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«Mi state prendendo in giro?» urlò il ragazzo sbattendo le mani sulla grande scrivania facendo così traballare un portapenne in vetro, che si rovesciò a terra. L'uomo seduto dall'altra parte afferrò con le mani entrambi i braccioli imbottiti della sedia. Si mosse nervosamente, ma non perse il filo del discorso. Conosceva quel ragazzo dalla nascita e sapeva come prenderlo anche nei suoi momenti peggiori.
«Dovete scegliere una di queste donne» continuò indicando le fotografie adagiate con cura sulla scrivania. Il ragazzo abbassò il viso e una smorfia comparve sul suo volto. «Sposare una principessa o una nobildonna non è solo una tradizione, ma un modo per tenere insieme questo paese. Se vi dovesse succedere qualcosa, Everard...»
«Se mi succederà qualcosa allora questo splendido regno lo manderà avanti Audry!» borbottò il giovane spostandosi verso la finestra per ammirare il giardino del palazzo. Era costantemente perfetto e a lui la perfezione aveva sempre dato a noia, forse per questo non trovava davvero interessante nessuna delle sue amiche e nemmeno quelle quattro ragazze sorridenti che il consigliere reale gli stava mostrato. "Mi annoierò da morire con loro" pensò scuotendo la testa.
«Così farà leggi su merletti e trucchi?» chiese Richard con un sorriso appena accennato che fece involontariamente ridere Everard, allegria che morì un attimo dopo quando un gruppo di soldati passò sotto la sua finestra strattonando una giovane donna dal viso coperto. Everard rabbrividì chiudendo le tende e tornando a sedere.
«Forse l'idea non è poi così pessima, se la gente pensasse di più a cose così banali magari quelle povere ragazze...» mormorò tra sé il giovane principe, lo sguardo che vagava nella sua enorme stanza arredata da sua madre anni prima. Non che a Everard importasse che le due poltrone accanto al camino fossero di un verde troppo scuro o che lo spazioso letto fosse posizionato nell'angolo più luminoso della stanza lasciando l'imponente scrivania sempre al buio, o che questa fosse effettivamente troppo grande per quella camera. Probabilmente perché si era sempre sentito un estraneo lì dentro. Un ospite che prima o poi se ne sarebbe andato.
«Quelle povere ragazze sono streghe e sono anche il motivo per cui è così importante che prendiate moglie!» lo rimbeccò Richard contrariato. Everard alzò il viso verso l'uomo rendendosi conto che ovviamente anche lui la pensava come suo padre. "Sono circondato da cechi trogloditi!"
Indispettito si piegò vero il consigliere. «Gente innocente: ragazze, donne, figlie e madri innocenti muoiono ogni giorno là fuori, uccise dai loro vicini e da... noi! Ogni donna del regno ha paura di essere nata tale! Le sembra giusto questo? E noi cosa facciamo? Invece di risolvere il problema siamo qui a scegliere moglie!» urlò contro l'uomo così forte che la cameriera oltre la porta si girò sui tacchi e ritornò per la sua strada con il vassoio pieno e traballante tra le mani.
«Quando sarete re decidere di loro sarà compito vostro, ora scegliete moglie, principe Everard!» ordinò Richard, ma l'espressione del giovane divenne ancora più fredda. «A volte mi viene quasi il dubbio che la vostra riluttanza sia dovuta al fatto che siete innamorato» aggiunse il vecchio consigliere, come se fosse una pessima battuta. Tutti sapevano che al principe le donne piacevano tutte in egual misura. Everard perse momentaneamente e inspiegabilmente lo sguardo verso il recipiente in vetro con le sue caramelle preferite alla frutta, ma non rispose.
«Se farò quello che mi avete chiesto la settimana scorsa voi incontrerete una di queste giovani donne?» chiese un attimo dopo Richard riportando Everard al presente. Per qualche secondo restò a guardare il consigliere, quasi non lo riconoscesse. Ammirò il contorno del viso spigoloso, gli occhi piccoli e scuri, i capelli che tendevano al grigio e quelle rughe che aveva visto nascere sulla sua fronte negli ultimi anni.
In un primo momento Everard non seppe cosa dire, si sentiva smarrito da qualche parte tra la ragione e il sentimento. Tuttavia la tentazione di ottenere quello che bramava da anni era più forte di qualunque altra cosa. Lui doveva sapere la verità anche a costo di sposare una perfetta, in ogni senso, estranea.
«Questa» dichiarò Everard indicando una foto a caso, nemmeno abbassò lo sguardo verso l'immagine.
«Molto bene» disse Richard radunando le altre foto. «Riferirò la vostra scelta al re oggi stesso e per domani, al massimo dopodomani, la ragazza sarà qui per conoscervi» aggiunse alzandosi, ma Everard lo bloccò per un polso in una morsa decisa e autoritaria, i suoi occhi verdi puntati in quelli scuri dell'uomo. «Manderò dei soldati oggi stesso.»
«Fantastico» mormorò acidamente il principe ricadendo sulla sedia, dentro di lui però sentiva una bizzarra emozione. Sembrava una sorta di strano calore mescolato a una stretta mortale che non lo lasciava respirare. Così afferrò il suo telefono e mandò un frettoloso messaggio a un suo amico.
Ho voglia di bere!
«Adelaide Meyer» disse il consigliere dalla porta girandosi verso Everard, il quale alzò lo sguardo confuso. «Adelaide Meyer è la ragazza della foto, ottima scelta principe.»
Everard alzò un sopracciglio. «Ho scelto a caso» disse con il tono più aspro che conosceva.
«Lo so» rise Richard. «Se fossi in voi incornicerei quella foto... la principessa Adelaide sarà vostra moglie molto presto, dovreste abituarvi all'idea di averla sempre davanti agli occhi.»
«Vada via» borbottò Everard buttando la foto direttamente nella pattumiera piena di cartacce. Il consigliere rise di nuovo e chiuse la porta alle sue spalle.
Solo dopo svariati minuti a osservare il vuoto davanti a sé Everard si piegò a raccogliere la fotografia per ammirarla. "Quanto è ingiusta la vita..." pensò amaramente guardando quella donna perfetta: i denti bianchissimi tutti allineati, lunghi capelli biondi e grandi occhi grigi. Sospirò un'altra volta afferrando da un cassetto una cornice in argento che sua madre gli aveva regalato a diciotto anni (sette anni prima) per la foto della sua futura moglie, doveva essere una sorta di strana tradizione a Salem averne una sulla scrivania. Infilò dentro l'immagine e restò ad ammirarla. "Ho bisogno di bere e di ballare!" pensò mandando un altro messaggio al suo amico.
Stasera festa! Mi sono fidanzato!

Buongiorno! ❤️🥀
Ecco il nuovo capitolo che vede la storia con gli occhi di Everard. Cosa ne pensate del giovane principe e, secondo voi, cosa avrà chiesto a Richard?
Ad ogni modo i capitoli saranno sempre alternati tra Mary (protagonista del racconto) e principalmente Everard, ma mi sono lasciata questa parte in terza persona per potervi mostrare i pensieri e le azioni di molti altri personaggi che in qualche modo influenzeranno la vita della giovane strega.
Il mondo inoltre, se non si fosse già intuito, è un misto tra il nostro secolo e quello della Salem puritana che ha visto, appunto, la vera caccia alle streghe a cui ho ispirato questo racconto! Inoltre qui si amplierà il concetto di magia usata da Sarah in I fantasmi di Forest Hall, quindi potreste trovare qualche piccolo dettaglio che riporta a quella storia e che spiegherà meglio il perché Liam abbia fatto certe cose! Vi aspetto nei commenti per vedere se riuscite a trovare i vari collegamenti! 😉
Siete curiosi di vedere come proseguirà questa storia? Vi aspetto la settimana prossima (probabilmente sabato) con Mary!
Baci.
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