XII

Distribuendo biscotti da un'amaca all'altra, Peter finì per sentirsi spaesato in mezzo alla ciurma in festa, ciò gli dimostrò ancora una volta quanto fosse lontano dall'integrarsi nel gruppo e, allo stesso tempo, gli rese ancora più difficile elaborare l'accaduto nella cambusa con Uncino. Di certo l'altro sapeva bene come creare confusione nelle persone, durante la prigionia nella gabbia si era dimostrato un uomo corretto e di parola, nel periodo insieme al signor Clifton i loro incontri avvenivano solo durante le ramazzate notturne, fatti di soli sguardi fugaci e poi c'era stato l'abbraccio. Da quell'errore le cose erano cambiate, gli era stato permesso di partecipare alla riunione della ciurma, affiancare l'armaiolo, ricevere l'aiuto del Capitano per lavarsi nella cabina di quest'ultimo, il Bacio, quei vuoti di memoria, gli occhi neri del pirata, un secondo abbraccio ed, alla fine, quello strano contatto delle loro labbra. Stringendo le proprie, gli sembrò di sentirvi contro quelle del corvino, stava morendo di curiosità, avrebbe voluto chiedere spiegazioni sul significato di quel gesto, era un nuovo mistero del mondo degli adulti. Rivolgersi ad altri era fuori discussione, se si fosse trattato di qualcosa di negativo avrebbero perso anche quella poca considerazione che aveva faticosamente ottenuto. Avvicinandosi all'armaiolo, Peter gli sorrise e, cercando di ricordare bene la frase insegnatagli dal Capitano, offrì all'uomo i biscotti meglio riusciti dell'infornata. 
"Tanti auguri di buon compleanno, signor Benson" Osservando i dolci incerto, l'uomo prese un secondo sorso dal proprio bicchiere poi mise in mostra i pochi denti che gli erano rimasti. 
"Sei cieco? Non riuscirei nemmeno a masticarli!"
"Ci ho messo molto burro, inoltre, se li intinge nel grog, diventeranno ancora più morbidi" Incerto, il marinaio ne prese uno e seguì il suo suggerimento. Un attimo dopo, il biscotto sparì senza lasciarsi dietro nemmeno una briciola e Peter si vide strappare di mano l'intero vassoio. Contento, si spostò verso i piatti e ne riempì uno per ricominciare il giro dell'equipaggio, pronto anche a versare l'alcol portato dal signor Clifton. Sentendosi osservato, lo sguardo gli cadde su Virgil il quale effettivamente gli stava tenendo gli occhi addosso. Resosi conto di essere stato scoperto, la vedetta gli fece cenno di raggiungerlo e lo invitò a sederglisi vicino sulla propria amaca. Era la prima volta che il ragazzo saliva su uno dei letti degli alloggi, era caldo e, nonostante fosse teso, sedendovi sopra si sentì sprofondare, avvolto piacevolmente come in un bozzolo. Doveva essere tutta un'altra storia riposare lì rispetto alle assi del pavimento. Stando sollevati da terra, il rollio si percepiva meno e si evitava di scivolare a causa del movimento della nave sbattendo la testa contro pareti o mobilio. Una volta, un'onda più forte delle altre, lo aveva fatto rotolare nel sonno fino ad una pila di pentole che gli erano cadute addosso, e non se ne era nemmeno accorto, tutta colpa della stanchezza. Il cuoco aveva dovuto assestargli un bel calcio pur di farlo svegliare.
"Peter, non serve che distribuisci il cibo. Non sei un cameriere" 
"Mi fa piacere dare una mano! Tanto non posso bere grog e i biscotti sono per il compleanno. Anche se non ho capito bene cosa sia, è una festa della ciurma ed io non sono ancora..." Si ritrovò zittito proprio da uno dei propri dolci, Virgil gliene portò uno alla bocca e gli tenne la grande mano contro la faccia impedendogli di sputarlo indietro. 
"Mastica o finirai per soffocarti" Chiudendo gli occhi, Peter cercò di fare forza contro il braccio del pirata per fargli lasciare la presa, ma, quando il signor Sullivan gli tappò anche il naso, si vide davvero costretto a fare quanto gli era stato ordinato. Di nuovo libero, tossì e riprese aria, aveva un piacevole sapore zuccherato e burroso sulla lingua, ma fu difficile apprezzarlo in quel momento. 
"Oggi, molto tempo fa, è nato l'armaiolo, per questo festeggiamo. Dedicargli un giorno serve a dimostrare quanto siamo felici che lui sia al mondo, quindi, se davvero vuoi diventare un nostro compagno, devi partecipare" Passandosi il dorso della mano contro le labbra per scacciare i rimasugli di briciole e saliva, Peter osservò il brindisi in onore del signor Benson e, al secondo biscotto che la vedetta gli porse, accettò subito di mangiarlo senza pensarci, terrorizzato al pensiero di ripetere l'esperienza di poco prima. Concludendo di parlare con il nostromo Smee, anche Uncino si unì al gruppo e prese un bicchiere di grog che gli venne offerto proprio dal festeggiato. Si comportava normalmente, come se quella mattina non fosse accaduto nulla fra loro, la cosa confuse Peter e, allo stesso tempo, aumentò il rispetto che aveva nei confronti del corvino. Chiaramente l'altro non voleva causare disordini in un giorno così importante, era lì, sorridente, per il suo sottoposto. Una spintarella da Virgil ed il ragazzo si voltò.
"Quando guardi il Capitano, il tuo viso diventa rosso" Abbassando la testa e toccandosi una guancia, Peter la percepì effettivamente più calda. 
"Stavo solo pensando... A che uomo incredibile sia. Ha il vostro rispetto, sa fare qualsiasi cosa, prende sempre la decisione migliore... Vorrei essere come lui, diventare degno di stare al suo fianco"
"Nessuno qui ne è degno, per questo lui è il Capitano e noi siamo i suoi uomini. Niente di più, non possiamo raggiungere il suo livello o questo significherebbe essere suoi pari" Finendo in un abbondante sorso il proprio grog, Virgil si alzò in piedi, questo fece sprofondare il ragazzo nell'amaca rendendogli molto più difficile mettersi dritto o a sedere. Facendo forza con le braccia, riuscì a scendere nonostante l'ondeggiare del giaciglio, affiancandosi alla vedetta lo seguì fino alla cassa dove era stato messo l'alcol ed anticipò l'altro riuscendo a riempirgli il bicchiere prima che potesse farlo da solo. 
"Ehi, Peter! Spero tu non stia bevendo!" Sussultando, il mozzo si voltò verso il medico di bordo ed appoggiò subito la bottiglia.
"No, Barnabas! Nemmeno una goccia! Solo... un paio di biscotti... Virgil ha insistito..." Dandogli un paio di pacche sulla spalla, il pirata sorrise e cominciò a visitarlo per assicurarsi che non avesse ferite, non riusciva a farne a meno, bastava che gli capitasse sotto tiro e partiva il controllo. Nel frattempo, al suo fianco, il signor Sullivan non si mosse attendendo il responso del dottore. 
"Hai preso un altro bel bernoccolo in testa, hai anche un livido sul braccio e questi segni sul collo... Dovresti smettere di dormire dove capita, chiederò al Capitano Hook di farti dare una branda"
"N-Non serve! Non ho il tempo di prendere delle pause! Cercherò di stare più attento, ma non disturbarlo per niente, ti prego!" Un fischio attirò l'attenzione generale, Uncino li richiamò al silenzio e si schiarì la voce sollevando in aria il proprio bicchiere. Peter sospirò, sperando che il medico dimenticasse presto la questione grazie a quell'interruzione, e si mise in ascolto, curioso di sapere in cos'altro consistessero i festeggiamenti per un compleanno oltre che dolci, bevande e compagnia. 
"Faccio i miei più sinceri auguri al signor Benson. Di certo la Jolly Roger non sarebbe la stessa senza di lui e il suo prezioso contributo. Anche se sono ormai molti anni che non invecchiamo più restando in questo limbo, non dobbiamo mai dimenticare che il tempo continua ugualmente a scorrere inesorabile, dunque approfittiamo di queste occasioni per dare ad ogni istante l'importanza che merita. Ora lascio la parola al festeggiato in modo che possa annunciare all'equipaggio il suo desiderio di compleanno" 
"Desiderio?"
"Ad ogni compleanno, il Capitano offre un desiderio al festeggiato della durata di tre giorni. Si può chiedere qualsiasi cosa, purché realizzabile. All'alba del quarto giorno tutto torna come prima e non vi sono ripercussioni, non importa cosa accade in quel lasso di tempo" Bisbigliando al suo orecchio, il signor Sullivan vi parlò fintanto che l'armaiolo si preparava a fare il proprio discorso salendo su una cassa. Se quest'ultima fosse stata poco più alta, l'uomo avrebbe colpito con la testa il soffitto in legno, ciò chiarì a Peter come mai il corvino non l'avesse fatto poco prima. Il ragazzo sentì il cuore battere più forte, se solo avesse avuto un compleanno avrebbe potuto ottenere da Uncino qualsiasi cosa desiderasse, anche essere un suo pirata e dimostrare così a tutti di poterne reggere la responsabilità. 
"Da domani, per i prossimi tre giorni, l'intero equipaggio sarà obbligato a darmi una mano a sistemare l'armeria! Meno che il muso nero, lui non dovrà farsi nemmeno vedere! Questo è il mio desiderio!" Diverse lamentele si alzarono alla richiesta del vecchio il quale però continuò a sorridere ed incrociò le braccia al petto. Guardando Virgil, Peter lo vide farsi sempre più serio, rabbioso, e gli sfiorò la mano. Era stato l'unico ad offrire all'armaiolo il proprio aiuto, eppure l'altro lo aveva chiamato in quel modo e dismesso dal compito senza neppure ringraziarlo. Lo capiva, non era il solo, infatti, non essendo parte dell'equipaggio, nemmeno lui era più incluso nel progetto. 

"Chi farà da mangiare se io sarò costretto a lavorare per te? Ci hai pensato vecchiaccio?" Attaccandosi alla bottiglia, il cuoco di bordo sbuffò stizzito gettando a terra il proprio cappellaccio.  
"E alle mie piante?! Sarò troppo stanco per curarle a dovere! Moriranno e poi mi toccherà ricominciare! Ho delle ricerche in corso di cui occuparmi!" Scontento, il Gentleman Starkey afferrò il vecchio per la giacchetta sgualcita e lo scosse senza che questi perdesse la propria convinzione o retrocedesse anche solo di un passo. 
"A me va bene darle una mano signor Benson, purché possa fermarmi nel caso ci siano rattoppi da fare sottocoperta o se qualcuno si ferisse" Il medico si avvicinò all'uomo chiedendogli altre riduzione del lavoro per stare con Mr Chips almeno qualche ora e non farla sentire troppo sola. Spugna non disse niente, ma era chiaro che non fosse per nulla contento al pensiero di dover dare il suo contributo per quel progetto che, fin dal principio, aveva considerato inattuabile. Mentre ogni altro pirata a bordo tentava di spingere l'armaiolo affinché cambiasse il proprio desiderio, Uncino si rese conto del malumore del signor Sullivan il quale tornò alla propria branda seguito da Peter. Il ragazzo aveva raccattato una bottiglia e degli altri biscotti, dalla sua espressione era chiaro che volesse aiutare l'altro a sentirsi meglio, ma non aveva idea del guaio in cui si stava cacciando. Se c'era una cosa che tutti sapevano era che, quando la vedetta di bordo cadeva nel mutismo a causa della rabbia, era meglio tenersi a debita distanza sino a quando non l'aveva sbollita. Abbandonando il chiasso della discussione, Uncino si spostò a grandi falcate fino a sbarrare la strada a Peter, il quale, a causa del suo sguardo, si paralizzò e parve farsi più rosso. 
"C-Capitano, Virgil è..."
"Sta bene, lasciagli un po' di spazio. Versami del grog" Obbedendo solerte, il mozzo gli riempì il bicchiere per poi seguirlo sino alle casse dove si sedettero uno vicino all'altro osservando la litigata degli uomini della ciurma farsi sempre più accesa. Uncino poteva sentire il nervosismo dell'altro dal modo in cui stringeva il piatto con i biscotti ed agitava la gamba sinistra, era chiaro che fremesse per dirgli qualcosa. Mettendosi comodo, il corvino prese un dolcetto e, con un movimento della mano davanti al viso del biondino, lo fece riprendere dall'incantamento convincendolo a voltarsi per guardarlo senza timore. Quegli occhi verdi erano come una ventata fresca, senza alcuna traccia d'oro, lo facevano sentire più rilassato, soprattutto dopo l'accaduto di quella mattina. 
"Dimmi, Pan"
"Perché il signor Benson odia Virgil?" Mangiando il biscotto e prendendo un sorso di grog, Uncino puntò lo sguardo sull'armaiolo e poi lo spostò verso la branda della vedetta.
"Strano, credevo che, la prima cosa che mi avresti chiesto, sarebbe stata su quello che è successo in cambusa, ma come vuoi..."
"I-Io voglio sapere anche di quello, ma prima... Vorrei aiutare Virgil..." Preoccuparsi per l'uomo che poco tempo prima lo aveva quasi annegato in mare gettandolo con l'intera gabbia tra le onde, tipico del nuovo Pan. Era bello sapere che il suo affetto non si limitasse solo a lui, ma anche ad altri componenti dell'equipaggio, purché non andasse oltre il cameratismo. 
"Il colore della pelle. Il signor Benson è cresciuto secondo certi principi che neppure il mare ha saputo lavare via. Comunque non hai motivo di preoccuparti per il signor Sullivan, finalmente potrà tornare al suo posto di vedetta senza dover trascinare cannoni e munizioni tutto il giorno. Non c'è nulla che lui ami più di quello, se l'ha abbandonato per darti una mano, significa che ha un'alta considerazione di te" Nel vedere il ragazzo distogliere lo sguardo, Uncino capì subito che le sue parole lo avevano messo in imbarazzo. Era divertente giocare con il fatto che Peter non fosse abituato a ricevere complimenti di alcun tipo, in effetti, in passato, era solito riempirsi da solo la bocca di parole positive per sé stesso, sentirsene dire da coloro che ammirava e che ambiva di raggiungere però doveva essere mille volte meglio. Il corvino ricordava con piacere i complimenti avuti ai tempi della gavetta come mozzo, soprattutto quelli del suo Capitano, lo avevano formato all'umiltà e alla gratitudine verso i superiori. Purtroppo il lato narcisistico del carattere era tutto genetico, proprio per questa ragione lo odiava particolarmente e tentava di smussarlo.  
"C-Capitano... Visto che ne stavamo parlando... Quella cosa che abbiamo fatto prima... Unendo le bocche... ricapiterà?" Prendendo un sorso di grog e passandosi la punta della lingua sulle labbra, il corvino sorrise, era andato dritto al sodo il ragazzino. Già sperava in un secondo bacio, in effetti era stato un metodo piuttosto interessante per calmare le sue lacrime, ma non aveva saputo resistere. Era da quando avevano parlato nella cabina che gli formicolava quell'idea in testa e, vista la vicinanza raggiunta sul pavimento della cucina, aveva colto l'occasione. 
"Chissà..." Gli venne improvvisamente una gran voglia di fumare, se non avesse dovuto restare per sedare l'ormai prossima rissa tra l'equipaggio, avrebbe preso il ragazzo e continuato quella discussione nella sua cabina, da soli. 
"Può spiegarmi come mai i suoi occhi diventano neri?" Stringendo la presa sul bicchiere, Uncino perse il sorriso di poco prima, quello non era un discorso piacevole quanto il precedente. Sarebbe stato meglio se il ragazzo avesse cominciato con quel quesito, nonostante fosse infinitamente più spinoso. Non voleva rispondergli e, a dirla tutta, nemmeno era obbligato a farlo. Era troppo presto. 
"Prossima domanda" Nemmeno una lamentela o un sospiro seccato, semplicemente il mozzo si limitò a rabboccargli il bicchiere. 
"Sapevo che non mi avrebbe detto niente. Ero solo preoccupato, perché, quando le capita, non è più in lei..." Prendendo l'ultimo dolcetto, Uncino lo spezzò in due e ne diede metà a Peter che così poté appoggiare il piatto ormai vuoto da parte.
"Se ti dicessi che quello sono davvero io?" 
"Non ci crederei!" Alzando gli occhi nei suoi, senza un attimo di esitazione, il ragazzo diede un pugno alla cassa, ed ecco ricomparire il bagliore dorato attraverso le sue iridi. Lo fece fremere e, per un secondo, ebbe il desiderio di chiudergli quella bocca impertinente una volta per tutte. 
"Perché gli adulti sono tutti pirati ed i pirati sono bugiardi di natura? In questi anni ho cercato di ucciderti innumerevoli volte... Magari ogni tanto dimentico il nostro accordo e torno a volermi vendicare di te" Portando il viso più vicino a quello di Peter e specchiandosi nei suoi occhi, non vide paura nel suo sguardo né esitazione. Era cresciuto, quello non era il capriccio di un bambino, ma la pura e semplice convinzione di un uomo. Il mozzo non gli credeva perché sapeva, anche se puramente grazie all'istinto, che stava mentendo su tutto. 
"No, so che non è così perché la conosco, Capitano!" Portandosi quasi labbra contro labbra, il ragazzo si fece ancora più serio, tutto il suo corpo era flesso verso il suo, sembrava molto più imponente e minaccioso quando prendeva posizione. Quel giovane uomo aveva il coltello dalla parte del manico, qualsiasi cosa gli avesse detto non avrebbe cambiato idea. La sua ammirazione nei suoi confronti era così forte da non voler accettare illazioni sul suo conto, nemmeno se era lui stesso a porle. 
"Lei è un uomo d'onore, non prenderebbe mai la mia vita senza che il resto dell'equipaggio possa assistere... La vendetta che porta avanti non è solo personale, ma appartiene anche ai suoi uomini. Non farebbe mai un torto simile. Vorrei essere importante per lei quanto loro, un giorno, se non... di più..." Sbattendo il signor Starkey contro il tavolo, il medico di bordo provocò la caduta di vari piatti che, frantumandosi al suolo, riportarono alla realtà Peter il quale retrocedette immediatamente.
"C-Chiedo scusa, Capitano! Non mi sarei dovuto permettere di risponderle così" Pieno di brividi, Uncino appoggiò il bicchiere e si coprì labbra e metà del volto con la mano buona. Fece fatica visto quanto quest'ultima tremava.    
"Nemmeno io posso dire di conoscere me stesso. Comunque apprezzo che tu sia stato sincero fino in fondo... C'è altro che vuoi chiedermi?" All'ennesima vettovaglia frantumata a causa della rissa, Uncino attirò su di sé l'attenzione del nostromo, ne aveva abbastanza di quel baccano. Bastò un cenno e Spugna capì che cosa aveva in mente e si avvicinò a loro, nel frattempo il corvino passò il proprio bicchiere a Peter, il quale lo prese subito.
"U-Un'ultima cosa, Capitano. P-Però..."
"Non aggiungere nessun però. Rispondimi e basta. Un vero uomo deve essere convinto di ciò che vuole! Se sei insicuro significa che non lo desideri davvero!" Spugna, mettendosi alla sua destra, gli passò una pistola che prese subito allungando la sinistra. Tirando indietro la sicura con l'uso del pollice e puntando con precisione, il Capitano tenne entrambi gli occhi aperti e si preparò a colpire l'obiettivo. Provava sempre un certo piacere nello sparare, mai quanto imbrattare l'uncino di sangue, ma era comunque soddisfacente sapere di avere sulla punta del polpastrello la vita di un uomo. Facendo pressione contro il grilletto, tenne il braccio saldo, pronto a rilassarlo per evitare di ferirsi con il rinculo. Sparò e, nella stanza, cadde il silenzio.
"Posso... avere un compleanno?" 

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