Andrea
Il resto della settimana scorre veloce, Alessandro alla fine mi ha risposto, scusandosi e confermandomi l'appuntamento di stasera, appunto.
Difatti sono qui davanti all'armadio a contemplare i miei vestiti. Una montagna di scarti giace già sul letto, ho praticamente tirato fuori qualunque vestito avessi nell'armadio. Viene a prendermi in moto, quindi vietati tacchi e vestitini troppo attillati.
Non puoi metterti i jeans! Mi urla la mia fedele compagna nella mia mente.
Fisso il mio riflesso nel grande specchio che copre mezza parete della mia camera, indosso solo un completino intimo grigio perla in pizzo, il reggiseno in balconcino raccoglie e sostiene il mio seno, la piccola brasiliana avvolge, senza segnare, i miei fianchi, lasciando scoperto il mio sedere. Il tutto è accompagnato da degli stivali neri con un po' di tacco in pelle alti fino sotto il ginocchio, l'unico capo per ora che ho scelto.
Probabilmente se mi presentassi così Alessandro sarebbe decisamente felice, ma non credo che arriveremmo nemmeno al portone d'ingresso, penso ridendo.
Se si comporterà bene potrei anche deliziarlo con questa mise quando mi riaccompagnerà a casa.
Andrea non hai tutto il giorno! Preparati! Mi ammonisce la mia mente decisamente più organizzata e razionale di me.
Faccio mente locale e mi sdraio sul letto rosa cipria sopra la montagna di vestiti, controllo l'ora, sono già le sette e Alessandro arriverà intorno alle otto, frustrata e nel panico mi obbligo a tirarmi su.
Corro nel bagno grigio tortora adiacente alla mia camera, accendo la piastra e la lascio riscaldarsi sul lavandino bianco.
Mi trucco velocemente decidendo di mettere in risalto i miei occhi scuri con una leggera sfumatura sui toni nel marrone e del malva con un puntino luce nell'angolo interno, ovviamente non lesino sul mascara che stendo con precisione e abbondanza.
Decido di non mettermi il rossetto, non voglio doverlo ritoccare tutta la sera e preoccuparmi per i baci di Alessandro.
Con la piastra creo delle morbide onde nei miei capelli scuri, decisamente troppo lunghi, visto che arrivano quasi a sfiorare l'elastico della brasiliana.
Mi guardo soddisfatta del risultato e torno in camera per l'ultimo step: scegliere l'outfit.
Opto per un vestito a portafoglio nero con le maniche a tre quarti, decisamente scollato sul davanti, la gonna corta cade lungo i miei fianchi morbida, con lo spacco che lascia intravedere una buona porzione di coscia.
Soddisfatta e in anticipo di ben dieci minuti, mi abbandono sul grande divano bianco, tamburellando nervosamente il piede a terra.
Devo calmarmi, va bene è il nostro primo appuntamento, ma siamo già stati insieme diverse volte e in modi molto più imbarazzanti e intimi di questo, quindi niente panico.
Varco la soglia della mia grande cucina bianca e rossa, apro il frigo rosso fuoco e vedo una bottiglia di vino bianco aperta, è decisamente la mia giornata fortunata. Apro lo sportello in vetro alla mia destra e agguanto un calice versandomi un generoso bicchiere di vino.
Mi siedo sul bancone della cucina, lasciando a penzoloni le gambe nude e battendo i tacchi degli stivali contro il mobiletto sotto di me.
Fisso il grande orologio bianco e nero in numeri romani davanti a me, pregando alle lancette di andare veloce, ho una voglia matta di vederlo e baciarlo.
Alle otto e un quarto di Alessandro nemmeno l'ombra, non so nemmeno se è da lui fare ritardo, non conosco le sue abitudini quindi non so come si comporta di solito in contesti simili.
Sbuffo percorrendo a grandi falcate la cucina, irrequieta come un leone in gabbia.
Provo a chiamarlo ma entra la segreteria.
Niente panico!
Alle otto e mezzo, ho lasciato gli stivali in salotto e sono uscita in terrazza per prendere un po' d'aria, mi ha ufficialmente dato buca.
Probabilmente non era poi così convinto quando si è scusato con me, penso amareggiata e tremendamente triste.
Ero convinta che anche lui sentisse quello che provavo io, ma forse era tutto nella mia mente. Forse non era pronto a provarci seriamente e mi sono solo illusa di essere io quella che avrebbe conquistato il suo cuore.
Improvvisamente il telefono inizia a vibrare nella mia mano, è lui.
Rispondo timida e preoccupata.
«Pronto?» sussurro.
«Andrea De Angelis?» mi chiede una voce sconosciuta, che non è la sua. Perché non è la sua?
«Sì» riesco a dire in preda al panico.
«Buonasera, sono Michele Mersi, un paramedico del 118, il signor Santini ha avuto un incidente».
Da lì... il mio mondo scompare lasciando posto solo alla paura e al caos.
Alessandro
Stasera deve essere tutto perfetto, ho scelto un locale a Fregene davanti al mare, per guadagnare punti con Andre. Lo so che ama il mare e non voglio fare altre cazzate. È romantico, e una passeggiatina sotto la luce della luna ci sta sempre bene, soprattutto in primavera.
Ho fatto controllare la moto e fatto il pieno, così non dovremo fermarci nemmeno a fare benzina. Ho prenotato con calma, in modo da goderci il tragitto, anche perché sono sicuro che lei verrà a gambe scoperte e non voglio farle prendere troppo freddo, e dirle di mettersi i jeans non era un'opzione contemplabile. Sicuramente non per le idee che ho per il dopocena, penso immaginando il suo corpo caldo contro il mio.
Immediatamente un calore si irradia nel centro del mio corpo, mostrandomi il fan numero uno di Andrea, il mio compare che si indurisce solo al suo pensiero. Lascio che l'acqua tiepida mi fluisca addosso, portando via la mia gelosia e la scenata che ho fatto sabato scorso. Non devo pensarci se non voglio rovinare tutto.
Chiudo gli occhi, poggiandomi contro le mattonelle fredde, il suo viso si palesa nella mia mente, così bella e sensuale, cazzo me lo fa venire duro anche mentre cammina solo nella mia mente.
Il suo culo che ondeggia da una parte all'altra, la vita stretta e il seno morbido, merda. Senza rendermene nemmeno conto impugno il mio sesso, procurandomi piacere.
Muovo la mano su e giù per tutta la mia lunghezza, immaginando la sua mano al posto della mia. Sento il suo sapore nella mia bocca e sulle labbra e istintivamente le mordo, trattenendo un gemito di piacere.
Continuo il movimento, ansimando, il ricordo dei nostri corpi fusi insieme mi manda al capolinea, accelero il movimento e gemo immaginandola qui con me.
Mi sembra di sentirla qui con me, sono come in uno stato di tranche meraviglioso, sento le sue mani passare sul mio petto ansante, stringermi i capelli e tirarli, mordermi le labbra e leccarmi il collo.
In preda a queste allucinazioni sensoriali raggiungo l'apice del piacere, riversando il mio seme mischiandolo con l'acqua.
Ansimo, recuperando il respiro regolare e cercando di far tornare i battiti cardiaci sotto la soglia dell'infarto.
Cazzo.
Stasera voglio saziarla in ogni modo possibile e devo essere in forma per poterlo fare, consideriamo questa parentesi come un allenamento pre partita, penso divertito.
Finisco di lavarmi e mi ritrovo a contemplare l'armadio pieno di vestiti.
Scelgo un pantalone nero elegante, camicia bianca, giubbotto in pelle nero, che per la moto va sempre bene e all star nere alte.
Mi guardo allo specchio e sembro un ragazzino, forse ho esagerato con questo look, nemmeno Leo si vestirebbe così penso ridendo, ma me ne frego perché mi piace e voglio essere a mio agio stasera.
Chiamo Leo per assicurarmi che al mare vada tutto bene, è a Nettuno con Francesco e i suoi genitori, fatto ciò prendo le chiavi, i due casci, un giubbotto in pelle extra per Andrea ed esco in strada.
La mia bambina è splendente, lucidata e pulita apposta per l'occasione, come ho già detto stasera deve essere tutto perfetto.
Aggancio dietro il secondo casco, chiudo la zip del giubbotto e parto.
Controllo l'ora sul quadrante della moto, le 19.50, sono in perfetto orario per arrivare da lei entro le otto.
Già pregusto il vento tra i suoi capelli, le sue braccia allacciate a me e la testa appoggiata contro la mia spalla. Il mio Paradiso.
Sono fermo ad un semaforo e vedo un coglione bucare il rosso nel senso opposto, la gente non sa veramente guidare, penso ingranando la prima allo scatto verde.
Guido tranquillo, sto andando piano perché voglio godermi e assaporare ogni sensazione di questa serata, perché ho la consapevolezza che sia importante e unica, ho la sensazione che da stasera cambierà tutto.
Improvvisamente un clacson alla mia destra mi distrae, mi volto di scatto e vedo due fari vicino, troppo vicino, sento la moto scivolarmi via dalle mani e il vuoto sotto i piedi.
Chiudo gli occhi e in un battito di ciglia c'è solo il buio intorno a me.
Un unico pensiero affolla la mia testa in confusione... non rivedrò più Leonardo e... Andrea.
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