Drugs Like Me (Cheater! Vincent × Addicted! Lettore)
Crediti al cosplayer per la foto ^
Ispirazione avuta mentre ascoltavo "I don't like the drugs (But the drugs like me)" di Marilyn Manson. Trovate la canzone nei media del capitolo accanto alla foto💜
ATTENZIONE:
TRAMA TRAGICA.
La storia tratterà di abuso di sostanze come Cannabis, Ecstasy e Eroina. Se siete sensibili a queste cose saltate oltre per favore.
Buona lettura~
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Vincent's P.O.V.
Erano passati 5 giorni da quando lei lo aveva mollato in un impeto di rabbia e odio a causa di ciò che aveva visto in pizzeria quel martedì... Cosa era successo? Beh... Era risaputo che razza di lussurioso lui fosse, si sapeva benissimo che non era capace di contenersi se una lo provocava troppo ma stava imparando. Eppure, accidenti alla sua lussuria e debolezza, ha ceduto una troia che lo ha provocato e lei li ha colti sul fatto. Sarebbe duvuta essere una cazzata che sicuramente lo avrebbe fatto sentire in colpa a lungo ma lei non doveva scoprirlo, non perché voleva tenerla all'oscuro ma perché sapeva che lei non gli avrebbe mai dato una seconda occasione per redimersi. L'aveva tradita e non se lo sarebbe mai perdonato... Aveva tradito la sua fiducia e la promessa che le aveva fatto il giorno in cui si erano messi assieme. Lei aveva ventiquattro anni ormai, lui le aveva chiesto di mettersi assieme al compleanno della giovane e lei aveva acconsentito... E dopo un mese e mezzo l'aveva persa perché non era stato capace di tenere il cazzo nelle mutande. Ci aveva provato, davvero, l'aveva rifiutata per tipo metà turno... Ma poi lei ha iniziato a mettergli le mani addosso, lo ha toccato e stuzzicato, si è strofinata continuamente sul suo membro e lui ha ceduto. Non dimenticherà mai lo sguardo ferito e deluso della sua amata.
~Flashback~
Lei stava piangendo tra le braccia di Scott come lui stava correndo da lei tirando su la lampo dei pantaloni con una tinta viola rossiccia sul volto per via della vergogna provata. Era imbarazzato e spaventato, sapeva che lei lo avrebbe odiato di brutto dopo averlo preso con le mani nel sacco, sapeva di averla fatta grossa... Ma non è riuscito a controllarsi, era stato debole.
"(T/n)-..." Ha fatto lui con aria colpevole, allungando una mano verso di lei con l'intenzione di toccarle una spalla ma lei si è girata di scatto con uno sguardo pieno di odio e tradimento negli occhi.
"NON TOCCARMI, SPORCO BASTARDO!" Ha ringhiato lei facendo girare tutti a guardarli. "SEI UNA MERDA DI UOMO, VINCENT, TI ODIO." Ha continuato ad abbaiare lei mostrando i denti con le lacrime agli occhi.
"M-mi dispiace, piccola..." Ha mormorato lui con sguardo colpevole e ferito.
"Ti dispiace. Ti DISPIACE. Davvero? Seriamente? Mi hai tradita e mi vieni a dire mi dispiace?" Ha detto lei sarcastica asciugandosi le lacrime sotto lo sguardo triste di Scott. Palesemente il ragazzo era deluso e gli dispiaceva vederla in quello stato a causa di un bastardo come Vincent... Eppure Scott l'aveva avvisata di non affezionarsi a lui, le aveva detto che l'avrebbe ferita. Ricordava la sua rabbia quando la giovane glielo disse, era sicuro si sarebbe controllato e sarebbero stati a lungo assieme, sentiva che sarebbe andato tutto bene e che non l'avrebbe delusa... Era davvero così debole da non saper urlare contro a una stupida puttana di levarsi dal cazzo e non infastidirlo? A quanto pareva sì. Scott aveva ragione, lui non riusciva a essere fedele nemmeno quando non gli mancava niente anche se non era per cattiveria, non lo faceva perché voleva ferire la sua compagna ma semplicemente perché... Beh, era un debole.
"Amore, ti prego-" ha cercato di dire lui con le lacrime agli occhi. Non ci credeva, porca puttana, non riusciva a crederci che aveva ceduto e l'aveva tradita.
"Chiamami ancora amore e ti metto le mani addosso. Ti assicuro che ti strappo a mani nude quella scusa di cazzo che hai e ti stacco la testa a morsi. Non avvicinarti a me, non guardarmi, non toccarmi, non parlarmi. Vai ad ammazzarti per quello che mi interessa." Ha sputato lei con veleno facendogli spalancare gli occhi. Vai ad ammazzarti... In quell'anno che si conoscevano non si è mai azzardata a dire una cosa del genere nemmeno a chi odiava.
"Piccola... Non... Non volevo..." Ha cercato di scusarsi lui anche se era praticamente senza parole a causa di ciò che lei gli aveva detto. Ma lui ne era consapevole, sapeva benissimo di non avere scusanti.
"Ah, no? Cosa ti mancava? Ci sono sempre stata per te, ti ho sempre supportato anche quando stavi male, avevamo una vita sessuale alquanto attiva... Oggi sono venuta perché mi hai detto ti sarebbe piaciuto che io venissi a trovarti a lavoro nel mio giorno libero e ti becco a farti una cretina la cui personalità è più falsa delle sue tette. Complimenti, bell'uomo adulto che sei. Sai cosa sei? Un fottuto verme. Torna a strisciare nel fango, stronzo, con me hai chiuso." Ha sibilato lei dando un'occhiata rassicurante a Scott per poi girare sui tacchi e andarsene sotto lo sguardo pieno di lacrime di lui e il ghigno soddisfatto della puttana.
"Cedi sempre a me, Vincent~" aveva miagolato lei prima di beccarsi un cazzotto in pieno volto da lui.
"Stammi lontano, troia." Aveva ringhiato andando nella stanza per dipendenti a cercare di calmare la rabbia mista a tristezza che provava.
~Fine Flashback~
E ora era a lavoro, accanto a Scott che durante quegli ultimi giorni di lavoro lo guardava storto e aveva un'aura di nervosismo ogni volta che lui si avvicinava. Era infastidito dalla sua presenza da quando aveva fatto il cretino con Celina. E come biasimarlo? Era il migliore amico di (t/n) assieme a Jeremy, doveva essere estremamente arrabbiato per averla fatta soffrire così.
"Scott... Hai notizie di (t/n)? Non viene a lavoro da cinque giorni e non ha nemmeno chiamato per avvisare" ha domandato lui con aria ansiosa di sapere qualcosa sulla ragazza che amava.
"No. Non la sento da quando le hai fatto quel tiro mancino e se sapessi qualcosa probabilmente non verrei a dirtela." Ha sibilato il ragazzo dagli occhi scuri tirandogli un'occhiataccia.
"Scott non mettertici anche tu" ha supplicato con la voce lui, pregandolo con lo sguardo.
"Le ho sempre detto che razza di mezzo uomo tu sia, l'ho sempre avvisata che tu fai schifo come fidanzato e nonostante tutto si è fidata di te. Come cazzo è possibile che non riesci a tenerti stretta qualcuno come lei che ti è rimasta accanto dopo che hai ammesso cosa hai combinato in questa pizzeria?! Non ha avuto paura di te e ti ha amato come tu fossi la persona migliore di questo mondo... E, accidenti a te e alla tua stronzaggine, l'hai praticamente umiliata per una a cui non frega un emerito cazzo di te." Ha sibilato il ragazzo dai capelli marroni stringendo i pugni, trattenendosi dal colpirlo.
"Mi dispiace, Scott. Purtroppo sono un figlio di puttana, non riesco a trattenermi quando qualcuno mi stuzzica e provoca, non sono riuscito a tenermi a bada... Sono un fottuto debole, è questo che vuoi sentirmi dire?" Ha ammesso lui come il suo orgoglio subiva una pugnalata. Faceva male ammetterlo ad alta voce, lo faceva sentire più una merda di quanto si sentisse ripetendoselo.
"Sei una vergogna, purple guy." Ha sputato Scott con un ringhio, facendolo sentire ancora più solo. Non aveva nessuno da cui andare per farsi rassicurare. "Comunque, hai ancora le sue chiavi di casa? Voglio andare a trovarla, ho un pessimo presentimento." Ha detto il ragazzo più grande di lui di qualche anno con aria preoccupata.
"Sì... Vengo con te, ho bisogno di parlarle" ha affermato il ragazzo viola spostando il peso del corpo da un piede all'altro.
"Fai come vuoi ma dubito lei ti voglia attorno." Ha risposto il ragazzo con gli occhi neri. Vincent ha solo annuito con sguardo colpevole e si è concentrato sul lavoro, per quanto possibile.
Una volta finito il turno è entrato nella macchina di Scott, pensando all'incontro con la giovane che amava. Era in ansia per qualsiasi cosa sarebbe accaduta e aveva paura. Cosa se gli avesse urlato contro? Cosa se lo avesse cacciato? Cosa avrebbe trovato in quella casa? Aveva paura a saperlo.
In circa quindici minuti sono arrivati a casa di lei e Scott ha parcheggiato nel vialetto per poi uscire dalla macchina, seguito subito dopo da Vincent che ha preso le chiavi e si è avvicinato alla porta come il ragazzo dai capelli marroni ha guardato nella finestra.
"Questo posto è un disastro..." Ha notato lui ad alta voce spostandosi dalla finestra e avvicinandosi alla porta ormai aperta. E quando il ragazzo viola ha visto l'interno ha capito a cosa si riferisse Scott. C'erano scheggie di vasi e piatti rotti ovunque, fazzoletti sporchi di sangue sparsi per il pavimento, tagli sulla vernice (c/p) delle pareti come se fossero stati fatti col coltello da cucina, sedie rovesciate, cartacce ovunque... Pareva ci fosse stato un tornado.
"(T/n)?" Ha chiesto insicuro il ragazzo dagli occhi bianchi entrando nella casa a passo incerto, calpestando diversi cocci rotti sul pavimento che hanno scricchiolato sotto il suo peso.
"Tigrotta? Sono Scott, dove sei?" Ha chiesto l'altro ragazzo esitante, tendendo l'orecchio per sentire meglio. Vincent ha fatto lo stesso e ha ascoltato attentamente... E poco dopo ha sentito una breve risatina strana venire dal soggiorno. Ha affrettato il passo in quella direzione, seguito da Scott, e ha squadrato la stanza... Ha risentito la risatina, veniva dal divano. Ha camminato lentamente, a passi lenti come cercava di evitare sacchetti con qualcosa di verde dentro e alcune sottili sirighe gialle.
"(T/n)?" Ha chiamato lui guardando sul divano. Eccola. Indossava un largo vestitino nero in pizzo con le bratelline sottili, aveva diversi piccoli lividi nella parte esterna del gomito e aveva un laccio legato attorno al braccio, poco sotto l'ascella, e aveva una sigaretta in mano che rilasciava uno strano odore... Un odore per lui familiare ma che non sentiva da almeno tre mesi e mezzo se non di più.
"Che cazzo è questa roba?" Ha domandato il ragazzo dagli occhi neri aiutando la ragazza a stendersi sul letto e prendendole la sigaretta dalle mani e annusandola.
"Cannabis. Riconosco l'odore" Ha affermato Vincent inginocchiandosi accanto alla ragazza completamente drogata stesa sul divano. Lei ha leggermente aperto gli occhi, i quali erano di un rosso sangue a causa della droga, e ha fatto un sorriso amaro.
"Pensavo di averti detto... Di stare lontano" ha detto lei con una voce completamente rilassata. Pareva una voce non sua, parlava lentamente e aveva alzato una mano a poggiarla sulla fronte in un lento e forzato movimento.
"Hai fumato cannabis?" Ha chiesto incredulo Scott spegnendo la sigaretta nel posacenere.
"Non volontariamente. Mi offrì un tiro da una sigaretta dopo due mesi di conoscenza al lavoro. Aveva un odore strano ma ho dato per scontato fosse per via di un tabacco diverso da quello che uso io... Quando ho tirato, anche se ho preso un'inalazione molto breve, mi ha subito dato alla testa. Quando le ho chiesto cosa diavolo fosse mi ha guardato divertita e si è ripresa la sigaretta. Cannabis mi ha risposto subito poi continuando a fumare come niente fosse. Fu da allora che iniziai a supplicarla di smettere" ha risposto il ragazzo dagli occhi bianchi prendendo la mano della ragazza e riportandola lungo il fianco solo per ottenere lei che, con uno scatto, si liberasse e lo guardasse male.
"Vado a chiamare un'ambulanza... Pensavo avesse smesso di farsi. Sapevo che faceva uso di droga ma mi aveva detto di aver smesso" ha detto Scott con aria ferita e triste. Lui era la persona più vicina a lei e, probabilmente, vederla così doveva essere davvero orribile... Tanto quanto lo era per Vincent.
Il ragazzo dagli occhi neri ha chiamato l'ambulanza come il ragazzo viola ha stretto la mano alla ragazza ormai incosciente... O addormentata, non sapeva dirlo.
Timeskip
Erano in ospedale da ore, Scott era andato a casa dato che poteva rimanere uno solo di loro due. Hanno avuto un battibecco per decidere chi dei due doveva restare e Scott non era affatto felice di lasciare lui perché, a detta sua, l'aveva fatta soffrire abbastanza... Ed era vero.
Le avevano fatto vari controlli e si sono presi cura di lei in ospedale. Ora lei riposava sul lettino con una flebo al braccio e lui era lì, accanto a lei, a tenerle la mano con quanta più forza possibile per trasmetterle il suo affetto. La amava, cazzo quanto la amava... E non riusciva minimamente a pensare al perderla a causa delle sue dipendenze. Sapeva quanto fosse stato difficile per lei smettere durante quei tre mesi e mezzo che valeva solo per la cannabis, mentre ci aveva messo sei mesi per allontanarsi da Ecstasy ed Eroina. Aveva terribili crisi, si erano rivolti ad alcuni medici a causa di vomito e crisi di rabbia causate dall'astinenza e tutti dicevano la stessa cosa: deve andare in comunità per affrontare tutto al meglio. Lei non ci è mai andata, si è sempre rifiutata di farlo. Era riuscita a controllarsi quanto più possibile e ormai le crisi erano diminuite tantissimo ma, a quanto pare, il suo rompere la promessa aveva causato in lei la voglia di ributtarsi nei vizi. Era orribile vederla in quello stato, faceva male vederla così fuori di sé e sapere che per vai a immaginare quanto tempo lo facesse molto spesso prima di incontrarlo. Lui l'aveva fatta smettere... E lui l'aveva fatta cominciare di nuovo. Aveva il cuore spezzato nel vederla in quello stato a causa sua. Era lui la causa della sofferenza di lei, era lui la causa del suo ricominciare con le droghe.
Vedeva la sua pelle pallida, molto più chiara del normale, e le occhiaie molto marcate... Ed erano una vera pugnalata tra le costole. Vedeva i lividi sulle braccia, sentiva le mani fredde, vedeva anche il corpo di qualche chiletto più magro. Vedeva come quei cinque giorni l'avessero consumata.
Ha continuato ad autocommiserarsi fino a che non ha notato gli occhi di lei stringersi per poi aprirsi lentamente.
"Piccola mia..." Ha mormorato lui accarezzandole il dorso della mano col pollice.
"Non tu... Non voglio vederti." Ha risposto lei con voce impastata come si è sollevata sui gomiti e ha liberato con uno scatto la mano. "Sparisci, stronzo." Ha ringhiato lei come un'anziana signora si è avvicinata e ha osservato i due. Lei lo stava guardando stortissimo e lui aveva uno sguardo che la stava supplicando di tornare.
"Mi scusi, signorina, non mi pare il modo di trattare una persona che le è stata accanto per così tante ore. Sei ricoverata da almeno cinque ore e lui ha pianto tutto il tempo accanto a lei" ha difeso lei il ragazzo, facendolo sentire un minimo meglio.
"Ah, adesso piangi Vincent? Strano. Quando mi hai tradito parevi cosí felice e godente" ha detto la giovane ragazza con veleno e mero sarcasmo che sapeva di amaro dalla sua bocca.
"Piccola sono distrutto almeno quanto te..." Ha sussurrato lui tenendo la voce abbastanza alta da farsi udire da lei. Aveva una fornace impazzita al posto del cuore, sentiva un dolore pungente e urticante che diventava sempre più forte.
"Certo, e tu che mi hai accoltellato alle spalle pretendi di soffrire quanto me?" Ha abbaiato lei mettendosi seduta e staccandosi la flebo dal braccio con forza, ignorando il dolore.
"Signorina, lui mi pare abbastanza pentito. Dio dice di avere pietà e perdonare il prossimo" ha detto la signora anziana gettando benzina sul fuoco, facendola arrabbiare ancora di più.
"Perdonare... Perdonare?! E lei vuole che io perdoni l'ennesima persona che si approfitta di me? Io dovrei perdonare una persona che mi ha usata per scopare, ha finto di volermi bene e poi mi ha pugnalato senza pensarci su due volte? Sa cosa penso di dio e delle sue stronzate? Che potete andare a fare in culo e ficcarvi lì il crocifisso." Ha ringhiato lei alzandosi, cercando di prendere l'equilibrio, probabilmente a causa di un capogiro. "Io non sono dio, mi sono altamente rotta i coglioni di perdonare e prendermela nuovamente nel culo." Ha abbaiato la giovane tirando dardi ai due.
"(T/n), mi dispiace! Cazzo, lo so, sono stato una merda di uomo e sono un fottuto debole. Faccio schifo, non so nemmeno resistere a una stupida troia che mi provoca, sono uno schifo di persona. Vuoi sentirmi dire questo? È questo che vuoi che ti dica? Vuoi che ammetta che disgustosa scusa di uomo io sia?!" Ha piagnucolato lui con le lacrime agli occhi, alzandosi dalla sedia e andandole dietro per poi afferrarle la mano morbida e gelida.
"No, voglio solo che stai alla larga da me. Non riesco nemmeno a guardarti in faccia, appena ti vedo sai cosa si para davanti ai miei occhi?!" Ha chiesto lei con furia nella voce.
"Disgusto?" Ha azzardato lui con sguardo triste premendole la sua mano sul petto tonico.
"Eccetto quello. Vedo la tua faccia piena di godimento e divertimento mentre ti scopi quella lurida puttana da due soldi interessata solo al tuo stupido uccello. Ecco cosa vedo. E mi fa schifo... Mi causa i conati di vomito." Ha detto lei con sguardo ferito e veleno nelle parole... E con esse lui ha sentito tutta la sofferenza della ragazza. Lui le aveva fatto male, l'aveva ferita davvero.
"Mi dispiace, (t/n)..." Ha risposto lui. Non sapeva che dire, non sapeva come farle capire che era ferito anche lui... E a quel punto lei ha lanciato un'imprecazione che lui non aveva capito, probabilmente in italiano essendo quella la lingua madre di lei.
"Mi fai seriamente schifo Vincent. Sai cosa? Io domani parto. Torno in Italia, preferisco stare tra le serpi piuttosto che stare ancora vicino a te. Ho già i biglietti. E sai cosa accadrà? Andrò in comunità. Andrò in comunità e mi rifarò una vita lontano da te. Ti eliminerò ovunque, bloccherò il tuo numero. Ho già cancellato tutte le tue e le nostre foto, le nostre chat, tutto. Non voglio avere niente a che fare con te. Vai al diavolo." Ha sputato lei. Ogni parola lo ha colpito come una pugnalata dritta al cuore, lo ha fatto a pezzi e calpestato. Lui ha preso una collana con un pendente, un medaglione con una loro foto assieme.
"Me lo hai regalato tu..." Ha detto lui girando il medaglione aperto e mostrandole la foto. "Era il tuo regalo al mio compleanno... Ti amo, piccola, ti prego non farmi questo..." Ha supplicato lui come lei ha allungato una mano e ha preso il medaglione in mano, osservando la foto.
Di colpo, lei ha alzato lo sguardo su di lui e ha tirato via con uno strattone la collana, spezzando la sottile e fragile catenella di argento, e l'ha gettata a terra con violenza.
"No!" Ha urlato lui abbassandosi a prendere la collana ormai rotta mentre lei ha ghignato con divertimento per poi girare sui tacchi e andarsene a passo veloce, lontano da lui.
Quella volta in ospedale fu l'ultima volta che l'ha vista. Il giorno dopo era il suo giorno libero, era rimasto a casa e il giorno della partenza di lei ha scoperto che era andata a salutare tutti e abbracciarli tutti approfittando e sapendo del fatto che lui non ci sarebbe stato. Non l'ha più rivista, solo mesi dopo ha scoperto da Scott che lei era in comunità e aveva conosciuto un ragazzo di cui, a detta di lui, si era invaghita.
Cosa è successo a Vincent? Beh, la sua furia si è trasformata in furia omicida, aveva ucciso svariati bambini prima di essere catturato e condannato alla sedia elettrica. Lui è morto piangendo, rivivendo i pensieri della sua relazione con la ragazza che tanto amava. Si diceva avesse un pendente in mano con una foto di lui e una ragazza il giorno in cui è stato sottoposto alla sedia elettrica. Lui ti amava... E perdendo te ha perso ogni ragione che aveva nel fare una vita normale. Lui era innamorato perso di quel disastro di una drogata che era lei... La amava davvero ma a causa della sua debolezza l'aveva persa e con lei ha perso tutto.
End chapter!
Oye guys!
Che ne pensate? Vi piacciono i capitoli tragici come questo? Cosa ne pensate degli amori tormentati?
A me è piaciuto molto scriverlo!
Scusate lo spam di storie su Vincent ma, tra tutti, è quello che posso usare meglio nei vari contesti HAHA
Abbiate una buona giornata/nottata, per questo capitolo da Randy è tutto...
BYE BYEEEEEEE!!!
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