VII
Per la prima volta dopo mesi tornò nel suo appartamento, che non aveva nulla a che vedere con la villa della Famiglia Todoroki.
Entrata in casa, (T/n) tossì a causa della polvere accumulatasi durante la sua prolungata assenza.
Cercò l'interruttore per la luce, che ricordava non essere distante dalla porta d'ingresso. Una volta trovato, lo premette, illuminando così il piccolo spazio in cui aveva vissuto per un paio d'anni.
Fece un passo avanti e l'eccessivo scricchiolare del parquet sotto il suo peso, le ricordò per quale motivo Fuyumi le avesse proposto di trasferirsi a casa sua.
Si trattava del problema minore, nonostante rischiasse che il pavimento cedesse e la facesse cadere nel soggiorno dell'inquilino che viveva al piano inferiore.
A causa della mancanza di soldi, era l'unico appartamento che era riuscita a permettersi. I contro superavano i pro, ma aveva bisogno di una casa in cui vivere.
Inizialmente le era sembrata una buona idea, l'appartamento era abbastanza grande, ma si trovava all'ultimo piano di un vecchio condominio, sprovvisto di ascensore, nella zona più malfamata della sua città.
Spesso le era capitato, guardando fuori dalla finestra, di vedere gente strana aggirarsi per il quartiere.
Come se non bastasse, quando pioveva, l'acqua filtrava attraverso il soffitto, oppure insetti e topi infestavano il palazzo, spingendo la (c/c) a dormire fuori piuttosto che avere a che fare con gli animali indesiderati.
Abituata all'accogliente residenza della sua migliore amica, quello squallore l'aveva disgustata più del dovuto.
Le pareti erano coperte da ragnatele, il soffitto presentava macchie di diverse dimensioni e la polvere aveva letteralmente sotterrato il mobilio.
Sperò che l'acqua non avesse rovinato il frigorifero e gli altri elettrodomestici.
Per avere una visuale migliore, ignorando il rumore del parquet, raggiunse la finestra per poi aprirla, dopo aver scostato le tende e provocato un'ulteriore vampata di polvere.
Ispirò profondamente, sentendo il vento arrivarle sul viso. L'aria serale le era sempre piaciuta, inoltre aumentava l'influenza della sua unicità.
Aveva passato la giornata a preparare le valige con l'aiuto di Fuyumi, dopo aver parlato con Shouto.
Chiuse gli occhi, concentrandosi sul suo vecchio amico. Nel caso ciò che lei e Shouto avevano teorizzato fosse vero, non sapeva come avrebbe affrontato la situazione.
Non era una combattente, a partire dalla sua unicità, focalizzata sulla raccolta di informazioni.
Riflettendo attentamente su ciò che ricordava, si stupì nel realizzare che fosse ancora vivo e che soprattutto si stesse avvicinando al condominio.
Stava camminando in un vicolo poco distante, appoggiato alla parete e tenendosi una mano sulla spalla.
Alzò lo sguardo e lo riconobbe, i suoi occhi turchesi erano l'unico dettaglio a non essere cambiato in lui, tutto ciò che lo rendeva identificabile.
L'ultima volta che lo incontrò, prima che di considerarlo morto, era già troppo tardi.
Adesso le differenze erano estremamente più accentuate, ma quello sguardo era rimasto tale e quale.
"Touya?"
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