Capitolo 8
Shouto stava fissando da mezz'ora la cartella della posta in arrivo. Gli piaceva mantenerla vuota. Odiava avere in giro cose in sospeso, o che le domande restassero senza risposta nel ciberspazio. Si occupava religiosamente della posta appena arrivata in ufficio ogni mattina e appena prima di tornare a casa ogni sera, assicurandosi che tutte le domande avessero ricevuto risposta e che tutta la corrispondenza fosse stata archiviata lasciandolo pronto per un nuovo inizio. Gli piaceva che la sua cartella della posta in arrivo fosse come la sua vita. Tutta in ordine ed evasa. Purtroppo, un messaggio solitario aveva violato quel sistema. Il tipo di messaggio che reclamava attenzione, ma che sceglivi di ignorare finché non diventava davvero critico. Al momento, però, la quantità di sforzo necessario a risolvere il dilemms che conteneva aveva raggiunto proporzioni bibliche. Di solito Shouto si occupavs in fretta di quel genere di messaggi, in modo da prevenire ogni possibilità di escalation. Con quello non l'aveva fatto. Il motivo più probabile era che non si trovava nella caetella della posta in attesa di essere gestito. Indugiava in un angolo della sua mente, dove era rimasto sepolto molto a lungo. Adesso si era fatto avanti per esigire una risposta.
Amava davvero Momo?
Il suo turbamento era tale che quella mattina aveva chiamato sua madre. L'incredulità della donna di fronte a una telefonata infrasettimanale e mattutina non aveva aiutato il fluire di quella che sarebbe stata comunque una conversazione difficile. Shouto le aveva chiesto come stava e che cosa stava facendo e poi non aveva saputo colmare il silenzio impaziente che era seguito.
Non poteva certo chiederle di punto in bianco cosa si provasse a essere innamorati. Domandarle come si era sentita tre mesi prima di sposarsi sarebbe stato altrettanto strano, così si era inventato qualche scusa e l'aveva invitata a pranzo la domenica.
Stava ancora fissando la cartella della posta vuota quando Izuku tornò con il caffè, deciso a mostrargli il profilo Facebook del suo primo ragazzo.
<<In realtà pensavo stessi scherzando, l'altra sera, quando hai detto che volevi trovare i tuoi ex troll>>, commentò il bicolore, lieto della distrazione. I troll erano stati reinstallati sulla scrivania di Midoriya proprio a quello scopo. Tutti tranne quello di Shinsou, che era stato buttato nel canale.
<<Perchè avrei dovuto scherzare?>>, chiese Izuku.
<<Be', tanto per cominciare non hai detto che il primo risale a quando andavi a scuola?>>, osservò Todoroki. <<Eravate solo adolescenti, no?>>
<<Non cominciare>>, ribattè il verdino. <<È proprio quello il punto. Eravamo solo adolescenti. Il periodo in cui innamoratsi è la cosa più favolosa, eccitante e meravigliosa del mondo. E lui l'ha rovinata. Pensavo che proprio tu tra tutti avresti capito, Shouto. Devi ricordare quant'è inebriante innamorarsi a quella tenera età. Più avanti non è più bello, credimi>>.
Il bicolore lo fissò un momento e rifletté su come sfruttare quella situazione per porre la domanda che lo tormentava tanto. Tutto il suo corpo si ribellò, mentre si costringeva a formulare l'interrogativo.
<<Quindi come è stato?>>, chiese. <<Con quel tizio>>.
<<Oh dio, lo ricordo come se fosse ieri>>. Lui si lasciò cadere di nuovo sulla sedia. <<Tutto il mio mondo ruotava intorno a Kaminari e a quanto lo desideravo. Aveva l'abitudine di andare ogni mese in questa discoteca nel paesino accanto al mio e io vivevo per quelle serate>>, disse, chiudendo gli occhi come se le stesse rivedendo. <<L'ansia di chiedersi se ci sarebbe stato il semplice potenziale romantico della serata mi facevano stare male quasi fisicamente>>. Riaprì gli occhi e si sporse in avanti. <<E i preparativi erano leggendari. La scelta dei vestiti, le prove del trucco e l'acquisto delle scarpe potevano richiedere l'intero mese per raggiungere la perfezione, finchè non arrivava la sera in questione>>. Si fermò e fece.un respiro profondo, fissandolo. <<La giornata procedeva al rallentatore finchè non iniziavano le due ore riservate ai preparativi, e poi di colpo diventava tutto accelerato e mi ritrovavo in piedi sulla soglia della sala, sul ciglio dell'alba di un amore imminente>>.
Shouto lo fissò, incapace di trovare qualcosa di altrettanto drammatico nella propria esperienza. Ricorda di aver pensato, arrivato all'università dopo essersi lasciato alle spalle il matrimonio disastroso dei genitori, che innamorasi era un disagio da sbrogliare il più in fretta possibile. Quella prima sera aveva indossato la sua migliore maglietta dei Blur, era sceso all'associazione studentesca e aveva dato un'occhiata alle altre matricole.
<<Io e Uraraka andavamo in anticipo per berci qualche Cinzano e gassosa>>, proseguì Izuku. <<Non per ubriacarci, ovvio, dato che è fisicamente impossibile ubriacarsi di Cinzano allungato in bicchieri di plastica. Ci abbiamo provato, credimi. E poi ballavamo. Oh, se ballavamo, l'unico periodio della vita in cui balli solo perchè ne hai voglia, non perché sei ubriaco. Pensavo di essere nel posto più felice e romantico del mondo quando ballavo sotto la palla da discoteca con la mia borsetta tattica di pelle bianca lucida>>.
Todoroki ricordò che il bar studentesco era fumoso e sudicio e che all'inizio non era stato molto colpito dai futuri studenti che bevevano birra scura, danzavano tristi a ritmo di canzoni mai sentite e si sbronzavano di brutto per poi limonarsi qualcuno poco attraente con cui avevano scambiato a stento due parole.
<Ricordo che quando Denki entrava tutto il mio corpo tremava per l'agitazione>>, disse Midoriya.
L'altro ricordò che il quinto giorno aveva notato Momo seduta tranquilla in un angolo accanto a una ragazza in lacrime. Annuiva paziente, la sua coda di cavallo corvina leggermente disordinata ondeggiava con delicatezza.
<<Ogni mese, studiavo i tempi per far coincidere le mie spedizioni in bagno con il momento in cui lui usciva a fumarsi una sigaretta nella speranza che potessimo sbattere l'uno nell'altro, e se fossi andato a sbattergli contro forse mi avrebbe parlato, e se mi avesse parlato e io fossi riuscito a sincronizzare tutto al secondo in modo da farlo coincidere con l'inizio dei lenti forse mi avrebbe chiesto di ballare, e se avessimo ballato un lento poi di certo ci saremmo baciati perché era quello l'unico motivo per cui un ragazzo ti invita a ballare, giusto?>>, disse il verdino senza fiato.
<<Immagino di sì>>, rispose Shouto, ricordando che lui era andato subito verso Yaoyorozu. <<Posso rubarti un minuto?>>, era stata la sua geniale battuta. Lei lo aveva guardato sbattendo le palbebre, confusa da quella confidenza, prima di capire cosa stava facendo. Poi si era alzata con grazia e aveva detto alla tizia in lacrime di andare a chiamare il suo ragazzo prima di seguire Todoroki fuori. Gli aveva sppiegato che la sera prima la sua compagna di stanza era andata a letto con un altro e adesso non sapeva che raccontare al ragazzo che aveva da quattro anni a casa. Le sue parole successive erano state musica per le orecchie del bicolore. <<Non mi piace piangere. È un tale spreco di energie. Se qualcosa va storto, concentri ogni energia nel tentativo di risolverlo. Non scappi in un pianto isterico sperando che una soluzione spunti dal nulla>>. Aveva scosso la testa e preso un piccolissimo sorso di vino bianco da un bicchiere di plastica. Una donna che non amava le emozioni forti o i pianti. Una donna razionale. Shouto aveva capito all'istante di averla trovata. La donna di cui si sarebbe innamorato. Era proprio il tipo d'amore che stava cercando. Non quello con cui era cresciuto, pieno di inganni e menzogne e patetiche speranze insensate. No, era convinto che quello sarebbe stato l'amore giusto. Un amore che sarebbe cresciuto in modo lento e discreto, senza dolore o bisogno alcuno di lacrime femminili.
Fu riscosso dal suo sogno ad occhi aperti dal suoni della voce di Midoriya che cantava.
<<E quello che cavolo era?>>, chiese.
<<Never Gonna Give You Up, Rick Astley>>, dichiarò il verdino. <<C'era quella canzone, la prima volta che ci siamo baciati davanti al bagno delle donne>>.
<<Che... Romantico?>>, azzardò Todoroki.
<<In realtà no>>, disse Izuku.
<<No?>>
<<No>>, spiegò lui. <<Baciava come una lavatrice e poi mi ha portato dietro l'angolo e ha cercato di togliermi la camicia>>.
<<Simpatico>>, disse Shouto. <<Quindi la cosa è finita lì?>>
<<Non essere sciocco. Mi sono seduto a casa e ho aspettato che mi chiamasse, ovvio. Baci di merda e aggressività non mi hanno fatto cambiare idea. E a essere onesti lui ha chiamato e siamo usciti insieme durante le vacanze estive. È stato meraviglioso. Mi sentivo in paradiso>>. S'interruppe, mentre il suo volto si rabbuiava. <<Poi siamo tornati a scuola e il primo giorno sono corsa da lui. Si comportava in modo strano ma ho pensato fosse solo perchè voleva chiaccherare con i suoi amici, così gli ho detto che ci saremmo visti a pranzo. Lui si è girato davanti a tutti e ha detto che non avrebbe pranzato con me perchè non stavamo più uscendo insieme. Ha detto che ormai lo annoiavo. Che era uscito con me solo perchè il suo migliore amico Mineta aveva passato l'estate all'estero e a lui serviva qualcosa da fare. Ma adesso Mineta era tornato e non aveva più bisogno di me. Mancava una settimana al mio sedicesimo compleanno. Ho pianto tutto il giorno>>.
Midoriya sembrava sul punto di scoppiare in lacrime. Lacrime vere, per un ragazzo che aveva amato più di vent'anni prima.
<<Sai qual è la cosa davvero triste?>>, chiese, tirando rumorosamente su con il naso. <<Da allora non ho mai più sentito il cuore balzare in gola in quel modo quando un uomo entrava in una stanza. Per questo tu sei così fortunato>>, disse. <<Il tuo amore è iniziato con il batticuore. Puri batticuori adolescenziali. Quanto è straordinario?>>.
Lui non ricordava assolutamente nessun batticuore, in nessun momento. Cos'era quella storia? Nessuno aveva mai accennato ai batticuori. Per lui e Momo non c'era stato nulla di così energetico. Erano soltanto scivolati in una relazione tranquilla, priva di tutti i drammi o gli stress che osservavano con supponenza nelle relazioni degli amici. L'università era passata senza scossoni e avevano comprato casa la settimana dopo essersi laureati, il che aveva permesso a entrambi di concentrarsi sulle rispettive carriere. Quando lui era stato promosso capo reporter, e con Yaoyorozu sempre più vicina a diventare socia dello studio legale, era sembrato il momento logico per sposarsi. Logico. Proprio come piaceva a lui. Ora, per qualche motivo, con l'incombere del matrimonio si ritrovava bombardato da pensieri illogici. Pensieri che si stava sforzando di rendere razionali.
<<Quindi è per questo che farò innamorare Denki di me>>, disse Izuku, agguantando il troll calciatore dalla scrivania e lanciandolo in aria. <<Poi lo mollerò sul più bello. Lo farò sentire esattamente come mi sono sentito io>>.
"E adesso cosa sta dicendo?'', si chiese Todoroki. Che avrebbe fatto innamorare di lui un tizio che non vedeva da chissà quanto tempo, magari anche etero adesso, come se non fosse niente? Funzionava così? Non ci capiva davvero nulla.
<<Pensi che non sia una buona idea?>>, domandò il verdino.
<<Immagino di sì>>, rispose l'altro del tutto sconcertato. <<Sarà davvero così facile far innamorare Kaminari di te?>>.
Il verdino si zittì e lo guardò sbattendo veloce le palpebre.
<<Non pensi che possa riuscirci, vero?>>, disse in tono un po' accusatorio.
<<No. No, non ho detto questo>>.
Izuku distolse lo sguardo, nascondendo il viso.
<<G-grazie>>, borbottò, prima di pprendere un fazzoletto di carta e soffiarsi il naso.
Shouto notò i suoi occhi colmi di lacrime.
<<Che c'è? Perchè stai piangendo?>>, chiese.
<<N-non sto piangendo>>, rispose l'altro, tirando su con il naso.
<Non dire così>>, protestò lui. <<Stai piangendo. Lo vedo>>.
<<No, davvero, è solo... È solo che, sai, hai detto... che sarebbe impossibile che qualcuno possa innamorarsi di me>>.
<<No, non è vero>>.
<<Sì che è vero>>, ribattè Midoriya, nascondendo gli occhi nel fazzolettino.
<<Quando l'avrei detto?>>
<<Proprio adesso>>.
<<Non è vero>>.
<<Sì>>.
<<No>>.
<<Sì. Hai detto che non pensavi che sarei riuscito a far innamorare Denki di me>>. Fu sopraffatto da un'altra ondata di lacrime.
Come era successo? Per questo evitava l'amore. Iniziavi a parlarne e potevi stare certo che le lacrime femminili sarebbero spuntate dal nulla, garantito. Non sapeva cosa fare. Yaoyorozu non piangeva. Se qualcosa la disturbava lo metteva seduto con calma e gli spiegava con chiarezza cosa aveva fatto di sbagliato, gli chiedeva educatamente di scusarsi e poi illustrava cosa poteva fare per evitare che il problema si ripresentasse. A volte la cosa lo faceva sentire un po' come uno studente convocato nell'ufficio del preside, ma preferiva sempre quello alle lacrime. Far piangere una ragazza, o in questo caso un ragazzo, non lo faceva sentir bene. Gli ricordava troppo quando si svegliava nel cuore della notte con il suono di sua madre che singhiozzava nella stanza accanto.
<<Per favore, smetti di piangere>>, lo implorò. <<Mi dispiace tantissimo. Non volevo turbarti, lo giuro>>.
Si guardò intorno alla disperata ricerca di una via di fuga. Non voleva stare lì. Non voleva pensare o parlare di amore e non voleva stare seduto accanto ad Izuku in lacrime.
<<Non dovrebbe essere così difficile>>, borbottò il verdino, gettando il fazzolettino e trascinando il mouse fino a mostrare una foto sullo schermo. <<Guarda, non c'è dubbio che sia un viscido. Mi basterà indossare dei pantaloni attillati>>.
Shouto guardò la fotografia, ma qualcosa di molto caro al suo cuore lo distrasse dalla bionda seminuda.
<<Be', quel tizio non può essere poi così male>>, disse.
<<Perchè?>>
<<Be' tifa per il Manchester City>>. Concentrato sul fatto che Kaminari indossasse una maglietta della sua squadra preferita, prese il mouse da Midoriya. <<Vediamo se ha qualcosa da dire riguardo allo spettacolo vergognoso di ieri sera>>.
Cliccò sul profilo di Denki e lo ispezionò in cerca di commenti sulla partita. <<Sa il fatto suo>>, disse, annuendo di fronte ad alcune osservazioni molto acute. <<Un tipo intelligente>>.
<<Cosa stai facendo?>>, chiese Izuku, che sembrava turbato quasi come quando credeva che Todoroki l'avesse accusato di non ispirare amore.
<<Scusa, scusa>>, disse il bicolore, facendo un balzo indietro. Per un attimo aveva perso di vista la situazione. Il calcio l'aveva portato in un posto sicuro e lontano dal suo tumulto interiore, ma gli aveva fatto dimenticare la ragionebper cui Izuku stava guardando la pagina di Kaminari.
<<Non puoi metterti tra un uomo e la sua squadra del cuore>>, disse, a mo' di scusa poco sentita.
Il verdino corrugò la fronte e l'altro pregò che non ricominciasse a piangere.
Non lo fece.
Iniziò incece a sorridere. Un gran sorriso a cui potevi reagire solo imitandolo.
Rimasero lì seduti a sorridersi.
Shouto non aveva la minima idea del perchè lo stesse facendo.
<<Sei un genio>>, disse Midoriya, saltando In piedi e abbracciandolo.
''Ma che diavolo'', pensò l'altro. In trentaquattro anni non aveva mai avuto una mattinata più sconcertante.
<<Mi aiuterai, non è vero?>>, lo implorò il verdino, appoggiandosi allo schienale. <<Ho bisogno di farti qualche domanda su tutto questo>>.
<<Di che stai parlando?>>
<<Calcio!>>, urlò lui. <<Ho bisogno di qualcuno che sappia tutto ssul calcio. Andiamo, ti offro il pranzo e ti spiego>>.
Gli sorrise raggiante, con aria follemente felice. Grazie a Dio. Midoriya si era già messo il cappotto e gli stava porgendo il suo. Lui si alzò. Al pranzo e al calcio non si diceva mai di no. Qualunque cosa era meglio che passare altro tempo da solo con l'amore e la sua testa confusa.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top