40. Colazione con fuochi d'artificio
Guardai incredula la fede al dito ancora per qualche istante. Liam non aveva parlato di promesse di matrimonio o di fidanzamento. Sapevo che quei riti fossero qualcosa di estremamente superfluo rispetto all'importanza e all'indissolubilità di una connessione. Mi aveva già detto che quello che c'era tra noi andava oltre alle promesse di amore eterno umane, che si potevano rompere semplicemente pagando una parcella a qualche avvocato.
Così come sapevo che se avessi sentito l'esigenza di un matrimonio, Liam non me lo avrebbe negato.
Per una volta tanto, mi fermai a riflettere su cosa volessi davvero io, scindendo le aspettative dei miei genitori dai miei reali desideri. Il matrimonio era una di quelle cose di cui avrei sentito l'esigenza solo per far contenti loro. Grazie a Liam, però, avevo finalmente capito che loro non erano interessati alla mia felicità e fu in quel momento che decisi di smettere di comportarmi come loro si aspettavano. O forse lo avevo già iniziato a fare mezz'ora prima, quando non mi ero posta alcun problema ad esternare rumorosamente il mio piacere.
Cancellai così sotto la doccia la mia piega già sfatta dal sesso con Liam, tornando riccia e ribelle.
In preda all'abitudine, mi fermai e aprii il mio beauty case per prendere i trucchi, ma mi bloccai e mi riguardai allo specchio.
Per chi mi stavo truccando? Liam aveva espressamente chiarito che mi preferiva al naturale e io dovevo imparare ad amarmi così come ero.
Richiusi quindi la trousse e mi diressi verso la mia valigia. Indossai un bikini e degli short in jeans strappati. Davvero poco bon ton per una colazione con i miei genitori. Guardandomi poi allo specchio, mi resi conto di avere alcuni lividi intorno al seno, probabilmente dovuti a qualche presa irruenta di Liam.
Il mio mood provocatorio mi spinse ad afferrare il cardigan in cachemire che avevo indossato il giorno prima. Lo indossai e lo lasciai aperto per mantenere i miei lividi in bella mostra.
Sarei scesa anche senza. Tuttavia, la temperatura non era ancora molto calda e io non ero un lupo come Liam, in grado di non patire mai il freddo. Per lo meno non ancora.
Infilai infine un paio di occhiali da sole e imboccai i corridoi.
Mi raggiunsero subito le voci canzonatorie di Lip e Steve.
«Ehi Annie, è passato Babbo Natale dalla vostra stanza stamattina. Non ti abbiamo mai sentito urlare così tanto. Dovevate essere per forza in tre!»
«Esporrò la tua teoria a tuo fratello, Lip. Scendiamo e ne parliamo con lui?»
Ridacchiò.
«Touché! Ti accompagniamo a colazione, ma niente storielle su Babbo Natale a mio fratello, grazie.»
Lip allargò le braccia e mi avvolse.
«Buon Natale, Annie. Sono davvero felice che tu sia del branco.»
«Ma io non sono... insomma...»
«Lo sei in forma diversa, ma fai parte della nostra famiglia ora, e noi siamo la tua.» Aggiunse Steve con uno sguardo talmente intenso da scaldarmi il cuore.
«Forza, scendiamo ora. Altrimenti mio fratello finirà tutto il bacon con la fame che gli avrai fatto venire.»
In terrazza trovammo tutti al completo. Harold e i miei genitori erano seduti al tavolo. Lara e Marcus erano sdraiati al sole su delle chaise longue, mentre Liam mi guardava con uno sguardo furbo da dentro la piscina. Non aveva intuito il mio stato d'animo solo dal mio aspetto. Aveva percepito completamente le mie intenzioni e mi stava fissando divertito e con una punta di orgoglio.
I miei non mi avevano ancora salutato, così mi avvicinai al tavolo, dove si erano già seduti Lip e Steve riempiendo i loro piatti di bacon, e mi allungai a prendere una brioche. «Buon Natale a tutti,» dissi addentandola senza nemmeno sedermi e sbriciolandola sul teak della terrazza.
«Oh tesoro, sei così... così... naturale...»
«Se ti riferisci ai miei capelli, sono sempre stati così... forse non te lo ricordi. O forse volevi darmi semplicemente della sciatta?» domandai con tono di sfida.
«Io... beh...» tentennò mia mamma, in difficoltà.
«Basta così, signorina! Il tuo atteggiamento non mi piace per niente,» tuonò mio padre.
Lip e Steve smisero di masticare e iniziarono a fissare, sconvolti, prima mio padre e poi me.
«Oh, buongiorno, papà! Ti sei accorto della mia presenza solo ora. Sai, ero qui anche ieri!»
«Lo so che eri qui, e soprattutto ti ho sentito questa mattina con le tue urla indecenti. Abbiamo acconsentito che dormiste assieme perché sappiamo che lo fate anche a Moore Hill, ma questo non vuol dire che tu ti possa permettere di comportarti in modo così irrispettoso e poco decoroso.»
«Poco decoroso? Se avessi saputo che bastava così poco per attirare la tua attenzione, ti avrei messo in viva voce mentre scopavo con Liam già diversi mesi fa. Così, magari, ti saresti degnato di tornare a casa qualche volta. Ah no, è vero. Tu hai un comportamento talmente tanto decoroso che non mi parli da anni, nemmeno al telefono! Quale diritto hai quindi ora di rivolgermi la parola?»
Arretrai, alzando il mento come a sfidarlo, e andai a sbattere contro il corpo fresco di Liam, che nel frattempo era uscito dalla piscina per affiancarmi, preoccupato dai toni accesi usati da mio padre.
«Quello... quello è...?» intervenne mia mamma, indicando i segni sulla spalla di Liam.
«Un'inversione di ruoli,» disse sottovoce Lip, provocando in Steve una risata soffocata.
Con la coda dell'occhio intravidi un ghigno malcelato di Harold. Così mi rivolsi verso mia mamma.
«Sì, sono i segni dei miei denti. Dopotutto lo avete sempre saputo che io... beh... mordo!»
Presi una mela dalla cesta della frutta e l'addentai in modo teatrale davanti a loro, prima di girare sui miei tacchi e dirigermi verso il bordo della piscina, senza aspettare una loro replica.
Mi sdraiai anche io su una chaise longue e Liam mi raggiunse, sorridendomi maliziosamente.
«Ti senti meglio ora?»
«Sì, decisamente! Mi sento più leggera.»
Era vero. Così come era vero che mentre rispondevo male ai miei genitori, mi ero resa conto di non avere nulla da perdere.
Sentivo i miei scusarsi con Harold per il mio comportamento. Come se quell'uomo non aspirasse a costringermi a fare cose davvero poco decorose, come mordere una quantità considerevole di umani e magari aspirasse anche ad avere rapporti sessuali con la compagna di suo figlio per ottenere la sua dote.
Sbuffai stizzita per via di quel momento di ipocrisia.
Percependo la mia rabbia, Liam rinnovò la sua disponibilità.
«Se hai bisogno di sfogarti, possiamo sempre risalire in camera...»
Mi strappò una risata e per un attimo presi in considerazione quell'opzione.
Lip e Steve ci raggiunsero ancora masticando la colazione. Si sedettero sulle chaise longue accanto alla nostra. Anche Marcus e Lara si avvicinarono.
«Bene, bene, bene. A Natale si è tutti più buoni, non era così?» mi prese in giro Lip.
Gli tirai una pacca sulla spalla a mo' di rimprovero.
«Attento Lip, ti ricordo che la ragazza morde...» rincarò Steve.
«Avete le idee confuse, mi sa, fratello!» disse Philip, tirando un pugno sulla bicipite di Liam.
«Ringrazia Annie, che sono di buon umore o ti avrei già gettato nell'oceano. Piuttosto andiamo a fare un giro in spiaggia? Potremmo camminare un po' e darci i turni per andare a caccia nell'entroterra. Credo sia meglio cambiare aria qui, almeno fino al pranzo.»
«Io e Lip siamo già andati a caccia ieri sera dopo il party. Staremo noi con Annie, mentre voi tre potete prendervela comoda,» propose Steve.
Liam mi guardò in cerca di assenso e lo ricevette percependomi tranquilla.
«Potreste insegnarmi a fare surf nel frattempo?» abbozzai.
«Non basterebbe una giornata intera e ti sfiniremmo... non ho intenzione di sorbirmi ramanzine da mio fratello. Ti concedo una lezione di SUP!»
«D'accordo allora, voi starete qui in spiaggia e io, Marcus e Lara faremo un salto al Solstice Canyon. Torneremo per il pranzo.»
Liam si alzò con un balzo e mi baciò brevemente sulle labbra, poi sparì assieme a Marcus e Lara, fremendo per andare a caccia.
«Andiamo principessa, vieni con noi a preparare i paddle, non mi fido a lasciarti qui. Mio fratello ha paura che ti succeda qualcosa, ma io ho paura piuttosto che tu azzanni qualcuno», continuò canzonatorio Lip, dandomi un piccolo buffetto sul naso.
Un'ora dopo stavo implorando pietà. Avevo perso il conto di quante volte ero caduta dal SUP. Senza contare che l'acqua dell'oceano in quel periodo dell'anno era davvero fredda, nonostante mi avessero fatto indossare una muta piuttosto spessa.
Ci sdraiammo quindi al sole, sfiniti, e io notai un nuovo tatuaggio sul polpaccio di Steve. Sembrava una luna Maori.
«È nuovo quello?» gli domandai.
«Sì, l'ho fatto ieri sera. Matt, il proprietario della villa dove si è tenuta la festa, ha un mini studio di tatuaggi in casa. Lui è specializzato in Maori, mentre la sua fidanzata Jackie in fine line tattoo, quella roba da fighette che immagino ti piaccia. Vuoi per caso farti un tatuaggio, Annie?»
«Forse...» risposi, misteriosa.
Avevo finalmente trovato il regalo perfetto per Liam.
Ciao Pelosoni!
Cosa ne pensate sì questa ribellione di Annie? Secondo me è stata fin pacata..
Ma la stupidità di Steve e Lip, invece? Lo so, sono sempre i soliti.
Cosa avrà in mente Annie come regalo ?
Se vi ha dato soddisfazione la sfuriata di Annie ai suoi lasciate una stellina e se vi va qualche commento!
Baci
BEA
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