35. La vendetta migliore

La testa di Violet stava ancora rotolando quando Lily, ripresasi in tempo per lo shock momentaneo, si sentì colpire i polpacci da un oggetto pesante. Una faretra, riconobbe mentre il marchese si voltava a sua volta. Perplessa, estrasse una freccia chiedendosi dove avesse preso quella faretra e la conficcò nelle reni di Edward Blackwood. L'uomo emise un lungo gemito roco, e la stretta attorno al polso di lei si allentò. — Maledetta...

Lily si scrollò la sua mano di dosso e lo lasciò cadere a terra. Da dove era arrivata quella faretra? Poi, acuendo lo sguardo, si accorse che un gruppo di soldati veniva correndo verso di loro. A guidarli era Edwin. Doveva essere stato lui a lanciare l'arma.
Quando li ebbero raggiunti, Edwin estrasse una spada dal fodero e la lanciò a Jack che la afferrò al volo.
— Fategli vedere chi comanda! — ruggì il soldato con aria complice. Richard Ferguson parve immediatamente messo alle strette. Impallidì, poi estrasse da sotto il mantello la pistola e la puntò contro Lily con rabbia. Lei sollevò il mento, incoccando una freccia. Non temeva più niente, adesso. Helena puntò il piccone al collo del conte, sibilando: — Togliete quella pistola.
— Sarà mia figlia a porre fine alla mia vita, se proprio devo morire, non una scialba sgualdrina come te!

Lily assottigliò lo sguardo, Jack sollevò la spada verso il vecchio. C'era un cipiglio colmo di odio sul suo volto. — Siamo tutti contro di voi, Ferguson. Ma tuttavia siamo uomini d'onore e nessuno di noi vi ucciderà a sangue freddo. Siete da solo.

Richard gettò indietro la testa e scoppiò a ridere. Lily comprese che era una risata dovuta al nervosismo, non al divertimento.
— Avanti, figlia, scocca quella freccia. Non ho più niente da perdere, no?

Lily strinse l'arco tra le dita, sentendo il cuore che accelerava i battiti. Non poteva farlo. Era pur sempre suo padre, anche se era stato il responsabile della sofferenza di tutta la sua vita. Come poteva... Non era un'assassina. Ma poi ricordò il corpo senza vita di Suzanne, il modo violento in cui l'aveva cacciata dal capezzale di sua madre dieci anni prima, come l'aveva picchiata perché si era rifiutata di seguire i suoi ordini e la collera crebbe fino a minacciare di esploderle nel petto.

— Voi non meritate una morte rapida — ringhiò mentre suo padre gettava a terra la pistola.
— Davvero? E che cos'è che merito, Lillian?
Lei non cercò di misurare le parole. — La sofferenza più atroce di tutte: quella di marcire nei vostri peccati, preda dei ricordi delle azioni che avete compiuto e del rimpianto per quello che avete perduto.

Richard la fissò a lungo, senza parlare. Sua figlia era cresciuta, si rese conto in quel momento, scoprendo che la notizia non lo sconvolgeva più di tanto. Decise che, se doveva morire, era giunto il momento di rivelare l'ultima delle cose che avrebbe in parte redento la sua anima nera.

— Devi sapere una cosa, Lillian — disse avvicinandosi circospetto, fino a che la punta della freccia non si fu tesa sotto la pelle del suo mento ispido di barba. — Qualcosa che avrei dovuto dirti tanto tempo fa, per cui mi sono crogiolato nella pena per tutti questi anni.

Lilly era decisa ad ascoltarlo. In un modo o nell'altro suo padre avrebbe pagato per tutto quello che aveva fatto, e il primo passo sarebbe stato ammettere uno dei suoi tanti errori. — Parlate.
Richard la fissò per un lungo istante, osservando la figlia a cui aveva inflitto tanto dolore per tutta la vita. — Il legame che avevi con tua madre era molto profondo, Lillian.
— Sì.
Lilly serrò le labbra senza abbassare di un centimetro l'arco.
Richard si guardò intorno e colse lo sguardo duro di Jack Sanders. Tornò a rivolgere la sua attenzione a Lily.

— Mi dispiace che tu abbia riservato tanto affetto a una donna che non era tua madre.

Lei spalancò gli occhi, sgomenta. L'arco vacillò nella sua mano, ma non cadde. — Che cosa state dicendo?

Aveva le lacrime agli occhi. Come poteva, quell'uomo tanto spregevole, riportare a galla il ricordo di sua madre in modo così crudo?

— Quello che ho appena detto.
— Voi mentite! — lo accusò Lily, digrignando i denti. Jack le si avvicinò cauto, sfiorandole la spalla.
— Lascialo spiegare, Lilly. Forse tutto avrà un senso allora.

— Ascolta il tuo amico, figlia — disse il conte, fissandola con occhi penetranti. I ricordi tornarono a galla più pesanti del giorno in cui aveva deciso di tener tutto segreto.

— Parlate, allora.
La sua voce tremava, ma si impose di mantenere un tono determinato.
— La tua madre naturale era molto più vecchia di Emily e molto più forte. Emily e io non riuscivamo ad avere figli, per quanto ci avessimo provato, e così decidemmo di comune accordo di riconoscere la figlia bastarda che avevo avuto con una delle sguattere e di crescerla come una contessa. Tua madre era una vera incapace, soprattutto a letto, e io dovevo fare qualcosa!

Dalla gola di Lily proruppe un suono strozzato. — Una figlia illegittima...
Parlò più a se stessa che a lui. Lei era una bastarda, senza una vera dote, senza più un'identità e...

— Chi era mia madre? — lo interrogò abbassando l'arco. — Guardatemi negli occhi, padre, e ditemi chi era mia madre.

L'uomo assunse un'espressione cupa.
– Non ha importanza. Tu non sei altro che il risultato di una notte di sesso tra un conte e una lurida cuoca.

Lei lo fissò ancora più allibita.
Di colpo si rese conto della realtà delle cose. E di aver sempre saputo la risposta.

– Suzanne – mormorò cominciando ad avvertire intensi brividi di freddo. Ripensò ai consigli amorevoli della vecchia cuoca, agli abbracci che aveva sempre sentito troppo materni per appartenere a un'estranea, alla sofferenza nella sua voce quando aveva appreso che il conte aveva destinato Lily a un matrimonio d'inferno.
Jack la sostenne con il suo corpo robusto, mentre trucidava Richard Ferguson con lo sguardo.

— Come potete parlare con tanta freddezza della madre di vostra figlia? — sibilò. Tutto intorno si era fatto silenzio. Il conte fissava Lily, immobile, altezzoso come sempre. Ma c'era un bagliore diverso nei suoi occhi, qualcosa che sua figlia aveva visto di rado in lui: rimpianto.

Si sentì investire da un colpo invisibile al petto.
— Suzanne era mia madre. E voi... voi l'avete...
Uccisa. Ma quella parola non lasciò le labbra di Lily.
— Non ho potuto fare altrimenti — si giustificò il conte con tagliente sincerità. — Si è opposa con troppa violenza quando ho preso l'altra sua figlia davanti ai suoi occhi. E sapendo quanto tu le fossi legata ho pensato di sfruttare la sua morte a mio vantaggio: vedere il suo corpo senza vita ti avrebbe fatto capire il pericolo che avresti corso lontano da me, e forse saresti tornata a casa perché non ti venisse riservato lo stesso destino.

Lily si sentiva la gola arida e secca, come carta vetrata.
Come aveva potuto compiere un gesto tanto ignobile? Come aveva potuto privarla dell'opportunità di conoscere realmente la sua madre biologica?

— Siete un mostro! — gridò prima di incoccare di nuovo la freccia. — In nome di Dio, giuro che vi ucciderò in questo stesso istante!
— Lily, no — la fermò Jack con ferrea gentilezza. — Tu non sei un'assassina, tu non sei come lui.

Lily sapeva di non esserlo. Era cresciuta nella menzogna, ma non aveva ereditato né il carattere né la malvagità di suo padre. Eppure il pensiero che Suzanne fosse stata sua madre e avesse pagato con la vita quel peccato commesso tanti anni prima le riempiva il cuore di disperazione.

— Io vi detesto — asserì con totale sincerità. — Fin dal primo istante in cui avete cominciato a picchiare Emily Ferguson.
— Ne sono cosciente, Lillian, e non me ne dispiaccio. Era quello che volevo.
Lei strinse l'arma tra le dita. — Che diavolo intendete dire?
— Se sei sicura di odiarmi potrai uccidermi più facilmente e senza rimpianti per il futuro.
– Non vi ucciderò. Non sono un'assassina come voi.
— Io sì, però — disse Helena prima di circondargli il collo con entrambe le mani. — Siete pronto, Ferguson?
— Fai quello che devi fare, ragazza — disse lui calmo. All'improvviso sembrò molto più vecchio dei suoi cinquant'anni. Lily provò una stretta al cuore, nonostante tutto. — Ferma, Helena — sussurrò con uno sguardo implorante.
Lei la fissò con riluttanza. — Lui stava per ucciderti.
— Lo so. Ma noi non siamo come lui.
— Lily ha ragione, Helena — disse Jack con fermezza. — Non cadremo in basso quanto è caduto Richard Ferguson. Questa è la migliore vendetta che Lily potrebbe mai prendersi.

Lily fissò suo padre dritto negli occhi. — Non vi perdonerò mai, e voi lo sapete. Ma non meritate questo tipo di morte.
— Rinchiudetelo nelle segrete — ordinò Jack ai suoi uomini. — E fate in modo che ci resti.

Edwin annuì, fece un cenno agli altri e in tre circondarono il conte. Helena si allontanò borbottando qualcosa e oltrepassò con le lunghe gonne la testa insanguinata di Violet, raggiungendo poi Lily.

— Sono fiera di quello che avete dimostrato a vostro padre, Lily. Gli avete tenuto testa con l'intelligenza, invece della forza, e questa è l'arma migliore che esista.

Lily si sentì colmare gli occhi di lacrime di commozione. Mai prima di allora aveva avvertito il peso delle responsabilità come in quel momento. Abbozzando un sorriso, si sporse verso la donna e la abbracciò profondamente riversando in quel gesto tutto l'affetto che avrebbe voluto riservare a Suzanne. — Grazie, Helena.

Mentre portavano via Richard Ferguson, Jack avvicinò le due donne. — Avrà quello che si merita. Passerà il resto della sua vita in solitudine, vittima dei suoi errori imperdonabili. Ma tu non devi più pensare a lui.

Lily si staccò da Helena e gli si strinse al fianco. Sarebbe stato così, sarebbe andato tutto per il meglio. Tutto era finito. Erano state sacrificate molte vite, alcune ingiustamente altre con giustizia.

Guardò il corpo inerte di Edward Blackwood e, nel momento in cui posò lo sguardo sul sangue che impregnava il collo e i capelli di Violet, si sentì inondare da un senso di profonda nausea. Prima che potesse trattenersi, si voltò e rigettò sul terreno coperto di breccia.

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