20
Finalmente era Giovedì, il mio giorno libero. Era bello fare il professore solo perché potevo stare due giorni a settimana a casa. Più l'estate,ovviamente.
Solo che quel Giovedì era diverso. Era nuvoloso,grigio e metteva angoscia solo guardare il cielo. O forse ero io che mi facevo tutte quelle seghe mentali perché Giada voleva vedermi.
Ormai era ovvio che io e lei stavamo insieme, e mi piaceva. Lei mi faceva star bene,mi faceva sentire vivo e il solo fatto di averla vicino mi faceva sentire migliore. Anche se forse non ero migliore,anzi. Forse ero peggiorato,forse se guardassi questa storia da sconosciuto invece da protagonista,sarei solamente un depravato,un maniaco. Non tanto diversi dai prerlti che si scopano i bambini.
Avrei dovuto smetterla di pensare così tanto,e lasciarmi invece guidare dall'instinto. Come facevo con Giada.
Quel giorno mi alzai verso mezziogiorno,ieri sera risposi con "Ok" al messaggio di Giada. Lei lo visualizzò,ma non rispose. Mi fece rimanere male. Ma in quel caso non mi feci nessun film.
Mi svegliò una notifica del cellulare,un messaggio. Giada.
"Esco all'una...passami a prendere"
"Ok"
"Però non davanti scuola,dietro il bar"
"Ok"
Mi misi qualcosa addosso e andai all'incontro. Il posto non mi piaceva, ma per il tempo che avrei dovuto rimanerci,potevo fare un eccezione.
Dietro il bar c'era una piccola stradina dove ci passava solo una macchina. C'erano tre o quattro secchi dell'immondizia che si facevano sentire. La strada era umida,non sò perché. Forse era solamente l'umidità. Ai margini della stradina c'erano due palazzi. Di quelli vecchi. Che erano lì dai tempi di Mussolini.
Guardai il telefono,le 13:10. Giada ancora non si faceva vedere. Da lontano vidi passare dei ragazzi con gli zaini sulle spalle,ma tra quelli che vidi Giada non c'era.
Riguardai il telefono, 13:12. Sbuffai e qualcuno bussò al finestrino del passeggero. I vetri si erano appannati ma riconobbi i capelli rossi.
Giada entrò in auto.
"Conosci un posto appartato?"
"Si"
"Bene andiamo lì"
Misi in moto e partimmo,Giada era seria,e non disse niente per tutto il viaggio.E pensare che quando uscii di casa pensavo che volesse scopare.
La portai su una collina,dove la notte venivo a limonare con Claudia quando eravamo giovani. Il giorno non ci andava nessuno.
Spesso il motore e guardai il panorama di Roma.
"Che dovevi dirmi?"
"Intanto ti volevo chiedere scusa per quello che è successo ieri"
"Non ti preoccupare...ti posso almeno chiedere perchè hai reagito in quel modo? E stata colpa mia per caso?"
"No,no...anzi pensò sia colpa mia...sai la gente inizia a parlare,dicono che scopriamo ed è per questo che ho voti alti nella tua materia mentre nelle altre vado male,sò che non è la verità e che tu non faresti mai una cosa del genere,ma mi sono fatta prendere da quello che dicevano i miei compagni,e non volevo far diventare le loro stronzate vere"
"Beh se vuoi possiamo far sesso e poi ti metto quattro, non ho problemi "
Giada rise, mi rincuorò.
"Forse abbiamo fatto una cazzata a stare insieme, è una cosa più grande di noi"
"Giada...lo sai che non è vero,e quello che dice la gente sono solo chiacchiere"
"Fabrizio hanno ragione,siamo solo la trama di un porno. Dovremmo lasciar perdere"
"No Giada..." Le strinsi il polso "...io...io non faccio altro che pensarti,quel tuo sorriso,quel modo di prendermi in giro,il fatto che sei sveglia,che fai la dura con tutti ma ti basta un complimento per arrossire,il tuo modo ribelle,il fatto che non te ne fraga un cazzo della gente"
Mi fermò e mi baciò,si tolse le cinture della macchina e mi salì in braccio.
I nostri baci diventavano sempre più feroci e la damza delle nostre lingue diventava sempre più passionale e violenta.
Mi slacciò la cintura,poi passò alla sua. Ci spogliammo a metà, quel poco che bastava per darci il reciproco piacere.
E così lei iniziò a muoversi sopra di me,imitando le onde. Per tutto il tempo non ci fermammo mai di baciarci,io ero impotente sotto di lei,dovevo solo godere,e quello lo sapevo fare bene.
I suoi movimenti diventavano sempre più veloci,andavano a tempo con il suo fiato corto. Verso la fine non riuscì a trattenere più i suoi versi,che ad ogni onda che si infrangeva diventavano più forti,più forti sempre più forti,finchè non venimmo.
Il miglior sesso della mia vita.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top