Capitolo 51

Victoria

-sono successe un sacco di cose negli ultimi tempi- Dylan mi stringe.
Siamo nella mia stanza e i miei genitori sono di sotto. Il suo profumo inonda le mie narici.
Il suo cuore, lo sento, batte contro il mio orecchio e la sua mano dolce e perfetta continua a giocherellare con una ciocca dei miei lunghi capelli.
Io non faccio altro che percorrere con il dito la sua lunga cicatrice, che tutt'ora, mi affascina moltissimo.

-già, fin troppe- ridacchio su di lui.
Si sporge leggermente su di me e mi da un lieve bacio sulle labbra. Poi il silenzio cala nella stanza.
Non è un silenzio cattivo o pensante. È solo il dolce rumore dei nostri respiri mescolati come se fossero uno solo.
La finestra della mia stanza è leggermente aperta e la tenda si muove con il lieve vento che tira.
Non parliamo e io mi perdo nei miei pensieri.
Penso alla mia vita qui a Manhattan, a come sia cambiata da quella che avevo da Liverpool e di quante cose siano successe proprio qui in meno di un anno.
Penso a Leila, la dolce ragazza dai capelli biondissimi che mi ha sempre sorretta anche quando io e lei non eravamo così unite.
Penso alla nostra prima colazione insieme, alle nostre serate in compagnia di un film. La prima alla quale abbia parlato di mia madre.
Penso a Leo, quel bellissimo ragazzo innamorato della sua donna. Quel bellissimo ragazzo i quali occhi non mentono. Quello stesso ragazzo che il primo giorno di scuola mi ha chiamata Victris.
Penso al fuoco di Lory, che ho conosciuto durante le lezioni di Arte della signorina Ashley. Quella ragazza dai capelli così rossi e dal viso ricoperto da lentiggini che ha aperto nel mio cuore uno spiraglio di dolcezza. È così indifesa e semplice...

Penso a Dalila, quella stronza con la quale adesso ho un rapporto fantastico. Una ragazza i quali occhi vanno in contrasto con i suoi capelli. Quegli occhi così chiari mischiati a quei capelli così scuri non possono che essere un qualcosa di meraviglioso. Penso a come lei sia cambiata del tutto a come adesso, sia più felice e sicura di se con al suo fianco Taylor.
Penso a Zac e a Taylor. A quei due mascalzoni e comici. Se non fosse per loro e le loro battute stupide e inappropriate, i loro comportamenti strambi e le loro facce buffe, tutto qui sarebbe nullo.
Penso a Matt e al suo grande amore per Bea, quella ragazza che ha preoccupato tutti, a causa della sua condizione fisica dalla quale adesso, menomale, è riuscita a guarire.
Penso a come lui sia stato sempre fedele nei suoi confronti, come lui non l'abbia mai abbandonata e come lui sia ancora vicino a lei.
Penso ad Ashley, quella donna forte e determinata ormai diventata un angelo dai grandi occhi chiari. La ricorderò proprio come mi ha detto lei nella sua ultima lettera: sorridente, in vita e forte. Proprio come è stata fino alla fine.
Non averla potuta salutare come avrei voluto e non aver potuto passare assieme a lei gli ultimi giorni della sua vita è uno dei rancori che, penso, porterò sempre con me.
Chiudo gli occhi e inspiro ancora un po' del profumo di Dylan ed ecco che mi ritrovo a pensare proprio a lui, qui vicino a me.
Ci siamo conosciuti proprio davanti casa sua e per merito di Leila e del suo buongiorno mattutino.

- non ci conosciamo, piacere, sono Dylan Vuller.- mi ha porto la mano e mi ha sorriso.

-sono Victoria Mason.- ho risposto stringendola.

-bel nome-

Ero tutta rossa ma cercavo di non darlo a vedere -anche il tuo è un bel nome- gli ho risposto riuscendo a mantenere la voce calma. Ero in imbarazzo. Ripensando a quella risposta mi viene da ridere.

- smettila di provarci con lei, sei un donnaiolo.- lo ha ammonito Leila ridendo. Ricordo di aver subito pensato che quella ragazza fosse una benedizione del cielo. Rido ancora. Se non fosse stato per quel nostro incontro così strambo adesso, io e lui, saremo probabilmente un'estranea.

-non sei un tipo di tante parole eh?-

Questa è stata una delle prime domande che Dylan mi ha rivolto.

-sembri anche acidella- ha continuato poi.

-scusa?- ricordo di essermi fermata di colpo per la sua troppa confidenza che non accettavo per niente.

-mmh.. anche carina.- sorrido. Non lo sopportavo per niente...proprio per niente. È stato quello stesso giorno che io sono venuta a conoscenza del mio posto vicino a lui fra i banchi di scuola. Volevo morire.

-non sei affatto il mio prototipo di ragazzo- gli ho detto pure questo.

Adesso, invece, ringrazio il cielo per non avermi fatto commettere cazzate.

Per non parlare poi dell'incontro sotto la mia finestra, sempre quel giorno. Ripenso al disegno del mio cuore su in soffitta e Dylan fuori dalla porta dell'aula ad origliare la mia spiegazione.
Ricordo il primo disegno che ho fatto di lui, della sua bellissima figura, affacciata al balcone e con i muscoli contratti, il suo sguardo perso nel vuoto e il viso illuminato dal sole.
Quello stesso disegno che poi ho conservato nel libro delle poesie di mia madre.
Ripenso a come lui mi abbia sollevata da terra, come se fossi una piuma, per portarmi alla moto e raggiungere la scuola visto che gli autobus erano in sciopero.
Ricordo me e Dylan sul suo balcone, vicinissimi, tanto da sentire i nostri respiri sui nostri volti e i nostri nasi sfiorarsi appena, mi stava mostrando il suo posto tranquillo.
Quando per poco non gli lanciavo entrambe le scarpe in testa quando, per riportarmi il telefono, è entrato dalla finestra.
Quando mi ha buttata sul suo letto e mi ha stretto a se così forte da farmi mancare il respiro, da farmi mozzare il fiato.
È stata quella la prima serata che abbiamo passato assieme a Leila e Leo. La stessa sera che Chris ha portato le pizze a casa mia, la stessa sera che Dylan lo ha cacciato via.
A quell'epoca non avevo alcun dubbio su di lui, su Chris, pensavo che fosse un bravo ragazzo, ma adesso sono più che sicura che, se io avessi ascoltato Dylan, tutto questo non sarebbe successo.
Ripenso a quando mio padre ha avuto quell'incidente, è stato così che ho scoperto di Bea e del suo stato.
Il motivo della sua cicatrice così misteriosa.
Rievoco nella mia mente le immagini della sua bravata nella palestra, del mio attacco di panico a casa di Leo.
Lui era lì per vedermi e starmi accanto.
Ha passato tutta la notte all'ospedale per me... e, io e lui, non eravamo nulla. Per di più litigati a causa di Chris. Il nostro primo appuntamento, il nostro primo bacio nella mia stanza subito dopo una cena fra le nostre due famiglie.

-Ma che ci fai qui?- gli ho chiedo mentre entrava nella mia stanza, dopo avermi fatto prendere uno dei suoi soliti infarti. Mi ha osservata per un minuto mandando il mio cuore in fibrillazione.

-Devo fare una cosa- era serio, sapeva cosa voleva.

-Cosa?- ho chiesto confusa.

Si era presentato dopo appena un ora dalla fine della cena e mi aveva trovato nelle condizioni più casalinghe di sempre. Mi aveva osservato fin dentro l'anima e poi si è avvicinato a me, molto vicino, troppo vicino, afferrandomi i fianchi per avvicinarmi ulteriormente, mi ha osservato per altri attimi interminabili, indietreggiando fino a farmi appoggiare la schiena sul muro e ha avvicinato il suo viso al mio. I nostri nasi si sfioravano, sentivo il suo respiro sulla mia pelle, sulle mie labbra.

E improvvisamente ho sentito le sue labbra sulle mie. Un contatto tremendamente dolce e meraviglioso: caldo, dolce, le sue labbra.

Unita a lui ero in perfetta sintonia, mi sono sentita per una volta amata e desiderata. Perfetta.

Mi sono sentita bene, mi sono sentita viva, mi sono sentita felice. Ero agitata, palpitante, rossa, nuova. Mi sono sentita ciò che sono adesso: una nuova persona e questo in parte lo devo anche a lui.

-Era da troppo tempo che volevo farlo- ha sussurrato sorriso a pochi centimetri dalla mia bocca e facendo riempire di brividi il mio corpo.

-è stato bello, almeno per me- ha detto ancora sorridendomi con occhi socchiusi. Ero al settimo cielo. Nessuna sensazione, potrebbe essere comparabile a quella.

-anche per me- riuscì a sussurrare solo.

Quello è stato il mio primo bacio in assoluto. Ricordo le nostre litigate stupide e per cose ancora più stupide. Il mio volerlo chiamare Bue solo per fargli un dispetto, il suo prendermi in braccio e trascinarmi ovunque come se fossi un piccolo peluche di orso.

La mia permanenza a casa sua quando mia madre tornò per la prima volta a casa, la sua gentilezza, il suo essere sempre rispettoso di me, dei miei valori, delle cose mie.
Il suo amore nei miei confronti.
Il natale e il capodanno passati assieme, le nostre foto, che ancora conservo, i nostri momenti belli passati al parco, camminando lungo il sentiero pieno di neve e il lago ghiacciato e parlando della nostra vita.
Non dimenticherò mai la volta in cui le nostre mani si sono unite per la prima volta: il calore che ha emanato, il suo profumo, la sua presenza.
Ritorna nella mia mente la mia festa a sorpresa, alla quale partecipò anche mia madre.
Quel girono Lory ci scattò la nostra prima foto assieme dopo otto lunghi anni di distanza e di silenzi.

Mi ritorna in mente il progetto e la sua innata gelosia nei confronti di Chris. Ha sempre avuto dei sospetti e, se potessi tornare indietro, lo ascolterei di più.
Ripenso alle prime volte che io e Dylan abbiamo avuto un quasi approccio fisico...sempre bloccato dalla mia timidezza e dalla mia insicurezza.

Sei sempre stata un po' idiota.

Decido di non ascoltare la mia coscienza e di andare avanti.

Rievocando tutti questi ricordi, capisco come lui ed io siamo uniti. In così poco tempo abbiamo passato moltissimo insieme e ad ogni momento che ritorna alla mia mente, non faccio altro che sorridere.
Non mi era mai successo, giuro.
Ricordo il bacio che Chris mi ha dato, i miei sensi di colpa e la nostra litigata più pesante, sotto la pioggia, il freddo e la neve, dopo giorni, da parte mia, di apatia e stanchezza. tutto si è concluso all'ospedale dopo un altro attacco di panico: tanto per cambiare.
Mi ritornano in mente i primi messaggi che Richard mi mandava, la paura, il panico e la consapevolezza che tutto fosse un qualcosa di orribile.
Mi domando spesso il perché io non abbia mai pensato di denunciare l'accaduto.
Come ho potuto essere così stupida?

È anche vero, però, che tutta questa situazione si è evoluta molto velocemente subito dopo che mia madre se ne andò di nuovo, provocando in me un dolore profondissimo.
Non pensavo di poter arrivare così in basso. Non pensavo d poter trovare quella casa così vuota dopo appena u mese che lei l'aveva riempita. In quel momento, l'unica cosa alla quale pensavo, era il viso di mia madre, alla quale ero riuscita a dire "ti voglio bene".

Ho dovuto abbandonare tutto e tutti.
Compreso Dylan.
Non parlavo più con nessuno.
Per circa un mese e mezzo non sono più stata io. Ho vissuto nella piena allerta, osservandomi sempre intorno e cercando di capire chi potesse essere colui che mi stalkerava in ogni mio movimento. Ho avuto veramente paura in quei momenti. Non mi sentivo al sicuro e non ero tranquilla nemmeno quando sapevo che Dylan e gli altri erano in giro. È stato tutto talmente crudele...l'attacco a Lory e Dalila, la bugia che hanno dovuto creare per mascherare il tutto alle loro famiglie...non dimenticherò mai le loro facce, i loro volti martoriati, il loro corpo pieno di lividi.
So che può sembrare banale dirlo, ma è stato orribile. Terribilmente.
Mi sentivo responsabile di tutto quello che stava succedendo e che era successo. Mi sentivo piccola, piccola in una realtà così grande da farmi paura: fin troppa paura.
Ripenso al bacio che ho dato a Chris per poter mandare via Dylan.
È stato il bacio più freddo e senza sentimenti che io abbia mai dato. Ma era l'unica cosa che io avessi potuto fare. Siamo stanti molto altro tempo ancora lontani. Io avevo ferito i suoi sentimenti e il suo orgoglio.
Quella lontananza da lui, dal mio amore, dai miei amici, mi stava logorando dentro.
Ma io dovevo essere forte.
Ricordo che un giorno non andai a scuola non riuscendo a sostenere quella situazione così pesante e cattiva.
Ricordo di essere andata da quel bellissimo, ormai, angelo di Ashley, la quale ha cercato in tutti i modi di farmi parlare non riuscendoci purtroppo, ma non so come, devo dirvi la verità, qualcosa nelle sue parole dolci e meravigliose, mi ha spinto a fare una pazzia.
Mi ha spinto a vivere di nuovo. Ricordo di esser tornata a casa e la sera, di aver letto una poesia e di esser andata da Dylan per poi fare l'amore.
È stata la mia prima volta.

Mi sono fiondata a casa sua sfidando chiunque fosse colui che mi mandava quei messaggi.
Ho percorso la strada che ci divideva con due falcate, avvolta nella mia giacca leggera, e ho suonato il campanello aspettando che lui mi aprisse.
Non gli ho dato nemmeno il tempo di focalizzare la mai immagine, che gli sono saltata addosso e ho unito le nostre labbra e l'ho assaporato: di nuovo.

È stato meraviglioso, unico, spettacolare.
Ricordo di avergli sfilato la felpa e in quel momento ho capito cos'era la passione. Ero passionale, lo ero per lui. Mi sentivo viva, piena di emozioni e istinti. I suoi baci umidi, intensi e lunghi, sul mio corpo ormai al culmine del calore, la sua voce che mi sussurrava quanto io, con tutti i miei difetti, sia sempre stata per lui bellissima e perfetta.
È stata la cosa più bella che mi fosse mai capitata in quei ultimi mesi.
Io e lui eravamo di nuovo insieme, l'uno parte dell'altra. Nudi delle nostre paure, nudi fisicamente, nudi dei nostri sentimenti più bui. Eravamo soltanto noi e il nostro amore.

Come potevamo immaginarci mai che tutta la felicità che avevamo accumulato in quella notte, il giorno dopo sarebbe stata rasa al suolo?
La sera del giorno successivo ci hanno portati via.
Abbiamo sofferto molto: sono stati tre giorni d'inferno.
Sia fisicamente che mentalmente. Io soffrivo per tutte quelle percosse e tutti quei pugni nello stomaco che gli arrivavano e mi sarei volentieri fiondata da lui per fargli da scudo.
Avrei preferito soffrire io al suo posto che vederlo soffrire.
Perché io sono fatta così: voglio il bene degli altri prima del mio.
Soprattutto prima del mio. Avrei voluto dirgli quanto lo amavo quando, con la pistola puntata sulla mia fronte, vedevo già la mia vita finire. Ricordo di aver voluto dargli un bacio come ultimo mio gesto.
Perché era quello che sentivo.
Perché non me ne sarei pentita per niente.
E adesso siamo qui. Vicini.
Lo osservo. Ha gli occhi chiusi e il suo respiro è regolare.
Dorme.
Osservo i suoi lineamenti definiti illuminati dalla luce della luna e dalla piccola lampada sul mio comodino.
Penso che non ci sia cosa più bella di lui. Gli bacio il collo e poi riporto la mia testa sul suo petto.
Sento ancora i battiti lenti e regolari del suo cuore. Chiudo gli occhi per ascoltarli meglio. Sono questi i momenti che io amo. Questi momenti semplici e meravigliosi che rimarranno per sempre impressi nella mia memoria. È questo che adoro di lui: la sua semplicità e la sua dolcezza sotto un corpo da cattivo ragazzo. Amo osservare i suoi occhi e perdermi dentro ad essi e la loro oscurità: un'oscurità che non mi fa del male, ma al contrario, mi fortifica. Amo lasciarmi cullare dalla sua voce che parla o canticchia qualcosa a bassa voce. Amo quando la sua voce mi dice quanto lui mi ami. Amo quel suo ciuffo ribelle e il suo sorriso malizioso sempre presente sulle sue labbra. Amo il suo essere così dolce, gentile, altruista, disponibile e sempre presente.

Amo i suoi momenti di gelosia che mi fanno sentire desiderata.

Amo potergli stare accanto senza paura di esser meno di lui.

Amo da morire il fatto che con lui potrò essere sempre me stessa. Senza nessuna paura, senza nessun dubbio, senza nessuna esitazione.

Perché lui ormai mi conosce.

Conosce tutti i miei colori.

Chiudo gli occhi anche io e continuo ad ascoltare il suo cuore.
Perché adesso è tutto finito.

Perché adesso, in fondo adesso ci siamo solo io e lui.

Solo noi.

Leggete lo spazio autrice, ci sono delle informazioni abbastanza importanti❤

Spazio autrice :
Ecco a  voi L'ULTIMO capitolo...😢
È arrivato il momento, il momento che ho tanto ho temuto è  QUASI arrivato.

Perché  QUASI?

PERCHÉ MANCA LA SORPRESA:L'EPILOGO con un ENORME SORPRESA!❤😏

Proprio per questo vi invito a non mancare Mercoledì al prossimo aggiornamento❤

Spero che questa storia vi sia piaciuta e...oh, per adesso non dico nulla. Dirò quanto devo al momento opportuno😢😧❤

Grazie per essere qui.❤

A mercoledì ❤

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