Chiesto daGiada369
Le coperte disordinatamente riposte sul letto... L'odore pesante che le pizzica il naso... Le pillole sparse sul letto... E, infine il suo corpo, senza più un'anima. Gli occhi vuoti erano spalancati, lasciando intendere che non si sarebbero più chiusi o non avrebbero più fatto alcun movimento...
La ragazza si svegliò di soprassalto, perseguitata da quelle immagini orribili. Stava sudando molto, sentiva la sua maglietta fradicia, seppur fosse inverno. In un primo momento si guardò attorno, spaesata. Non riusciva a capire dove si trovasse, cosa ci facesse lì o perché si sentisse così tanto a disagio. Il suono della sveglia, però, le giunse alle orecchie, facendola calmare. Lentamente gattonò, tastando a tentoni con la mano sul comodino, cercando di far smettere quel suono fastidioso. Dopo svariati tentativi falliti, decise di aprire definitivamente gli occhi, per vedere dove cavolo fosse finito quel marchingegno. Vedendo che fosse solo a qualche centimetro di distanza dalle sue dita, prese tra le mani la sveglia e la scaraventò contro il muro, frustrata.
-Fanculo- borbottò, cercando di riassoppirsi tra le coperte. Le immagini del suo precedente sogno, però, le fecero venire un dubbio tremendo. Senza neanche darsi il tempo di svegliarsi del tutto, afferrò il telefono, digitando la password di sicurezza per sbloccarlo. Cercò qualche informazione riguardante quel sogno, non volendosi credere. Ti prego, dimmi che era solo un fottuto sogno...
La verità, però, le venne sbattuta in faccia da un articolo di giornale. Tremolante, cliccò il sito, sentendo un peso sullo stomaco. Le parole scritte con così tanta cura dal giornalista, le penetrarono violentemente il cervello.
Ragazzo trovato morto nella sua camera, attorno le cinque di ieri. La polizia pensa sia stato un suicidio, date le pillole riposte accanto il cadavere. La vittima è Yuki , diciassette anni appena compiuti. A ritrovare il corpo è stata (T/n) (T/c), una compagna di classe...
L'articolo continuava a parlare di quel caso, ma la ragazza non ce la fece a proseguire la sua lettura. Il telefono le cadde dalla mano per lo shock. Inizialmente rimase ferma, senza sapere cosa pensare. Yuki... è morto? Quelle parole rimbombarono per un po' nella sua mente, come se volessero torturarla. Sentì un vuoto sopraffarla, nel mentre la sua vista si offuscò. Yuki è morto...
Delle lacrime cominciarono a rigarle il volto, incessantemente. No, niente di tutto quello aveva senso. Il suo migliore amico si era suicidato. Perché? Perché aveva buttato all'aria la sua vita? Perché, qualunque sia stato il motivo, non ha provato a risolverlo? Si mise una mano sulla bocca, per soffocare i singhiozzi, diventati sempre più forti.
-Non ha senso, cazzo- urlò, picchiando con i pugni sulle coperte. No, lo Yuki che conosceva non era un vigliacco. Qualunque fosse stato il motivo, non c'entrava con le sue paure o i suoi problemi. Lui non era quel genere di ragazzi, quelli che, davanti alla prima difficoltà, si tiravano indietro. Lui era quello temerario, che andava sempre incontro al pericolo, che combatteva pur di difendere chi voleva bene. Non era un codardo. Forse... l'aveva fatto per proteggere qualcuno. Ridacchiò amaramente. Certo, e per chi l'avrebbe dovuto fare? Per...
Improvvisamente le venne un dubbio orrendo.
-... Mafuyu?- si chiese, spaventata dalle due stesse parole. Ma perché fare una cosa del genere per il suo ragazzo? Certo, lo amava un sacco, però... Mafuyu era un tipo calmo, non era un'attaccabrighe, che causava problemi. Qualunque cosa avesse fatto non avrebbe mai causato alcun male a nessuno. Allora perché...? Istintivamente prese il telefono, cercando gli ultimi messaggi scritti tra lei e Yuki. Forse potevano tirar fuori qualche indizio... Lesse velocemente tutte le frasi, ricavandone poi una, che le fece venire un dolore acuto al cuore.
Ehi, (T/n)-chan
Ehi, Yuki, come va?
Non tanto bene... Sai, Mafuyu se l è presa con me ed io ci sto rimanendo male
Come mai?
Ha detto che non gli dedico mai abbastanza tempo e che, per provare il mio affetto, io mi debba suicidare
In che senso? Puoi dire le sue parole esatte?
Ha detto "se ci tieni a me, allora perché non ti togli la vita?"
Ah, capisco...
Secondo te cosa dovrei fare?
Leggendo i messaggi, la ragazza non poté fare a meno di lasciar scorrere qualche lacrima sulle sue guance. Yuki le aveva chiesto aiuto il giorno prima del suo suicidio. Le aveva chiesto aiuto per un argomento così delicato... e lei? Lei aveva sottovalutato la questione, pensando fosse un normale litigio di coppia. Per questo, la risposta che diede dopo, la fece sentire un mostro.
Mmmh... non lo so, non sono una consulente di coppia. Non credo che le mie idee ti possano aiutare. Perdonami, non ho molta esperienza a riguardo, anche perché non sono mai uscita con nessuno.
Ah, capisco... grazie lo stesso (T/n)-chan
La ragazza sentì qualcosa dentro di sé spezzarsi. Si tappò la bocca con il palmo della mano, cominciando a singhiozzare a dirotto.
-Capisco... quindi... è colpa mia?- si chiese, seppur sapesse benissimo la risposta. Sapeva bene che, se lei avesse prestato più attenzione quel giorno, avrebbe potuto evitare tutto quanto. Se avesse aiutato Yuki tutto quello non sarebbe successo. Se non avesse ignorato il suo migliore amico... a quest'ora lui sarebbe ancora in vita.
La ragazza passò i giorni seguenti nell'angoscia. Era tutta colpa sua... Era ovvio che fosse solo colpa sua... Poteva aiutare Yuki.... Poteva fermarlo, aiutarlo in qualche modo, e invece lui si era...
-(T/c), vieni in corridoio?- le chiese una sua compagna, preoccupata per l'altra. Lei sbatté ripetutamente le palpebre, risvegliandosi dai suoi pensieri.
-Gomen, vado un'attimo in bagno- declinò l'offerta, alzandosi dal suo posto con molta calma. Uscì dall'aula, sentendo i piedi farsi sempre più pesanti ad ogni passo. Perché non aveva fatto niente? Era stata una stupida a prendere sottogamba la situazione. Si sentiva un mostro, non voleva tornare nell'aula, come se niente fosse stato. Decise, quindi, di andare nel retro della palestra. Dopo il cortile, il posto preferito della ragazza era quello. Era così silenzioso e sconosciuto agli altri, non veniva mai nessuno in quel posto a disturbarla. Quando spalancò la porta, però, si ritrovò davanti un corpo accasciato sulle scale di sicurezza. Fissò interdetta la scena, sussultando. E quello chi era? Cosa diavolo voleva? Perché era sdraiato lì, come se fosse morto?
-Ehi- lo chiamò con tono irritato. Chiunque sia stato non si doveva permettere di rubare il suo posto. Quello era solo suo e di Yuki. Nessun altro si doveva avvicinare. Il ragazzo, sentendo una voce femminile, socchiuse leggermente gli occhi, risvegliandosi dal suo sonnellino. Si lasciò sfuggire un mugolio, alzandosi. Quando aprì definitivamente gli occhi, incontrando quelli (c/o) della ragazza, rimasero imbambolati, riconoscendosi l'un l'altro.
-Ma... fuyu?-
I due erano seduti sulle scale di sicurezza, rimanendo muti, in quell'atmosfera tanto tesa. Bhe, cosa si sarebbero dovuti dire? Si conoscevano poco, anche se andavano nella classe assieme. Certo, tutti e due conoscevano Yuki, ma solo questo punto gli accomunava. Per il resto, non si erano mai parlati, prima di quel momento.
-Sei arrabbiata con me?- chise di punto in bianco il rosso, senza lasciar trasparire nessuna emozione. La ragazza sorrise leggermente. Era stupido o cosa?
-Perché dovrei? Dopotutto è colpa mia- ribatté, cominciando a sentire un bruciore fortissimo nella parte dello stomaco. Non doveva piangere, si era promessa di non piangere per nessuna ragione al mondo. Il rosso sgranò gli occhi, sorpreso.
-Di cosa stai parlando? Sono io che gli ho detto di suicidarsi.-
Si era promessa di non piangere. Però... era così dannatamente difficile, se si era presi dai sensi di colpa. Delle lacrime cominciarono a bagnare il viso, mentre lei si coprì la faccia, cominciando a sentire una brutta sensazione insinuarsi nello stomaco.
-É colpa mia... q-quel giorno mi aveva chiesto aiuto... M-ma io non pensavo che la situazione fosse cosi grave... per cui h-ho risposto con delle parole ambigue e...- non riuscì neanche a finire la frase, che si ritrovò schiava di un senso di colpa gigantesco. Era tutta colpa sua, non doveva comportarsi in quel modo con il suo unico amico. Era tutta colpa sua...
Il rosso, seppur non fosse mai stato bravo a consolare le persone, in quel momento sentiva come il bisogno di aiutare quella ragazza. La conosceva perfettamente, era la migliore amica di Yuki. Spesso il ragazzo gli raccontava della sua fantastica amica, di come ci fosse sempre per lui, di come fosse sempre gentile e dolce in qualsiasi momento. Non ci credeva che fosse stata colpa di quella ragazza. Perché era colpa sua. Perché doveva essere di lei? Non aveva fatto nulla dopotutto. La colpa era solo sua perché si era arrabbiato e aveva istigato il suo ragazzo al suicidio. Seppur quella ragazza fosse come una sconosciuta, in quel momento aveva bisogno di calmarla. Non doveva addossarsi la colpa per qualcosa che non aveva fatto.
La ragazza sentì caldo nella parte delle braccia. Poi si sentì stretta da qualcosa di morbido, ma anche robusto. Si tolse le mani dalla faccia, sorpresa. Il rosso la stava abbracciando. A quel gesto, lei non poté fare a meno di scoppiare in lacrime di disperazione, amareggiata. Perché stava cercando di confortare un mostro? Perché non la lasciava da sola?
-Non è colpa tua- affermò sincero il ragazzo, accarezzando la testa dell'altra. Non era assolutamente una bugia detta per confortarla, anzi, Mafuyu non era per niente il tipo che arrivava a mentire pur di consolare qualcuno. Anzi, il ragazzo sembrava non riuscisse a mentire e questo lasciò sbigottita la (c/c).
-Come fai a dirlo? Non l'ho aiutato quando ne aveva bisogno... sono una pessima persona- si sfogò. Il rosso si allontanò dalla ragazza, guardandola dritto negli occhi.
-Yuki diceva invece che tu fossi una persona fantastica. Sempre attenta a non far del male con le tue parole, gentile con tutti... e, mi aveva detto anche che ti addossi sempre molto pesantemente la colpa- spiegò con espressione vuota. Seguirono attimi di silenzio, dove i due non si scambiarono neanche una parola.
-E, forse, è proprio questo ad accomunarci- affermò, prima di rialzarsi e dirigersi verso la porta di uscita, una volta sentita la campanella. La ragazza fissò la figura del ragazzo allontanarsi. Finché non capì dalla sua affermazione una cosa: quel ragazzo l'avrebbe rivisto molto presto.
SPAZIO AUTRICE
Sono una brutta persona? Certo. Faccio cagare? Ovvio. Sono in orario? Bhe, almeno questo...
Non so perché, però questa one-shot mi sta piacendo. Forse perché è deprimente e da masochisti. Ed io, che sono masochista come pochi, mi è piaciuta scriverla. Sì lo so che, prima di questa doveva esserci la ×reader su Ray, però oggi mi sentivo particolarmente depressa, per cui... mi è uscita questa. Non so cos'altro dire, quindi me ne vado.
Sciauuuu
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