25. Arrendersi

Non capii cosa mi passò per la testa quando la mia voce formulò una questione di quel genere dinnanzi alla sua espressione furba e calcolatrice, a differenza della mia innocente e quasi inesperta durante quelle occasioni. Da un lato ero cosciente di aver usato quella scusa solo per poter cambiare la direzione di quell'assurda conversazione che mi stava causando un caldo inaspettato e soprattutto indesiderati al di sotto dei miei vestiti mentre dall'altro, forse avevo solo bisogno di assicurarmi degli eventi futuri insieme a lui. 

Non volevo velocizzare le cose con Taehyung poiché avevo paura di sbagliare tutto e secondo poi di pentirmi delle mia azioni, al contrario lui pareva avrebbe voluto bruciare tutte le tappe nel giro di qualche giorno. Se glielo avessi permesso, cosa avremmo fatto dopo? Si sarebbe stancato di me e avrebbe solamente dovuto scegliere in quale contenitore della differenziata buttarmi. Quell'ipotesi non era bella da dire e né da pensare tuttavia mi era inevitabile credere che Taehyung potesse esserne capace, non ero mai andato oltre con una persone di sesso maschile e per poterlo fare liberamente, avrei voluto prima assicurarmi di provare dei veri sentimenti verso di lui ma soprattutto avrei voluto poter mettere la mano sul fuoco per lui, senza però avere la paura di scottarmi.

Dovevo ancora studiarlo per bene, non solo come persona ma volevo specialmente studiare le sue intenzioni dietro quelle sue belle parole e dietro tutte attenzioni che mi donava e che mi ammaliavo sempre di più, facendomi diventare il cervello simile ad una pappina liquida che al solo aspetto metteva il voltastomaco. Non volevo sciogliere tutte le mie voglie e allo stesso tempo non volevo accontentare quelle sue; se avesse davvero voluto spingersi oltre con me al livello fisico lo avrei messo nella condizione di doversi spingere anche al livello sentimentale.

Era quello il mio piano e difatti lo sollecitai tramite quella proposta del tutto casuale, se non mi fossi beccato un'insufficienza non avrei mai potuto chiederglielo ma adesso che avevo un ottimo attenuante, mi ritrovai a fare una proposta che già inizialmente avevamo messo in considerazione. Io volevo potergli stare accanto ma dal momento che non era più possibile tramite il suo lavoro, dato che l'avevamo già portato a termine con una velocità quasi strabiliante, avrei utilizzato la scusa della scuola per poter trascorrere del tempo insieme a lui.

Avevo visto diversi drama in cui i due protagonisti finivano per dover studiare insieme o che uno fosse più bravo dell'altro e dunque si ritrovava quasi costretto nel doverlo aiutare, ero sempre stato curioso di voler provare quell'inconsistenza ebbrezza e così giurai di provare con tutte le mie forze per poterlo convincere ad accettare. Volevo stare al suo fianco ma naturalmente c'era anche qualcos'altro sotto; volevo davvero provare a studiare e a rimanere concentrato con una persona che io ritenevo affascinante, attraente e che era in grado di rapirmi con un solo sguardo, sarebbe stato arduo ma anche tanto eccitante.

"Ti sembra il momento di fare questa domanda?" esclamò confuso e quasi offeso dall'ingenua questione che gli avevo posto, poiché gli avevo appena rovinato quell'atmosfera romantica e suggestiva che aveva creato tra noi due quasi faticosamente.

Sin dal primo giorno in cui era venuta a mancare la sua presenza nella mia quotidianità, avevo colto dentro di me una strana e quasi spaventosa impressione che mi fece da subito allarmare; avevo avuto la percezione che senza la sua vicinanza, non sarei riuscito neppure a vivere davvero o a respirare serenamente per il semplice fatto che fossi stato privato del suo contatto. Taehyung mi era mancavo tanto in quei giorni d'assenza e per tutta quella settimana non avevo fatto altro che pensare a lui e all'idea di poterlo rivedere il più presto possibile tuttavia in quell'instante, sebbene l'avessi aspettato impazientemente, non fui capace di godermelo appieno.

Ora che l'avevo finalmente di fronte però non riuscivo a pensare ad altro se non alle mie mille paure e insicurezze che popolavano costantemente la mia mente ma ancora di più, fui colto alla sprovvista e in momento del tutto spiazzante, motivo per cui non parevo essere lucido. Mi ero appena beccato una grave insufficienza e stavo già rimuginare su tutto quello che ne avrebbe conseguito; avrei dovuto rimettermi a studiare ma ancora peggio avrei dovuto sopportare la ramanzina dei miei genitori che apparivano sempre insoddisfatti del proprio figlio.

Generalmente ero sempre stato un ottimo studente durante l'intera mia carriera scolastica, motivo per cui odiavo avere delle materie sotto poiché mi facevano sentire insoddisfatto, come se non avessi portato a termine il mio unico dovere e difatti ero solito a mettere da parte tutto il resto finché non avrei recuperare quel cattivo voto.

Avrei tanto voluto rispondere alla sua domanda in maniera onesta e avrei voluto dirgli di non far caso alle mie parole poiché erano state solamente uno stupido pretesto per assicurarmi che stesse con me ancora per un po' di tempo; non volevo comportarmi da egoista ma allo stesso tempo non volevo che si allontanasse da me così come aveva fatto quella settimana. Volevo solo essere sicuro di poter vivermi quel magnifico focolare di desideri e passioni ancora tutti da scoprire e quello era il modo più semplice e utile che mi venne in mente.

Volevo il mio biondino tutto per me.

"Sono passati un po' di anni dall'ultima volta che ho aperto un libro di scuola" rifletté ad alta voce. "Non penso di poterti essere d'aiuto" rispose infine sincero e potei notare anche un filo di scocciatura, come se fosse deluso da se stesso tuttavia nemmeno un secondo dopo, si sporse ancora verso di me con quel ghigno insopportabile. "E comunque andavo meglio ad educazione sessuale" disse chiaramente di proposito mentre io mi ritrovai a ridere quasi istericamente o forse mi aveva solamente messo a disagio tramite quel commento indesiderato.

Taehyung non perdeva mai occasione per provocarmi, mi convinsi che fosse parte della sua personalità anche se avrei preferito che usasse quel modo di fare solo ed esclusivamente con me poiché se da un lato mi infastidiva e mi imbarazzava, dall'altro mi divertiva talmente tanto da stimolare tutti i miei sensi. Ero sicuro che lui avesse colto in me tutte quelle sensazioni che provavo vanamente a nascondere e forse proprio grazie a quel riscontro, non aveva mai diminuito la frequenza di quelle innumerevoli provocazioni. Al contrario parevano aumentare giorno dopo giorno, considerato che più stavamo insieme e più la nostra confidenza cresceva, ma dal momento che non risposi alle sue istigazione, riprese con il suo monologo.

"Se vuoi ti mostro volentieri tutte le mie conoscenze" aggiunse sensuale e difatti mi ritrovai ad interromperlo prima che potesse fare qualcos'altro; gli misi le mani sulle spalle e lo guardai dritto negli occhi, cercando di convincerlo giocando la carta della tenerezza, la stessa che non avevo mai usato con nessun altro prima di lui.

"Taehyung io non te l'ho chiesto solo perché mi servirebbe una mano per studiare" cominciai ammiccando e avvicinandomi a lui. "Non lo chiederei a chiunque sai e se l'ho fatto adesso è perché sono sicuro di poter contare su di te" sussurrai dolce e con un tono aggraziato che non avevo mai usato con lui, considerato che quando era nei paraggi, avevo sempre cercato di mostrarmi forte e alle volte anche più di quanto fossi in realtà. Mi ero permesso di dire quelle parole da un lato perché quella era la sacrosanta verità e dall'altro perché non potevo permettermi di pagare delle lezioni private o un doposcuola con qualche compagno, considerato che non avevo neppure uno spiccio, dunque Taehyung era la mia ultima chance.

"E poi non penso che ci voglia tanto ad essere più bravo di me" lo persuasi cercando di esaltare il suo ego già parecchio pompato. Forse ero io ad avere troppe aspettative su di lui però non potei che seguire il mio istinto; ero certo delle sue potenzialità e sapevo che se ci avesse provato, avrebbe davvero potuto aiutarmi nello studio, oltre ovviamente tutto il resto che sarebbe poi potuto conseguire.

"So cosa stai facendo Jungkook" mormorò circondando nuovamente il mio bacino con le braccia ma questa volta non potei oppormi a quel contatto poiché avevo bisogno che cedesse.

"Ah si?" alzai un sopracciglio.

"Ti avviso che tutti i tuoi tentativi saranno nulli" disse smontandomi. "L'unico modo che ti resta per farmi accettare la proposta è darmi un bacio" continuò assottigliando lo sguardo come se mi stesse mettendo alla prova e di risposta alzai gli occhi al cielo e sospirai frustato.

Possibile che Taehyung non riusciva a togliersi quel genere di cose neppure per un minuto? Mi desiderava fino a quel punto o gli piaceva semplicemente svoltare la conversione verso quell'argomento?

"Taehyung non credo di poter riuscire a fare nient'altro se prima non prendo un bel voto in biologia, mi dispiace" gli feci sapere allontanandomi da lui e distaccandomi dal suo tocco per la seconda volta di fila. Non avevo alcuna intenzione di dargli un bacio malgrado morivo dalla voglia di farlo poiché lo aveva richiesto come se fosse un ultimatum e naturalmente non mi sarei concesso a lui, solo per ottenere quello che desideravo. Non mi sarei spinto sino a quel punto ma continuai a sperare che Taehyung potesse cambiare idea dopo quella svolta drammatica che aveva preso il mio discorso e difatti ad un tratto la sua espressione mutò.

"Aspetta" esclamò come se avesse appena avuto un'illuminazione. "Quindi mi stai dicendo che se riuscissi ad eccellere o anche solo a prendere una sufficienza all'interrogazione, non ti sottrarrai più alle mie attenzioni e ti lascerai andare?" chiese in cerca di una conferma e pensai di poter sfruttare quell'occasione per farlo cedere.

"In realtà non ho mai detto questo ma potrei pensarci sù se mi aiuti" risposi sincero anche perché sapevo che per quanto provassi ad evitare i suoi tocchi e tutti i suoi tentativi di baciarmi, prima o poi sarei caduto in quella maledettissima trappola.

"Allora è deciso" esclamò entusiasta. "Possiamo cominciare anche domani per me, prima iniziamo e prima finiamo giusto?" continuò fin troppo euforico mentre io non potei che cominciare a ridere per quella sua reazione quasi prevedibile.

"Ti è già venuta un'improvvisa voglia di finire?" lo stuzzicai anch'io a quel punto.

"Se il nostro studio sarà produttivo per te, mi aspetto una bella ricompensa da parte tua dopo tutto lo sforzo che farò" scherzò puntandomi un dito e mi ritrovai a rilasciare un piccole sbuffo poiché avevo già capito che il premio sarei stato io.

Taehyung si protese ancora verso di me per baciarmi ma mi scansai di nuovo; mi piaceva il modo in cui non smetteva di provarci nonostante tutti i rifiuti che aveva ricevuto da parte mia, sembrava non imporgli minimamente data la sicurezza che possedeva e quel comportamento lo rendeva ancora più sexy del normale. Ero sicuro che avrebbe tentato ancora per molto e che non si sarebbe arreso nel volermi mettere la lingua in bocca ma anche nel voler possedere a tutti i costi il mio corpo, fino a quando io non mi sarei più tirato indietro. Forse era proprio quello il motivo per cui non mi concedevo a lui: se io non gli avessi dato tutto subito, Taehyung non si sarebbe stancato di me tanto facilmente ma in ogni caso confidavo nel suo essere sempre deciso e mai titubante. Probabilmente erano caratteristiche che riusciva a mettere in atto poiché aveva compreso che provassi qualcosa per lui o forse aveva solo intuito che la mia, fosse solamente una sottile corazza che avrebbe potuto tranquillamente abbattere tramite tutti quei tentativi.

Improvvisamente un rumore proveniente dalla porta d'ingresso ci fece sussultare per la sorpresa e solo dopo ci girammo per comprendere la causa di quel suono inaspettato: due mani sbattute troppo forte sul debole pannello di legno bianco.

"Oh ma guarda chi è tornato a farci visita" esclamò Namjoon voltandosi verso suo fratello Jin che prontamente prese parola.

"E che sorpresa vedervi così vicini" continuò lui entrando all'interno della classe e a quell'affermazione, la mia prima reazione fu allontanarmi da Taehyung il più possibile mentre lui, al contrario rimase immobile, quasi impassibile alle loro parole e aveva anche assunto l'aria di una persona annoiata. "Nessuno vuole dirci cosa stava succedendo qui dentro?" chiese come se gli erano dovute delle spiegazioni ma dal momento che non ne trovavamo il senso, rimanemmo entrambi in silenzio.

"Oh non mi dite che siamo di troppo?" parlò ancora sarcastico e anche con un pizzico di cattiveria. "Abbiamo forse interrotto qualcosa?" il tono della sua voce mi irritava come poche cose al mondo e difatti sbuffai avvilito da quel loro continuo atteggiamento provocatorio. I fratelli Kim riuscivano ad essere tanto crudeli quanto imprudenti e quelle qualità li spingevano a compiere atti irriflessivi che magari si sarebbero potuti rivoltare anche contro di loro tuttavia pareva non importava minimamente.

Avevano dimostrato più volte che avrebbero continuato a procurarmi fastidio in ogni modo e che fossi in compagnia di una persona influente o che addirittura quest'ultima fosse anche finito in una rissa per difendermi dalle loro carogne, a loro poco interessava. Io cominciavo a non farcela più, ero arrivato al mio limite, specialmente dopo tutti i problemi che avevo riscontrato durante tutti quei giorni.

"In ogni caso non è importante ciò che direte a vostra discolpa perché vi abbiamo visto bene" parlò Jin ridendo contrapponendosi invece alla serietà di Namjoon. "Sapevamo avessi tanti difetti ma non credevamo fossi anche una checca" disse guardandomi dritto negli occhi mentre io al contrario non seppi dove indirizzare i miei dalla troppa vergogna e anche perché percepii addosso anche lo sguardo di Taehyung. Lui rimase calmo e distaccato, con la coda dell'occhio avevo avuto la conferma che mi stesse osservando, quasi studiando la mia reazione alle crude parole dei miei compagni di scuola e quello sguardo insistente mi fece intuire che stesse aspettando che rispondessi a tono, cosa che però non riuscii a fare.

Mi sarebbe piaciuto dire qualcosa che avrebbe potuto zittirli ma le parole mi morirono in gola, l'intero contesto mi ammutolì e sebbene solitamente mi facevo scivolare i loro insulti addosso, quella volta mi sentii particolarmente attaccato e soprattutto fui paralizzato dalla quella specie di ispezione che mi sentii addosso a causa dello sguardo eloquente che mi stava dedicando Taehyung.

Era questo che la gente pensava quando vedeva due ragazzi stare insieme? Agli occhi degli altri era davvero così strano che due persone dello stesso sesso potessero trovare una complicità ed essere intimi piuttosto che semplici amici? Erano quelle le domande che mi sorsero spontanee, facendomi di conseguenza sentire sbagliato e sporco.

"Adesso mi porge una semplice questione" continuò Namjoon facendo qualche passo avanti per raggiungere la figura del biondo. "Cosa succederebbe se la stampa scoprisse che sei gay e che te la fai con un ragazzo mediocre come Jungkook?" gli chiese serio ed esigente come se pretendesse da lui una risposta di tale portata e che avrebbe dunque potuto appagare i suoi dubbi.

Il mio cuore prese a battere molto più velocemente del normale e in modo spontaneo mi ritrovai ad abbassare lo sguardo, sempre più umiliato da tutta quella situazione che si era creata. A farmi tornare a respirare fu il suono della risatina beffarda di Taehyung che riempii quell'aula silenziosa.

"Credi davvero di potermi mettere alle strette?" rispose avvicinandosi a loro senza mai distogliere lo sguardo da Namjoon, che l'aveva provocato fin troppo. In quel preciso instante, quando i suoi passi si avviarono verso il castano, ebbi un'improvvisa paura che potesse scoppiare una nuova lite tra di loro ma allo stesso tempo scrutai tutti i movimenti di Taehyung e mi resi conto che non fosse minimamente scosso da ciò che dissero e così tirai un sospiro di sollievo poiché pensai che se non si fosse arrabbiato, non avrebbe perso il controllo.

"Perché no?" chiese scrollando le spalle. "Diremo ai giornalisti che sei omosessuale e sappiamo tutti che la nostra società è ancora abbastanza bigotta e ama seguire le tradizioni no?" iniziò facendomi venire la pelle d'oca. "Se parlassimo la tua carriera andrebbero a rotoli, così come la tua fama e tutti i tuoi soldi" Namjoon mi aveva sempre dato impressione di non aver paura di nessuno, si fidava di sé stesso e seguiva sempre tutto ciò che gli passava per la testa ma per un attimo lo vidi quasi vacillare di fronte allo sguardo severo di Taehyung.

"Se vi azzardate a dire anche solo a qualcuno dei vostri parenti che io sono omosessuale..." iniziò dandogli una pacca sulla spalla e temporeggiando appositamente, come se stesse pensando alla giusta cosa da dire. "Allora mi costringerete a dire loro che ve l'ho succhiato" continuò facendomi scoppiare a ridere mentre i fratelli si guardarono tra di loro con uno sguardo confuso.

Si stava letteralmente prendendo gioco di loro perché non li vedeva come una minaccia e pensai a quanto affascinante e imprevedibile fosse ogni giorno di più. Mi resi conto di quanto l'ammirassi come persona, non lo conoscevo affatto e lui si riteneva spesso un mostro con un passato terrificante tuttavia io avrei pagato per essere forte e indipendente anche solo la metà di lui. Era talmente sicuro e sereno con se stesso che non aveva neppure per un secondo provato a giustificarsi o anche solo a difendersi da quel appellativo che avevano dedicato a me ma di conseguenza anche a Taehyung che naturalmente era stato coinvolto.

"In poco tempo tutti verranno a conoscenza dell'orgia che abbiamo fatto tutti insieme, bello vero?" chiese mandando un veloce sguardo anche a me che continuai a sorridere per il modo bizzarro che aveva avuto di liberarsi di loro che difatti si zittirono e rimasero impalati fino a quando Taehyung non parlò di nuovo. "Adesso fuori" esclamò con autorità, indicandogli poi la porta.

Sebbene i due avessero fatto i gradassi per tutto il tempo, decisero di lasciarci soli e se ne andarono con la coda tra le gambe sapendo che la questione sarebbe andata avanti, di certo non si sarebbero fermati di fronte il minimo avvertimento; sapevo che non fossero cattive persone ma adoravano dare fastidio, specialmente a me e a tutte le persone che mi stavano accanto.

"Ti disturbano in questa maniera tutti i giorni?" disse voltandosi verso di me e sedendosi comodamente sopra la cattedra.

"Da anni ormai ma ci sono abituato" scrollai le spalle fingendo che non mi importasse. "Pensa che noia se non l'avessi tra i piedi" risposi scherzando mentre con un gesto della mano mi fece segno di avvicinarmi a lui, cosa che feci malgrado quel pizzico di imbarazzo che provavo ancora a causa delle parole che avevano usato i due fratelli nei nostri confronti. Ci avevano praticamente accusato di stare insieme e secondo poi si erano anche permessi di definire il nostro orientamento sessuale e sebbene fossi rimasto con l'amaro in bocca, cercai di dimenticare in fretta quella mezza discussione perché dopo tutto Taehyung aveva deciso di rimanere al mio fianco.

"Non fingere con me Jungkook" disse con un tono supplichevole e una volta arrivato vicino la cattedra, mi prese per il polso e mi tirò verso di lui.

Se c'era una cosa che potevo dire di aver capito su di lui era che mi voleva sempre accanto e che amava forse fin troppo il contatto fisico e aveva dimostrato quelle abitudini sin dal primo giorno che lo incotrai. Durante quella famosa notte in metropolitana, gli erano bastati letteralmente due minuti scarsi per attaccarsi a me come una cozza, non ci conoscevamo ancora ma mi aveva abbracciato da dietro, dandomi così subito l'impressione di non volermi lasciare andare nonostante all'apparenza sembrasse duro e impavido. Avevo una strana consapevolezza che veniva rafforzata ogni qual volta che stavamo insieme, non ero solito ad affezionarmi o a fidarmi di qualcuno così velocemente ma con lui era diverso, era come se la mia pelle percepisse quella sensazione che Taehyung non avrebbe mai permesso che mi allontanassi da lui e questo mi faceva sentire in qualche modo protetto e piacevolmente al sicuro.

"Non fai altro che rimproverare me e le mie cattive abitudini eppure tu fai lo stesso" mi disse tranquillo, esponendomi il suo punto di vista. Era sicuramente rimasto dal fatto che non avessi reagito di fronte le provocazioni e gli insulti che mi avevano rivolto i fratelli Kim. "Mi ripeti spesso che non ti parlo abbastanza di me ma vedo che anche tu preferisci tenerti le cose per te" mi rinfacciò.

"Ti ho già detto che mi infastidiscono" alzai nuovamente le spalle non sapendo bene come giustificare il mio comportamento. Le loro parole mi avevano ferito, forse perché erano inaspettate o forse perché quelle che prima erano solo delle paure insensate stavano diventando, tramite le loro affermazioni, delle vere e proprie concretezze. Non ero ancora pronto ad affrontare quell'avversione e quel disgusto che le persone riversavano nei confronti delle persone che loro ritenevano diverse da loro stesse, motivo per cui non volevo ancora espormi sino a quel punto.

"E poi sono sicuro che da oggi in poi aumenteranno le dosi perché il prossimo mese comincia il campionato e mi vogliono fuori a tutti i costi" continuai spiegando la ragione per la quale mi tormentavano e allo stesso tempo, cercando di cambiare argomento e spostare dunque l'attenzione su qualcos'altro che non fossero le mie angosce.

"Campionato?" ripeté sorpreso.

"Si, ogni inizio anno si svolgono dei campionati tra i migliori alunni della scuola e chi vince il primo premio ha la possibilità di partecipare alle olimpiadi coreane" gli spiegai e granò gli occhi per la sorpresa. "Sanno che vincerò" continuai sorridendo poiché malgrado mi trattassero male, ero grato del fatto che venissi considerato un pericolo per loro, così tanto da torturarmi pur di farmi abbandonare le gare.

"Quindi questi fanno gli stronzi con te solo perché sono consapevoli che se ci sei tu, hanno zero possibilità di prendere una medaglia di merda?" domandò per vedere se aveva capito bene e quando annuii, fece una faccia disgustata. "Che bastardi" sussurrò e sorrisi dolcemente alla sua reazione poiché quella situazione sembrava turbare più lui che me, che ero il diretto interessato. "Non arriveranno mai da nessuna parte se sperano di vincere facendo crollare gli avversari piuttosto che imboccarsi le maniche e impegnarsi davvero per ciò che desiderano"

"Sei diventato anche un saggio filosofo ora?" domandai accigliato.

"Ho molte doti che ancora ti tengo nascoste, cosa credi?"

"Allora spero di poterle conoscere tutte con il tempo" dissi e solo in quel preciso momento mi resi conto di quanto ancora una volta le nostre distanze si fossero ridotte.

"Se vieni con me adesso, potrai scoprirne un'altra" sussurrò e gli tirai un leggero pugno sulla spalla poiché avevo capito che si riferisse ad un rapporto tra noi due.

"Che cazzo ti prende? Non era un doppio senso questa volta" lo guardai e alzai un sopracciglio per provocarlo poiché non gli credetti. "È la verità" alzò la voce infastidito dal fatto che mettessi in dubbio la sua parola e poi scese dalla cattedra con un leggero saltello, continuando però a tenermi stretto il polso. "Ho una cosa da darti"

"Per questo sei venuto?"

"Mmh... si anche. Allora andiamo?" chiese prendendo a camminare senza aspettare una risposta da parte mia e tirando di conseguenza anche il mio corpo verso l'uscita della scuola.

Il tragitto fu breve poiché come la prima volta usammo la macchina lussuosa del suo autista, che in men che non si dica ci portò a destinazione: l'azienda che avevo già stato in precedenza. Come sempre al primo piano trovai un mucchio di persone impegnate a lavorare mentre Taehyung seguito a ruota da me, passeggiava tranquillo tra i corridoi per raggiungere il suo studio. Notai alcuni impiegati abbassare il capo come per mostrare rispetto mentre altri ci fissarono insistentemente, forse curiosi di sapere cosa facesse una persona come me con il loro capo e il proprietario di tutto quell'impero.

Improvvisamente mi tornarono in mente le parole di Namjoon e così abbassai lo sguardo al solo pensiero che tutte quella gente potesse pensare lo stesso di noi due...

Una volta entrati nello studio, Taehyung richiuse la porta alle sue spalle e sorrise dolcemente.

"Mi pesa davvero il fatto di doverlo fare ma mantengo sempre la parola data" cominciò e non capii a cosa si riferisse. "Ti ricordi della nostra scommessa? Quella che abbiamo fatto prima che tu cominciassi a lavorare?" chiese e nel frattempo prese una tela che si trovava nell'angolo della stanza. "È per te" disse porgendomela lentamente e quando la girai rimasi sbalordito.

Era un dipinto, proprio come quelli che aveva appesi nelle pareti della sua azienda, con la differenza che in quelli venivano raffigurati per lo più dei paesaggi notturni o delle figure di persone senza nemmeno un viso mentre il mio era abbastanza singolare, tanto che mi venne quasi da ridere: i colori erano freddi, nello sfondo prevaleva il colore bianco della neve mentre in primo piano veniva raffigurato l'unico soggetto del quadro, ovvero un tenero coniglietto con lo sguardo astuto. Avrei voluto ringraziarlo subito ma non riuscii a non osservare tutti quei particolari che mi lasciarono a bocca aperta, un coniglio poteva essere semplice da disegnare per un pittore bravo come lui ma tutti quei dettagli per me, che ero un incompetente, mi sembrarono dei capolavori.

"Ho perso e quindi questa settimana mi sono impegnato per scontare la mia pena" disse alzando le mani come segno di resa ma sempre con un sorriso stampato in faccia. Taehyung mi sembrò essere imbarazzato mentre io ero del tutto sorpreso ma allo stesso tempo anche entusiasta.

"Wow" dissi semplicemente. "Io non pensavo lo facessi davvero" ammisi continuando a fissare orgoglioso la tela. Quel coniglietto ero senza dubbio io, quegli occhi vispi rappresentavano i miei e così mi tornarono in mente tutte le volte in cui mi chiamò con quel soprannome che fingevo mi infastidisse ma che in realtà trovavo carino, maggiormente dopo quel gesto. "Grazie davvero, è il regalo più bello che io abbia mai ricevuto"

"Peccato che non sia un regalo" ci tenne a precisare e con un dito mi toccò il mento mentre io cercai di scansare quel suo tocco. "Ho solo perso" continuò e alzai gli occhi al cielo per quel suo modo di fare, sebbene non avessi smesso neanche per un secondo di provare felicità.

Fissare quella tela mi faceva vagare con la fantasia; la mia mente non faceva altro che immaginare Taehyung con un grembiule, piegato sulla ginocchia, completamente immerso tra i colori e impegnato per qualcosa che fosse destinato solo ed esclusivamente a me. Non trovai le parole giuste per poterlo ringraziare e così sistemai semplicemente il dipinto accanto allo zaino scolastico che mi tolsi poi dalle spalle, cosicché non potessi dimenticarlo quando sarei andato via.

Ancora una volta mi ritrovai a respirare l'odore di quelle quattro mura che stavano pian piano diventando quasi come una seconda casa per me, stare all'interno di quello studio mi fece sentire talmente sereno che riuscii a risultare me stesso al cento per cento. Quel profumo era ormai familiare mentre la sua compagnia era divenuta talmente quotidiana che cominciavo a sentimi libero di fare e dire ciò volevo e proprio per quel motivo mi sedetti sulla sedia dietro la sua scrivania, la stessa sulla quale avevo dormito giorni prima.

Mi misi comodo e fissai Taehyung insistentemente, sul suo volto si dipinse un'espressione confusa ma perlomeno non sembrava essere infastidito e quello mi sarebbe bastato per continuare il mio gioco.

"Portami immediatamente un caffè e una brioche allo yogurt" dissi schioccando le dita e cercando di rimanere il più serio possibile.

"Ma che stai facendo?" chiese lui facendo spuntare quell'adorabile sorriso quadrato alla quale non sapevo resistere.

"Potrei licenziarti se non fai subito ciò che ti ho detto" continuai autorevole come non lo ero mai stato.

"Ti sta bene il ruolo da capo e non ti nego che mi piacerebbe eseguire tutti i tuoi ordini" sussurrò avvicinandosi e improvvisamente mi passò la voglia di essere divertente poiché i suoi occhi e la sua voce mi trasmisero ben altro. Taehyung girò la sedia verso la sua direzione e poggiò le mani ai lati per potersi piegare verso di me.

"Ti va di fare un'altra scommessa?" disse all'improvviso.

"Che genere di scommessa?" chiesi deglutendo a fatica, non riuscendo a staccare gli occhi di dosso da quelle labbra che mi stavano tentando già da troppo tempo.

"Prova ad essere autoritario, fammi fare qualcosa che non mi va di fare" rispose facendomi aggrottare le sopracciglia; era qualcosa di troppo difficile e avrebbe sicuramente vinto. "Se non ci riuscirai allora..." si fermò proprio ad un centimetro dalle mie labbra, riuscii solo a sfiorarle e dopo di ciò continuò a parlare. "Dovrai farmi un pompino" sorrise sottilmente in maniera maliziosa e istintivamente mi si illuminarono gli occhi e senza ragionarci più di tanto, decisi di seguire l'istinto per una volta e feci ciò che davvero mi sentivo di fare.

Poggiai le mani sulle sue spalle per poterlo dunque allontanare dal mio viso cosicché potessi alzarmi senza scontrarmi con lui e dopodiché, ricambiando il suo sorrisino fastidioso, lo afferrai dalla cintura dei suoi jeans e presi subito a sfilarla.

"Allora credo di aver già perso..."

Spazio Autrice 

TADAAA vi lascio immaginare cosa accadrà nel prossimo capitolo!!

Voi come state? Come state passando l'estate? Spero bene ^.^ e inoltre colgo l'occasione per ringraziarvi per le 7k  visualizzazioni, ci vediamo al prossimo aggiornamento.

-Federica

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