XXVIII: Let's start over again, why can't we start it over again?
questo (luuuuuungooooo) capitolo è stato un parto... colpa mia, la prossima volta imparo ad aprire parentesi angst se poi ci metto mesi a chiuderle XD
Ma lo sapete, non riesco a scrivere qualcosa che non mi convinca, quindi... ora spero che questo convinca anche voi.
Meno male dovevo essere breve..
Disclaimer: il titolo del capitolo è preso dalle lyrics di 'Exogenesis: Symphony Part 3: (Redemption)' perché ci stanno a meraviglia <3
Capitolo XXVIII: Let's start over again, why can't we start it over again?
Dom paga in tutta fretta il taxista, senza scordarsi una generosa e meritata mancia, prima di precipitarsi fuori dall'auto.
Il Bassendean Oval è ormai deserto, così com'è giusto che sia, dato che ormai sono le due e mezza passate.
Eppure dal retro, in lontananza, il biondo sente provenire una musica.
Non è una musica qualsiasi. Lui potrebbe riconoscerla tra un miliardo di altre musiche. E' la sua.
Quel suo modo di corteggiare la melodia, quel suo modo di riversare le emozioni su quei tasti bianchi e neri, riuscendo a creare qualcosa di unico, quel suo saper comunicare più con le note di quanto lo possa fare con le parole stesse.
E in quel preciso momento Matthew sta comunicando un gran dolore. Dominic non ha mai udito una melodia più triste, intrisa d'angoscia, rassegnazione e pessimismo.
E come se le note stesse arrancassero verso la salvezza, fallendo nel tentativo e finendo con l'agonizzare inesorabilmente.
Il batterista non sembra nemmeno accorgersi delle lacrime che gli stanno lentamente solcando il viso.
Ora che non c'è più nessuno il Bassendean appare per lo più per quello che normalmente è: uno stadio. E mentre Dom lo percorre a perdifiato in tutta la sua lunghezza gli sembra di star giocando la partita della sua vita o non-vita che sia.
Corre nella direzione da cui proviene la musica, finché da lontano può già vedere.
Immerso nel buio più totale, Matthew se ne sta chino sul piano, con gli occhi chiusi, la bocca semiaperta, che a seconda dei momenti emette urla strazianti, ma bellissime e perfette che accompagnano la melodia nei momenti più salienti e ne accrescono quell'atmosfera già altamente drammatica.
E' troppo assorto dalla sua musica, nonché dalla sua disperazione, perché il vampiro moro possa accorgersi di un'altra presenza nella stanza. Una presenza importante.
Con la vista di un felino e la discrezione di un ladro, Dom aggira facilmente ogni ostacolo e si avvicina, posizionandosi dietro il pianista, accarezzandogli gli scapigliatissimi capelli in modo così leggiadro che sembra il tocco di un fantasma.
"Puoi anche suonare qualcosa di più allegro adesso." bisbiglia il vampiro più giovane all'orecchio del suo Sire, scivolando sulla sua panca.
Matthew si ferma di colpo, sussultando e facendo stridere le note.
Ha gli occhi arrossati dal pianto e la fronte imperlata di sudore per l'intensità con cui ha suonato.
"Dominic! Pensavo.. pensavo che tu-tu..." balbetta incoerente il vampiro più longevo.
"Non dire altro." lo stringe a sé Dom, prendendogli fra le mani il viso bagnato di lacrime e assaporandole in un dolce e lento bacio rappacificatore.
"Sai, avrei chiamato questa composizione 'Cry of a dying soul'..." spiega Matthew, accarezzando con riverenza alcuni tasti del piano.
"Per quanto fosse meravigliosa, non ti darò più un motivo per completarla." mormora il biondo, appoggiandosi fronte contro fronte.
"Se il mondo intero mi volta le spalle, posso sopportarlo. Ma se mi lasci tu io non so più che fare, la mia esistenza non ha più senso." sproloquia Matt, incapace di mettere un freno alle sue emozioni, mentre si aggrappa alle sue forti spalle come se da quello dipendesse la sua non-vita.
"Shh, shh, è tutto passato." lo rassicura il biondo, baciandogli i capelli. "E' stata solo una reazione a caldo."
A quelle parole Matt si tira indietro, per poter scrutare meglio il suo compagno.
"Le tue reazioni a caldo sono la cosa più micidiale che mente umana e non umana possa concepire!" lo fa ridere Matt, alzandosi dal piano.
"Che dici se ce ne usciamo di qui? Io non ho ancora cenato... e tu?" lo distoglie Dom.
"Il mio piano era suonare finché non mi si fossero consumate le dita e piangere fino a che avessi lacrime per farlo. Secondo te ho cenato?" replica l'altro.
"Accidenti, Matt, certo che senza di me ti fai dei programmi piuttosto noiosi su come passare la notte!" lo sfotte Dom, facendo così tornare quell'armonia giocosa che aleggia sempre fra loro.
In qualche modo Matthew gliene è grato.
Entrambi ora vogliono lasciarsi quella bruttissima serata alle spalle, almeno per qualche manciata di ore.
"Almeno io non scappo per chissà quale parte del mondo quando le cose non vanno come voglio io!" ribatte Matthew.
"No hai ragione. E sentiamo .. cos'è che avresti fatto subito dopo avermi dato l'ultimatum, quello vero, prima del break?" domanda in tono accusatorio Dom.
"Quella era una situazione totalmente differente!" si giustifica Matt, scorbutico.
"Oh, aspetta, aspetta... ora che ci penso.. suonavi il pianoforte anche in quel frangente. Certo che, Matteh, sei un bel po' ripetitivo, eh?" ridacchia il biondo.
"Piccolo insolente! Questa me la paghi!" lo minaccia scherzosamente Matt con un ringhio, fingendo di avventarsi sul suo collo.
"Mm, quello risparmiamelo per dopo. Ora sto morendo di fame. Ero troppo impaziente di tornare da te per fermarmi a cenare in aeroporto!"
Matt si lascia sfuggire un versetto intenerito.
"Dopo di te, amore" gli fa strada il moro, mentre lasciano il Bassedean Oval. "Vediamo un po' che offre la cucina di Perth!" gli sorride, passandosi la lingua sui canini fugacemente allungati.
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Il mattino dopo, Dominic e Matthew sono già nella Hall, con i loro bagagli appresso, aspettando il taxi che li porterà all'aeroporto.
"Ragazzi, che ne è di Tom e Chris?" li raggiunge Morgan, trascinando il suo trolley dietro di sé.
"Loro sono già partiti ieri, a fine concerto. Avevano una certa fretta." spiega il bel batterista.
"Già, Chris non poteva resistere un giorno di più senza la sua famiglia e a Tom... mancava la sua fidanzata." cerca una scusa plausibile per entrambi il fascinoso pianista.
"Posso anche capire il motivo per cui è partito Chris, ma Tom! Ti prego, Matt, potevi anche inventarti una balla più credibile!" ridacchia Morgan, per poi farsi più serio.
"Ragazzi,lo so cos'è successo. Quei due non hanno ancora ben accettato quello che hanno scoperto su di voi." sentenzia il loro fidato amico.
"Bravo, direi che hai centrato in pieno il punto." sospira rassegnato Dom.
"Posso capire tutto, ma... perché così? Di punto in bianco, senza nemmeno avvertire, non si fa. Non me lo sarei mai aspettato da loro." borbotta Morgan, alquanto deluso.
"Non è poi così grave!" cerca di negare l'evidenza Matt.
"Invece lo è. Però non prendetevela, ragazzi. Sono sicuro che sia soltanto una fase. Poi accetteranno il tutto, io non ci vedo niente di così inaccettabile." li rincuora il benevolo tastierista.
"Vado a controllare se è arrivato il nostro taxi." li informa, uscendo.
"Matt, quando tutta questa orribile situazione sarà solo un brutto ricordo e ogni cosa sarà tornata alla normalità, dovremo dire la verità anche a lui, povero caro." bofonchia Dominic.
"Hai ragione. Magari solo la prima parte della verità, quella che fino a pochi giorni fa sapevano Tom e Chris." replica Matthew.
"Sì, giusto, un pezzo di verità alla volta." approva il biondo. "Non sono pronto a perdere un altro buon amico." aggiunge triste.
Matt gli mette una mano sulla spalla e lo guarda serio come l'ha visto altre rarissime volte.
"Smettila di dirlo. Non succederà. Da questa situazione ne usciremo vittoriosi!" gli assicura.
"C'mon!" canta stridulo Dom, prendendolo in giro e strappandogli un sorriso.
"Ecco, così va già meglio!" ammicca Matt, scompigliandogli i capelli, un gesto che anche agli occhi più indiscreti può essere interpretato solo come di amicizia affettuosa, quelle che non fanno che consolidarsi con il passare degli anni.
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"Casa dolce casa!" esclama Matt, buttando senza troppa cura il suo trolley sul pavimento, non appena varca l'ingresso.
Invece, Dominic provvede subito ad aprire il suo, svuotarlo e riporre gli indumenti ancora puliti nei cassetti e negli armadi.
"Dommeh, spiegamelo: abbiamo viaggiato per uno spaventoso numero di ore, stiamo subendo un jet lag da rincoglionimento assoluto ... dove accidenti le trovi le energie per fare quello?" borbotta Matthew, guardandolo fare avanti e indietro, sdraiato sul comodo divano, senza nemmeno essersi preso la briga di togliersi le scarpe.
"I miei bei vestiti, piegati in malo modo, alla rinfusa, rinchiusi in una valigia per più di un giorno? Non riuscirei mai a sopportarlo!" si giustifica Dom, raccogliendo la sua roba da lavare, separandola in base al tipo di lavaggio.
"Femminuccia!" lo deride Matt.
Un istante dopo si ritrova Dom sopra di lui.
"Te lo faccio vedere io che è la femminuccia, zotico sudicio che non sei altro!" risponde per le righe, stringendogli senza preavviso la virilità attraverso i jeans che indossa.
"Dom..." emette un basso ringhio voglioso il frontman, ma prima che lo possa anche solo baciare, il batterista si è già allontanato e lo scruta con aria di rimprovero dall'altra parte della stanza, con le braccia incrociate al petto e la schiena appoggiata alla parete.
"Dal sottoscritto non avrai un bel niente finché non disfi la tua valigia!" gli impone autoritario.
"A volte mi pento che tu sia dotato di supervelocità." mugugna Matt, indispettito.
"Dovevi pensarci prima di conficcare le tue zanne nel mio collo per la prima volta!" ribatte impassibile Dominic.
"Dovevano avvertirmi che come conseguenza mi sarei ritrovato con un'eterna sottospecie di Mary Poppins rompicoglioni!" protesta il moro, ma finalmente si alza dal divano.
"Attento! Potrei mettermi a ripulire casa cantando 'A spoonful of Sugar' !" lo minaccia il biondo.
"No, non arriveresti mai a tanto! Se mi ami, non cantare. Mai!" ribatte Matthew, tra il disperato e il terrorizzato.
Tuttavia, Dominic sembra conseguire il suo obiettivo, perché, sbuffando, ringhiando e imprecando come e peggio di un marinaio sbronzo, Matt obbedisce.
Nel mentre Dom si ripropone di dare una veloce sistemata alla casa, ma limitandosi solo a fischiettare, con gran sollievo del suo compagno.
Quando finiscono è già sera inoltrata. Giusto il tempo di una doccia e i due sono pronti ad uscire.
"Finalmente si cena!" esulta Dominic. "Mi mancava così tanto il sangue Londinese!"
"A me non dispiaceva nemmeno mangiare internazionale. L'hostess e lo steward di ieri erano deliziosi." ricorda compiaciuto Matthew.
"Beh, anche la coppia che sedeva accanto a noi è stata niente male!" approva Dom.
Il pianista è allettato da un'idea tanto improvvisa quanto bizzarra.
"Ce ne andiamo all'aeroporto a cenare? Non è poi così distante da qui." gli propone.
"Qualsiasi cosa, purché ci muoviamo. Sto morendo di fame!" protesta il suo affamato interlocutore.
"No, okay, piccolo, non ce la faresti mai a resistere. Vada per i dintorni, andiamo!" decide per entrambi il suo Sire.
Di ritorno dalla loro caccia, sazi e soddisfatti, Matthew e Dominic hanno giusto il tempo di fare l'amore, rotolandosi fra le lenzuola in preda a una selvaggia passione, prima che si addormentino con Matthew ancora dentro Dominic e le zanne del biondo pigramente affondate nel collo del moro.
La più intima delle unioni.
Tra la stanchezza del viaggio, la gioia della loro unione più riaffermata che mai e tutti i vantaggi della privacy finalmente riconquistata, per quel giorno i due vampiri accantonano i brutti pensieri in un angolo remoto delle loro menti.
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Tuttavia, tali pensieri tornano a far loro visita il giorno seguente, con l'impatto devastante di un uragano.
Del resto, sono ormai passati più di due giorni da quando Matt e Dom hanno rivelato ai loro amici la verità ed è da quella fatidica notte che non hanno più loro notizie.
Benché si tratti di solo un paio di giorni, ai due vampiri sembra un tempo interminabile.
Ogni volta che il telefono di uno dei due ha suonato, la speranza ha colmato i loro cuori che ormai non battono più; ma constatando che non si trattava mai di chi attendevano, la delusione è stata ogni giorno più grande.
Tanto che ormai hanno deciso entrambi di non prestargli più attenzione quando suona.
Tanto non potrebbe mai trattarsi di chi desiderano loro.
"Potremmo anche spegnerli per quel che serve..." sospira infelice Dom, appoggiando sia il suo iPhone che quello di Matt sul coperchio della bara d'argento glitterata che Matthew alla fine ha davvero trasformato in un eccentrico ma comunque pratico tavolo porta oggetti.
"Lo sapevamo già, Dommie, che non sarebbe stata una cosa rapida. Hanno bisogno di qualche giorno per far mente locale su tutto e attutire il colpo che è stato ricevere quelle notizie. Non possiamo fare niente, solo aspettare che si decidano a ristabilire un contatto, uno qualsiasi..." replica Matt, ma sembra quasi più ripeterlo a se stesso.
"Lo so, ma... mi mancano così tanto!" mugola il biondo.
"Lo so, anche a me, ma passerà, vedrai." lo conforta il moro, prendendo momentaneamente i telefoni per poter alzare il coperchio e prendere due delle bottiglie che sono tenute al freddo al suo interno, da un consistente numero di cubetti di ghiaccio.
Oh sì, Matthew ha trasformato quella bara anche in un'efficiente porta bevande.
"Birretta?" propone al biondo, senza nemmeno aspettare la sua risposta e allungandogli una bottiglia.
"Perché no? Proviamo ad affogare i nostri dispiaceri nell'alcool!" fa spallucce Dom, stappando la bottiglia.
"Giusto. E poi usciamo per una caccia veloce, veloce." aggiunge il cantante.
"Non che abbia molta voglia di uscire..." confessa il più grande, un po' demoralizzato.
"Nemmeno io, piccolo, ma lo dobbiamo fare per lo più per necessità." annuisce il più giovane.
Ed è quello che fanno. Una volta finita la loro birra, un po' a fatica, i due si alzano dal divano e si apprestano ad uscire.
Nel mentre i due cellulari che hanno lasciato a casa continuano a squillare invano.
***************************** (Contemporaneamente)
Trovato un punto d'incontro fra i numerosi impegni di entrambi, Tom e Jaclyn sono riusciti ad arrangiare un appuntamento a Bristol, con lei che ha chiesto al fidanzato di raggiungerla nell'albergo in cui alloggia.
Non appena il fotografo bussa alla sua porta, la ragazza gli salta al collo, accogliendolo con un bacio molto appassionato.
La distanza dà sempre i suoi buoni frutti.
"Amore, mi sei mancato tanto!" gli sorride lei. "Sarete esausti dopo tutti quei concerti, tu, Chris, Matt e Dom..."
"Perché devi sempre parlare di loro?" si irrigidisce Tom, usando un tono più brusco di quel che si sarebbe aspettato.
"Scusami, ti ho solo chiesto..." si giustifica lei, un po' risentita.
"Hai ragione, perdonami, non credo di aver ancora smaltito bene tutte quelle ore di viaggio..." si giustifica prontamente lui. "Il punto è che ora ci siamo solo noi due. Io e te. Non voglio pensare a nient'altro che noi." mormora suadente, accarezzandole i capelli.
"Oh, Tom!" squittisce intenerita lei, per poi baciarlo con tanta foga da finire con lui sulla poltrona.
Più la bacia, più Tom si pente di quel che ha fatto e giura a se stesso che mai più cederà ad un'altra donna che non sia lei.
Tuttavia, non se la sente di rivelargli quella sua piccola debolezza, è una verità inutile che le farebbe solo male.
< Sono un codardo. C'è chi la verità ha saputo dirmela, ben sapendo quello che stava mettendo a repentaglio... > riflette l'uomo.
"Oh sì, Thomas, non faremo che pensare a noi per questi due giorni!" ammicca Jaclyn, seducente, alzandosi giusto per andare nell'altra stanza, dove fa ritorno poco dopo, tenendo in mano quelli che hanno tutta l'aria di essere dei cocktail.
Tom la osserva sorridente, un po' meno quando lei gli allunga un bicchiere cilindrico alto con all'interno un denso liquido rosso.
Deve affidarsi a tutto il suo autocontrollo per non sussultare e rovesciare il bicchiere o peggio, ribaltarsi con la poltrona.
"Che.. che cos'è? Uno scherzo?" la interroga lui, irrequieto.
"Ma... no, amore, che ti prende? E' un Bloody Mary, è il tuo preferito!" protesta lei, guardandolo preoccupata.
Tom si dà mentalmente dell'idiota per non essere riuscito da solo a giungere a quella conclusione così ovvia.
"Beh, ormai non più. Mi ha stancato questo drink." borbotta lui, riponendolo sul pavimento. "Ma apprezzo comunque il tuo pensiero." si affretta ad aggiungere con tutto il suo charme.
"Ok, ho capito, saltiamo l'aperitivo e pensiamo direttamente alla cena." propone lei, senza amareggiarsi.
Dopo che si sono opportunamente preparati per uscire, la cena si rivela davvero un'ottima idea e per una manciata di ore Tom riesce davvero a godersi la serata, senza preoccupazioni.
E' per questo che quando sono di ritorno nella loro stanza è più che bendisposto a ricevere un bentornato come si deve dalla sua fidanzata.
"Oh, amore, hai visto?"mormora lei, appoggiata al suo petto nudo, mentre passa in rassegna i canali della TV satellitare. "Ridanno 'Dracula' di Bram Stoker , ti va di vederlo?" gli propone lei.
"Cos'è, Jac, lo fai apposta?" sbotta Tom, saltando su a sedere sul letto. "Perché fra duecento miliardi di film che ci sono a disposizione, vuoi vedere proprio quello? Non è nemmeno questo gran capolavoro!" borbotta agitatissimo.
"Tommie, sei sicuro di sentirti bene? Sei così strano oggi..." si preoccupa la sua ragazza, accarezzandogli le spalle, nel tentativo di praticargli un massaggio.
"Uh, sì, scusa... è solo un po' di stress, il lavoro, tutto quello stare sottopressione, il dare sempre il massimo, lo sai..." trova una valida giustificazione lui, mentre lei gli accarezza il viso ispido.
"E poi mi sembra di avertelo mostrato, non più di dieci minuti fa quanto stessi bene!" ammicca con fare malizioso e uno sguardo languido.
"Mm.. è vero." ridacchia con finta innocenza lei. "C'è qualche possibilità di avere un bis?" gli si struscia contro, vogliosa.
"Non hai che da chiedere, amore!" sorride lui, baciandola con coinvolgimento.
Prima che intraprendano una nuova battaglia sotto le lenzuola, Tom non può fare a meno di rivangare gli episodi di quella giornata, quelle fortuite coincidenze che forse altro non vogliono essere che un chiaro segnale che lui sta lasciando delle importanti questioni in sospeso.
E Tom non è mai stato il tipo di persona che lascia questioni in sospeso.
*********************** (Contemporaneamente)
"Si è addormentato anche Frankie, era il più pestifero stasera!" sorride Chris, tornando nella sua camera da letto, dove Kelly lo attende.
"Sai, caro, non ho voluto dirti niente per questi due giorni per non turbarti oltre dopo le fatiche de viaggio, lo stress da post concerto e via dicendo, ma ora.." esordisce Kelly, facendogli segno di raggiungerla sotto le coperte.
E' un invito che il marito non si fa certo ripetere.
"Ti va di parlarmi di quello che tu e Tom avete affrontato la notte dell'ultimo concerto? Deve essere stato un tale shock." si preoccupa lei, stringendolo a sé. "Ma tu lo sai che sono tua moglie e con me puoi dividere tutto, anche le paure più grandi che ti angosciano l'animo." lo sprona lei.
"Non preoccuparti, Kelly, ora sto bene. Voglio solo tenermi il più lontano possibile da quei due, almeno per il momento." borbotta il bassista.
"Lo credo bene, deve essere stato un tale spavento subire un loro attacco, mi domando ancora come tu sia riuscito a sfuggire a loro." bofonchia Kelly.
Chris si allontana parzialmente da lei, fissandola attonito.
"Ma... no, amore, loro non mi hanno affatto attaccato."
"Oh, allora solo Tom. Poverino.." deduce lei.
"No, nemmeno Tom, non ci hanno nemmeno lontanamente assalito, nè hanno cercato di infliggerci qualsiasi genere di colpo o ferita." le spiega lui.
Ora è Kelly a fissarlo accigliata.
"Ma tu al telefono mi hai detto 'Matt e Dom sono in balia dei loro demoni e hanno totalmente perso il controllo. Non saranno mai più gli stessi ... '" ricorda le sue esatte parole la donna. "Ho capito! Allora li avete sorpresi mentre stavano assalendo qualche fan, con l'intenzione di ucciderla. Deve essere stato tremendo, che spettacolo orripilante!" si allarma lei.
"Huh? No, Kelly, niente di tutto questo. Nessuno ha sorpreso nessuno, era una cosa voluta. Loro stessi ci hanno invitato a fine concerto per rivelarci la verità, ma senza nessun tipo di violenza. E' stata una semplice discussione, ok, forse dai toni un po' accesi a un certo punto, ma nel complesso pacifica." chiarisce lui.
Kelly si acciglia ulteriormente.
"Quindi sono stati loro due a sentirsi in dovere di rivelarvi tutto quanto. Immagino che non deve essere stato facile per loro confessarvi di aver ucciso degli innocenti e..."
Chris la interrompe per l'ennesima volta.
"A dire il vero, non hanno mai fatto del male a un innocente, al di là del morso per nutrirsi, lo sai... ma dicono che sia indolore. Ci hanno detto che le loro vittime sono sempre stati criminali di ogni genere, gente della peggior specie con una fedina penale non certo pulita!" la informa lui, sorprendendosi delle sue stesse parole.
Per Chris è quasi catartico raccontarle tutto questo e comincia a vedere le cose sotto una luce diversa, ma comunque è ancora lontano dall'accettare il tutto.
Soprattutto non capisce perché Kelly lo stia guardando con tanto astio.
"Christopher Tony Wolstenholme, hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere? Pensavo che Dom e Matt fossero diventati due malvagi mostri assetati di sangue, privi di anima e che tu fossi in grave pericolo! Non sai quanti ceri ho acceso e quanti santi ho pregato perché tornassi sano a e salvo!" sbotta lei, cercando comunque di non alzar la voce per non svegliare i piccoli.
"Ma, Kelly, è stato comunque scioccante, se fossi stata lì con me..."
"Oh sì, certo , immagino il terrore nel vedere i vostri amici che trovavano doveroso mettervi al corrente di una scomoda verità che forse voi comunque non avreste mai scoperto e questo perché volevano essere onesti in tutto e per tutto con voi, così come possono fare solo dei veri amici!" sentenzia lei.
"Beh, non era una verità così nascosta, Tom mi ha detto che aveva già qualche sospetto a riguardo e..." protesta Chris.
"Sono certa che fossero solo supposizioni prive di fondamento, non avrebbe mai scoperto nulla, eppure Dom e Matt ve lo hanno rivelato comunque... per farvi sapere cosa, poi? Che a volte può capitare che si accaniscano con gente orribile e immorale che di sicuro merita una morte ben peggiore!" sproloquia Kelly, infervorata.
"Perché detto da te non sembra più così spaventoso?" si gratta la testa il marito, confuso.
"Perché ti sei fatto accecare da stupidi e superficiali pregiudizi, soggiogato dai cliché insulsi e fuorvianti!" ribatte lei. "Ma,amore, non temere una certezza te la do subito." mormora lei, con tono dolce, accarezzandogli le spalle e scendendo lungo la sua schiena denudata.
Chris le sorride di rimando, ma non sa che lei ha un altro fine.
Infatti, arriva ad agguantare il cuscino del suo consorte e quasi glielo sbatte in faccia.
"Stanotte dormi sul divano, così impari a farmi prendere spaventi inutili!" sibila la donna, con un tono che non ammette repliche, prima di rimettersi a dormire.
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Il giorno dopo, sia Dominic, sia Matthew devono faticare non poco a trovare un motivo valido per alzarsi dal letto e con la stessa fatica raggiungono il divano al piano di sotto, dove si abbandonano pesantemente.
Non sentono nemmeno lontanamente l'esigenza di far colazione o svagarsi in un modo che non sia così sedentario.
Non fanno altro che starsene lì, per lo più in silenzio, tutto il giorno a guardare di sfuggita la TV accesa, ma senza prestarci la dovuta attenzione e a ignorare le suonerie dei loro cellulari che ogni tanto manifestano la loro presenza.
"Matteh... e se fosse davvero come i miei incubi?" rompe quel silenzio Dominic. "Se loro ci considerassero dei nemici? Se..."
"Basta, Dom! Non li voglio sentire più quei fottuti discorsi!" ringhia Matt in ammonimento. "Non si è avverato il mio, l'hai visto anche tu, no? Quindi non vedo perché mai si dovrebbe avverare il tuo!" aggiunge, con tono più pacato.
"E comunque, ora non voglio pensare più a niente, voglio solo starmene qui, con te..." mormora, baciandogli i biondi capelli.
"Anch'io." approva Dom, stringendosi più al suo compagno.
Ed è così che li ritrova anche la notte.
"Matt, fa niente se stasera non andiamo a caccia? Io non ne ho nessuna voglia." mormora apatico Dom.
"Nemmeno io. Un giorno non ci ucciderà di certo." approva Matt, col suo stesso stato d'animo. "Sai, Dom, dicevo che tutto il mondo può voltarci le spalle... ma non è proprio così facile."
"Già. Del resto, per quanto forti possiamo essere, quattro spalle sono un po' poche per sorreggere tutto il peso del mondo... " sospira infelice il biondo.
Non saprebbero dire nemmeno loro stessi esattamente quando sono piombati in quel lungo sonno senza sogni, sanno solo che si risvegliano la notte seguente, in preda agli spasmi di un'astinenza senza precedenti.
Non c'è una sola ossa del corpo che non faccia loro male, accompagnata da crampi dolorosissimi che attanagliano le loro viscere.
E anche il più semplice dei movimenti risulta faticoso come se avessero novant'anni o forse più.
"Ma.. ch... " prova a parlare Matthew, ma ha la gola riarsa e pressoché quasi nessuna salivazione.
Dominic rantola in risposta.
Del resto sono due giorni che non toccano cibo, liquidi e soprattutto sangue.
Un barlume di istinto di sopravvivenza li spinge a cercare di alzarsi e uscire da quella casa che ora sembra una trappola mortale, in cerca della prima fonte di sostentamento disponibile, ma è più facile a dirsi che a farsi.
Proprio quando non vedono via d'uscita da quell'incubo, la porta si spalanca con un potente calcio e due figure fanno irruzione in tutta fretta.
Non sanno nemmeno se si tratti della realtà o solo di un sogno, perché tutto sembra così ovattato, la vista, l'udito, mentre quel sonno che stordisce li reclama nuovamente.
"Lo sapevo che dovevamo tenerli d'occhio! Non mi piace affatto quando non rispondono al telefono!" esclama Rachel, preoccupatissima, avvicinandosi ai due vampiri più giovani e al momento davvero malridotti.
"Pensavo che fosse solo la tua esagerata apprensione e che questo fosse un viaggio inutile... invece avevi ragione. Questi due sono aspiranti suicida!" borbotta Michael, osservando con inquietudine il loro pallore, esagerato, perfino per un vampiro.
"Forza, forza, su , sveglia!" li prende ripetutamente a sberle Rachel, finché ottiene l'effetto desiderato.
Dom e Matt riaprono faticosamente gli occhi, mettendo a fuoco i loro salvatori. Tuttavia non riescono a pronunciare una sola parola, ma i loro sguardi sono più che eloquenti.
"Pazzi! Ma dove l'avete sentito che un vampiro può fare a meno della sua dose odierna di sangue? Quelle cazzate sul fatto che possano affrontare astinenze di mesi sono solo frutto di qualche film di qualità scadente!" li rimprovera Michael.
"A giudicare dal vostro aspetto voi due non dovete nutrirvi da almeno due giorni, cos'è? Cercavate di uccidervi? Siete degli incoscienti!" li sgrida Rachel. "Buon per voi che ci siamo insospettiti e siamo venuti a controllare." aggiunge, frugando nella sua borsa ed estraendone qualcosa di davvero prezioso. "E che abbiamo ben pensato di fare un salto in un ospedale prima di venir da voi!" prosegue, allungando loro una sacca di sangue.
Sia Matt, sia Dom si sporgono verso quella salvezza quanto più possibile, non riuscendo a fare altro però che fissarla.
Del resto sono così deboli da non riuscire nemmeno a mutare i lineamenti.
"Ho capito!" fa spallucce Michael, prendendo quella sacca, recandosi in cucina e tornando pochi minuti dopo con due tazze di sangue caldo che il suo Childe e il suo GranChilde accettano impazienti.
Sono sufficienti giusto pochi sorsi perché un colorito meno cadaverico adorni i loro volti e tre tazze ciascuno perché recuperino forze a sufficienza.
"Grazie." mormorano i due Inglesi all'unisono, colmi di riconoscenza.
"Ecco fatto, ora ve la sentite di dirci cos'è successo?" li interroga Rachel e a turno Matt e Dom espongono i fatti.
"E voi volevate uccidervi solo per questo? Non ne vale la pena!" stenta a crederci Michael.
"Hey! Per prima cosa noi non volevamo ucciderci, volevamo solo starcene tranquilli per un po', lontani da ogni cosa... non pensavamo che l'astinenza fosse così rapida e micidiale!" replica Matthew.
"Già, forse perché qualcuno non ce li ha mai illustrati questi aspetti!" gli da man forte Dom.
"Touchè!" ammettono il loro errore i due vampiri più esperti.
"Ma soprattutto, a voi sembra che non sia una cosa importante, perché non avete a che fare con dei rapporti umani da molto tempo. Ma per noi è importantissimo avere il sostegno dei nostri cari, soprattutto quando abbiam passato tanto di quel tempo e vissuto tante di quelle esperienze con loro da considerarli la nostra famiglia!" chiarisce Matt.
"In effetti... ammetto che siamo un po' carenti a livello di rapporti umani..." si morde il labbro Rachel, contrita.
"La cosa importante è che ora siete fuori pericolo e mi auguro non siate più così idioti da riprovarci." commenta Michael, con aria di rimprovero evidente nel suo tono.
"Mai più. Lezione dolorosamente imparata!" assicura Dom.
"Quanto al resto... se sono davvero vostri amici, non vi volteranno e spalle. Dovete solo avere pazienza. Le cose si sistemeranno." li rincuora Rachel, prima di accorgersi di una cosa importante.
"Hey, ma la mezzanotte è passata da un pezzo. Buon Natale!" esclama felice, abbracciandoli e dando il via a una serie di auguri scambiati.
"Ora non vi resta che mettervi in viaggio e trascorrere le festività con le vostre famiglie!" li sprona la vampira.
"No, vedi, quest'anno non ce la sentiamo. Abbiam già trovato una scusa per non andare e.." spiega Dom, con Matt che annusice.
"Forse non mi sono spiegata bene. E' Natale. Non vi permetterò di passarlo da soli. Voi ora alzate quelle vostre belle chiappettine e le mettete sul primo aereo che vi porti dai vostri cari. E starvene separati un giorno o due non potrà che farvi bene!" ribadisce la mora, autoritaria come non l'hanno mai vista.
Non è certo il caso di contraddirla.
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"No! Io vicino allo zio Matt!" protesta Frankie, posando il piatto sul tavolo, dove è già stata stesa la tovaglia.
"Tu ci sei stato l'ultima volta! Ora tocca a me!" protesta Ava, spostando il piatto vicino al suo posto.
"A me basta che sto vicino allo zio Dom, gi devo chiedere alcuni consigli con la batteria!" borbotta Alfie, premurandosi di mettere il piatto del suo ospite vicino alla sua sedia.
"Io.. utti ..zii... nche ..zio To!" vuol dire la sua anche Ernie, in braccio a Ava.
"Bambini, che state facendo?" li avvicina Kelly.
"Mamma, diglielo tu a Frankie che non può stare sempre lui vicino allo zio Matt!" cerca il suo appoggio la figlioletta.
A Kelly quasi si spezza il cuore.
"No, bambini, gli zii Matt e Dom non verranno..." annuncia mesta.
"Ma.. avevano promesso!" si imbroncia Alfie.
"Lo so , tesoro. Non è colpa loro.. è che hanno avuto un impegno improvviso e.." cerca di spiegare la donna.
"Oh.." si rattristano di colpo tutti quanti.
Se l'era quasi dimenticato quando, durante la loro rimpatriata in Australia, tutti avevano concordato di organizzare dai Wolstenholme un pranzo dopo la vigilia, Natale e il giorno seguente.
A quanto pare se lo ricordava bene anche Tom, perché suona al campanello, con i bambini che lo vanno ad accogliere, ritrovando un po' della loro spensieratezza.
Anche Chris si appresta a fare gli onori di casa.
"Devi scusarci, Tom, è che dopo tutto quello che è successo ci è proprio passato di mente questo pranzo." si scusa Kelly. "Non che sia un problema, posso cucinare al volo qualcosa per tutti e.. "
"Non ti preoccupare." la interrompe Tom, gettando un'occhiata a Jacqueline, che è intenta a giocare con i bambini. "Non pensavo nemmeno io che si tenesse più questo pranzo, ma la verità è che volevo parlarvi."
"Non serve essere veggente per sapere di che cosa, eh?" deduce Chris.
Kelly nel frattempo torna in salotto.
"Ava, Frankie, perché non fate fare il giro della casa a zia Jacqueline?" propone loro, di modo da tenerla occupata per un po'.
"In un primo momento mi sentivo al sicuro, ma ora mi sento in colpa e basta. Non possiamo escluderli così dalla nostra vita, sono i nostri più cari amici!" esclama Tom.
"Sì, è vero, ma dobbiamo pensare anche alla sicurezza dei nostri cari. Non dimentichiamoci che sono vampiri che stanno sviluppando un profondo desiderio per la caccia e.." ribatte Chris.
"Anche questo è vero." riconosce Tom.
"Oh, siete patetici! Ora basta!" sbotta Kelly, sbattendo il piatto dove sta versando la pasta da cuocere.
"Lo volete capire che sono vampiri e non folletti del Fantabosco?" esclama lei.
Considerando quante volte deve aver visto programmi del genere, tenendo conto dei suoi cinque figli, nessuno ha da obiettare sul termine di paragone che lei ha utilizzato.
"Sono vampiri, hanno un demone dentro di loro, un demone che reclama sangue e credo anche un po' di violenza. C'è da stupirsi che non lo abbiano sviluppato prima questo profondo desiderio di caccia che in poche, rare volte, sfocia in qualcosa che ha conseguenze più definitive." prosegue lei.
"Ma, Kelly..." borbotta il marito.
"No , non mi interrompere! Allora, parliamo un po' delle loro vittime. La prima a quanto mi è stato detto era una psicotica, armata di pistola per giunta. Se loro l'avessero lasciata andare come se niente fosse? Quella era una squilibrata, avrebbe fatto un'azione sconsiderata, non lo so, Tom.. e se ti avesse sparato, uccidendoti, paralizzandoti o rendendo un qualsiasi altro tuo arto inutilizzabile?" gli fa notare Kelly.
"Io a questo non avevo mai pensato..." borbotta Tom. "Hey, perché avrebbe dovuto sparare solo a me?" si acciglia.
"Perché di solito sei tu quello che se ne va più a zonzo dopo i concerti!" ribatte sagace lei.
"E, Chris, un'altra delle loro vittime è stata un tizio che picchiava il proprio bambino, dico bene? Beh, che tu che faresti a qualcuno che si azzardasse a mettere le mani addosso a Ava, o Frankie ... o a fare anche di peggio?" domanda lei, articolando a fatica le ultime parole, troppo sgomenta al solo pensiero.
"Lo ucciderei a mani nude!" ringhia Chris, quasi senza rendersi conto di quella risposta così violenta e... sincera.
"Esatto, amore. Probabilmente per te sono solo parole dette nell'impeto del momento, ma poi sai tenere a freno i tuoi istinti. Loro non più, ma è un bene che questi istinti a volte abbiano modo di sfogarli, altrimenti sì che sarebbero davvero pericolosi!" fa notare a tutti la donna.
"Non l'avevo mai considerato in questi termini." borbotta il marito, ma anche Tom ne è altrettanto colpito.
"E non dimenticatevi che loro hanno avuto il coraggio di dirvi tutto, vi hanno dato una prova di vera amicizia, vera lealtà. Vi sembra così impossibile concedere ai vostri migliori amici una seconda chance?"
"Chi è d'accordo nel farsi un viaggetto a Londra domattina?" propone Tom e il consenso è unanime.
******************************* (Contemporaneamente)
Rachel aveva assolutamente ragione.
Passare il Natale a casa delle loro famiglie li ha aiutati a combattere quel senso di abbandono che li opprimeva e a vedere le cose in una luce più ottimista, forti dell'affetto di tutti i loro famigliari.
E di ritorno dai quei brevi viaggi, Matthew e Dominic sono animati da una gran voglia di fare e da una nuova vitalità.
Quel mattino hanno deciso di mettere un po' d'ordine fra le varie cianfrusaglie, cosa che li porta a ritrovare una grande foto arrotolata che quasi non ricordano più.
Li ritrae tutti proprio a casa Wolstenholme, intenti a festeggiare il sesto compleanno di Alfie. Kelly e Chris tengono in braccio Frankie, Matt è vicino a loro tutto intento a suonare la trombetta con le stelle filanti; Dom è tutto intento a sistemare il cappellino sulla testa di Ava, mentre Tom tiene in groppa il festeggiato.
"Non trovi che sia bellissima?" commenta Matt, intenerito, prima di arrotolarla nuovamente.
"Certo che sì, tanto che secondo me non dovrebbe essere quello il suo posto. Ora finiamo qui, ma domani prenderemo tutto l'occorrente." decide Dom.
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Il giorno dopo, mantenendo fede alla loro promessa, nel primo pomeriggio Kelly, Chris e Tom sono già davanti alla porta di un certo appartamento Londinese, indecisi se bussare o meno.
"Aspettate, facciamogli una sorpresa!" decide Chris, estraendo una copia delle chiavi che i due gli hanno fornito.
Entrano con tutte la discrezione possibile, ma non trovano nessuno.
Tuttavia sentono le loro voci provenire al piano di sopra.
Peccato che non piaccia loro granché quello che stanno ascoltando.
"Matt, sei sicuro che sia il legno giusto?" gli domanda Dom.
"Andrà benone. L'importante è che assesti un colpo deciso e sarà fatta!" replica l'interpellato.
"Legno? Colpo deciso?" ripete preoccupato Tom.
"Oh no, quei due vogliono uccidersi con un paletto!" si allarma Chris, prima che tutti e tre corrano su per le scale.
"No ragazzi, non lo fate, è tutto a posto!" grida Tom, anticipando tutti, prima che si accorgano di quale sia il reale scenario.
Tenendo in mano la cornice di legno dentro la quale c'è la foto che hanno ritrovato, Matt sta aspettando che Dom pianti il chiodo nel muro, per poterlo appendere nella loro stanza degli ospiti.
I due vampiri si voltano in un sussulto, faticando a credere ai propri occhi.
"Ma voi... che ci fate qui?" domanda quasi impaurito Dominic, non volendosi illudere troppo.
"Meno male, voi non vi state uccidendo!" esclama Chris, sollevato.
"Certo che no, anche se ci siamo andati vicini... " ammette Matt. "Ma.. perché siete qui?" reitera la domanda del compagno, colmo di speranza ma anche di timore.
"Io propongo un bel tè con biscotti e una lunga chiacchierata!" sorride Kelly, mentre tutti lasciano la stanza.
E nel giro di un quarto d'ora quel progetto diventa una solida realtà, con tazze fumanti di tè ai vari aromi, un vasto assortimento di biscotti, discorsi di riappacificazione e tanta serenità finalmente ritrovata.
Mentre è intento a intingere un biscottino nel tè, guardandosi distrattamente attorno, Chris vede nell'altra stanza qualcosa che prima non aveva notato.
"Oh, buon Dio! Ma.. che diavolo ci fa una bara nel vostro salotto?"
TBC
E finalmente la prossima volta potrò (FORSE) scrivere quel capitolo che avrei dovuto scrivere un miliardo di anni fa XD
che dire di questo? Per quanto riguarda la parte fluff, è tutto merito dei miei Sims, davvero quello di Matt è uno zoticone disordinato e Dom un maniaco della pulizia e dell'igiene XD (+ avanti potrebbero anche ispirarmi una shot richiesta da un prompt di una mia amica *si azzittisce*)
ditemi che avete amato Kelly come l'ho amata io.
Soddisfazione personale: ho scritto anche di Jacqueline, non l'avevo mai fatto , ma è troppo caruccia ^^
ok, io ho sproloquiato, ora lascio la parola (o la battitura sui tasti, quel che è ) a voi
spero vi sia piaciuto
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