Traitor
Il blocco finalmente se ne è andato e ho potuto scrivere qualcosa, anche se non è molto spero che vi piaccia, fatemi sapere poi che ne pensate.
Headcanon: Germania, Giappone e Italia avevano tutti un fratello o una sorella minore (Ger aveva East, Giappo aveva sua sorella Miyoki e Italia aveva Salò)
Tutti e tre hanno perso questa figura, East è morto dopo che la Germania fu riunita in un unico paese a causa della sua scarsa salute, Miyoki invece morì a causa dell'alto livello di radiazioni dopo le bombe di Hiroshima e Nagasaki.
Giappone è costantemente in contrasto con se stesso perchè America si, lo ha salvato, ma gli ha sterminato la famiglia ed il paese.
Come se non si fosse capito che America è un pezzo di merda.
Salò invece morì per mano del suo stesso fratello.
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Italia guardò le sue mani piene di sangue.
Era accaduto in un giorno solo. In un istante.
In quell'aprile del 45.
Sette pallottole erano quelle che gli avevano attribuito il nome di orfano in ogni senso della parola.
Sette pallottole che aveva però sparato lui di sua spontanea volontà.
Sette pallottole che avevano ucciso suo frate-
"NO!"
Italia si mise a sedere sul letto, gridando nel bel mezzo della notte.
Cercò di riprendersi dal suo incubo, tentando di riprendere fiato e asciugandosi la fronte sudata.
Dopo aver ripreso pieno controllo del suo corpo, mise il viso tra le mani, tentando di calmarsi anche mentalmente.
"Un sogno...un cazzo di sogno...Ripigliati Italia è solo un sogno come altri..."
Sussurrava tentando di convincersi che non era vero.
Tentò di nuovo di riaddormentarsi, mettendo il viso contro il tessuto morbido e profumato del cuscino, ma quell'immagine, quel maledetto momento lo tormentava.
Lo tormentava dal giorno in cui tutto finì.
Lo tormentava dal giorno in cui tutto iniziò.
28 aprile 1945
Dongo, ore 15:15
La guerra in Italia era finita. Almeno questo è quello che si dice.
Il 25 aprile è festa nazionale da voi no?
Italia ha sempre portato questa data nel cuore, l'avrebbe onorata sempre.
Ma per lui non era ancora tempo di liberazione.
Il capo della Repubblica fantoccia era ancora vivo.
Non poteva dire che la sua terra avrebbe cantato vittoria fino a che quell'essere non avrebbe smesso di respirare.
Quell'essere, che il nome stesso era fonte di disgusto per lui.
Quel nome...quel no-
BEEP BEEP!
Il ragazzo sussultò, guardando un signore a bordo di una Fiat nera, che gli fece cenno di salire in macchina alla svelta.
Salendo in macchina, si trova di fronte i prigionieri.
Italia non disse niente, solamente una gran rabbia e sete di sangue gli stava tormentando la mente, facendolo impazzire.
E questo durò per tutta la durata del viaggio, una lunga, odiosa tortura.
Arrivarono dopo poco nei pressi di una tranquilla e graziosa villa.
Villa Belmonte.
Gli altri due partigiani fecero cenno al ragazzo, per poi guardare i due prigionieri.
"In piedi, canaglie."
Italia si ricordava ancora oggi cosa successe.
La strada venne bloccata, mentre lui ed un altro partigiano misero con le spalle al muro il capo della Repubblica e la sua amante.
"Fratello...che cosa stai a fare?"
Italia guardò la persona di fronte a lui.
La persona che stava per uccidere...il suo stesso fratello.
La Repubblica di Salò.
"Per ordine del Comando Generale del Corpo Volontari per la Libertà, sono incaricato di rendere giustizia al popolo italiano."
Vi chiederete come siamo arrivati a qui.
Come due fratelli che si sono protetti fin dalla nascita ora siano uno di fronte l'altro vedendosi come nemici.
Partiamo da quando il loro padre, Italia Fascista, ebbe da sua moglie nel corso di circa tre anni, due maschietti.
Italia, il primogenito, un bambino energico e determinato con i capelli ondulati e castani presi dalla madre e gli occhi bruni presi dal padre.
Quando sia nato è un mistero, sostiene di essere nato il 25 aprile del 1945, ed è testardo sulla questione.
Tre anni dopo nacque il piccolo Salò, furbo e sempre sorridente, i capelli ricci e anche lui aveva ereditato gli occhi del padre.
Fin da piccolissimi, i due andavano sempre d'accordo, proteggendo l'un l'altro.
I due venivano considerati come inseparabili, e molti invidiavano il loro rapporto tra di loro e con il loro fantastico padre.
Per quanto molti sostengono che Italia Fascista fosse un padre buono ed amorevole, in realtà questa è solo una maschera che aveva indossato per anni.
Sotto di essa si nascondeva un uomo violento, che avrebbe fatto di tutto pur di risollevare il suo Paese alla gloria dell'antica Roma, e cancellare ogni traccia del suo precedente regno.
Parliamo del suo fratello gemello, il Regno di Italia.
Italia Fascista è sempre stato un uomo che voleva più bene alla sua terra che ai suoi figli, e nonostante ciò lui si aspettava dai suoi ragazzi il massimo rispetto.
Se Salò era quello che cercava di non intralciare il padre obbedendo ciecamente alle sue regole, Italia era un piccolo ribelle.
Lunghe discussioni e schiaffi volavano ogni giorno in quella villa, ma nonostante le botte Italia non si fermava, ma tornava ad essere più testardo e determinato.
E non è una sorpresa se nel momento di vacillazione del Fascismo, nell'anno 1943 Italia prese una pistola e sparò a suo padre tre volte dietro la schiena.
Salò, saputa della notizia del padre, gli si gelò il sangue nelle vene, e in un attacco di panico, quando vide i tedeschi arrivare nel territorio, lui si prostrò davanti al Füher.
Da lì, iniziò una guerra tra i due fratelli.
Salò divenne capo del governo fantoccio, mentre Italia lavorava con Alleati e Partigiani.
"MI HAI TRADITO SALÒ, HAI UCCISO TUTTI! TUTTI!"
"Credi che sia colpa mia? Sei te che hai ucciso nostro padre, che ha fatto iniziare tutti questo! È colpa tua, fratello!"
"Tu...non provare a darmi del fratello figlio di puttana...SEI UN UOMO MORTO SALÒ! CAPITO?! MORTO!"
La guerra mieteva vittime tra soldati ed innocenti, mentre oramai dentro Italia si consumava solo odio e rancore verso Salò.
Ed eccoci qui. Alla fine della guerra, i due fratelli uno di fronte all'altro, al loro addio.
"Fratello, dai non fare così...possiamo...trovare un accordo..."
Italia gli puntò il mitra sulla fronte.
"Chiudi la bocca. Questa volta non serviranno le preghiere. Hai ucciso i nostri stessi cittadini perchè dei un codardo, e solo per questo meriteresti la stessa fine di nostro padre."
Mentre parlava, il suo sguardo si posò sull'amante, che stava attaccata a Salò mentre dolci lacrime cadevano dalle guance rosee.
"Togliti da lì, se non vuoi morire pure te."
Salò guardò Italia negli occhi, con uno sguardo pieno di pentimento.
"Per favore...non devi farlo...ti ricordi...?"
Italia caricò il mitra.
"Siamo fratelli...Italia...ci guardiamo sempre le spalle...ricordi?"
Italia lo puntò verso Salò.
"Ricordi...?"
"Hai rotto la promessa il giorno che ti sei alleato con i nazisti, bastardo che non sei altro."
Salò chiuse gli occhi.
E premme il grilletto...
...
Niente?
Il mitra si era inceppato.
Salò riaprì gli occhi.
Italia ripremme il grilletto, per poi buttare via l'arma, incazzato nero.
Chiamò alla svelta uno dei partigiani, e prese un altro mira.
Salò, sapendo che oramai non poteva più sfuggire alla morte, decise di lasciare da parte l'amore rimasto per suo fratello, e sfodera un sorrisetto bastardo.
"Lo sai che andrai all'inferno per questo, vero fratellone?"
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"Aora riserva un posto anche per me, nazista del cazzo"
Italia finì di lavarsi il viso, sospirando.
Sarebbe finito all'Inferno per ciò? Probabilmente si.
Se ne pentiva?
Forse.
Mentre si lavava le mani lasciando via questi pensieri, il lavandino cominciò a far uscire sangue dal tubo di scarico.
Italia indietreggiò, per poi guardare lo specchio con orrore.
Una figura nera, dai contorni che ricordava un bambino sui sei anni, gli sorrideva da dietro il vetro.
"Ti sono mancato, fratellone?'
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