Solo due anni erano passati, ed ora Awa era finalmente al terzo anno alla U.A.
Dopo una lunga estate passata con quella che era una famiglia spensierata, era dinanzi all'inponente edificio che avrebbe prossimamente ospitato lei ed i suoi amici. Con la valigia che le passava di fianco, stretta al palmo, entrò dentro ai dormitori con sguardo perso e confuso. Non appena mise il primo piede all'interno dell'enorme edificio, una donna alla reception le sorrise caldamente.

«U-uhm... salve.» La salutò lei, avvicinandosi a grandi passi al grande bancone. La giovane dietro esso, le chiese poi il nome ed il cognome. «Awa Bakugou.» Dopo quelle parole, sentì come se le si fosse mozzata il respiro. Il cuore che batteva, le guance arrossate e calde e un sorriso radioso estendersi sul viso latteo. «Queste sono le chiavi. Ci tengo a dirle che in ogni stanza vi sono due alunni, spero che questo non la disturbi. La sua è al secondo piano.»

"Due alunni? Che bello, chissà con chi capiteró! Spero con Kiuto, anche se è maschio." Ora che Takou era un'eroina, era da sola in quella scuola. Anche se aveva iniziato a conoscere meglio il figlio di Ochako e Tenya, ed aveva recentemente scoperto di avere una forte cotta per lui. Non era abituata a queste emozioni, perché la gioia aveva iniziato a scarseggiare da quando era solo una bambina. Avanzò verso l'ascensore, dove vi era anche una ragazza dai capelli marroni legati dentro a due codino alti.

«Ciao, Hikari-San! Che bello riverderti!» La giovane Kirishima si girò, notando finalmente l'arrivo della verdina. «Bakugou-Chan! Da quanto tempo, sembrano passati anni dall'ultima volto che ti ho vista!»;
«Eddai, non fare così! Ti dico tante volte di chiamarmi con il mio nome!» La rimproveró giocosa Awa, ridacchiando al rossore dell'amica. «Sì, perdonami. Comunque, tu in che stanza sei?» A quella domanda guardò la targa sulla chiave. «Centodiciassette, te?»;
«Siamo vicine! Cendodiciotto!» Awa pensò, poi parlò. «Cavolo, dovremo chiamare davvero il centodiciotto se sono vicina a te!»;
«Uffa, so di essere maldestra, ma non esagerare!»

L'ascensore scese al loro piano, e si affrettarono a salire su di esso con dietro le loro valigie. Ora il vero problema era: dov'erano le stanze? Le avevano sfortunatamente spostate, ed ora non sapevano dove correre. «Cavolo, ed ora? Questo edificio è praticamente un labirinto!» Dopo quella domanda, una voce maschile si alza alle nostre spalle. «Bakugou, Kirishima-chan, avete bisogno di aiuto?» Le due disperate si girarono verso quel timbro
apatico. «W-Watashi-S-San!» Esclamò rossa in viso la bruna, saltandogli addosso. «Mi sei mancato così tanto!»

Awa li guardò sorridendo, annuendo alla proposta retorica di Watashi, rispondendo in modo superficiale. «Todoroki, sai per caso dove sono le nostre stanze?» Il corvino annuì, è dopo qualche minuto si ritrovò a camminargli dietro, mentre il povero ragazzo si ritrovava la sua amica al braccio. "Povero Todo-Kun. Hikari-Chan si è attaccata a lui come se fosse un koala." Sospirò divertita. «Invece tu dove sei, Watashi?»;
«Stanza numero cinquantaquattro.»

«Uffa, sei al piano di sotto! Con chi sei?»;
«Iida.» Rispose, e la verdina si rassegnó, piagnucolando silenziosamente. "Perché, mondo?! Anche una storia di una sola notte mi bastava! UNA!" Ovviamente scherzava, dato che lei a contrario di suo padre il significato della parola "amore" lo teneva fisso in testa. Non si sarebbe arresa, lei lo avrebbe sposato quell'uomo! Ne era certa!

«Ecco qua. Ci sono passato prima perché mi ero perso. Kiuto mi ha aiutato.»;
«Fai schifo in matematica!» Awa sospirò per l'ennesima volta, sognante. "Che eroe..."
Ma a quanto pare, doveva smettere di farsi seghe mentali, perché Hikari la richiamava. «Awa, Awa! Ma che hai?!»;
«E-Eh?! Nulla, nulla!» Si affrettarono ad entrare. Aprì la porta, aperta.

Angolo Autrice

Mi spiace, ma i primi capitolo saranno corti e noiosi, immagino. Per il resto, credo diventerà un bel libro appena inizieranno i casini. Vabbè, ora però potrete sapere cosa accadrà! Non è vero, Arylovebooks? (つω'*).E niente, ciao!

-Manu🌈