro il ponte di comando. L'ufficiale sbatté il piede a terra richiamando l'attenzione di lei, che andò sull'attenti da vero soldato.
<<Dunque tu saresti la recluta che il Paladino Danse ha preso sotto la sua custodia. Non mi sembri affatto un soldato.>>
<<Le apparenze possono ingannare. Cavaliere, Lanciere, Capitano... ehm, signore.>>
Disse lei non ricordandosi il grado dell'uomo, oltre che essere sottopressione. Il superiore sembrava molto diffidente verso le nuove reclute, in tempi di guerra non potevi mai sapere chi era una spia. Quindi raccomandò alla donna di non commettere azioni avventate o di non fare come vuole.
Anche se burbero, non poteva dargli torto. Quindi Kells si congedò dalla donna e la invitò a raggiungere il ponte di comando per il discorso dell'Anziano. Inoltre questo sembrava interessato a parlare con lei personalmente.
Prima di attraversare la porta, venne accolta da due Cavalieri in armatura atomica che sorvegliavano l'ingresso. Per fortuna arrivò appena in tempo.
L'Anziano Maxson... sembrava parecchio giovane, ironicamente dal suo grado. Non sembrava avere più dell'età di Railey, ventotto anni. Aveva una lunga cicatrice lungo la parte destra del viso e una folta barba. Era vestito con una giacca invernale che nascondeva l'uniforme della Confraternita. Quella giacca era adatta sia per i combattimenti e come abito formale in veste di Anziano.
Vi erano diversi Cavalieri, scribi e reclute ad assistere al discorso. Quindi lei si mise ad ascoltare stando sull'attenti come gli altri.
<<Fratelli e sorelle, la strada che abbiamo percorso per arrivare fin qui è stata lunga e tortuosa. Ognuno di voi ha superato le mie aspettative, accelerando il nostro arrivo nel Commonwealth. Avete compiuto questa incredibile impresa senza uno scopo e senza indicazioni, ma soprattutto, senza esitazione. Ora che il dirigibile è in posizione, è arrivato il momento di svelare il nostro obiettivo e la nostra missione. Nel Commonwealth, si annida un cancro. Esso è noto con il nome di "Istituto", un tumore maligno, che va estirpato prima che possa infettare la superficie. Stanno sperimentando tecnologie che rischiano di portare alla distruzione del mondo una seconda volta. Gli scienziati dell'Istituto hanno messo a punto un'arma che va oltre la natura distruttiva della bomba atomica. Chiamano la loro creazione "il sintetico", un abominevole robot capace di libero arbitrio e di nascondersi sotto spoglie umane. Il concetto che una macchina possa pensare liberamente non è solo offensivo, ma incredibilmente pericoloso. E per come la bomba atomica, se non viene trattata nella maniera corretta, ha il potenziale di annientare la razza umana. Non me ne starò qui senza fare nulla mentre gli scienziati dell'Istituto procedono con i loro esperimenti! Pertanto, dichiaro l'Istituto e i sintetici, nemici della Confraternita d'Acciaio! Da eliminare rapidamente e senza alcuna pietà. Questa campagna ci costerà cara e richiederà il sacrificio di molte vite, ma alla fine riusciremo a salvare l'umanità dal suo peggior nemico... se stessa. Ad victoriam!>>
E quell'urlo di battaglia riecheggiò in tutta la stanza, dato che lo ripeterono tutti quanti, Rei inclusa.
Era letteralmente una dichiarazione di guerra, ma sicuramente sapeva come alzare il morale delle truppe. Dopo il discorso, il resto dei soldati uscirono dalla stanza, tornando ai loro doveri. Adesso erano solo l'Anziano, l'unica sopravvissuta e Dogmeat. Finalmente al cospetto di Arthur Maxson, l'autorità suprema della Confraternita. Rei si avvicinò per parlargli, e questo, come se avesse intuito chi si trovasse di fronte, prese a parlare.
<<Ci tengo a loro, sai. Alla gente del Commonwealth.>>
La donna annuì, sebbene la sua visuale fosse un po' sfocata a causa della ferita all'occhio destro. Anche se riusciva a vedere chiaramente in volto il suo interlocutore. Un uomo deciso, ma insicuro per certi versi.
<<Lo vedo. Stanno giocando col fuoco e noi dobbiamo correre a salvarli.>>
<<Esattamente. Spero solo di essere ancora in tempo. Non posso permettere si ripetano gli errori del passato.>>
Disse l'Anziano con tono per certi versi malinconico. Rei rimase composta, come in addestramento le era stato insegnato.
<<Servirò la Confraternita al meglio delle mie possibilità. Mi dia solo un ordine e lo eseguirò.>>
Maxson era stupito da tanta compostezza, ma non si scompose e replicò a lei con tono deciso.
<<Devi prenderti le tue responsabilità per questo pianeta. A giudicare dalla tua uniforme, direi che fai parte dei Minutemen. Non rappresenta un fastidio, ma devi sapere quando quei civili devono stare al proprio posto e lasciare che i guerrieri scendano in campo. Tuttavia, dai rapporti del Paladino Danse, sei sulla giusta strada per divenire un'ottima risorsa. Non potevi ottenere una raccomandazione migliore, lo considero il mio ufficiale più fidato.>>
L'aver incontrato Danse fu una vera fortuna, non solo era un brav'uomo, era anche una persona capace di farle fare carriera tramite raccomandazioni. Del resto, chi non accetterebbe? Maxson però, non aveva finito.
<<Da questo momento, ti conferisco il grado di Cavaliere. Ti assegniamo inoltre un'armatura atomica, come si addice dal tuo titolo e per proteggerti sul campo di battaglia. Indossala con orgoglio.>>
<<Farò del mio meglio per esserne all'altezza.>>
Rei annuì, e poi l'attenzione dell'Anziano si spostò verso il compagno canino della donna. Sul suo volto era possibile scorgere un sorriso, poi si avvicinò per carezzarlo sotto al muso.
<<Tu invece, sarai lo scudiero accompagnatore di questo Cavaliere.>>
Sebbene mantenesse una facciata da duro, era abbastanza ovvio che anche a Maxson piacessero molto i cani. Gli animali domestici nella Confraternita erano ben accetti, tenevano alto il morale dei soldati ed erano un'ottima compagnia.
L'Anziano si rimise composto e diede un'occhiata più approfondita alla donna, notando la benda che le avvolgeva l'occhio destro.
<<Permettimi di soddisfare la mia curiosità, Cavaliere. Come ti sei procurata quella ferita?>>
<<Prima di venire qui ho affrontato una dura battaglia, dalla quale ne sono uscita vincitrice, seppur ferita.>>
<<Capisco. Allora come tuo primo ordine: hai quello di farti curare quell'occhio in infermeria. Poi, quando avrai preso confidenza con lo staff del Prydwen, raggiungimi sul ponte di volo per nuovi ordini. Benvenuto a bordo, soldato. Rendici fieri di te.>>
E dopo quelle parole di speranza, l'Anziano si congedò.
L'unica sopravvissuta iniziò a farsi strada nella grande struttura del Prydwen. Una scala l'avrebbe portata nel piano superiore, dove vi erano i dormitori. Una volta salita, trovò il Paladino Danse ad accoglierla.
<<Eccoti. Come è andata con l'Anziano Maxson?>>
Se Rei dovesse dare una risposta, poteva dire normale. Le parole di Maxson erano piuttosto dure, ma allo stesso tempo vedeva un uomo che voleva salvare l'umanità, anche se ciò voleva dire essere pronto a tutto. La cosa più curiosa, era come questo fosse giovane per il suo ruolo, infatti la donna non lo nascose.
<<Mi sembra piuttosto giovane rispetto agli altri. La cosa non ti mette a disagio?>>
<<Non lasciarti ingannare dalla sua età.>>
Disse Danse sottolineandolo molto chiaramente. Nel mentre parlavano, Rei gli chiese se potesse accompagnarla in infermeria e lui acconsentì.
<<Maxson è un brillante stratega, un formidabile combattente e possiede una visione idealista sul futuro della Confraternita. Lo seguirei fino in capo al mondo, senza fare domande.>>
<<Davvero? Incredibile... Mi sembra davvero una persona con una grande passione, crede fermamente in tutto ciò che dice.>>
<<Esattamente! Senza di lui saremmo persi. Spero solo tu ti renda conto del rischio che sto correndo nel gettarti nella mischia così velocemente. Non voglio essere scortese con te, Rei. Però se dovessi fallire, ne pagheremmo entrambi le conseguenze.>>
Sembrava realmente preoccupato, come se una cosa del genere l'avesse già vissuta. O forse era solo un tipo molto cauto. Rei gli sorrise, volendolo rassicurare.
<<Mi hai vista, no? Posso sopravvivere a molto peggio.>>
<<Bene, perché ci attende parecchio lavoro da fare e non voglio che qualcosa vada storto. E siccome mi hanno affidato alla mia custodia, ti consiglio di portarti con me. Ti seguirò ovunque servirà il mio aiuto.>>
Quindi Danse era diventato a tutti gli effetti un suo alleato. Potrebbe portarlo a Sanctuary, un uomo in più a difendere l'insediamento faceva sempre comodo. E in generale, era una buona compagnia. Rei era davvero felice di averlo al suo fianco.
<<Non sai da quanto aspettavo questo momento, Danse. L'avevo detto che siamo una bella squadra.>>
<<Sono d'accordo.>>
Arrivarono finalmente in infermeria. Il lanciere capitano Cade non solo amministrava le scorte mediche che arrivavano dai loro rifornitori, ma era anche il capo dottore e chirurgo del Prydwen.
Dopo aver fatto alcuni accertamenti, era il momento di ricucire quell'occhio. Per fortuna Kellogg non aveva affondato bene il colpo, altrimenti Rei avrebbe perso l'occhio. Quindi somministrata un po' di anestesia, poté procedere con la delicata operazione. Che non durò moltissimo, si assicurò che l'occhio fosse intatto e aveva ripulito e ricucito la ferita. Dopo un'oretta la donna si risvegliò su una brandina lì accanto e ovviamente c'era Danse ad attenderla.
L'unica sopravvissuta si accorse di poter vedere tranquillamente dall'occhio destro, così andò a vedersi allo specchio. Il dottore aveva fatto un ottimo lavoro, anche se i punti erano ben visibili.
<<Ti potrebbe rimanere una cicatrice, ma non hai subito alcun danno alla cornea. Sei a posto soldato, puoi andare.>>
La donna ringraziò, e insieme al Paladino e Dogmeat, si fecero strada dentro il Prydwen. Accanto all'infermeria vi era la sezione archivi, dove il Censore Quinlan: un uomo sulla mezza età, occhialuto e dall'aria indaffarata; gestiva le richieste di documentazione tecnica che riceveva. Esso era anche il capo-scriba, che mandava questi nelle varie pattuglie di ricerca per tecnologie particolari del vecchio mondo. Rei poteva aiutare le pattuglie, e portare documentazioni tecniche che trovava in giro, in cambio avrebbe ricevuto dei tappi come ricompensa.
Lungo il corridoio si proseguiva verso la sala rinfresco, dove diversi soldati di prendevano una pausa mangiando qualcosa. La donna notò qualcuno di particolare, un uomo dall'aria disorientata e quasi... spaventato in un certo senso. Anche se i capelli erano molto più curati, non c'erano dubbi, era l'anziano Paladino Brandis. Il capo della squadra perduta della Confraternita. Rei gli andò incontro questo rimase stupito nel vederla.
<<Railey... Parker. Avevo perso la speranza di rivederti.>>
<<Salve, Paladino. Bentornato a casa.>>
E lei fece il saluto della Confraternita in segno di rispetto. Cosa che Danse apprezzò moltissimo, dato che gli piaceva quando un soldato obbediva e portava rispetto ai propri superiori.
Brandis e Danse si guardarono negli occhi, fra i due c'era un profondo rispetto. Nella Confraternita erano tutti fratelli e sorelle, per questo rivedere anche membri sopravvissuti faceva che piacere.
<<È bello sentirselo dire.>>
Disse il Paladino anziano, anche se il suo sguardo sembrava lo stesso spaesato.
<<Non so se qui troverò posto. Sono stato assente per troppo tempo, forse la Confraternita non fa più per me. Ma ci proverò! Lo devo a te... e alla mia squadra. Grazie di avermi dato una seconda occasione.>>
<<Grazie a te di avermi ascoltata. Sono davvero felice che tu sia di nuovo fra noi.>>
Rei rispose con un sorriso. Poco dopo si congedarono da Brandis, così da proseguire per il Prydwen.
Danse la portò nell'officina dove vi erano le loro armature atomiche personali: delle T-60 con lo stemma della Confraternita, modelli molto più avanzati e resistenti della T-45.
Qui incontrarono il Censore Ingram, una donna anziana dai capelli rossi, paraplegica che però usava il telaio di un'armatura atomica come esoscheletro per riuscire a camminare. Lei era il tecnico del Prydwen, si dedicava ai progetti più importanti e riparava le varie armature e attrezzature di bordo. Come detto da Maxson, Rei poteva avere accesso a una sua armatura atomica T-60, così il Censore gliela fece vedere. E rispetto alla T-60 di Danse, che aveva delle decorazioni rosse come verniciatura, quella di Rei era completamente argentata. Questo cambio di colori distingueva i Paladini dai Cavalieri.
Ovviamente l'unica sopravvissuta non vedeva l'ora di indossarla, così aprì la valvola dietro l'armatura e ci entrò dentro. Sembrava molto più comoda rispetto a quelle indossate in passato. Danse sembrò apprezzare tutto ciò, tanto che annuì e disse...
<<Questo sì che è un armamento!>>
<<Puoi dirlo forte, non voglio più togliermela.>>
Rei e Danse erano abbastanza simili su molti aspetti, si esaltavano su argomenti di tipo militare.
Finirono il giro turistico con il Censore Teagan, il commerciante della nave che si occupava delle scorte di munizioni, armi, e armature normali o atomiche. C'erano altri posti da esplorare, come la cabina assegnata a Rei, ma immaginava che l'avrebbe vista più avanti. Maxson li stava aspettando sul punto di volo.
Si diressero lì, l'Anziano stava guardando l'orizzonte, verso quella che sembrava un'isola vicina all'aeroporto di Boston. In poco tempo erano arrivati dall'altra parte del Commonwealth.
<<Ora che hai fatto conoscenza con l'equipaggio, possiamo procedere con il tuo prossimo incarico?>>
<<Naturalmente, Anziano. Sono pronta.>>
L'uomo a capo della Confraternita accennò ad un sorriso e si girò nuovamente verso l'isola accanto.
<<Guarda laggiù. Quella è Fort Strong, ed è infestata dai supermutanti. Il pensiero di averli così vicini mi da il voltastomaco... Come se non bastasse, sono sopra un carico di munizioni per il Fat-Man che potrebbero tornarci utili per la missione.>>
Quindi l'obiettivo era molto semplice: eliminare tutti i supermutanti e mettere al sicuro lo scorta di armi. E sebbene all'unica sopravvissuta non stesse molto bene l'utilizzo di testate atomiche, seppur piccole. Meglio in mano alla Confraternita che ai mutanti.
<<Consideri quei mostri già morti.>>
Disse Railey facendo battere il pugno d'acciaio contro il palmo dell'altra mano. Era ovvio che non vedesse l'ora di entrare in azione.
Maxson era abbastanza preoccupato che quei mutanti potessero avere un arsenale nucleare. Non era solo svantaggioso militarmente, ma poteva essere pericoloso anche per i civili, e la Confraternita difendeva anche questi.
Rei sarebbe andata insieme a Danse sul posto, c'era un Vertibird pronto ad aspettarli. Così ci salirono e la donna si mise alla mira del mitragliatore a canne rotanti. Prima di entrare nell'armeria di Fort Strong, dovevano uccidere i mutanti nel cortile. E si dia il caso, che vi fosse anche un supermutante Behemoth ad attenderli.
Stare in mezzo a quella raffica di proiettili era pericoloso anche per un Vertibird, poi l'enorme bestia lanciava macigni contro di loro. Fortunatamente era di mole molto lenta e quindi erano facilmente evitabili.
L'unica sopravvissuta prese a sparare col mitragliatore verso il Behemoth e anche Danse offriva fuoco di supporto. Il gigantesco mutante morì dopo pochi secondi di proiettili continui e anche quelli nei paraggi non fecero una bella fine.
Il velivolo atterrò e anche i tre scesero per farsi strada lungo il cortile, eliminando il resto dei nemici. Arrivarono al portone della struttura di Fort Strong ed entrarono. L'interno era tappezzato di sacchi di carne putrefatta e scheletri umani sanguinanti. Non osavano nemmeno immaginare che atrocità avevano commesso quei mostri, una ragione in più per ucciderli tutti.
Danse e Rei si divisero per coprire più aree e fortunatamente la strategia funzionò. Un ascensore li portò nel piano inferiore, dove l'odore di putrefazione era alto, c'era la più grande concentrazione di cadaveri. Però, vi erano anche gli ultimi supermutanti, che sterminarono con successo e finalmente ebbero accesso all'armeria.
Rei
Ormai dovrebbero chiamarmi "Rei la ripulitrice" oltre che "Rei il soldato" o "Generale dei Minutemen". In pochi minuti abbiamo fatto proprio un bel casino. Danse sembra concordare col mio pensiero. Ripone il fucile e mi rivolge la parola.
<<Guarda questo posto, devi odiare i mutanti almeno quanto me.>>
<<Beh, non sono di certo le creature più simpatiche del Commonwealth. Tu invece?>>
Lui sospira, come se dovesse ricordare qualcosa che preferiva tenere per sé, ma immagino gli faccia bene parlare un po'.
<<Sono responsabili della morte di un mio caro amico, il Cavaliere Cutler. Per questo ti dico che la parola "odio" è troppo gentile. Questi mostri dimostrano ancora una volta quanto siano stati ciechi gli umani. Ho combattuto per anni nel tentativo di porre fine a questa follia. E quando sembra che ce l'avessimo fatta, sono arrivati i sintetici.>>
Dopo un problema se ne presenta un altro, insomma. Ci sono così tante cose che mi sono sfuggite in due secoli. Mi chiedo da dove nascano questi mostri verdi.
Però Danse ha ragione, ho visto quel che fanno agli umani, sarebbe un vero disastro se vincessero loro.
<<Non ho intenzione di annoiarti con la mia retorica. Voglio solo che tu comprenda l'importanza della nostra missione.>>
Mi dice lui dopo aver sospirato.
<<Lo comprendo benissimo, Danse. E siccome io e te passeremo molto tempo insieme, potresti venire a Sanctuary Hills con me.>>
<<Mi sembra un buon piano. Però... i tuoi amici Minutemen mi accetteranno? Voglio dire, so quanto possano essere diffidenti verso la Confraternita. E non gliene farò una colpa, l'ignoranza dilaga anche di questi tempi.>>
Ed io ridacchio alla sua risposta. Non importa di che natura siano i miei compagni. Sanctuary è un territorio neutrale, quindi non c'è spazio per le discriminazioni di alcune genere.
<<Fino a prova contraria, io sono il loro generale e hanno fiducia in me. Quindi se dico che sei un tipo a posto, non avranno da ribattere.>>
Mi sembra più sollevato dalla cosa.
Dopo che le truppe giungono alla nostra posizione, noi possiamo abbandonarla per tornare sul Prydwen tramite Vertibird.
Facciamo così rapporto all'Anziano Maxson. Ho mai detto quanto sia figo? È davvero un bell'uomo... peccato sia il mio superiore. Non che Danse non lo sia, ma se dovessi scegliere.
Messi da parte questi pensieri, scendiamo nuovamente dal Prydwen. E perché usare i Vertibird, quando possiamo lanciarci nel vuoto e atterrare senza un graffio? Adoro saltare giù nel vuoto con l'armatura atomica! Mi da un senso di potenza, oltre che d'immortalità. E questa sensazione ce l'ha anche il mio nuovo compagno. Dogmeat invece l'hanno scortato con il Vertibird. Sembra piacere molto ai soldati.
Dopo varie ore di camminata dall'aeroporto di Boston, siamo finalmente arrivati a Sanctuary.
Ho fatto costruire una torretta in legno e metallo a posta per MacCready, in modo che possa colpire qualunque bersaglio non identificato in avvicinamento, eccetto Minutemen e carovanieri. Faccio quindi col pollice il nostro segnale segreto e lui capisce che sono io.
Mi giro quindi verso il Paladino e mi levo il casco dell'armatura per guardarlo in volto.
<<Danse, benvenuto a Sanctuary!>>
Troverò il modo di far andare d'accordo il mio esercito con la Confraternita. Il Commonwealth è quello che è. Dobbiamo essere tutti uniti sotto un'unica causa.
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