4. La Mia Identità.
"Cosa vedi?!"
"NO!!... Mi spiace... Non c'è l'ho fatta, Ho visto pochissimo"
"cosa??", domando incuriosito
"ehm... Un donna.. Sì! Una donna che grida il tuo nome.."
"qual'è?! Qual'è?!"
"ti chiami Fabio"
"poi?"
"hai 16 anni, nient'altro.."
"capisco, grazie dell'aiuto"
Sorrisi di nuovo..
"figurati, mi stai simpatico", disse sorridendo..
Cioè, spero stesse sorridendo, essendoci buio non vedevo.. Ma che dico.. Perché spero che lei sorrida? Zitto Fabio che questa qui ti legge i pensieri.
Ormai si fece tardi e cominciai ad avere sonno.. Così decisi di dormire.
"buonanotte Jenny"
"ho paura", disse lei
"non devi averne, ci sono io, non sei sola"
"ma..non ti vedo ne ti sento se dormi.."
"vuoi venire più vicina a me?"
"glachie" disse in modo tenero come direbbe un bambino e si avvicinò.
Sorrisi subito appena sentii quella forma di grazie ma più tenera.
Poche ore dopo mi svegliai.
Non riesco a dormire, ci sono troppe domande che mi passano per la mente, chi ero io? Avevo un passato?
C'è Jenny che dorme vicino a me, sento il suo respiro.
Continuo a non capire il motivo dell'assenza totale della luce in queste celle, cosa vogliono? Farci diventare pazzi? Bah...
Vabhe, proviamo a dormire, magari al mio risveglio mi daranno nuovamente delle spiegazioni.
..
..
*rumore di cardini che si muovono *
Nuovamente un fascio di luce entra in stanza.
"buongiorno numero 12 e numero 20, è ora di mangiare",
"Finalmente da mangiare" esclamai.
Ci alziamo, stranamente non ci bendano, grazie a questo finalmente riesco a vedere Jenny, non è più solo una voce finalmente.
Il posto è strano, ci sono pareti verdi con il soffitto bianco, tutto estremamente illuminato come se fosse un laboratorio.
Ci conducono in una sorta di aula ristoro comune, oltre a me e Jenny ci sono altri 4 ragazzi, tutti con la faccia spaventata ed esausta..
Ci fanno accomodare ma abbiamo il divieto di parlare tra di noi.. La pena?
Una giornata senza cibo, è una vera e propria prigione..
Siamo tutti su un unico tavolo, un ragazzo presenta delle ferite sulla sua faccia e ho paura a scoprire il perché.
"numero 12" esclamò una voce.
"è ora della seduta",
I due giganti mi prendono di forza e mi portano nella stanza di ieri.
"buongiorno numero 12",
"buongiorno"
"ti ho fatto portare qui perché credo tu sia pronto per il nostro addestramento, hai superato la fase emotiva nella quale eri poco cosciente di ciò che ti sta accadendo",
"ehm.. Veramente due o tre domandine le avrei ancora.. Di futile importanza" rispondo con tono sarcastico.
"ovvero?",
"ma sì.. Niente di così importante dopo tutto, per esempio chi ero io prima di venire qui, avevo una vita? Una famiglia?
I miei anni?
" capisco la tua curiosità ma per il momento possiamo solo dirti che hai sedici anni."
" domani domani tu e numero 20 verrete trasferiti in una stanza più adatta, riceverete i vari orari del nostro centro, ovvero, gli orari di quando dovrete presentarvi ai nostri allenamenti, le varie pause pranzo e infine la ricreazione."
" va bene, arrivederci.",
Troppe domande da porgli ma ormai è inutile chiedere e arrabbiarsi, a loro non interessa di noi, seguo il consiglio di Jenny e sto buono, sperando che la nuova "camera" abbiamo almeno una finestra o un minimo di luce, non sarebbe male neanche un letto.
Torno in cella, trovo, o meglio, sento Jenny in lacrime.
"Hey, che succede?"
".. Mi han..mi hanno.. Picchiata e offesa" (cominciò a piangere più forte)
"quei bastardi!! Ma come mai?"
"dic.. Dicono che.. Dicono che non mi impegno abbastanza"
"mi hanno bloccato le braccia e ogni volta sbagliavo l'esercizio mi tiravano uno schiaffo"
*mi avvicino a lei*
"tranquilla"
*le accarezzo dolcemente i capelli *
"prima o poi tutto finirà"
La abbraccio e lei appoggia la sua testa contro la mia spalla cominciando a piangere sempre più forte, passo la mia mano tra i suoi capelli, comincia a calmarsi.
Poco dopo mi abbraccia e mi dice:
"grazie Fabio, grazie di non farmi sentire come se fossi solo un numero, insieme possiamo sopravvivere a tutto questo."
Sorrisi, ma tanto non poteva vederlo.
Ero felice, credo che questo lo abbia sentito date le sue abilità.
Poco dopo entrambi ci sediamo, lei appoggia la testa contro la mia spalla e dice:
" sai, a volte penso a cosa potrei diventare se scappassi da questo luogo, cosa impossibile.. Ma son solo fantasie"
"sentiamo, cosa vorresti diventare?"
"vorrei diventare una scrittrice di fiabe, così da scrivere racconti che possano divertire i bambini.. Il sorriso di un bambino è prezioso"
"che bel pensiero, io mi chiedevo invece un'altra cosa"
"ovvero?"
"se tu sei qui da più tempo di me.. Come mai tu sei il numero 20 mentre io il numero 12?"
"vuoi davvero saperlo? Io la risposta la conosco, ma non credo ti piacerà.."
"vai, per favore dimmi"
"non spaventarti però ok?"
"va bene"
"bhe..tu sei il numero 12 perché..."
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