Capitolo 6

Nausea tremenda, irresistibile era la voglia di vomitare e lasciare che il dolore e lo schifo uscisse dalle viscere.
Dean, dopo essersi alzato velocemente dal divano, corse rapidamente al bagno, nonostante la testa gli facesse malissimo. Arrivò al lavandino, ed in poco vomitò tutto ciò che si teneva dentro, cena e ribrezzo.

Questa storia stava già durando troppo, Frankie non poteva essere sconfitto, ma in qualche modo doveva uscire dalla mente di Dean. Come aveva fatto ad entrare dentro di lui? E soprattutto, perché proprio lui e non qualcun' altro? Non so se sia per una questione di fede o no, ma io non credo nelle coincidenze, due strade si incrociano per lasciare il segno, anche se a volte sono casuali gli incontri.

Dean ci mise un po' a riprendersi, ma alla fine ce la fece, grazie ad alcuni energetici tenuti nell' armadietto delle medicine, alcuni snack presi dal frigorifero, ed una buona boccata d'aria fresca. Era ancora notte, e Dean si sentiva un po' a disagio. Temeva di potersi riaddormentare, e finire di nuovo fra le grinfie di Frankie. Improvvisamente, Dean si accorse di non esser solo in casa. Sentì dei passi provenire dal piano di sopra. Si ricordò in quel momento di aver lasciato la finestra del bagno aperta, per far passare un po' di aria fresca.

Dean prese un coltello dalla cucina, facendo piano, e, prendendo coraggio, decise di salire al piano di sopra. Ciò che vide lo stupì molto. In mezzo al corridoio che portava al bagno ed alla sua stanza vi era Nikki.
"Che ci fai qui?!" chiese con stupore Dean.
"Vedi, Dean, ieri pomeriggio ti ho visto allo stagno, che mi guardavi piangere. Mi hai colto nel mio momento di delicatezza. Io volevo coglierti nel tuo."

Dean non potè controbattere, nonostante la ragazza fosse illegalmente in casa sua.
"V... vuoi qualcosa d... da mangiare?" chiese il ragazzo, ancora teso per il momento.
"No, grazie. Ti va se vengo in soggiorno? I miei sono convinti che io sia ad un pigiama party."
"Okay." le rispose Dean.

Andarono entrambi in soggiorno, e rimasero un po' in silenzio, poi Nikki ruppe il ghiaccio.
"Allora, perché ti serviva un momento di solitudine?"
Dean sapeva che la ragazza era perspicace, ma non immaginava fino a quel punto.
"Oh, niente... è una lunga storia." rispose titubante Dean.
"Okay... un giorno me lo dirai, ci conto." rispose euforicamente Nikki.
"E tu?" ribattè Dean. Se c'era una cosa che a Dean usciva bene, era mettere alle strette qualcuno. Ma Nikki non era da meno.
"È una storia lunga pure la mia."
Dopo ci fu di nuovo il silenzio.

Entrambi ebbero bisogno di riflettere, ma non da soli.
"Dean, ti piace star da solo?"
"No, però a volte ne ho bisogno."
"Sai, neanche a me piace star da sola"
"Perché allora sei sempre in disparte?"
"Non voglio essere come tutti gli altri, preferisco stare con i miei pensieri, preferisco stare con i miei demoni. Anche tu hai dei demoni."

Dean si sentì per la prima volta compreso, nella sua malinconia e nelle sue stranezze.
"Perché hai scelto proprio me? Perché guardi proprio me?" chiese Dean.
"E perchè tu proprio me?" ribattè Nikki. Dean rimase completamente spiazzato.
"Dean, ora vado, casa mia non è vicinissima, per le 8 devo farmi trovare di fronte a casa mia, e devo andarci a piedi." Dicendo così, Nikki corse verso il piano di sopra, voleva uscire direttamente dalla finestra del bagno che la aveva fatta entrare.
"Aspetta..." gridò Dean. Ormai era tardi, Nikki era già andata via.
Dean si disse che era terribilmente strana quella ragazza così estroversa e diversa. Pensò a tutto il resto della prima mattina a lei, pensò che lei non era così diversa da lui, forse lei aveva il coraggio di essere sé stessa. Forse lei aveva capito che lui era l'unico che poteva capirla. Dean si mise a meditare su quello che aveva appena passato. Non era una novità in quei giorni. Non lo sarebbe più stato.

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