16. Lara; King

Lara

" Ciao zio Ricky!!"
Aron corre felice verso di lui e si aggrappa alla rete sbracciando nella sua direzione.
Oggi gioca una partita importante e Riccardo con cui condivide la passione per il calcio è venuto per sostenerlo, e naturalmente anche per farmi compagnia.
Mi da un rapido bacio sulla guancia per salutarmi, poi si rivolge a mio figlio con un tono da cospiratore: "Ciao campione, hai capito come ti ho detto di fare per stenderli tutti, vero?!"
Aron annuisce mentre mi guarda sorridendo in maniera complice.
Ricambio con un sospiro esasperato, alzando gli occhi al cielo; il suo sorriso si allarga.
Noi adulti dobbiamo sembrare molto strambi agli occhi dei bambini.
Qualche secondo dopo ci saluta e torna trotterellando verso i suoi compagni.

" È più intelligente di te, fa finta di assecondarti, come si fa con i matti, ma in realtà non ascolterà le tue sciocchezze, qualunque esse siano."
Riccardo ride e mi passa un braccio intorno alle spalle avviandosi verso le gradinate.
Noto con la coda dell'occhio alcuni genitori sugli spalti scambiarsi delle occhiate e mi stacco subito dandogli una gomitata.
Odio essere al centro dei loro pettegolezzi, da quando si è sparsa la voce che io e Marco ci stavamo separando credo di essere stata uno dei loro argomenti di conversazione preferiti durante le estenuanti e noiose ore di attesa di allenamenti e partite.

Anche Marco seduto un po' più in là ci sta osservando con uno sguardo imperscrutabile.
Riccardo lo saluta con un cenno del capo proprio mentre lui si gira dall'altra parte facendo finta di non averlo visto.
"Simpatico come un cactus nelle mutande" commenta acido, mentre ci sediamo.

Marco e Riccardo all'inizio della loro conoscenza si trovavano bene insieme, era stato proprio lui ad invitarlo a casa nostra un paio di volte a cena e a farmelo conoscere.
Ricordo che quando uscivamo in centro, Marco voleva sempre passare in uno dei suoi bar e se lo trovava al lavoro si perdevano in mille chiacchiere.
Poi, man mano che la nostra confidenza si trasformava in amicizia e il nostro feeling cresceva, il loro si sgonfiava, e alla fine quello che per me si era trasformato in un amico fraterno per lui era diventato un elemento insopportabile.
Non c'è mai stata gelosia, solo incompatibilità caratteriale.
Riccardo è per tanti aspetti simile a me, e Marco aveva già una persona da dover tollerare.

" Novità?"
Domando, curiosa di sapere come sta andando con l'ultima ragazza mora con cui sta uscendo e di cui non ho il piacere di ricordare il nome.

Glielo chiedo senza troppe aspettative. Riccardo porta avanti sempre lo stesso copione all'infinito: si fa corteggiare senza prendersi lui la briga di scegliere con chi voler uscire, se le porta a letto per un paio di mesi, chiude sparendo lentamente dalle loro vite.
A memoria credo di non averlo mai visto innamorato di qualcuna, forse ha un cuore difficile da conquistare, o molto più probabilmente, come gli dico spesso prendendolo in giro, ha qualcosa di patologico, qualche trauma irrisolto.

" Prima tu..."
Risponde senza enfasi mentre mi passa una liquirizia gommosa, il tipo di caramella che preferisco, dandomi la conferma che non mi sono persa niente in questi giorni in cui non ci siamo visti.

Sorrido eccitata al pensiero di raccontargli tutti gli ultimi avvenimenti.
Armeggio sul cellulare e gli mostro senza proferire parola, in modo solenne, la foto di King sul suo letto.

Lo guarda con sufficienza "Ancora il guru bambinone?! Che poi, insomma, in questa foto non è neanche un granché."
"Me l'ha inviata appena sveglio!" dico in sua difesa, senza far trapelare l'emozione, con un sorriso soddisfatto.

"In che senso te l'ha inviata?? Vuoi dire che sei riuscita a parlargli?" Risponde a voce alta per lo stupore.
Sorrido e annuisco, avevo in mente di tenerlo sulle spine ma non riesco a trattenermi, sono troppo entusiasta delle mie abilità investigative e anche di quanto possa risultare surreale ed eccitante tutta la storia; vuoto subito il sacco.
Gli racconto tutto con dovizia di particolari, gustandomi le sue espressioni incredule, mostrandogli sprazzi dei nostri dialoghi, facendogli ascoltare qualche vocale.

Quando finisco vedo che sono riuscita a lasciarlo senza parole, ed è un impresa titanica.

" Solo tu... solo tu potevi riuscire ad accalappiare un personaggio famoso!
Ovviamente se credessi nel destino o sciocchezze simili ti direi che era tutto già programmato, scritto nelle stelle... che le coincidenze sono così tante che sembra che dovevate per forza conoscervi. Ma non te lo farò, perché non lo penso."

A parte " l'accalappiare", mi rendo conto di quanto possa risultare incredibile tutta questa faccenda e tuttavia anche io come lui più che destino lo definirei un caso, un'assurda coincidenza.

" Domani è il suo compleanno" asserisco sondando il terreno e aspettando una qualche illuminazione da parte sua.
"Tanti auguri" risponde in tono monocorde.
Gli assesto uno colpo sul braccio "Dai! Hai capito... ho bisogno di un tuo consiglio! Non so se sia il caso o meno di mandargli un messaggio di auguri.
Non mi ha più scritto e sono passati dieci giorni. So che è in America per lavoro, non voglio sembrargli inopportuna, e inoltre non mi sento a mio agio ad essere io a fare prime mosse che potrebbero essere mal interpretate.
Insomma, quello che dovevo dirgli gliel'ho detto, perché insistere? Non avrebbe senso dilungarsi.
Eppure... mi farebbe molto piacere risentirlo.
O meglio, mi avrebbe fatto piacere se si fosse fatto risentire lui!"

Riccardo mi guarda perplesso "Sei contorta. Che importanza ha chi è a fare cosa? Io non mi faccio mai tutti questi problemi, seguo l'istinto, se mi va di fare qualcosa la faccio e basta."
"Tu non sei esattamente una persona da prendere come esempio, vorrei ricordarti che le ragazzine che frequenti ti chiamano "malessere" come se fossi una specie di cefalea!!" rido di gusto e faccio ridere anche lui; appena posso lo prendo in giro per questa storia, e lui sta al gioco.
" Io fossi in te gli scriverei... sedici anni sono un traguardo importante, si compiono una volta sola nella vita!" provo a picchiarlo di nuovo ma si scansa, ridiamo come due bambini che si fanno i dispetti.

King

Mi manca ancora Los Angeles e poi posso finalmente tornare a casa.
Domattina abbiamo l'aereo da San Francisco, sono stati giorni impegnativi ma anche bellissimi. Ho incontrato molta gente interessante, ho parlato con i fans, fatto decine di interviste, fotoshooting, cene di lavoro.
La cosa che mi è piaciuta di più è stata trascorrere del tempo con i miei colleghi, siamo un bel gruppo e spesso dopo le conferenze stampa siamo rimasti a bere qualcosa insieme e a chiacchierare nella hall del nostro hotel, come stasera.
Mi dispiace un po' che domani sarà il mio compleanno e non potrò trascorrerlo come sempre in famiglia e con gli amici; cerco di convincermi che posticiparlo di qualche giorno non farà poi tanta differenza.

Scorro velocemente lnstagram, l'unico social che ho deciso di tenere e che gestisco in autonomia.
I messaggi di auguri sono già iniziati ad arrivare da qualche giorno e vanno via via intensificandosi.
Qualche volta ho controllato anche il profilo fake che avevo creato per vedere se per caso Lara mi avesse scritto qualcos'altro, ma non c'erano nuovi messaggi.
Sono rimasto sorpreso, perché, insomma, si era data tanto da fare per trovarmi e per scrivermi... e poi è sparita.
Ma in fondo lo trovo coerente con tutta la faccenda, questa ragazza mi stupisce a prescindere, è totalmente imprevedibile.
Forse dovrei semplicemente eliminarlo.
Proprio mentre rifletto su questa possibilità apro quel profilo e vedo che ho un nuovo messaggio.
A proposito di sorprese...
Lo leggo subito senza aspettare, sono curiosissimo di sapere cos'ha scritto.

Ci sono due numeri.

Anzi, a guardare bene il primo è un insieme di numeri e lettere, come fosse un codice, e in fondo c'è scritto "Buon compleanno maestà, cerca il tuo regalo su Spotify " con una faccina sorridente.
Il secondo è un numero dì cellulare.
Faccio copia e incolla e inflo le Airpods; mi si apre una lista con decine di canzoni.
Ascolto la prima, è " King" di Years and Years, e mentre penso a quanto odio la musica elettronica, scorrendo i titoli mi rendo conto che tutte le canzoni hanno a che fare con il mio nome, in un'accozzaglia ridicola di generi.
Ma quante è riuscita a scovarne?!
Una metà le conosco e sono rassegnato al fatto che le persone me le cantino da quando sono piccolo, dell'altra metà ne ignoravo, fortunatamente, l'esistenza.
Non riesco a trattenere una sonora risata attirando gli sguardi dei miei compagni mentre prego in silenzio che i miei amici non ne vengano mai a conoscenza, altrimenti sarei finito.

Mi congendo dal resto de gruppo e salgo in camera mentre finisce un pezzo heavy metal e parte un reggaeton.
Non riesco a smettere di ridere e di pensare che questa ragazza o è un genio o una pazza, e che io ho intenzione di scoprirlo.

Mi butto sul letto e salvo in rubrica il numero di cellulare.
Aprendo WhatsApp oservo la foto del profilo: in primo piano c'è una macchina fotografica dallo stile vintage sorretta dalle mani di un bambino piccolo con i connotati sfocati.

Rifletto sul fatto che se le inviassi un messaggio ora, con il mio telefono, lei poi avrebbe il mio numero, e se risultasse essere una svitata sarei costretto a cambiarlo e dovrei avvisare tutti i miei contatti.

Sarebbe un disastro.

Sarebbe avventato.

Dovrei essere ragionevole, aspettare di avere il tempo di comprare una nuova sim, ma scalpito di impazienza e voglia di scriverle.

Non sono capace di far maturare i giusti tempi, io sono nato per andare veloce.

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