62. Non sarà un errore?

*COME È GIÀ SUCCESSO IN PASSATO, IL NOSTRO AMICO WATTPAD NON MOSTRA IL CAPITOLO 62 QUINDI LO RIPOSTO UGUALE IDENTICO ALL'ORIGINALE

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.*

Durante l'ultima settimana di Maggio, scoprii i risultati dell'ultimo esame e come Sasha aveva previsto, sia io che Austin passammo con ottimi voti.

Ero ufficialmente al secondo anno e questo faceva paura da un lato, ma dall'altro mi elettrizzava.

Quella mattina mi svegliai, era il 5 giugno e l'università avevo chiuso i corsi, quindi ero libera di vivermi le vacanze estive.

Un forte odore di caffè arrivò dalla cucina, poche volte sentivo il profumo sino in camera, probabilmente Ash aveva fatto un caffè più forte.

Mi alzai e andai in cucina alzando le braccia per stirarmi.

Sbadigliai e poi rabbrividii quando i miei piedi nudi entrarono a contatto con il pavimento freddo della cucina..

Ash era girato di schiena e stava cucinando qualcosa.

Lo raggiunsi e lo abbracciai da dietro appoggiando la guancia sulla sua schiena.

"Ehy amore.." disse lui girandosi e lasciandomi un bacio sulla fronte.

"Ciao.." biascicai io ancora un po' addormentata.

Lo lasciai finire andando a sedermi a tavola.

Mi passai una mano tra i capelli biondi e poi sbattei qualche volta gli occhi per abituarmi alla luce del sole che passava attraverso la finestra.

"Hai per caso cambiato marca del caffè?" Chiesi ad Ash mentre lui posava davanti a me una tazza di caffè latte..

"No, perché?" Chiese mentre si sedeva al mio fianco guardandomi con sguardo interrogativo.

"Niente.." dissi io per poi pucciare un biscotto nella mia tazza.

Facemmo colazione tranquillamente, chiaccherando su cosa Ash dovesse fare al lavoro e altre cose...

"Potresti passarmi una brioche alla ciliegia?" Gli chiesi gentilmente.

Nonostante avessi mangiato, la mia pancia brontolava ancora, così ne presi un'altra.

"Arriverai tardi anche oggi?" Dissi ad Ash con la bocca piena.

Lui mi guardò e rise.

"No piccola, lo prometto.. " mi disse sorridendo.

Finii la brioche e Ash si alzò di scatto, si avvicinò e mi tirò su come un sacco di patate buttandomi sulla sua schiena.

Mi aggrappai alla t-shirt grigia che indossava ridendo.

"Ti mancheró?" Disse lui ridendo e trasportandomi in camera.

"Mettimi giù!!" Dissi ridendo e dandogli dei piccoli schiaffi sulla schiena.

"Mai!" Urlò lui accellerando il passo, così mi arresi e mi lasciai trasportare fino in camera.

"Pronta?" Chiese..

Non feci neanche in tempo a domandargli per cosa che Ash mi lanció sul letto e io rimbalzai sul materasso ridendo.

Pochi secondi dopo lui fu sopra di me e mi disse.

"Ti mancherò?" Sussurrò piano.

Io annuii vigorosamente, ero quasi senza fiato da tutto quel ridere.

"Mi manchi sempre.." aggiunsi poi dopo aver ripreso fiato.

Ash sorrise e poi mi baciò unendo le nostre labbra in un gioco infinito di tira e molla.

Mi aggrappai a lui e lo portai ancora più vicino a me finché i nostri corpi non si unirono in tutti i punti.

Quando mi staccai gli accarezzai un guancia e lo osservai nei dettagli.
Non riuscivo a non sorridere guardandolo.
Con un solo suo sorriso il mio cuore tornava a respirare e a vivere.

"Per quanto mi piaccia stare qui con te, devo andare..." disse Ash alzandosi da sopra di me.

Mi sedetti e mi tolsi la maglia del pigiama.

"Sicuro?" Dissi maliziosa.

Ash si girò verso di me e i suoi occhi si dilatorono non appena vide il mio petto nudo.

Si leccó le labbra e scosse la testa.

"No per niente.." disse e poi tornò da me.

***

Durante la giornata restai a casa da sola e mi dedicai alla pittura.
Era da un po' che non dipingevo e questo aiutò la mia anima a tornare in pace.

Accesi la musica e misi il cavalletto alla luce vicino alla finestra.
Presi la tavolozza, i pennelli e i colori e iniziai a provare i colori.
Poi presi la tela e la posizionai sul cavalletto.

Ad un certo punto sentii la porta d'entrata aprirsi e subito guardai l'ora.

4.34

Era presto, Ash non poteva essere di sicuro.
La mia ipotesi venne confermata quando una chioma di capelli neri e lisci entrò correndo in camera.

"Hola Chica!!" Urlò Sasha venendo verso di me.

Io posai i pennelli e la abbracciai.

"Ciao bella, come hai fatto ad entrare?" Le chiesi mentre ci sedevamo sul letto.

"Dimentichi che era anche casa mia prima.." disse sogghignando e sventolando davanti a me il suo mazzo di chiavi.

"Giusto.." dissi sorridendole.

Mi venne da sbadigliare e così mi portai una mano sulla bocca.

"Sei già stanca?" Chiese lei sorridendo.

"Boh non so.." dissi.

Era strano che fossi stanca, non avevo fatto niente fino ad ora.

"Beh per tirarti su ti ho portato delle cosine molto golose.." disse Sasha mostrandomi un vassoio bianco.

Lo aprì tutta sorridente e quando tolse la carta del pacchetto i suoi occhi luccicarono alla vista di pasticcini di ogni tipo..

Io ebbi una reazione un po' diversa.

Li guardai e rifiutai l'invito di Sasha, non sapevo perché ma mi stavano facendo venire il voltastomaco solo guardandoli, non mi permisi di immaginare cosa sarebbe successo se ne avessi anche solo mangiato uno.

"Non me vuoi, sicura? Beh li mangio tutti io allora.." disse alzando le spalle e prendendo un pasticcino..

Mi alzai e tornai ad osservare lo sfondo del quadro che avevo iniziato a dipingere.

Era il mare e le sfumature dell'azzurro e blu non erano venute male, ma sembrava che mancasse qualcosa.

Ed era proprio così che mi sentivo io in quel momento, ero felice, avevo tutto quello che avevo sempre desiderato , ma era come se mi mancasse qualcosa d'altro.

"Jo stai bene?" Chiese Sasha tornando seria e avvicinandosi a me.

"Si, sto bene.." dissi piano.

Sasha mi prese per mano e mi riportò seduta sul letto.

"Stai mentendo.. che succede?"

"Niente è che mi sento strana.. sono felice, ma.." mi bloccai.

Non lo sapevo neanche io quale era la cosa che mi mancava dopo il ma, era quasi impossibile che riuscissi a spiegargliela.

"Ma.." mi incitó a continuare lei.

Guardai il suo viso alzando lo sguardo dalle mie gambe.
I suoi occhi ghiaccio mi stavano scrutando attentamente alla ricerca di una risposta con un senso compiuto, ma la piccola ruga sulla sua fronte dimostrava che non aveva ancora raggiunto una soluzione.
E io in quel momento non sarei stata in grado di dargliela.

"Non lo so Sasha.. è da un po' che mi sento così.. sento che sono persa, che mi manca qualcosa.." cercai di trasmetterle a parole la sensazione che da qualche settimana si insinuava nel mio cuore svariate volte.

"Non sei felice con.. lui? - Mormorò Sasha mentre abbassava lo sguardo sulle sue unghie laccate di rosso fuoco - Perché se fosse così potrei capirti.Insomma avevi 16 anni quando lo hai conosciuto e a quell'età si scambiano delle cotte con il vero amore, forse ti sei solo stancata.. non credi?" Spiegò meglio quello che intedeva e nonostante questo mi lasciò con il fiato sospeso.

Non avevo mai preso in considerazione questa possibilità.

E se mi stessi stancando?

Come si poteva capire?

Quando stavo con lui, stavo bene.. era quando ero sola che mi perdevo.
Non mi stavo stufando di lui, sapevo che non sarebbe mai potuto accadere.

Scossi la testa decisa..

"Lo amo, questa è la mia unica certezza.." dissi sicura di quello che stavo pronunciando.

Lei annuì con sollievo, si vedeva dai suoi occhi.
Ero certa che il solo pensiero di suo fratello ferito le faceva paura.

"Forse hai bisogno di tornare un po' a casa tua.. che ne pensi? Potrebbe essere mancanza di casa?" Chiese ancora Sasha tentando con un'altra teoria.

"Potrebbe, ma sento che è più grande di questo.." ammisi.

"Cosa ci può essere più grande della famiglia e dell'amore?" Riprovó lei.

Scossi la testa osservando la mia mano che giocherellava con le lenzuola.

"È questo il problema.. non ne ho idea.." Dissi piano.

Sasha mi abbracciò, mi tenne stretta tra le sue braccia per qualche minuto per rassicurarmi.

"Grazie.." le dissi quando sciolse l'abbraccio.

Avere qualcuno con cui parlare era utile ed ero sollevata di averlo fatto con lei..

"Di niente, se posso esserti d'aiuto, sono qua va bene?"
"Lo so, grazie mille.."

"Sicura che non ne vuoi uno? - disse indicando il vassoio con i pasticcini - aiutano a tirarsi su di morale.."

Scossi la testa e le sorrisi.

"No grazie,li lascio tutti a te.. tranquilla.." le dissi.

Lei annuì e poi richiuse il pacchetto.
Si alzò e dopo avermi abbracciato ancora una volta mi lasciò sola con mille dubbi e domande che mi frullavano per la testa.

Cosa mi mancava ancora?

Sfinita dalle mille questioni irrisolte della mia mente, mi addormentaii.

***

Mi svegliai dopo aver sentito uno strano rumore.
Aprii gli occhi e mi accorsi che nella stanza ormai regnava il buio.

Per quanto avevo dormito?

Girai la testa e guardai l'ora.

8.43

Di solito a quest'ora Ash era già a casa, ma perché allora non mi aveva ancora svegliato?

Mi misi a sedere e dopo aver sbattuto gli occhi ed essermi passata una mano tra i capelli, mi alzai per andare in cucina, ma non feci in tempo a sorpassare il letto che la mia pancia brontoló e non per la fame.

Corsi in bagno e mi abbassai sul wc rigettando ciò che rimaneva del leggero pranzo che avevo mangiato.

Quando sentii il senso di nausea calmarsi feci per alzarmi in piedi, ma un violento capogiro mi obbligo a restare seduta qualche altro secondo.

Mi alzai lentamemte e mi sciacquai il viso.
Era dall'influenza di Febbraio che non avevo più vomitato e non era per niente una bella sensazione.
Sperai soltanto di non essermi ammalata nuovamente.

Uscii dal bagno e attraversando la camera decisi che non avrei mangiato, non mi andava.
Appena misi piede in cucina Ash mi sorrise.

"Buona sera Bella Addormentata." Disse osservandomi attentamente.

"Ciao..." dissi io tenendo una mano sul mio ventre.
Lui posò lo sguardo dalla mia mano al mio viso e poi disse.

"Hai fame?"

Stavo per rispondere no , come avevo deciso qualche secondo prima, ma il profumo di carne e si patate arrosto si insinuó nel mio naso, modificando la mia idea.

"Si, molta.." risposi.

Mi misi a tavola e Ash qualche minuto dopo servii il pollo e la patate che aveva preparato.
Mangiai tutto velocemente.

"Avevi fame eh?" Mi chiese lui sogghignando.

Io annuii e mi pulii la bocca con il tovagliolo.
Bevvi un sorso d'acqua e sbagliai.

"Come mai non mi hai svegliato prima?" Chiesi ad Ash osservandolo mentre si alzava e posava il suo piatto nel lavandino.

"Beh eri così perfetta mentre dormivi che mi dispiaceva.." ammise lui sorridendo.

Scossi leggermente la testa sorridendo a mia volta per poi alzarmi e aiutarlo a sciacquare i piatti.

"Com è andata oggi in officina?" Gli chiesi mentre l'acqua calda del lavabo mi bagnava le mani.

"Molto bene, Luke è quasi rimasto incastrato sotto una macchina.."

"Oddio povero!" Dissi dispiaciuta.

Una macchina pesava molto e di sicuro restare sotto ad essa non era una bella sensazione.

"No non essere dispiaciuta, è stato a dir poco esilarante!!" Disse ridendo tanto che si allontanò e con le mani sulla pancia si piegò in due per le risate.

Io scossi la testa e gli diedi uno schiaffo sul braccio per farlo smettere.

"Dai è un tuo amico, come fai a ridere così per una brutta situazione.." dissi sgridandolo lievemente.

"Beh è qui che ti sbagli, lui non è un mio amico, lui è il mio migliore amico ed è così che ci si comporta tra migliori amici.." spiegò Ash sogghignando.

Mi spuntó un leggero sorriso sulle labbra che feci fatica a trattenere e dopo averlo guardato male ancora una volta, continuai a lavare i piatti.

Sapevo come ci si comportava tra migliori amici, Andy era stata la mia migliore amica fino alle medie, ma dal liceo ci eravamo allontanate già prima che conoscessi Ash.

Nonostante ciò ricordavo come ci si sentiva.
Ti sembrava di poter fare e dire tutto in presenza di quella persona, senza barriere né ostacoli, era questa la vera amicizia.

Finimmo di lavare le stoviglie  continuando a spintonarci con delle leggere botte con i fianchi per aver più spazio.

Risi così tanto che mi lacrimarono gli occhi.
Passammo il resto della serata a parlare e a ridere come dei veri bambini.

"Vorrei essere abbastanza per te.." disse Ash mentre mi teneva stretto a lui.

Eravamo stesi a letti e ci eravamo isolati nel nostro mondo solitario.
Alzai la testa dal suo petto e lo fissai.

Mossi la mano su e giù sul suo petto caldo piano piano.

"Vorrei che tu fossi fiera di me, anche del mio passato, vorrei che non ti vergognassi di me, che non provassi pietà per quello che mi è successo. Vorrei essere un uomo di carriera per te, come un avvocato,un medico, ma so che non lo sarò mai e questo a volte mi distrugge.."

Mi alzai di scatto e mi misi a cavalcioni su di lui, presi il suo viso tra le mani e mi avvicinai finchè le nostre fronti non combaciarono.

"Non dirlo.." sussurrai chiudendo gli occhi.

Scossi la testa decisa, non volevo che lo dicesse.
Non era quello che volevo da lui, affatto.

"Non dirlo neanche per scherzo.. non ti voglio così, ti voglio come sei Ash, con i pregi e i difetti, con le cicatrici del passato che non ti abbandoneranno mai, ma anche con la speranza di vivere meglio.."  sospirai.

Aprii gli occhi e li fissai nei suoi, lo osservai così tanto che il suo viso divenne sbiadito dopo un po', così battei gli occhi alcune volte e lui tornò nitido davanti a me.

"Non mi vergogno di quello che sei e non provo pietà per te, provo solo sofferenza, non avrei voluto che tu subissi tutto quello che ti è accaduto, ma l'hai superato da solo e sono fiera di te.."

"Grazie.. mi da pace sentirlo.." sussurrò lui sulle mie labbra, poi mi baciò stringendo il mio viso tra le sue mani.

Lo baciai lentamente stringendomi a lui.
Mi faceva battere il cuore il modo in cui lui c'era sempre per me quando l'avevo bisogno.

Quando mi staccai gli sorrisi e fui felice di vedere il sollievo nei suoi occhi.

Mi addormentai tra le sue braccia al sicuro.

***

Quando i miei occhi si spalancarono nonostante avessi ancora un sonno bestiale, iniziai a sentire nello stomaco un borbottio.

Misi una mano sulla pancia dove il mio stomaco brontolava e mi alzai dal letto facendo il più piano possibile.
Avevo una fame tremenda.
Arrivai in cucina e iniziai a rovistare tra gli armadietti della dispensa alzandomi sulle punte per raggiungere i piani più alti.

Presi del pane e ci infiliai in mezzo della Nutella.
Mi sedetti a tavola e nonostante il buio, grazie alla leggera luce della luce che chiedeva il permesso d'entrare dalle persiane, esaminai un po' la stanza soffermandomi poi sull'orologio a muro.

Solo allora mi accorsi di essere sveglia alle tre di notte per mangiare un panino con la cioccolata.
Non era decisamente cosa da me.

Finii il panino e tornai soddisfatta a letto, mi rimisi sotto le lenzuola e chiusi gli occhi beandomi ancora del sapore del cioccolato che ricopriva le mie labbra.

***

La mattina seguente mi svegliai quando qualcosa si posò sulle mie labbra.

Sorrisi accorgendomi che Ash mi stava baciando.

"Mhh sai di cioccolato.." biascicó lui sulle mie labbra.

Io risi e lo allontanai leggermente per vedere bene il suo viso.
I suoi occhi brillavano grazie alla luce del sole che illuminava leggermente la stanza da letto.
Sembrava più azzurri del solito.

Mi lasciò un bacio sul naso e dopo si alzò scendendo dal letto.
Io mi alzai sui gomiti e lo osservai mentre si cambiava con la tuta dell'officina.

Correva da una parte all'altra della stanza in cerca del gel per sistemarsi i capelli e delle scarpe.
Faceva molto ridere.

"Non ridere.." disse lui sorridendo.

Mi misi una mano sulla bocca cercando di trattenere le risate, ma fu molto difficile.

"Eh va bene ridi pure di me.. ma sappi che mi vendicheró!" Venne vicino al letto e si sporse verso di me lasciando un bacio sulla mia fronte.

"Ti amo.." gli dissi mentre lui usciva dalla camera.

Si girò e mi sorrise.

"Anche io ti amo, da morire.." ammise e dopo avermi sorriso uscì dalla stanza.

Sospirai con aria felice ributtandomi a letto.
Lui riusciva a rendere tutto così perfetto, lui era perfetto.

Sorrisi guardando il soffitto come una scema, ma era più forte di me.
Lui mi rendeva felice, lui rendeva felice ogni parte di me.

Mi alzai lentamente e mi feci una coda veloce, poi andai in bagno e mi sciacquai il viso.
Alzai lo sguardo e incontrai i miei occhi verdi.

C'era qualcosa in me che era diverso, non sapevo cosa fosse, ma lo sentivo.
Mentre mi osservavo chiusi forte gli occhi per evitare al senso di nausea improvviso di prendere il sopravvento.

Non resistetti molto e dopo poco mi ritrovai ancora a rigettare il panino della notte prima.

In effetti quel panino non era stata una grande idea.. infondo alle 3 di notte di sicuro non l'avevo digerito.

Anche perché mi sentivo bene, quando mi ero presa l'influenza mi ero sentita senza forze, mentre ora stavo bene a parte la nausea e i capogiri.

Mi sciacquai la bocca per togliermi il saporaccio dalle labbra e poi mi sedetti sul bordo della vasca e cercai di rallentare il battito.

In quel momento il mio cervello ricoleggó tutto.

Nausea.
Mal di testa.
Capogiri.
Odori più forti.
Stanchezza.

La piccola lista di malori che avevo provato negli ultimi giorni, portava a poche soluzioni.

Una parola balenó nella mia mente,come un flash e appena mi resi conto del significato di essa mi vennero i brividi e cercai di scacciarla dalla mia mente.

Mi alzai e accesi il pc..

Iniziai a cercare una delle cause a cui erano dovuti i malori che stavo provando, e quando l'unico risultato comparve a caratteri cubitali sullo schermo del pc, mi sentii svenire.

Non ragionai più.

Mi cambiai, presi le chiavi, dei soldi, la giacca di jeans e uscii di casa quasi correndo.

L'agitazione scorreva nelle mie vene.
Non poteva essere.

Potevo veramente aspettare un figlio?

No era impossibile, ero giovane e...
Non avevo altri molti motivi, non li sapevo nemmeno io.

Per questo cominciai a correre per i marciapiedi di Chicago, presa dalla morsa della paura.
Avevo bisogno di smentire tutto.

Infondo un po' di nausea e qualche capogiro non portavano solo a quello, magari avevo solo bisogno di mangiare meglio e assumere vitamine per avere più forza.

Quando vidi la prima farmacia, mi fermai di colpo.

Fu come se tutto a quello che avevo pensato fino a quel momento mi fosse arrivato dritto in faccia, come uno schiaffo.
Mi fermai perché non stavo ragionando, la paura e l'agitazione avevano agito per me.

Ero stata troppo impulsiva a precipitarmi subito così.

Scossi la testa e feci due passi indietro decisa a tornare a casa.
Ma poi mi bloccai.

Una ragazza visibilmente incinta mi passó a fianco e d'istinto abbassai lo sguardo sulla mia pancia piatta nascosta sotto una canottiera rossa.

E se qualcosa fosse lì dentro?

No.

Ma magari..

Mi passai le mani trai capelli frustrata e indecisa sul dafarsi.
Ero giovane, una diciotenne, da lì ad un mese avrei compiuto 19 anni come potevo crescere un bambino....

Mi vennero i brividi, ma la mia coscienza suggerì di porre fine ai dubbi e l'unico modo per farlo si trovava dentro quella farmacia...

Mi rigirai nuovamente e feci due passi verso la porta.
Entrai e la campanellina suonò per il mio ingresso.

Mi avvicinai alla cassa per chiedere ad una commessa, ma poi mi fermai di colpo.

"Ha bisogno signorina?" Chiese la donna al di là della cassa.

"No, grazie.." le risposi facendo un sorriso tirando e obbligandomi a fare qualche passo indietro.

"Si sente bene?" Chiese sorpassando la cassa e venendo al mio fianco.

Posò una mano sul mio braccio preoccupata.
Non dovevo avere un bell'aspetto.

"Sto bene, grazie.." mi sforzai d'essere convincente, infatti la signora si rassicuró e mi lasció andare.

Le diedi la schiena e passai attraverso una corsia perdendomi tra gli scaffali di medecine.
Continuai a voltare lo sguardo e cercare qualunque cosa che potesse sembrare quello che stavo cercando.

Non sapevo neanche come fosse la scatola, sapevo cos'era e com'era fatto tutto sommato, ma non ne avevo mai visto uno da vicino.
Poi ne notai alcuni nello scaffale alla mia sinistra.

Mi avvicinai ad essi e con mani tremanti ne presi uno.
La scatola era rosa e bianca, mentre in azzurro c'era scritto Test di Gravidanza.

Tremai dalla testa ai piedi e feci cadere la confezione a terra.
Metteva paura.

Presi un profondo respiro e mi abbassi sulle ginocchia per raccoglierlo.
Dovevo farmene una ragione, in un certo senso.
L'avrei preso, sarei andata a casa per scoprire di essermi sbagliata, ecco come sarebbe andata, non avevo bisogno di preoccuparmi.

Mi diressi alla cassa con la confezione tra le mani tremanti.
Lo porsi alla commessa e lei lo prese e mi guardò stranamente.

Forse si chiedeva quanti anni avessi?
E soprattutto quante fosse strano vedere una diciotenne che ne avessi bisogno.

Ero sicura che mi stesse giudicando.

Abbassai lo sguardo e le porsi i soldi.
Lei li presi e senza guardami negli occhi mi diede il sacchettino con il test e il resto.

Andai a dritta a casa nascondendo il sacchetto nella giacca di jeans.

Dopo aver ricevuto quello sguardo dalla commessa, avevo visto un altro lato di questa faccenda.

Cosa avrebbero pensato le persone?
Una studente all'università con il pancione?
Come avrei fatto?

Scossi la testa e mi chiusi in casa come se fossi stata inseguita da qualcuno per tutto il viaggio di ritorno.
Mi schiacciai contro la porta e portai una mano una mano sul cuore che batteva a mille.

Non potevo affrontare tutto da sola..

Presi il telefono e schiacciai il pulsante della chiamata rapida.

Dopo due squilli la sua voce risuonó dall'altro lato del telefono.

"Pronto?"

"Sasha sono io.." dissi con voce tremante.

"Che succede?" Chiese lei preoccupata.

Presi il pacchetto con l'altra mano e mi diressi in camera.

"Ho bisogno d'aiuto, potresti venire?" Chiesi piano mentre mi toglievo le scarpe e mi dirigevo in bagno.

"Si, certo arrivo subito.." detto ciò chiuse la chiamata e io le fui grata dato che non mi chiese spiegazioni.

Mi sedetti sul bordo della vasca e lessi le informazioni sul retro della scatola.
Poi mi chiusi in bagno e feci quello che dovevo fare.

Quando ebbi fatto, non guardai nemmeno lo posai capovolto e aspettai.

Poco dopo sentii la porta sbattere e la voce di Sasha urlare preoccupata.

"Jo!!"

"Sono in bagno.." Dissi a voce un po' alta per farmi sentire.

La porta del bagno di aprì con un colpo e al di là si presentò una Sasha molto preoccupata.

I suoi occhi ghiaccio puntarono dritto su di me, come se potessero trafiggermi.

"Che succede?" Chiese facendo un passo avanti.

Io la guardai e poi posai il mio sguardo sulla confezione e sul test vicino al lavandino.
I suoi occhi seguirono il mio percorso e quando collegarono tutto Sasha spalancò la bocca e portò prontamente una mano su di essa.

"Sei.. ?" Chiese Sasha senza neanche riuscire a pronunciare quella parola.

"Non lo so.. - sussurrai piano io mentre mi torturavo le mani - guarda tu.." Le dissi.

Non avevo il coraggio.

Se fosse stato positivo... sapevo che sarebbe stata una cosa positiva, ma anche molto negativa.

Sasha si avvicinò e con occhi spalancati prese in mano il test.
Lo rigiró e dopo averlo osservato più volte per accettarsi di aver visto giusto, alzò lo sguardo verso di me.

Persi un battito quando decise di  girare il test verso di me e cosi da poter permettermi di vedere il test.

Lo presi in mano e lo osservai meglio, e quando riuscii a rendermi conto del risultato, il mio cuore perse un battito e le mie mani lasciarono cadere il test sulle piastrelle fredde del pavimento..

~~~~~~~

Hola Chicas (?)!!!

Come state?

Io molto bene..

Potrò mai amarvi di più per il supporto che mi date? Non penso.

GRAZIE PER I COMMENTI, I NUOVI VOTI E LE 489K DI VISUALIZZAZIONI!!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, così come mi è piaciuto a me scriverlo..

È un momento molto, ma molto importante!!

Ah notiziona da #18esima la storia è passata a #16esima.

Thanksssss

Ditemi che ne pensate!!
Mi fa sempre piacere sapere il vostro parere.

IL COUNTDOWN PER LA FINE È INIZIATO QUINDI..

-8..

Buona serata a tutte..

Ciao belle!

xoxome

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