capitolo 7: "Il mio arcobaleno"
Ero sveglia nel mio letto da ormai un'ora, non avevo per niente sonno.
Saranno state quasi le 6:00 mentre mi tornava a mente la sera precendente. Pur troppo quel fantastico momento dovvette finire, Juuzou mi riaccompagnò a casa poco dopo, in un silenzio tombale, l'unica frase che spiccicò dopo l'accaduto fu "Ci vediamo lunedì.", per giunta, senza quella sua solita nota di allegria e ingenuità presente in ogni sua frase. Ci rimasi male, mi sentivo in colpa per la sua reazione, e tra l'altro, non avrei dovuto estenuare i miei sentimenti e il mio passato all'improvviso, sono solo un'egoista che pretende di essere consolata da qualcuno che lo meriterebbe davvero. E invece no.
Lui piange in silenzio, io so solo
urlare.
Sono stata una sciocca, non si meritava di certo un trettamento del genere.
"Non l'ho neanche ringrazziato...quel suo abbraccio...quelle sue parole..."
Piano piano le mie gote si tingevano sempre più di un colorito roseo, il mio cuore prese ad accelerare, guardavo il soffitto bianco della mia camera riempendo quel muro spoglio e smorto con immagini del volto dell'albino.
"Quel suo sorriso così caldo..."
Portai le mani al petto e le strinsi inspirando profondamente il profumo di pulito delle lenzuola bianche.
Bianco
Sempre e solo quel colore.
Potevano esserci molte tonalità di bianco nella mia casa: Bianco avorio, bianco latte, bianco fumo, bianco antico, Bianco Navajo, bianco cenere...e così via dicendo, ma il colore, rimane quello.
Il mio appartamento...lo ammetto, è molto spoglio. Ha un piccolo salotto con un semplice divano bianco e un tavolino di vetro, una cucina non troppo moderna, abbastanza tradizionale diciamo, un bagno e una camera da letto con un letto a due piazze in legno scuro, una scrivania, rigorosamente bianca con un computer anche se, non molto utilizzato, un'armadio in mogano molto grande e...una finestra che da sul viale degli alberi di pesco. Senza nessun quadro o decorazione che possa interferire sullo stile del mio appartamento. L'unica fonte di luce e colore presente nella stanza era quella finestra, grande abbastanza da occupare un'intera parete. Perchè dico di luce? Sembrerà strano, ma nel mio appartamento non ci sono luci, apparte la lambada, bianca, sulla scrivania e qualche candela sparsa per il mio appartamento.
È stata una mia scelta rimuovere tutte le fonti di luce artificiale nella casa, perchè? Me lo chiedo anche io. Sarà perchè amo il buoio, e nel buio il silenzio, niente in pratica.
Vuoto. Come la mia casa.
Come la mia anima.
Troppe maschere mi ero creata, troppe volte permisi alle persone di strapparmi sorrisi che, ahimè, dovetti spacciare per veri pur essendo una totale creazione della mia fantasia, tentando di ingannare me stessa, cercando di convincermi che quei sorrisi non erano falsi...troppo poco convincente pur troppo.
Mi ero lasciata trascinare dal mio dolore e senza accorgermene, avevo smesso di provare. Di provare a credere che gli angoli della mia bocca si allargavassero per un motivo preciso. Ci avevo fatto l'abitudine.
E in poco tempo, divenni vuota. Come la mia casa, come la mia vita.
Quella sera, quando estenuai i miei sentimenti, quando venni, se pur ingiustamente, accolta tra le braccia dell'albino e ricevetti quel sorriso così puro da far vergognare Afrodite, io non sorrisi.
Potevo esser pronta a guardare in faccia quel ragazzo mentre raccontavo la mia vita, anche se non lo feci, trovando più conforto nella vista dello sterrato del parco, ma di certo, non ero pronta a ricambiare quel suo sorriso perfetto con uno a dir poco deprorevole, non sono capace. E non credo di esserlo mai stata, avrei mentito. Avrei mentito a sorridere all'albino, se pur essendo uno dei momenti più belli a distanza di anni. Non volevo. Non potevo. Non dovedo farlo, e non lo feci.
"Non mi piace. Non mi piace più tutto questo bianco."
Mossi con delicatezza le mani affusolate sulla trapunta bianca, la scostai e mi sedetti sul letto. La finestra davanti a quest'ultimo era coperta dalla veneziana facendo sfuggire qualche raggio di sole sul mio viso inespressivo.
Era domenica quando mi alzai dal mio letto e decisi di prendere un grande cambiamento.
Come spinta da una flevole e inspiegabile aria mistica, mi diressi verso quella grande finestra. Tirai su la veneziana e con espressione vuota vidi piccole goccioline di pioggia bagnare il vetro.
"Anche il cielo piange"
Eppure, le nuvole, non coprivano il sole.
Diedi un ultimo sguardo alle strade luccicanti d'acqua e mi diressi verso la mia scrivania, aprii il penultimo cassetto e tirai fuori una cassetta di legno chiaro da me custodita gelosamente, era socchiusa. Sollevai il coperchio; dentro vi era molti pennelli sparsi di varie misure, lunghezze e setole insieme a tanti barattolini di pittura.
La mia espressione era sempre vuota.
Guardai la parete. Qualle bianca parete che presto si sarebbe riempita di colore.
Senza neanche pensarci due volte, presi un pennello, lo intinsi nel rosa pesca e poggia quelle setole sgocciolanti sul muro. Tracciai segni sulla perete affianco alla scrivania.
Linee continue, color pesca. Non pensavo a un disegno ben preciso. E, sebbene non avessi in mente un risultato concreto, quello che venne fuori furono fiori di pesco. Piccoli petali rosati raggruppati in un angolo della parete. Quando relizzai di aver ottenuto un disegno vero e proprio, intinsi il pennello nella vernice marrone scuro, senza preoccuparmi minimamente di mischiare i colori o di macchiarmi l'abito da notte bianco. Meglio ancora se si fosse sporcato.
Poggiai il pennello nuovamente sul muro e tracciai una linea che congiunse tutti quei piccoli fiorellini. Un ramo. Un ramo di pesco.
Mi allontanai dalla parete e guardai il risultato. Mi piaceva. Non avevano particolari dettagli ma a me piacevano così.
Feci un sorriso. Il primo della giornata.
Guardai l'ora. Le 9:54.
Avevo passato quasi quattro ora a dipingere senza rendermene minimamente conto, sembravano passati solo venti minuti.
Poggiai il pennello nel barattolo di pittura e andai di nuovo alla finestra.
Non era cambiato niente, pioveva ancora, e il sole, ancora ben visibile, mi illuminava il volto su cui, a differenza di prima, un bel sorriso allargava gli angoli della mia bocca.
"Presto arriverà l'arcobaleno"
Pensai con ancora il sorriso sulle labbra.
Improvvisamente il campanello di casa suonò riportandomi alla realtà.
"Ma...a quest'ora? Non sarà mica Asuka? Può darsi...dopotutto a detto che ci saremo sentite per raccontarle la serata passata con Juuzou, ma non pensavo venisse a casa mia."
Sbuffai. Un'altro "colpetto" di campanello e con un filo di stanchezza che, dun tratto mi tornò, (per forza chi si alza alle sei del mattino di domenica, io posso ritenermi fortunata se di domenica mi alzo =3=) percorsi il corridoio con aria da "non c'ho voglia, lasciami stare".
-Asuka ma ti pare il caso di ven|
Dissi mentre spalancai la porta per poi bloccarmi a fissare la persona che, di domenica mattina, si presentò davanti al pianerottolo.
-Ah, sei sveglia allora, pensavo dormissi ancora!-
Il mio sguardo fisso sull'ospite, le mie gote leggermente arrossate per il pudore di trovarmi completamente stravolta, con capelli a dir poco indecenti e in...vestaglia da notte e i miei soliti pensieri venuti a galla in momenti sbagliati.
"Cosa ci fa quì?!" pensai mentre un leggero sorriso comparse sulla mia bocca.
"Dunque è così?"
La voce nella mia testa si fece più dolce, dimenticando le condizioni in cui mi ero presentata davanti alla porta e lasciandomi avvolgere totalemente da quella senzazione di tenerezza nell'aria.
Sì, esatto, il mio arcobaleno era finalemente arrivato.
هههههههههههههههههههههههههههههههههههههه
ANGOLINO BRUTTO
Ohayo minna!! Ok ok, potete posare i fucili, mi scuso per la mia lunga assenza ma tra i compiti delle vacanze e un minimo di vita sociale, guardo il cellulare, apro Wattpad e il mio cervello pensa "Ma...aspetta...io ho un pubblico su Wattpad!!" E fu così che nacque questo """meraviglioso""" capitolo.
Ringrazio i nuovi arrivati per aver letto la mia storia fino a quì, e ringrazio anche i miei due neuroni stanchi che hanno permesso la nascita di questo aborto di capitolo! Per il resto mi scuso ancora
con i vecchi lettori (intendo chi è qui dagli inizi della storia...come se fossimo tanto avanti -_-) per la prolungata assenza e per il capitolo scadente, bel modo che ho di farmi perdonare.
Per oggi è tutto! Io vi invito a lasciare una stellina e magari un commentino dato che sono pienamente a corto di idee, però ve lo prometto, nel prossimo capitolo Juuzou c'è. Croce sul cuore♡
Ci vediamo gentee
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