30.
Haylee Darling aveva visto l'ufficio del papà di Noah solo di sfuggita mezza volta e doveva dire (non ad alta voce possibilmente) che non si era persa niente.
Noah Washington si guardava attorno con le mani nelle ampie tasche del pantalone della tuta ormai da almeno una ventina di minuti, indeciso sul da farsi. La segretaria di suo padre, la signora Pat, aveva cercato a modo suo di mettere a posto un po' di scartoffie sistemandole in archivi e buttandole sull'enorme scrivania di suo padre.
Noah si sentiva in soggezione in quell'ufficio che, fino a prova contraria, adesso era suo. Per un attimo si rese conto che suo padre aveva ragione: non era pronto a diventare avvocato, men che meno a gestire un intero studio legale da solo. Eppure, le carte parlavano chiaro, c'era il suo nome su quel testamento.
Era tutto suo...
Persino quegli orrendi uccelli impagliati erano suoi.
"Oddio!" Esclamò spaventata Haylee, mettendosi una mano sul petto.
Noah si voltò verso di lei di scatto, cercando di capire cosa fosse successo e gli venne da ridere quando si accorse che ad averla spaventata era stato il falco impagliato sulla libreria.
"Lo teniamo?" Chiese, con un filo di voce.
Noah si limitò semplicemente ad aprire la bocca rendendosi conto subito dopo che non conosceva la risposta a quella domanda.
Haylee gli si avvicinò a piccoli passi e gli poggiò una mano sul braccio per poi intrecciare le dita alle sue, facendosi guardare. Con la mano libera gli accarezzò il viso e lui ovviamente glielo lasciò fare, lasciandosi poi andare ad un momento che secondo lui era di debolezza e poggiò la fronte sulla sua spalla, facendosi abbracciare.
Haylee gli accarezzò piano il disegno della spina dorsale e poi si alzò sulle punte per stringerlo per le braccia.
Dalla sua posizione, Haylee intercettò un altro uccello impagliato e una poltrona a forma di leone, chiedendosi chi fosse il proprietario della villa gotica che era tornato nel ventunesimo secolo per arredare quell'ufficio.
"Non dobbiamo fare tutto oggi," disse poi, ricordandosi che era lì per essere di supporto a Noah e non per offendere quell'orribile mobilio, "abbiamo tempo."
Noah respirò una boccata del suo profumo e chiuse gli occhi, annuendo in assenso.
"Non credo di volere il suo ufficio..."
"Non devi tenerlo se non vuoi... puoi decidere dopo cosa farne, hm?" Disse lei, schioccandogli un bacio sulla spalla coperta dal tessuto della maglietta.
"Hai portato gli scatoloni?" Domandò poi lui, dopo che ebbe preso un respiro profondo e riguadagnato quel minimo di forza per poter andare avanti forse un paio di ore.
Haylee annuì "ne ho portati un po'. Da dove cominciamo?"
Fa' che siano gli uccelli impagliati, fa' che siano gli uccelli impagliati...
"Inizio a portare questi faldoni in macchina," esordì lui, guardando la scrivania, "li porto a casa e vedo se c'è qualcosa di interessante..." Le accarezzò piano la spalla, "ti va di iniziare a mettere via qualche libro?"
Lei annuì "certo."
Noah si avvicinò per darle un bacio sulla fronte "grazie."
Noah lasciò l'ufficio qualche minuto dopo ed Haylee rimase da sola con gli uccelli impagliati: almeno non era poi così sola. Si immerse totalmente nei suoi pensieri, iniziando a svolgere le azioni meccanicamente mentre metteva quei vecchi libri impolverati negli scatoloni.
Un lieve tocco alla porta la fece sobbalzare e quasi buttò per aria il nastro adesivo che aveva in mano.
Si voltò verso la porta dell'ufficio che ne rivelò un uomo, forse sulla cinquantina inoltrata. Indossava un vestito piuttosto bizzarro: era sul verde petrolio, abbinato – secondo lui – ad una cravatta arancione. L'uomo era stempiato, con gli occhi neri e le mani piuttosto grandi e tozze.
"Salve." Abbozzò lui. Diede un'occhiata al nome sulla porta e poi di nuovo alla giovane donna che si trovò davanti.
"Cerca qualcuno?" Chiese Haylee, appuntandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Non ne sono sicuro..." mormorò lui, guardandosi attorno: si ricordava il giorno Christopher gli mostrò per la prima volta il suo ufficio... era così felice. "Sono Edward."
Haylee schiuse le labbra, sussurrando un flebile 'oh' che lui a malapena riuscì a sentire. Lo aveva visto ormai qualche settimana prima al funerale del papà di Noah ma complice il fatto che era lontano e i ricordi un po' confusi, Haylee non lo riconobbe immediatamente.
Edward si era ormai abituato alla faccia che le persone facevano non appena spiegava chi fosse ma, più di tutto, di chi fosse padre. Odiava sé stesso per aver fatto quello che aveva fatto a suo figlio ma finire in prigione era, secondo lui, l'unica soluzione per poter recuperare ciò che rimaneva del suo piccolo Michael.
"E sta cercando..."
Haylee non riuscì davvero a capire che cosa volesse quella persona da lei ma più di tutto, da Noah. Per quanto ne sapeva lei Christopher ed Edward si odiavano: era assurdo che lui fosse lì. Pensandoci, però, si disse che non era poi così assurdo, no?
"Hay, non immaginerai mai che..." le parole gli morirono in gola non appena riconobbe il padre di Michael che era evidentemente rimasto da solo con la sua Haylee per tutto quel tempo.
Edward si schiarì la gola, imbarazzato "Noah."
Noah aveva tanto di Katherine, ammise a sé stesso Edward, così tanto da fargli quasi male, ma gli occhi fieri e seri erano di Christopher. Sapeva anche che quegli stessi occhi si scioglievano per diventare amorevoli accanto alla persona giusta.
Noah si portò istintivamente davanti ad Haylee che invece fece prontamente un paio di passi per schierarsi al suo fianco.
"Che cosa ci fai qua?" Domandò Noah, con il tono di uno che non aveva voglia di perdere tempo con chi aveva davanti.
Edward si ritrovò improvvisamente a corto di parole.
"Volevo sapere come stavi." Ammise. Era stato bugiardo per una vita, forse era arrivato il momento di dire la verità.
"E ti interessa perché..." lasciò cadere la frase, mettendosi nuovamente le mani nelle tasche posteriori del pantalone.
Haylee avrebbe voluto intervenire per cercare di far ragionare Noah ma chiunque ci avesse avuto a che fare in quel periodo sapeva che era più irragionevole del solito.
"Tu hai perso un padre e io ho perso un figlio, Noah..." cominciò, con calma, cercando di selezionare con calma le parole da dire.
"Suo figlio non è morto." S'intromise Haylee.
Edward si dipinse in viso un sorriso amaro "fidati, ragazza, è come se lo fosse."
"Può ancora andarlo a trovare..." tentò nuovamente Haylee.
Noah si voltò verso Haylee, ammonendola con lo sguardo. Sguardo che, per inciso, Haylee ignorò.
"Come ti chiami?" Le chiese, guardando prima Noah e poi lei.
"Haylee." Rispose lei, come rispondevano i bambini.
"Ti prendi cura tu del figlio di Christopher, adesso?" Domandò, con un nodo in gola che quasi non gli fece terminare la frase.
"Certo." Disse lei, senza esitazioni.
Lui annuì e prese un respiro profondo prima di rivolgersi di nuovo a Noah: "So che mi odi perché tuo padre ti ha detto di odiarmi," gli disse, "ma c'è stato un tempo in cui lui era mio fratello e credimi quando ti dico che sto male."
Noah si limitò ad annuire, distogliendo lo sguardo per una manciata di secondi quando sentì la sua gola stringersi in una morsa dolorosa che ormai conosceva a memoria.
Si avvicinò a lui e gli mise in mano il suo biglietto da visita "voglio rimediare a quello che ho fatto, con Christopher e con mio figlio, se me lo permetterai."
Noah non rispose nulla perché, ancora una volta, aveva in mente troppe informazioni per poter formulare un pensiero che potesse essere definito tale.
Edward King si voltò per andarsene e intercettò con lo sguardo l'uccello impagliato che aveva regalato a Christopher come scherzo per Halloween e che, a quanto pareva, lui aveva deciso di tenere. Sorrise ricacciando all'indietro le lacrime.
"Ho regalato io a tuo padre quell'uccello."
Errori che si commettono pensò Haylee.
"Potrei..." cominciò a dire, sollevando la mano in direzione dell'oggetto.
Haylee si voltò verso Noah con occhi speranzosi e a lui venne quasi da ridere quando annuì in assenso
"Lo vuole?" Domandò, cercando di suonare il meno felice possibile quando glielo propose.
"Può prenderlo" riprese Noah, "non siamo fan degli animali imbalsamati, a casa nostra..."
"O nella vita." Aggiunse Haylee.
Haylee aggrottò le sopracciglia quando si rese conto che Noah aveva chiamato il suo appartamento come 'loro' e non come 'suo.'
"Doveva essere uno scherzo di Halloween," raccontò lui, iniziando una camminata nel viale dei ricordi, "gliel'ho fatto trovare in ufficio e gli è preso un colpo quando lo ha visto."
Noah si schiarì la gola e si morse l'interno della guancia, sentendo poi la mano di Haylee sfiorare appena la sua, senza intrecciare però le dita: gli stava solo dicendo che era lì.
"A quanto pare ha deciso di tenerlo nonostante tutto..." prese a fissare un punto indefinito di fronte a sé, "era bravo, tuo padre. Ha fatto bene a non parlarmi più."
Edward si decise a raggiungere la soglia dell'ufficio e, prima di andarsene, guardò Noah un'ultima volta "mi farebbe piacere se mi chiamassi."
Noah annuì in risposta.
"È stato un piacere Haylee." La salutò con un cenno della mano prima di uscire definitivamente dall'ufficio.
"Non vedevi l'ora di mollare quegli uccelli impagliati a qualcuno..." la schernì lui, afferrandola per il fianco ed attirandola a sé.
Noah le schioccò un bacio sulla tempia ed Haylee accennò un sorriso: "Possiamo tenere il pettirosso" propose "lo metti davanti sul mobiletto accanto all'ingresso, così, quando vengo a casa tua..."
"È casa tua quanto mia, Haylee." Le disse lui, facendola voltare nella sua direzione. Le appuntò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e lei continuò a guardarlo, senza parole. "Voglio darti tutto quello che meriti." Le disse con estrema tranquillità, anche se dentro aveva i fuochi d'artificio e non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce.
Lei gli prese il viso con entrambe le mani e lo guardò dritto negli occhi "non voglio niente oltre te, Noah."
Spazio autrice
Buon sabato! Eccoci con l'ultimo capitolo 'ufficiale' della storia. Ne approfitto per ringraziare TUTTE le persone che hanno partecipato - sia attivamente sia passivamente - alla lettura di questa storia, che è un progetto che mi porto dietro da moltissimo tempo. Quindi, ancora, GRAZIE ❤ Nel prossimo aggiornamento (che arriverà oggi stesso) ci sarà una piccola sorpresa per chi vorrà leggere 💙
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