9. Imprevisti e discussioni - Parte 1
Pai percorse lentamente con la mano l'ennesima parete rocciosa che si stagliava davanti a lui, gli occhi chiusi e le narici dilatate nel vano sforzo di intercettare la scia dell'odore di Luana o di Kisshu.
Appena dietro di lui, Taruto lo osservava con impazienza, un'ombra di preoccupazione a increspargli la fronte.
Quando il fratello si era allontanato per andare a cercare la Mew alien, non aveva nemmeno tentato di fermarlo. Da un lato perché sperava segretamente che quei due riuscissero a ritrovarsi sul serio, mettendo da parte i rancori e continuando in quel modo la ricerca dell'acqua cristallo, dall'altro perché era stato assolutamente certo dell'idea che il potente olfatto alieno, sebbene non paragonabile a quello delle Mew Mew, li avrebbe in ogni caso ricondotti rapidamente da lui.
Tuttavia, il tempo era trascorso inesorabile senza nessun cambiamento degno di nota: Kisshu non aveva inviato alcun segnale e loro avevano dovuto fare i conti con la struttura labirintica di quel luogo, che sarebbe riuscito a mettere in difficoltà perfino il più recettivo dei leader alieni.
-Allora? -sbottò, decidendo di porre fine all'inquietante silenzio protrattosi per fin troppo tempo. -Senti niente?
Il fratello maggiore si voltò a guardarlo con la solita espressione seria dipinta in volto, come unico segnale a tradire il suo nervosismo le sopracciglia leggermente inarcate. -Qualcosa. -rispose, esaminando ancora una volta l'oscurità attorno a sé. -Ma gli odori sono deboli e si confondono tra loro. Non sarei in grado di localizzare né Luana né Kisshu in questo momento. Percepisco solamente che si trovano molto in basso... forse addirittura sotto di noi.
-Ah. Accidenti! Se Luana fosse qui, saprebbe esattamente dove andare!
Pai, suo malgrado, dovette dargli ragione. -L'unica speranza adesso è che riescano davvero a trovarsi a vicenda. Ma anche se così fosse...
Il suo discorso venne interrotto dal ruggito rabbioso di una delle Mew Mew, che riverberò per lungo tempo attraverso gli stretti cunicoli rocciosi.
Taruto sobbalzò, avvicinandosi istintivamente al fratello maggiore per cercare protezione. -Che cosa è stato?
-Sembra che qualcuno stia combattendo nei dintorni. -Gli occhi di Pai scintillarono in modo sinistro mentre, senza troppe cerimonie, afferrava il compagno di squadra per il braccio e si lanciava all'inseguimento delle ultime tracce di eco rimaste.
Solo una persona poteva riuscire a gettare in un tale stato di rabbia le loro antagoniste.
Non avevano percorso che poche centinaia di metri, quando uno dei suoi apparecchi elettronici iniziò ad emettere delle vibrazioni ritmiche, attirando la loro attenzione.
-Stanno cercando di contattarci.
-Pensi che siano loro?
Determinato a scoprirlo, l'alieno sollevò l'apparecchio, una sfera non più grande del pugno di un adulto, poggiandovi sopra una mano affusolata. Immediatamente, quello si sollevò in aria, rimanendo sospeso a circa un metro e mezzo dal suolo e proiettando delle immagini incredibilmente dettagliate sulla sua superficie.
-Pai! Pai? Mi senti? -La voce di Luana rimbombò nelle loro orecchie affaticata, come se ella si trovasse schiacciata dentro uno spazio estremamente angusto e non riuscisse a riprendere fiato. Allo stesso tempo, tuttavia, la luminosità circostante era così intensa da rendere sfocati i suoi lineamenti: solo gli occhi grigi da Mew Mew risultavano chiaramente visibili.
-Sì, ti sento. Dove ti trovi? Possiamo raggiungerti?
Mentre la Mew nera spiegava a grandi linee la strada che aveva percorso per giungere fino a quello stretto cunicolo, un altro paio di occhi apparve a lato dello schermo, ammiccando in direzione degli ascoltatori.
-Kisshu è con te?
Il diretto interessato si esibì in un sorrisetto trionfale. -L'ho trovata proprio mentre stava per tentare il suicidio dalla disperazione. -ghignò, ricevendo, per tutta risposta, una gomitata nelle costole da parte della compagna di squadra. -A quest'ora sarebbe morta se non fossi arrivato io.
-Piantala di scherzare!
Pai si massaggiò lentamente la sommità del naso, chiaramente irritato dall'inutilità delle loro chiacchiere. -Vorreste essere così gentili da spiegarmi da dove arriva tutta questa luce?
Kisshu sollevò un sopracciglio con aria di superiorità. -Non ci arrivi da solo? -Lo canzonò, incrociando le braccia.
-Siete morti? -ridacchiò Taruto, ignorando deliberatamente l'occhiata truce che il fratello maggiore gli rivolse non appena pronunciò quelle parole. Era fin troppo contento che quei due fossero riusciti davvero ad incontrarsi e, per quanto la situazione richiedesse serietà, un pizzicò di ironia e ottimismo non avrebbe certo ucciso nessuno.
Nessuno tranne Pai.
-Ora che avete trovato l'acqua cristallo che cosa pensate di fare?
Luana fece per rispondere, quando una fragorosa esplosione la costrinse a sollevare il volto allarmata. -Merda, stanno arrivando!
-Possiamo fare qualcosa per aiutarvi?! -L'alieno più piccolo quasi ululò dentro la sfera, aggrappandovisi con tutte e due le mani.
-Raggiungeteci e rallentate le Mew Mew, se potete. -rispose Kisshu, l'espressione nuovamente concentrata. -Per il resto, cercheremo di cavarcela da soli.
Un altro boato e la comunicazione terminò bruscamente.
Entrambi gli alieni si ritrovarono a fissare il buio, gli sguardi intrisi di panico.
E se la fonte dell'acqua Mew fosse stata posta in un vicolo cieco?
-Corri, presto! -Kisshu strattonò Luana per la spalla, sospingendola il più velocemente possibile verso la fonte di insopportabile luminosità.
Pareva che la situazione avesse deciso di terminare con un risvolto piuttosto drammatico: pareti sempre più strette, luce accecante e ossigeno quasi assente. Senza contare che, per recuperare la preziosa acqua cristallo, con ogni probabilità, sarebbero stati costretti ad affrontare una conseguente orda di nemici assetati di sangue. Come se non bastasse avevano perso ogni contatto con i propri compagni di squadra.
Un nuovo boato e un'ondata di polvere si riversò sulle loro teste, rivelando quanto la minaccia delle armi nemiche fosse consistente.
La Mew nera tossì, cercando inutilmente di evitare l'enorme pioggia di detriti provenienti da chissà dove. -Kisshu, non vedo niente! Correndo così alla cieca rischiamo di scavarci la fossa da soli!
-Che cosa vorresti fare, allora? Fermarti qui e permettere che ti prendano?!
-Non ho detto questo. Non puoi erigere un'altra barriera? L'altra volta ha funzionato!
L'alieno dagli occhi dorati scosse la testa, l'espressione scoraggiata. -Ho consumato troppa energia. Non me ne resta più abbastanza per crearne una nuova. Se ci provassi rischierei di perdere i sensi e tu saresti ancora più in pericolo. Però... -Il bagliore di una nuova idea gli illuminò il viso, rendendolo simile a quello di un bambino. -potrei sempre tentare di rallentarle mentre tu...
-No, non se ne parla! -Lo interruppe la ragazza, scuotendo violentemente il capo. Abbandonarlo di nuovo da solo contro cinque avversarie era un'idea troppo ripugnante anche solo da prendere in considerazione. -Ricordi cos'è successo l'ultima volta che..!
-Che cos'altro potremmo fare? La tua arma ora come ora è inutilizzabile. Saresti comunque un peso per me.
Luana si morse le labbra. Non poteva negare la verità delle parole del compagno di squadra: il suo bastone nero emetteva delle onde sismiche e sonore ogni volta che veniva utilizzato, e avrebbe rischiato di seppellirli vivi sotto una montagna di detriti a quella profondità. Tuttavia, se le cose non fossero andate per il verso giusto? Se le Mew Mew avessero avuto la meglio su di lui? Chi le garantiva che sarebbe sopravvissuto e non avrebbe tentato invece di farsi uccidere, come durante la battaglia precedente?
Kisshu dovette interpretare correttamente la sua espressione preoccupata perché, durante la corsa, si voltò a guardarla, un'espressione tremendamente seria dipinta in volto. -Avevi detto che ti fidavi di me. -Le fece notare con semplicità disarmante.
Lei trasalì e gli lanciò un'occhiata a metà tra il sorpreso e l'irritato. Come poteva rivoltarle contro le sue stesse parole?! -Lo sai che se ti dovesse succedere qualcosa il sigillo...
Quello annuì lentamente, ricambiando lo sguardo con insolita solennità. -Per questo ti chiedo di avere fiducia e di correre il più velocemente possibile. So benissimo a che cosa andremmo incontro adesso, se dovessi lasciarmi sconfiggere.
-Ci deve essere un'altra soluzione. -ribatté l'altra testardamente, stringendo i pugni per non lasciare trapelare il suo nervosismo.
-Vedi forse altre soluzioni?
La conversazione cadde in un indefinito silenzio, spezzato solamente dai rumori dei loro passi e dei respiri affannati.
La Mew alien capiva come le ragioni del ragazzo fossero sensate: non potevano certo sperare di sconfiggere tutto il gruppo antagonista da soli.
Se prima avrebbero potuto tentare di batterle sul tempo, ora anche questa possibilità era stata loro negata perché era chiaro che le cinque gli stavano già con il fiato sul collo.
Si permise di lanciare un'altra occhiata furtiva al volto del compagno, alla ricerca degli stessi segni di tensione che albergavano in lei; tuttavia nel suo cipiglio scorse solo determinazione e voglia di combattere. "La sua maschera è di nuovo cambiata." Osservò con inquietudine. "Adesso sembra davvero un guerriero spietato."
Quei continui cambiamenti di personalità la spingevano a dubitare riguardo al suo essere affidabile. Era però anche vero che, dopo avere ammesso a bella posta di fidarsi di lui e di volerlo come sostegno durante la battaglia, pur avendo inteso una battaglia in coppia, non poteva rimangiarsi la parola di punto in bianco.
Eppure, fidarsi ciecamente le pareva comunque un rischio troppo elevato.
-Ho deciso. -L'alieno terminò bruscamente la sua corsa, costringendo Luana a interrompere a sua volta il filo di pensieri e spostare il peso del proprio corpo sulla punta degli stivali, per evitare di cadergli addosso.
-Che ti prende?! -sibilò, guardandosi le spalle con ansia sempre maggiore. Nessuno poteva sapere quanto fosse vicina esattamente la squadra nemica e la protratta ignoranza le stava facendo salire i nervi a fior di pelle.
Kisshu parve non farci caso e, neanche fossero stati impegnati in una tranquilla seduta di allenamento, chiuse gli occhi, tendendo le mani di fronte a sé con i palmi rivolti verso l'alto.
L'amica, dal canto suo, rimase a guardarlo con un sopracciglio sollevato, chiedendosi quale diabolico piano gli stesse passando per la testa, stavolta.
I secondi passarono inesorabili e, proprio mentre la sua riserva di pazienza stava per raggiungere il limite, rischiando di farle esplodere in bocca frasi pungenti, due armi affusolate apparvero tra le mani del ragazzo.
Inizialmente, ella le scambiò per i soliti tridenti che il compagno si portava dietro ovunque ma, osservando con più attenzione, notò che erano leggermente più piccoli e con un'impugnatura bordata di raso rosso anziché di pelle marrone. -E quelli? -mormorò, incuriosita, suo malgrado, dal fascino esotico delle lame. Rabbrividì, notando come fossero state affilate con precisione letale, studiate apposta per riuscire a trapassare la carne con la stessa facilità sperimentata nel tagliare il burro.
L'altro arricciò le labbra, evidentemente soddisfatto del suo interesse genuino. -Sono due Sai. O tridenti, come li chiami tu. Nonché la soluzione a tutti i nostri problemi. -Fece una pausa a effetto, lanciandole al contempo un'occhiata terribilmente penetrante che la fece sentire nuda e vulnerabile come mai prima d'ora. Ringraziò il cielo che la luce fosse tanto forte da nascondere il rossore affioratole prepotentemente sulle guance nell'istante in cui i loro occhi si erano incontrati.
Distolse rapidamente i propri e annuì a testa bassa, esortandolo a continuare.
-Come puoi notare sono leggermente più piccoli rispetto ai miei. Questo perché erano armi che appartenevano a una donna.
-A una donna? -Luana avvertì il bruciante bisogno di chiedere spiegazioni riguardo a quell'insolito fatto: perché mai un guerriero del calibro di Kisshu avrebbe dovuto portare con sé delle armi femminili? Tuttavia si trattenne, intuendo che, se avesse osato farne parola, avrebbe rischiato nuovamente di sconfinare in un argomento proibito.
-Visto che la tua arma è così pericolosa qui sotto e che sei così ossessionata dal pensiero di dovermi difendere a costo della tua vita, ho pensato di darti in prestito queste. Così, se le cose si dovessero mettere male per me, cosa che non succederà, potresti sempre tornare indietro per aiutarmi. -L'alieno le porse i due tridenti, un ghigno sinistro a increspargli le labbra. -Con questi potresti uccidere quelle stupide ragazzine senza sforzo.
-Non ho intenzione di ucciderle! -Si affrettò a precisare l'altra, ripugnata alla sola idea.
-So benissimo che non le uccideresti mai. Ma ti suggerisco di prestare particolare attenzione mentre combatti, altrimenti l'omicidio sarà inevitabile.
Udendo quelle parole, la ragazza impallidì. Avrebbe voluto rifiutarsi di prenderle in mano, ma la verità era che le serviva disperatamente un' arma con cui difendersi e con cui difendere il suo protetto. Così, liberandosi momentaneamente di tutte le proprie paure, si affrettò ad allungare le mani e ad afferrarle.
Non era il momento di perdere tempo a riflettere su inutili questioni morali.
Tuttavia, nell'esatto istante in cui le sue dita si posarono sulla fredda seta, un formicolio caldo le intorpidì i polsi mentre un devastante turbinio di emozioni si faceva strada dai suoi polpastrelli fino al centro del cuore. Erano tanto complesse e tristi da farle perdere completamente il senso del tempo e dello spazio.
Non esistevano più le battaglie, la grotta e gli alieni, ma soltanto quel dolore estraneo, così intenso da toglierle ogni voglia di vivere. Un'agonia che cresceva come le ondate di un mare in piena, lasciandola senza fiato.
E poi, proprio come il mare dopo un momento di intensa tempesta placa le sue onde e fa ritorno alla sua placida tranquillità, anche il vortice sensazionale scemò, lasciandola vuota e scossa, le ginocchia molli e le mani tremanti. Prima che potesse impedirlo, si sentì cadere in avanti e fu solo grazie alla pronta stretta di Kisshu che riuscì ad evitare di accasciarsi al suolo.
-Che ti prende? -Lui la scosse leggermente, posandole una mano fredda sulla fronte. -Stai male?
-Io... -La giovane si accorse di avere gli occhi brucianti di lacrime e di non riuscire a parlare a causa del nodo che le si era creato in gola. Si affrettò a scacciare entrambi e a rimettersi in piedi, dandosi della sciocca per avere reagito tanto emotivamente. -Niente. Sto bene.
Ignorando le occhiate preoccupate che il compagno di squadra le rivolgeva, strinse maggiormente la presa sull'impugnatura dei due tridenti. -Ora. Fammi capire qual è il tuo piano, il tuo folle piano, aggiungerei: dovrei correre come un'ossessa fino a raggiungere l'acqua Mew, tentare non si sa come di recuperarla, mentre tu distrai le cinque trucidatrici e ti impossessi della loro arma letale?
-Ignorerò il tuo sarcasmo. -rispose Kisshu, a denti stretti. -Comunque sì, precisamente. E sarebbe bene che tu ti sbrigassi, perché stanno arrivando.
Come a conferma di quella constatazione, un rumore di passi veloci e di respiri affannati iniziò a farsi strada alle loro spalle, insieme all'odore inconfondibile delle guerriere Mew Mew.
La Mew alien strinse gli occhi irritata, emettendo un sibilo roco attraverso la gola. -Al diavolo! -ringhiò. Ormai era troppo tardi per pensare a soffermarsi e sistemare tutti i come e i perché.
Tentare una via che sembrava impossibile era sempre meglio che rinunciare e fuggire.
Rivolse un ultimo sguardo d'intesa all'amico, che si chinò su di lei e le sussurrò all'orecchio -Corri più veloce che puoi. Quando arriverai a destinazione fermati e aspettami: quasi sicuramente ti servirà aiuto per poter conquistare l'acqua Mew.
La giovane annuì, decisa. Sapeva bene ciò che era necessario fare. Stava per voltarsi e riprendere il cammino quando quest'ultimo la sorprese poggiandole una mano sulla spalla come per infonderle coraggio. -Tornerò a prenderti, fosse l'ultima cosa che faccio nella vita. -Le promise con uno sguardo tanto limpido e al tempo stesso feroce da lasciarla senza parole.
-Ti aspetterò. Buona fortuna. -Riuscì solamente a mormorare, lo sguardo totalmente calamitato da quello di lui. Se non si fossero trovati nel bel mezzo di una battaglia importantissima, quel momento sarebbe stato abbastanza romantico da indurli in un bacio.
Non fu un pensiero elaborato con malizia, ma una semplice constatazione: sapeva benissimo che nel cuore dell'alieno c'era posto soltanto per una donna e quella di certo non era lei.
Quell'immagine le diede la forza necessaria per non rimanere completamente soggiogata dai suoi occhi, dunque le fu meno difficile voltarsi con disinvoltura e riprendere ad avanzare come se nulla, in quel momento, fosse più importante che concludere la missione con successo.
Iniziò a correre al limite delle proprie possibilità, illudendosi in quel modo che il battito accelerato del cuore fosse causato dallo sforzo intenso e non dai suoi sentimenti, appena consapevoli.
Kisshu, dal canto suo, rimase a guardarla mentre si allontanava a tutta velocità, pensando a quanto fossero fortunati ad averla come compagna di squadra. Se non fosse stato per quella ragazza, probabilmente non sarebbero riusciti a compiere nemmeno la metà delle imprese da cui erano usciti vittoriosi. Lui per primo sarebbe morto senza mai più avere la possibilità di riscattare la propria reputazione. E, sebbene inizialmente si fosse infuriato per il fatto di non essere riuscito a porre fine alle proprie sofferenze, adesso iniziava a rendersi conto che abbandonare la vita nel modo che aveva progettato non avrebbe risolto proprio nulla, anzi avrebbe causato un'ulteriore distrazione ai propri fratelli, li avrebbe costretti a farsi carico di un fardello pesantissimo.
Incredibilmente, si ritrovò a provare gratitudine e ammirazione per quella ragazzina così giovane, ma, al contempo, coraggiosa. "Tu, Ichigo sapresti dimostrare lo stesso coraggio e la stessa perseveranza?" Non ne era più tanto sicuro.
Un grido trionfale alle sue spalle interruppe bruscamente le sue riflessioni, inducendolo a voltarsi di scatto, le proprie armi strette in pugno.
Alla vista delle cinque Mew Mew, schierate perfettamente in fila indiana di fronte a lui, non riuscì a trattenere un sorriso sarcastico. -Finalmente vi siete degnate di farvi vedere. Ancora qualche minuto e mi avreste trovato addormentato!
Le paladine dal DNA modificato non raccolsero la sua provocazione. Rimasero perfettamente in silenzio, immobilizzandosi alla vista dei tridenti che quest'ultimo impugnava; sul volto di alcune si dipinse un'espressione di feroce divertimento, come se già avvertissero l'odore della battaglia imminente, altre, meno agguerrite, si limitarono a sollevare le sopracciglia, alquanto scettiche.
-Dov'è la tua amichetta? Ho un conto in sospeso con lei. -domandò la voce di Zakuro Fujiwara, fredda e implacabile come suo solito.
-Mi dispiace deluderti, ma non è qui. È impegnata con faccende più importanti.
-E tu pensi di poterci sconfiggere tutte da solo?! -Il risolino acuto di Berii si fece strada fino alle sue sensibili orecchie. Quel suono così molesto lo disturbò a tal punto da rischiare di fargli perdere la concentrazione, ma, suo mal grado, si costrinse a mantenere la calma. Non era giunto fin lì per commettere stupidaggini.
-Certo. Vi sconfiggerò tutte. Una a una.
Per tutta risposta, quella rise più forte. -Se non ricordo male, l'ultima volta che hai avuto la presunzione di sconfiggerci con le tue sole forze non è andata a finire molto bene... o sbaglio?
-Già. -ammise Kisshu, per nulla turbato. -Ma rispetto a quella battaglia ci sono alcune differenze che, sono sicuro, noterai. Prima di tutto, adesso ci troviamo in un luogo molto più stretto, dunque non potrete certamente affrontarmi tutte insieme. -Sorrise trionfale, scorgendo l'ombra dell'insicurezza farsi strada negli occhi della Mew bianca. -Secondo, e mi stupisce che tu sia così ingenua da non essertene accorta, la volta scorsa non avevo alcun interesse a vincere, mentre ora ce l'ho eccome. -Fece un passo avanti, soddisfatto nel vederla indietreggiare di fronte al suo sguardo feroce. -E terzo, ma non meno importante... i miei fratelli sono qui.
A quelle parole, le espressioni delle cinque si tinsero di panico misto a ferocia, ma prima che una sola di loro potesse escogitare una manovra offensiva, una devastante pioggia di fulmini cadde dal soffitto, costringendole ad indietreggiare per non rimanere ferite.
Pai atterrò poco dopo in uno spettacolo di ventagli rossi, i capelli viola scuro carichi di energia elettrostatica. -Ringrazia il cielo che siamo riusciti a trovarti. Tu e le tue insane idee. -sibilò, rivolto al fratello.
Quello roteò gli occhi, decisamente indisposto dal comportamento da suocera di Pai. -Piuttosto, dov'è Taruto?
Come in risposta alla sua domanda, il terreno venne improvvisamente scosso da una vibrazione sorda, prima di liberare dalle proprie profondità un gran numero di radici e tralci verdeggianti. Alcuni di essi si strinsero inesorabilmente attorno a Berii e le sue compagne, immobilizzando loro le caviglie e i polsi, altri si disposero a formare un muro impenetrabile per impedire a chiunque non facesse parte del gruppo alieno di avanzare verso la fonte dell'acqua Mew.
-Questo dovrebbe tenerle impegnate per un po'. -ridacchiò Taruto, materializzandosi alle spalle di Kisshu e divertendosi nel vederlo sobbalzare.
-Non è giusto, nanerottolo! Mi hai portato via tutto il divertimento!
-Avresti dovuto sbrigarti a mettere fuori gioco quelle che potevi anziché perdere tempo a fare picci-picci con Lu-
-Chi è che farebbe picci-picci?! -ringhiò una voce minacciosamente scherzosa alle loro spalle, cogliendoli di sorpresa.
-Luana! -gridò Taruto, il volto illuminato in un sorriso a trentadue denti, come un bambino finalmente ricongiunto alla propria sorella maggiore dopo un periodo di lunga separazione.
Quella, per tutta risposta, gli scompigliò i capelli, tirandogli un orecchio con fare giocoso. -Piccolo impertinente!
-Che diamine ci fai qui?! -Ci pensò la voce incredula dell'alieno dai capelli verdi a ricordare a tutti il motivo per cui si trovavano in quel luogo. -Non avresti dovuto aspettare il mio arrivo?
-Sono riuscita a cavarmela da sola. -Lo interruppe quella con fare spiccio, mostrando un sacchetto dentro il quale si poteva intravedere una particolare luminescenza azzurrina che non poteva essere emessa da nessun altro elemento che non fosse l'acqua cristallo.
I tre fratelli spalancarono la bocca contemporaneamente, increduli e ammutoliti.
-Non ci posso credere! -esalò Kisshu, dopo qualche istante di attonito silenzio, avvicinandosi alla ragazza e esaminando il misterioso contenuto della sacca.
Il suo esame approfondito non fece che accrescere il livello di incredulità generale.
-L'acqua Mew ha sempre respinto ogni nostro tentativo di... perché tu invece? -Sembrava che qualcuno avesse appena tentato di strappare gli occhi a Taruto, tanto questi gli sporgevano fuori dalle orbite.
-Beh... sapevo che avevamo poco tempo. -borbottò Luana, torturandosi insistentemente una ciocca di capelli ricci. -Quindi ho rischiato e ho provato a lanciare un attacco a bassa frequenza con il mio scettro. Ho avuto fortuna perché...
Pai si schiarì rumorosamente la voce, costringendola ad interrompere il racconto. -Non è questo il luogo adatto per raccontare le nostre avventure.
-Per una volta, fratello, concordo con te. -L'alieno dai capelli verdi lanciò un'occhiata preoccupata al muro di liane erette dal compagno di squadra, che stava iniziando ad emettere scricchiolii inquietanti. -Meglio allontanarci da quelle cinque, prima che la nostra fortuna ci venga sottratta da sotto il naso.
-Certo, ovviamente. -Cercando di maneggiare lo strano sacchetto luminoso con più delicatezza possibile, Luana premette il tasto del teletrasporto, preparandosi psicologicamente alla sensazione di nausea che da esso sarebbe conseguita.
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Ecco terminata la prima parte del capitolo. Stavolta è un po' più lunga perchè sono riuscita a dividerlo solo in due parti: non sapevo dove altro spezzarlo, l'interruzione sarebbe risultata troppo brusca o strana.
Non vi aspettavate che Luana sarebbe riuscita a recuperare l'acqua Mew così velocemente, vero? Può sembrare strano, ma in realtà c'è un motivo. Si scopriranno più dettagli nella prossima parte.
Nel frattempo fatemi sapere la vostra opinione e, se il capitolo vi è piaciuto, lasciate pure anche qualche stellina!
Grazie ancora a tutti per il supporto e l'affetto che continuate a dimostrarmi. Spero di essere all'altezza delle vostre aspettative.
Il prossimo capitolo uscirà a fine mese! Portate pazienza!
MoonBlack1993
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