𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨
Hongjoong stava male, ma non fisicamente, bensì emotivamente. Sapeva che dopo ciò che avevano appena fatto non poteva fare finta di niente, non poteva continuare a credere che dire 'Tu non mi piaci' sarebbe bastato per far credere all'altro che non voleva veramente stare con lui. In realtà, ad Hongjoong stava iniziando a piacere tutto di Seonghwa, ma era troppo combattuto con sé stesso per fare qualcosa a riguardo. Avrebbe dovuto spiegargli come stavano le cose per lui, come si sentiva in modo che l'altro capisse che persona era e decidesse di lasciarlo stare, lasciarlo solo, che era la cosa migliore per lui. Eppure aveva paura anche di rimanere solo, per la prima volta nella vita aveva paura di rimanere solo, dopotutto lo era sempre stato e non capiva il motivo di ciò. Forse il fatto che Seonghwa gli fosse stato accanto a lungo, che anche quando gli aveva detto di allontanarsi lui si era avvicinato, forse proprio per questo si stava creando un legame tra loro. Hongjoong non voleva essere legato a qualcuno, eppure questa volta la situazione sfuggiva al suo controllo e si ritrovava quasi in lacrime a decidere cosa fare.
«Che succede? Stai male?» gli domandò frettolosamente Seonghwa sedendosi al suo fianco, preoccupato che potesse aver fatto qualcosa di sbagliato, forse non avrebbe dovuto fare tutto quello senza la certezza che lo volesse anche l'altro, eppure non sembrava affatto disprezzarlo mentre lo faceva. «No è tutto apposto, non ti preoccupare» cercò di liquidarlo il biondo, ma l'altro non si lasciò convincere «C'è qualcosa che ti turba, te lo leggo negli occhi»,
«Da quando leggi negli occhi le persone?» rispose acidamente Hongjoong estremamente combattuto con sé stesso, se da una parte voleva dirgli la verità, dall'altra era troppo difficile farlo e preferiva continuare a comportarsi come sempre senza esporsi troppo. «Non leggo negli occhi le persone, però guardati, l'Hongjoong che ho conosciuto io non era così, era quello che mi teneva testa, che si faceva rispettare e che ironizzava su qualsiasi cosa. Se ti vedresti adesso capiresti che è palese che non sei tu» gli disse Seonghwa mettendogli un braccio dietro la schiena, «Magari sono io, magari sono fatto così, che ne puoi sapere tu?» il minore continuava a rispondere acidamente perchè non voleva mostrarsi debole, ma se tale lo era veramente, non poteva nasconderlo.
«Non lo so infatti, per questo te lo sto chiedendo» ribattè il grigio deciso a farsi dire di più, l'altro stava male e si vedeva, c'era qualcosa che lo tormentava e lui stesso si rendeva conto che aveva bisogno di sfogarsi. «Io.. non so come dirtelo» sospirò Hongjoong appoggiandosi allo schienale del divano con gli occhi che quasi strabordavano, «Dillo e basta, come ti viene, cosa cambia?» lui non capiva, secondo Hongjoong non avrebbe mai potuto capire come si sentiva, proprio per questo non voleva dirglielo. «Non posso stare con te» e dirlo fece più male del previsto, perchè era vero che sperava che si allontanasse e tornasse come prima, ma lui aveva anche un'enorme paura di restare solo di nuovo dopo aver provato cosa significa avere qualcuno che ti fa stare bene, era un'arma a doppio taglio, per quel motivo voleva che Seonghwa gli rimanesse accanto, e per lo stesso voleva che prendesse le distanze. «Va bene, e quindi?» la risposta del grigio lo spiazzò completamente, «Va bene!?»
«Beh si, cosa dovrei dirti? Non posso mica costringerti» spiegò il maggiore accarezzandogli la schiena, «Che succede, Hongjoong?» chiese poi di nuovo sperando in una risposta migliore di quelle date fino a quel momento. «Niente» ancora una volta, Hongjoong tentò di sviare la cosa, mentre dentro era sempre più vicino ad esplodere. «Non mi sembra, sono stato io ad essere rifiutato eppure quello che sta piangendo sei tu» affermò Seonghwa cercando di sembrare il più disponibile possibile, così magari avrebbe convinto l'altro a parlare, «Non sto piangendo» lo riprese il minore, che infatti non stava piangendo ma sembrava esserci vicino. «Quasi» puntualizzò il grigio per poi porgli nuovamente la stessa domanda, il dubbio che potesse essere stata colpa sua lo torturava ogni momento di più, tutto ciò che voleva era far star bene l'altro, mentre invece sembrava averlo fatto stare ancora peggio.
«Allora vuoi dirmi che ti prende? È per causa mia?» domandò con tono dolce, da dove gli stesse uscendo fuori tutta quella premura non si sa, eppure proprio quel ragazzo all'apparenza forte, ma che si stava rivelando sempre più fragile, era riuscito a farlo tornare così. «Tu non c'entri» ammise Hongjoong per tranquillizzarlo, non era affatto colpa sua quello, era solo il suo stupido essere che gli stava giocando un brutto scherzo in quel momento. Ciò che aveva fatto il maggore gli era piaciuto, ma non era stato l'atto in sé a mandarlo in crisi, bensì i sentimenti che si era reso conto di provare mentre stava appoggiato alla sua spalla con un fiume di gemiti che uscivano dalle sue labbra. «Hai presente quelle cose che dice la gente? L'amore qui, l'amore là. Ecco io non ci credo, non ci riesco proprio, per me non esiste. Io non sono fatto per provare dei sentimenti, proprio... è meglio se ne rimango lontano, capisci?» buttò fuori alla fine in un tentativo di far capire all'altro il perchè non potesse stare con lui, il fatto che Seonghwa non avesse reagito in alcun modo a quell'affermazione lo aveva stupito, e non sapeva come interpretare la cosa, forse era rimasto anche deluso da quel 'Va bene'. «Perchè dici così? Hai passato qualcosa di brutto?» chiese il grigio, e quello fu il momento in cui Hongjoong decise che era giunto il momento di dire tutto ciò che si teneva dentro da ormai troppo tempo.
«Oh no, è solo la mia vita ad essere una merda. Perchè la gente dice 'Che grande Yonghwan', 'Era bravissimo', 'Se ci fosse ancora lui non staremmo così'. Beh vuoi sapere la verità? Mio padre era solo un grandissimo stronzo, dalla testa ai piedi non c'era un solo centimetro del suo essere che lo rendesse migliore di ciò. E non sai quanto io odi cazzo ogni volta che si ricordano di me per causa sua, essere suo figlio è una condanna non un onore. Non mi ha dato niente nella vita, solo un lavoro forse, e per colpa sua odio pure quello cazzo!» iniziò ad urlare stringendo i pugni, nel giro di pochi secondi i suoi occhi si erano asciugati e Seonghwa era rimasto a bocca aperta per quell'improvvisa rabbia. «Mi ha insegnato un sacco di cose, questo è vero, e sono diventato come lui, alla fine, il frutto non cade lontano dall'albero, no? E una di queste cose è proprio essere privo di sentimenti, perciò non so che dirti se vuoi odiarmi, perchè in effetti io sono esattamente come lui, e forse mi merito di stare solo, starmi accanto ti farebbe solo male» Hongjoong odiava suo padre come non aveva mai odiato nessun altro, quell'uomo non aveva mai capito cosa volesse dire avere dei figli, a detta del biondo, se ne era sempre fregato. L'unica cosa importante per lui era il suo lavoro, ed aveva sempre visto Hongjoong solo come qualcuno che potesse portarlo avanti anche oltre la sua morte. Più volte da ragazzo si era chiesto il motivo per cui suo padre avesse deciso di sposare sua madre, sarebbe stato meglio se non lo avesse fatto così lui non sarebbe mai nato. Hongjoong non ricordava che il padre gli avesse mai detto 'Ti voglio bene', lo avesse mai abbracciato o aiutato quando aveva bisogno, per lui era sempre un 'Se non impari a risolvere i tuoi problemi da solo non crescerai mai', 'Non ho tempo per gli abbracci, Hongjoong, devo lavorare', 'Se tua madre sta male accompagnala dal dottore' cazzo era lui il dottore, eppure non gli era mai importato della famiglia, ma solo di quel dannato lavoro.
«Perchè dici così? Sai benissimo quanto io sia freddo, intrattabile, hai detto tu che sono uno stronzo. Tu sei cento volte meglio di me, e non devi fartene una colpa se tuo padre era così. Se non vuoi essere come lui, dovresti cercare di essere il suo opposto, non credi?» Seonghwa cercò di aiutarlo, non era molto bravo a consolare gli altri, però il biondo aveva bisogno di aiuto e lui avrebbe fatto il possibile per farlo stare meglio. «È difficile, sono cresciuto così, non posso cambiare di punto in bianco, non solamente perchè ho incontrato te» disse amareggiato il biondo guardando in basso, mentre l'altro continuava ad accarezzargli la schiena, non lo diceva, ma lo faceva rilassare e sperava solo che non smettesse.
«Pensi che per me sia facile accettare ciò che provo per te? Sarò sincero, mi sembra di star camminando nel vuoto, non so dove voglio andare o cosa voglio ottenere. Ma so una cosa, io sto bene con te, questo è tutto ciò che sono riuscito a capire; e mi sono detto, che senso ha ignorare la cosa? Per questo te l'ho detto. Sono estremamente confuso, non sai quanto, perchè!? Perchè fino a tre giorni fa credevo di essere etero, cazzo, pensi che mi sarei mai aspettato di fare quello che ho fatto stasera? Assolutamente no, eppure l'ho fatto, perchè volevo farlo. Non ti rendi conto di cosa mi fai? Non ho mai abbracciato veramente nessuno, sono anni che non sono sono più così dolce, i miei amici neanche sanno che posso esserlo. Ma tu sei riuscito a tirare fuori questo lato di me e non mi aspettavo che nessuno ci potesse più riuscire da quel giorno.» Seonghwa decise che parlare di sé avrebbe aiutato l'altro a capire che, per quanto brutta potesse essere stata la sua vita, non era l'unico ad averle passate tante e ad essere confuso e spaventato, parlò con enfasi sperando di riuscire a smuovere qualcosa dentro di lui. «Da quale giorno?» il biondo rimase sorpreso di sentirsi dire quelle cose, ma sotto sotto gli fece piacere sapere che era merito suo se il maggiore era diventato così dolce.
«4 ottobre 2021, il giorno in cui è iniziato tutto. Ho perso la mia famiglia quel giorno, ma già dal lavoro che faccio dovresti capirlo. Ho visto mio fratello venire travolto e ucciso dalla folla di persone, avremmo dovuto lottare tutti per eliminare la minaccia, mentre invece siamo solo stati capaci a scappare lasciando indietro i più deboli. Dovevamo essere uniti, invece ci siamo divisi nel momento del bisogno. Abbiamo avuto due infetti davanti, a pochi metri, non ci hanno toccati; stavamo correndo tra la gente e mio fratello è rimasto ucciso. Io non amo il mio lavoro, ma lo faccio, perchè quando sono fuori dal distretto, quando uccido gli infetti, sono felice, sono libero, mi sento al sicuro. È strano, no? Quelli sono i mostri, eppure io mi fido più di loro che delle persone.» continuò Seonghwa con voce quasi spezzata, ricordare quel giorno lo faceva sempre stare male, ma per fortuna era molto bravo a nasconderlo. «Quel giorno è stato una tragedia per tutti, io ho perso mia madre, penserai che sia stata mangiata da loro. Beh, no. È stata uccisa da mio padre, pensavi stessi esagerando? Non è così, eccoti la prova. Stavamo scappando, come tutti, stavo già a Gangneung, ma non in quello che oggi è il distretto. Ci siamo andati a nascondere in un garage che avevamo invece nella zona sicura, io e lui siamo arrivati per primi, lei era rimasta indietro. La inseguivano un gruppo di infetti, correvano velocemente, noi la guardavamo ma lei non riusciva ad accelerare, erano sempre più vicini all'entrata, quando mio padre chiuse la porta lasciandola fuori. Quindi si, è stata mangiata, ma per me l'ha uccisa lui.» raccontò Hongjoong, fornendo la prova di ciò che aveva detto prima, per questo lui aveva paura di provare sentimenti, perchè sua madre amava suo padre ed era rimasta uccisa da quell'amore, lo diceva spesso quando Hongjoong era piccolo, che sarebbe stato meglio se se ne fosse andata, ma poi non lo aveva mai fatto perchè per lei Yonghwan era tutto ciò che aveva, per questo Hongjoong non credeva all'amore, aveva paura che potesse farlo diventare debole e vulnerabile, e poi di rimanerne vittima come tutti.
«È brutto, lo so» disse solamente il grigio abbracciandolo e fregandosene di come avrebbe reagito, si erano aperti a vicenda, avevano ammesso ciò che più di tutti li spaventava e senza rendersene conto ciò li aveva aiutati, erano simili infondo, entrambi avevano visto morire le persone a loro più care quando avevano solo diciassette anni, e il dolore che provavano era estremamente compatibile. «Al momento, la cosa brutta è un'altra. Anche io voglio stare con te, ma non posso, non possiamo, ci faremmo solo del male» affermò Hongjoong esponendosi ancora di più, non capiva, non capiva se il maggiore volesse veramente stare con lui, ma aveva talmente tanta voglia di saperlo che decise di dirlo lui stesso. «Non lo so, non so cosa accadrebbe, ma so che se non rischi non lo capirai mai. Devi buttarti. Hai paura di farti male? Non importa, guarirai» Seonghwa voleva stare con lui, ma allo stesso tempo era ancora confuso e stava cercando di capire come fosse meglio comportarsi. «Ho paura di stare bene, stare troppo bene e poi rimanerne ferito, ecco di cosa ho paura. Non è perchè non mi fido di te, è che io non mi fido di me stesso» e lui sapeva che dopo ciò era totalmente vulnerabile, però allo stesso tempo si sentiva più leggero dopo aver urlato tutte quelle cose che non aveva mai detto a nessuno.
«Hai ragione, fa paura, ma se non provi non saprai mai come è. Devi decidere, o rischi o ti tiri indietro, io sono disposto a rischiare, tu cosa vuoi fare?» il grigio disse la verità, era disposto a provare, a imparare cosa volesse dire amare qualcuno, si sarebbero aiutati a vicenda se fosse stato necessario, era spaventato, ma nonostante tutto quello fosse nuovo per lui gli piaceva, ed era curioso di provare sempre di più. «Non sono pronto, non da solo, non ci riesco»
«Non sei solo, ci sono io, ci aiuteremo a vicenda. Non devi decidere ora, fai solo ciò che hai voglia di fare.» decise infine di lasciargli la liberta di scegliere, Hongjoong si sarebbe dovuto prendere il suo tempo per capire cosa voleva, cosa era disposto a mettere in gioco, e quanto era disposto a lottare per raggiungerlo «Va bene, ci proverò.».
«Bene, dormiamo adesso?» chiese Seonghwa dato che si era fatto piuttosto tardi e già la notte precedente avevano dormito poco. Il biondo annuì iniziando ad alzarsi per lasciare il divano all'altro, ma questi lo fermò prendendolo per un braccio «Stai qui anche tu»
«Ma non c'entriamo» tentò di negare Hongjoong prima che il maggiore lo tirasse addosso a sé per un braccio «Io dico di si, è grande».
Così si sdraiarono uno accanto all'altro e Seonghwa lo abbracciò senza pensarci due volte, e prima di addormentarsi decise di chiedergli una cosa «Ma dimmi almeno, sono... stato bravo prima?», Hongjoong rise per quanto quella domanda sembrasse strana, si stava ovviamente riferendo a quando lo aveva toccato poco prima «Si, sei stato bravissimo» rispose come se stesse facendo contento un bambino e anche l'altro sorrise. Si addormentarono abbracciati e per una notte Hongjoong avrebbe desiderato dormire più a lungo di quanto faceva di solito.
⊹⊹⊹
La mattina seguente quando Hongjoong si svegliò si sentiva ancora confuso dalla sera precedente, le parole che si erano scambiati lui e Seonghwa gli giravano nella mente e il braccio dell'altro attorno al suo busto gli faceva provare un fastidioso subbuglio nello stomaco. Ancora una volta non si erano svegliati prestissimo, ma neanche troppo tardi dato che dalle finestre aveva iniziato ad entrare luce sin dall'alba. Il biondo si era svegliato per primo pur avendo dormito meglio quella notte che tutte le altre, l'affetto di Seonghwa gli piaceva, ma come aveva detto lui stesso, non era facile superare le sue paure tutto d'improvviso.
Dopo essere usciti, avevano trovato lì vicino un auto che sorprendentemente ancora andava ed avevano deciso di usare quella per continuare il viaggio invece dei cavalli, i quali vennero lasciati liberi per le campagne. Continuare con un'auto sarebbe stato più saggio, bastava solo seguire la strada che avrebbe portato al distretto di Gunsan e sperare che fosse tutta libera, ma d'altronde quello era anche un fuori strada per tanto non avrebbero avuto molti problemi. Così si misero in viaggio, e proprio mentre la noia stava iniziando a prendere possesso del corpo di Hongjoong che stava nel sedile del passeggero, questi adocchiò quello che sembrava essere un vecchio giornale ai suoi piedi. Le pagine erano completamente sporche e alcune strappate, ma per lo meno era ancora intero e pur di fare qualcosa decise di sfogliarlo. Ridacchiò appena si accorse che si trattava di una rivista di intimo, le pagine erano piene di uomini e donne con indosso solo la biancheria intima e un corpo ovviamente perfetto, adesso non esisteva neanche più il lavoro di modello ed era praticamente impossibile rivedere una rivista del genere dopo così tanto tempo.
«Non credevo esistessero più queste cose» ammise sfogliando le varie pagine e catturando così l'attenzione del grigio al volante, «Che stai guardando?» gli chiese questi vedendolo sorridere a delle pagine di giornale, peraltro pure mezze scolorite. Hongjoong non fece in tempo a rispondere che gli occhi di Seonghwa caddero subito su quelle foto «Ma che roba è, smettila» lo riprese infastidito dalla cosa, «Non ho niente di meglio da fare» rispose il biondo scrollando le spalle e facendo innervosire l'altro «Forza togli quel coso» Seonghwa provò ad afferrarlo con la mano tenendo ancora gli occhi sulla strada, ma senza molto successo dato che il minore lo scansò verso il finestrino. «Pensa a guidare tu» disse Hongjoong volendo ormai arrivare fino in fondo alla rivista, non aveva niente da fare e almeno così poteva passare il tempo, non credeva che l'alto potesse essere geloso pure di quello.
«Toglilo subito, Hongjoong» continuò Seonghwa riuscendo ad afferrare con la mano alcune pagine e ricavandoci uno schiaffo sul dorso di essa «Lasciamelo»
«No smetti di guardare queste cose» disse Seonghwa tirando a sé il giornale mentre l'altro faceva lo stesso dal suo lato, «Tu hai dei seri problemi con la gelosia» affermò il biondo prima che la rivista si spezzasse in due e il maggiore buttò le pagine che aveva in mano nel retro dell'auto, «Può darsi».
Hongjoong rinunciò a leggere quel maledetto giornale nello stesso istante in cui Seonghwa gli afferrò la mano sinistra portandola forzatamente sulla sua coscia e tenendola ferma lì con la sua sopra, che ogni tanto toglieva per guidare. Così, il viaggio continuò con il biondo che cercava di far finta di niente e Seonghwa che sorrideva compiaciuto al ricordo di quanto fragile si fosse mostrato la sera precedente.
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-Capitolo decisamente tranquillo ma a parer mio uno dei migliori visto che FINALMENTE si sono scoperte cose, spero che vi possiate immedesimare meglio nei personaggi da adesso e capire il perché dei loro comportamenti-
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