Hurted (Vincent × Lettore)
(T/N)'s P.O.V.
Eri furiosa. Eri seriamente arrabbiata, infuriata come poche volte in vita tua. E ovviamente la colpa di chi era? Di quel gran bastardo di Vincent. Cosa è successo? Beh, quel grande stronzo ha raccontato stronzate al tuo fidanzato, ormai ex grazie al purple guy, e lui ti ha mollata urlandoti contro di che sorta di pessima fidanzata tu fossi. Ti dava della traditrice, della falsa, di una manipolatrice... Ma tu non eri nulla di simile.
Insomma, sì, Vincent ci ha provato con te negli ultimi mesi, era invasivo, cercava di averti tutta per sè, si avvicinava e ti prendeva la mano nella sua, ti abbracciava da dietro, pareva adorasse abbracciarti e poggiare il mento sulla tua testa, ti baciava di continuo la guancia seppur tu lo scanzassi e gli ordinassi di lasciarti in pace... Eppure accadde. Ti ha baciata sulle labbra con fare possessivo appena il tuo ragazzo è entrato nella pizzeria. Quello fu il colmo per te e, quando sei andata dal tuo ragazzo a chiarire, lui ha detto che avevi confermato tutto ciò che il ragazzo dagli occhi bianchi gli aveva detto.
Sei stormata a passi pesanti nella pizzeria ancora vuota in cui lavoravi seppur oggi fosse il tuo giorno libero. Erano le 9:54 di mattina e nella pizzeria c'erano solo Vincent e Scott che stavano riordinando.
"VINCEEEEEEENT!!" Hai urlato con aria furibonda scannerizzando con veloci movimenti della testa la stanza vuota, riempita solo da tavoli, sedie e i 3 animatroni sul loro palco.
Non ci è voluto molto prima che il ragazzo viola entrasse nella stanza col suo solito ghigno stampato sul volto... Ma appena ha visto la tua espressione e il tuo sguardo assassino si è come paralizzato sul posto per un istante e il suo ghignetto ha tremolato un po'.
"(T/n)? Piccola, cosa c'è?" Ha domandato lui cercando di mantenere il suo ghigno, il quale non nascondeva affatto la sua ansia e la paura che stava provando. La sua voce era insicura e nascondeva falsa innocenza.
"COSA C'È? COSA. C'È?" Hai ripetuto urlando per poi avviarti a grandi passi verso di lui come un orso pronto ad atterrare la sua preda. A quella tua azione lui ha alzato le mani coi palmi verso di te e i suoi occhi si sono spalancati come il suo ghigno spariva del tutto.
"(T/n), calma-" ha provato a dire facendo un passo indietro come tu lo hai preso per il colletto della camicia violacea e lo hai tirato nel bagno. Lui, dal canto suo, era talmente preso di sprovvista che ti ha seguito senza emettere un fiato.
"Vincent, sei seriamente una merda di persona. Ti avevo già inquadrato male ma hai superato ogni limite." Hai sputato tu, velenosa, spingendolo contro il muro di forza.
"Che ho fatto?" Ha chiesto lui testando il terrendo guardandosi attorno muovendo solo gli occhi per assicurarsi di poter scappare se tu avessi perso il controllo.
"Cosa hai fatto? Cosa hai fatto mi chiedi tu? Non fare il finto tonto, figlio di una puttana sconosciuta, a causa tua il mio ragazzo mi ha mollata." Hai ringhiato tu mettendo enfasi nel ripetere ciò che lui ti aveva detto. Eri talmente furiosa che non hai minimamente cercato di ragionare o tenere la calma nè tantomeno controllare il veleno nelle tue parole.
"Oh... Ti direi che mi dispiace ma non è così~" ha miagolato lui facendo tornare il suo ghigno, come se la notizia gli facesse piacere, cosa molto probabile.
"Ti odio, Vincent..." Hai sibilato tu come lui spalancava gli occhi. Pareva essere stato seriamente colpito dalle tue parole. "Sei la cosa peggiore mai successa nella mia vita, non voglio mai più vederti o parlare con te." Hai detto tu con veleno traboccante dalle parole. Vincent, dal canto suo, era pietrificato. L'unico movimento che ha fatto è stato per prendere la tua mano nella sua come per accertarsi stesse accadendo davvero.
Vincent's P.O.V.
Era paralizzato. Era seriamente sconvolto, ferito... Lo stavi trattando come uno straccio vecchio e a lui non piaceva affatto.
"Piccola, io-" ha cercato di dire a occhi spalancati, la voce tremante e poco stabile. Quelle parole lo avevano colpito come un coltello nel petto che veniva rigirato ogni parola che è uscita dalla bocca di lei.
"Tappati la bocca, bastardo." Ha detto lei girandosi, facendo per andarsene, ma lui le ha afferrato teneramente una mano e l'ha tirata verso di lui.
"Piccola, ti prego... Non parlarmi così..." Ha supplicato lui agitandosi. Non stava accadendo, non era reale... Doveva essere un incubo.
Lei ha cercato di liberarsi, quasi inutilmente dato che lui le teneva la mano con presa ferrea.
"Meriteresti molto di peggio, fidati. Lasciami andare." Ha sibilato lei come una vipera inferocita. Vincent, dentro di sè, sentiva dolore. Un dolore lancinante nel sentire la ragazza per cui aveva una forte attrazione parlargli così. Era la prima volta in vita sua che qualcuno gli parlava così.
"(T/n), io-... Mi dispiace..." Ha mormorato lui tirandola di un paio di passi indietro e poggiando le sue labbra su quelle di lei. "Ti chiedo scusa... È solo che-" stava per dire ma è stato zittito da un violento schiaffo che gli ha fatto girare il viso dall'altro lato. Ha sollevato la mano libera e si è toccato la guancia rossa e pulsante per l'impatto.
"Tappati quella fottuta bocca, non voglio sentire le tue cazzate. Avrei dovuto farti morire quella notte nel costume." Ha sputato lei, causando uno shot di forte dolore al petto di lui. Un dolore bruciante, urticante... Si sentiva uno straccio.
Alcune lacrime hanno lasciato i suoi occhi bianchi e sono scivolate sulle guance viola, il cuore che si contraeva.
"(T/n)..." ha sussurrato lui con voce spezzata dal pianto trattenuto.
"Cosa? Piangi anche a comando ora?" Ha detto lei con rabbia per poi dimenarsi dalla sua presa. La giovane ragazza ha strattonato la mano, liberandosi dalla presa, la quale si era indebolita a causa dello shock, e se ne è andata a passi pesanti, furiosa.
"Ti amo..." Voleva dirle... Ma era già andata via.
Passarono tre giorni, le cose non migliorarono. Lei lo ignorava a lavoro, ignorava i suoi messaggi, non gli rispondeva e se doveva fare qualcosa in sua compagnia affidava il lavoro a Scott o a Mike. Lo trattava come se lui fosse chissà quale sorta di mostro. Eppure lui non era un mostro... Certo, aveva commesso errori nella sua vita, aveva anche ucciso dei bambini... Ma non meritava quel trattamento solo per averla fatta lasciare dall'ormai ex. Infondo, Vincent era solo innamorato. Insomma, certo, doveva usare qualche altro metodo ripensandoci ora... Ma voleva solo avere lei tutta per sè, non voleva farsi odiare.
La notte lui la passava in lacrime, non dormiva e annegava nell'autocommiserazione. Non aveva avuto una singola notte di sonno da quando lei gli aveva parlato come se lui fosse la causa di tutti i mali di questo mondo. Il suo cuore doleva, i polmoni non facevano entrare abbastanza aria nei polmoni, i suoi occhi erano spesso rossi e umidi dalle lacrime... Lui ci stava male. Voleva parlarle, baciarla, stringerla a sè e mostrarle che non era il mostro che lei credeva... Ma lei non lo avrebbe mai ascoltato. Cambiava stanza appena lui la raggiungeva per parlarle, sicuramente non avrebbe lasciato che lui le spiegasse la realtà dei fatti.
Che poi, lui non capiva... Lei era sicuramente attratta da lui, lo trattava bene prima di tutto quel macello, è anche capitato che lo abbracciasse in preda a emozioni positive... Perché ora lo trattava così? Lui sapeva. Lui lo sapeva, lo sentiva dentro che lei lo amasse quanto lui amava lei.
E di nuovo eccolo... Quel dolore nel petto che era ormai troppo familiare negli ultimi giorni. Basta, sarebbe andato a casa sua e le avrebbe parlato.
Il giorno dopo, subito dopo il lavoro, lui è andato al suo indirizzo che aveva letto sulla carta d'identità che le aveva rubato a lavoro il pomeriggio prima.
Ha parcheggiato davanti casa sua, è sceso dalla macchina col cuore a mille ed è andato alla porta.
Toc toc toc
Ha suonato lui, bussando con la mano.
Non ci è voluto molto prima di una risposta e la porta si è aperta con un "Chi è?".
"Sono io..." Ha mormorato lui giocando con la sua carta d'identità tra le mani.
"Ah. Cosa vuoi?" Ha detto velocemente lei, probabilmente per avere quante meno interazioni possibili.
"Ecco, io... Tieni..." Ha detto lui mostrandole la tessera d'identità che aveva in mano per poi distogliere lo sguardo da lei, deluso... Ferito.
"Mh. Grazie." Ha detto lei brevemente per poi prendere la tessera per poi richiudere con forza la porta rientrando.
"(T/n)? Apri, ti prego..." Ha detto lui a voce alta bussando per poi spostarsi davanti alla finestra vicino alla porta e appoggiandoci le mani e guardando dentro con aria penata. "Io ti amo..." Ha mimato a nessuno in particolare come alcune lacrime scivolavano dagli occhi sulle guance.
Ha visto lei seduta sul divano nella stanza di fronte che lo osservava con la coda dell'occhio. La sua espressione penata deve averla colpita ma non lo dava a vedere, anzi è tornata a guardare la tv. Vincent, per avere le sue attenzioni, ha bussato sul vetro scuotendo la testa... Niente. Lei non si muoveva, lo stava volontariamente ignorando, probabilmente sperando che ignorandolo se ne sarebbe andato.
Ha aspettato una decina di minuti per poi prendere la sua tessera sanitaria e infilarla nella porta, armeggiando un po'...
Click
La serratura era aperta.
Ha aperto la porta ed è entrato a brevi passi, il respiro spezzato dai singhiozzi trattenuti.
"VINCENT?!" Ha urlato lei alzandosi di scatto. "ESCI IMMEDIATAMENTE!" Ha gridato agitandosi e guardandosi attorno.
"No..." Ha risposto lui supplicandola con lo sguardo.
"Ti ho detto vattene, non ti voglio in casa mia." Ha sibilato lei come lui si avvicinava a grandi passi prima che la afferrasse per i fianchi e la tirasse a sè, baciandola dolcemente e cercando di trasmetterle tutta la sofferenza provata negli ultimi giorni... Ma lei si dimenò e ruppe il bacio dopo pochissimi secondi.
"VATTENE." Aveva abbaiato con odio facendolo trasalire e facendolo crollare... I singhiozzi si sono liberati, più e più lacrime hanno lasciato i suoi occhi bianchi in preda alla sofferenza come lui la stringeva a sè e si fosse appoggiato alla spalla di lei col cuore spezzato. "Uh? Vincent?" Ha mormorato lei cercando di allontanarlo abbastanza da guardarlo.
"Nemmeno la mia sofferenza è abbastanza da farti avvicinare a me?" Ha chiesto lui tra i singhiozzi stringendo nei pugni la maglietta (c/p).
"Vincent, staccati." Gli aveva ordinato lei spingendo con le braccia sul suo petto, interamente ignorando la domanda.
"Smettila di trattarmi così... Ho sbagliato ma-... Io... Tu..." Ha mormorato parole sconnesse lui nascondendo il volto bagnato di lacrime nella spalla di lei.
"Vincent, ascolta... Calmati e poi parla." Ha detto lei spazientita. Lui ha preso qualche respiro ed è riuscito a calmarsi il minimo necessario per parlare.
"Tu non sai come mi sento... Non lo capisci... Non sai come ci si sente a essere trattati come la causa di tutti i mali del mondo dalla persona da cui sei attratto... Mi stai facendo del male, (t/n)... Lo so, ho sbagliato... Ma, ti prego, basta trattarmi così. Tu volevi me, non lui. Lo sai come ci si sente? È peggio di un pugnale piantato nel petto e rigirato nella ferita fino a raggiungere il cuore." Ha detto lui con qualche singhiozzo in qua e là, la voce piena di sofferenza e tristezza. Le lacrime, amare e calde, che cadevano dai suoi occhi.
"Vincent-" ha iniziato a dire lei solo per essere interrotta dalle parole di lui.
"Ora ti bacerò di nuovo... Voglio che tu ti concentri su di me, non conosco altri modi per trasmetterti ciò che sto percependo... Il dolore, l'affetto, la tristezza, la sofferenza... Voglio che tu senta ciò che sento io." Ha detto lui, il labbro tremante.
"Vin-" stava per dire lei solo per essere nuovamente interrotta dalle labbra di lui sulle sue. Fu un bacio dolce, carico di emozioni e lei lo sentì... Sentiva il labbro tremante di Vincent sulle sue labbra, sentiva il bisogno di lui, sentiva la sua tristezza data dai bisognosi e ripetuti movimenti per avere lei con lui... Sentiva le braccia di lui avvolgersi attorno alla vita di lei e tenerla stretta a sé, quasi come se avesse paura di perderla.
"Tu sei roba mia, piccola..." Ha mormorato lui staccandosi, lasciandola paralizzata.
"Ti odio, Vincent..." ha sussurrato lei con un leggero sorriso sul volto.
"Ti amo anche io, principessa" ha risposto lui poggiando la fronte su quella di lei. Sollievo e affetto che finalmente sostituivano tutte quelle brutte emozioni degli ultimi giorni. "Tu vuoi me..." Ha ripetuto lui strofinando il naso a quello della giovane ragazza.
Avete passato il resto della serata sul divano, lui stretto a te, spaventato dall'idea che fosse tutto falso... Ma ciò che non sapeva era che da lì sarebbe iniziato il suo sogno migliore.
Oye regaz'!
Che ne pensate del capitolo?
Vi piacciono i capitoli così? Fatemelo sapere con un commento!
Adoro scrivere roba in cui la gente soffre HAHA
Comunque, presto usciranno anche le altre richieste, no fear guys!
Prossimi capitoli:
- Jailed! Vincent × Lettore
- Cheater! Vincent × Addicted! Lettore
- Heartbroken! Vincent × Lettore
Richieste:
- Overprotective/Yandere! Vincent × Daddy Issues! Lettore
- Yandere! Foxy × Lettore
- Yandere! William Afton × Maschio! Lettore
E niente, da Randy è tutto...
Bye byeeeeee!!!
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