1.


Una giovane donna contempla il suo riflesso nell'anta di un enorme armadio al centro di una camera da letto. I capelli lunghi, lisci e neri come le piume di un corvo sono lucidi sulla sua felpa color crema. È una felpa di almeno una taglia più grande: le fa comodo, quando deve stare appresso ai bambini.

Haylee Darling esita sui suoi stessi occhi, verdi come il prato in primavera e un po' provati dalla stanchezza: lo sfratto non era stato di certo un evento a cui avrebbe mai voluto partecipar in vita sua e non lo avrebbe mai augurato a nessuno, nemmeno al suo peggior nemico.

Per fortuna, il suo padrone di casa era stato così gentile – si fa per dire – dal concederle almeno un paio di giorni per trovarsi una sistemazione.

Daphne Greene era la sua sistemazione e lo sarebbe stata per le prossime settimane a venire.

Certo, di una cosa poteva essere certa: non le era andata poi così male. Quella camera da letto era grande quanto il suo vecchio appartamento per intero ed era stata arredata in ogni minimo particolare: dal lampadario fatto di piccolissimi cristalli esagonali, alle tende color crema che riprendevano il colore dell'armadio e della trapunta del letto.

"E sei sicura che posso rimanere qui, giusto?"

Daphne Greene, che stava fissando annoiata la sua migliore amica da quando si era seduta sul suo letto in stile Piccola Fiammiferaia, alzò gli occhi al cielo per la milionesima volta quella mattina e annuì, annoiata.

"Sì, Haylee. Te l'ho detto circa un centinaio di volte. Puoi rimanere qui finché non trovi un posto tuo. Non potrei permettere che la mia migliore amica viva per strada. Ho una reputazione da mantenere." Le disse col suo solito tono di una che non ha tempo da perdere.

La biondissima donna si sistemò allora la satinata Louis Vuitton sulla spalla, sperando che quella conversazione fosse finita per poter finalmente andare a lavoro.

"Bene. Grazie."

Haylee parlava in tono pacato, basso... un po' come parlerebbe un randagio raccolto dalla strada, sotto la pioggia e il giorno di Natale.

"Oggi vedi Steven?" Le domandò, sperando che cambiare argomento l'avrebbe tirata un po' su di morale.

Haylee continuava a guardarsi attorno, incredula: i suoi occhi si posarono sull'enorme finestra che dava sull'estremamente curato cortile interno del complesso di palazzi in cui abitava Daphne.

Un ramo dorato dondolò appena mosso dal vento, attirando l'attenzione della donna. Mentre guardava un paio di foglie color ambra cadere giù, lente ma inesorabili, Haylee si ricordò che Daphne le aveva posto una domanda.

Rivolse una lunga occhiata alla sua migliore amica che teneva la punta della scarpa color pastello in direzione della porta d'ingresso. Il viso di Daphne era duro ma elegante, altezzoso e superbo come quello di una donna di altri tempi. I suoi occhi, del colore della nebbia, erano fissi nei suoi: chissà da quanto tempo la stava fissando e lei nemmeno se n'era accorta.

Haylee cercò di unire un paio di parole per creare una frase di senso compito. Gonfiò le guance paffute.

"Oggi è mercoledì..."

Daphne schioccò la lingua, emettendo un suono simile allo scoppiettare di una gomma da masticare.

"Oggi è martedì, Haylee."

"Ah," lei gonfiò le guance guardandosi di nuovo frettolosamente specchio, "allora immagino di sì."

Gli occhi seri di Daphne si ammorbidirono giusto quella frazione di secondi necessari a dimostrare quel minimo di empatia sufficiente a non far cadere Haylee nel baratro.

Haylee Darling aveva un carattere sensibile e ogni cosa, per lei, era una tragedia.

"Tutto ok, Haylee?"

Haylee si disse che era quasi crudele ritrovarsi costretta davanti a quel maledetto specchio: tutti i suoi difetti cominciarono a venire a galla, dalle occhiaie violacee alle labbra screpolate, dal freddo e dalle ferite inferte dai suoi stessi denti.

"Sono appena stata buttata fuori di casa, Daphne." Disse, e parlando guardava il riflesso della sua migliore amica.

"Perché il tuo padrone di casa è un pezzo di merda." Rispose, schietta.

Haylee fece labbruccio.

"Già."

"Avresti potuto opporti."

"Gli serviva la casa per la figlia che sta iniziando il college."

Daphne roteò gli occhi verso il soffitto chiaro: i piccoli diamanti del lampadario proiettavano giochi di luce e ombre sopra le loro teste.

Tipico di Haylee: sempre a pensare agli altri e mai a sé stessa.

"E tu adesso sei senza casa."

"Però vivo con la mia amichetta del cuore..."

Ancora una volta, Daphne Greene roteò gli occhi al cielo, quella volta, però, rivolgendole l'accenno di un sorriso anche se a labbra chiuse.

"Vado a lavoro. Stai su, Haylee. Non voglio che la tua presenza rovini il mio groove."

Haylee sollevò le mani in segno di resa.

"Lo terrò a mente."

Daphne era sulla porta quando le venne in mente un evento di quella giornata che avrebbe dovuto fare presente ad Haylee. Ad ogni modo, una piccola vocina nella sua testa le disse che avrebbe lasciato che il destino facesse tutto al posto suo.

Haylee disfò la valigia, sistemò i suoi vestiti nei cassetti che Daphne le aveva liberato e tirò fuori un paio di pantaloni del pigiama e una canottiera per farsi una doccia veloce. Si guardò poi per l'ennesima volta allo specchio: i capelli umidi erano adesso avvolti in un asciugamano color porpora e le sue gambe fasciate da un pigiama stampato con tanti gattini.

Haylee Darling incrociò le gambe; poi, si spinse all'indietro atterrando con la schiena sul materasso.

Insomma, ricominciare nell'Upper East Side non sarebbe stato poi così tanto male, no?

Spazio autrice

Buonaseraaaa ⭐​ Invisible String è ufficialmente in revisioneeee. 

Piccola nota per chi ha appena iniziato a leggere e me lo avete chiesto in tanti: NO WORRIES, la storia è conclusa ed attualmente il secondo libro è in lavorazione! La revisione serve a me per sistemare qualche dettaglio ma soprattutto a voi per avere, spero, una lettura più piacevole 💛​

giuro che non vi annoio più e vi ringrazio, come sempre, se lasciate un commento o una stellina, giusto pe sapere che sto portando avanti un lavoro mezzo decente ​🤣​🤣​

Un abbraccio,

Velouu 

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