60. Tu mi completi.
Chiusi la porta di casa alle mie spalle e scesi le scale attenta a non scivolare sul ghiaccio.
Mi strinsi nel mio cappotto nero e mi fermai sul bordo della strada per chiamare un taxi.
Era passata una settimana e 1 giorno dal compleanno di Ash ed essendo Febbraio tutta la popolazione mondiale si stava preparando per San Valentino.
Salii sul taxi e diedi l'indirizzo dell'officina al taxista.
Osservai Chicago ancora tutta imbiancata, ma sempre bellissima.
Passammo per il centro e notai tutte le vetrine dei negozi addobbate con cuori rossi per San Valentino.
Non avevo mai festeggiato San Valentino prima d'ora.
Il taxi mi lasciò davanti all'officina un quarto d'ora dopo.
Pagai e scesi.
Entrai dal garage aperto e passai in mezzo alle numerose macchine un po' sospese in aria e un po' con le ruote per terra.
Sentii un rombo di un motore e svoltai in quella direzione, dove trovai una macchina rossa con il cofano aperto.
Davanti ad esso Luke stava attentamente guardando il motore mentre Ash da dentro la macchina dava gas.
Li osservai entrambi.
Erano diventati bravi nel loro lavoro, avevano scoperto di avere un vero e proprio talento con i motori e questo veniva dimostrato dal grande giro di clientela che si erano creati.
Sembravano molto indaffarati e poi da quando avevo iniziato l'università Ash praticamente passava tutta la sua giornata lì dentro, anche se a volte non capivo bene il perché, mi sembrava esagerato il numero di ore che passavano in officina, ma non potevo farci niente.
Ero anche felice di questo perché voleva dire che entrambi avevano messo la testa a posto e questo era l'importante.
Quando smisero di fare rumore bussai con la mano destra sulla parte posteriore della macchina che si trovava al mio fianco per farmi notare.
"Piccola.." disse Ash uscendo velocemente dalla macchina rossa dopo essersi accorto di me.
Mi venne incontro velocemente e io mi allungai pronta a ricevere un suo bacio, ma lui prese la mia mano destra nelle sue e la esaminó tutta.
"Che c'è?" Chiesi preoccupata, non ero arrivata neanche da un minuto e avevo giá rovinato il loro lavoro?
"La vernice era fresca.. "disse Ash mentre lasciava andare la mia mano molto più tranquillo, anche se non avevo capito perché avevo controllato la mia mano con così tanta apprensione invece della macchina.
"Ah, scusate non lo sapevo.." ammisi dispiaciuta.
"Oh no non ti preoccupare per quella là - disse Luke indicando la macchina al mio fianco - è che la vernice fa fatica a venire via dalla pelle.. tutto qui" mi spiegò Luke sorridendo e tornando poi a lavorare sul motore della macchina rossa.
Io sorrisi più tranquilla e mi beai dell'abbraccio caldo di Ash.
Fuori faceva veramente freddo e stare tra le braccia di Ash in quel momento mi aveva scaldato sia l'anima che il cuore.
"Come va qui al lavoro?" Chiesi ad entrambi mentre Ash, con una mano sulla mia schiena, mi accompagnava più vicino a Luke.
"Mhh non molto bene, non capiamo cosa faccia bloccare il motore..." spiegò Ash lasciandomi per aiutare Luke.
"Beh mi spiace.." dissi sincera, non avrei potuto fare altro, le auto e i motori erano un altro argomento che mi andava poco a genio proprio come la cucina.
Mi avvicinai curiosa sul lato sinistro della macchina e allungai il collo per vedere il motore.
Non capivo cosa ci potesse essere di strano, a me sembrava roba proveniente da un altro mondo.
Poi vidi una fascetta blu scuro avvolta su un tubicino.
Mi allungai e la tolsi sotto gli occhi di Ash e Luke.
Non so perché lo feci ma mi sembrava inadatta per stare lì.
"Cos'è?" Chiese Luke curioso osservandomi con i suoi occhi celestiali.
"Solo una fascetta.." dissi tenendola tra le dita.
"Cosa ci faceva una fascetta... - Luke si bloccò a metà frase per dare una spinta ad Ash dicendogli - accendi il motore.."
Ash entrò velocemente in auto e accese l'auto, aspettai con ansia di sentire qualcosa di strano, invece poco dopo mi ritrovai stretta tra le braccia di Luke.
"Grazie piccolo angelo biondo.." mi disse Luke lasciando dei baci sui miei capelli biondi.
Io sorrisi impacciata senza sapere che cosa fare, così gli diedi due pacche sul braccio e lui mi lasciò andare.
"Amico, - disse Luke ad Ash che nel mentre era uscito dalla macchina e mi aveva raggiunto lasciandomi un dolce bacio sulla fronte - dovresti sposare questa ragazza! Perché giuro che se non lo fai tu, lo faccio io!!" Finii Luke felice ridendo.
Io abbassai lo sguardo sulle mie scarpe nere e consumate mentre il mio cuore perdeva un battito.
Matrimonio.
Era una parola importante, insomma non era come dire cane, rosso o albero.
Era Matrimonio.
E mi veniva paura solamente a pensarci.
"Lo farò!" Disse Ash ridendo e battendo il 5 con Luke.
Non si era reso conto di avermi fatto morire per un secondo con quella risposta, anche se poi compresi dal tono leggero con cui l'aveva detta che stava scherzando, e mi tranquillizzai.
"Grazie tante piccola per avere risolto il problema al motore.." mi sussurrò Ash con voce rauca all'orecchio, provocandomi altri brividi che si aggiunsero ai brividi per il freddo.
Io sorrisi, non sapevo neanche cosa avevo fatto, eppure avevo risolto il loro problema, la fortuna della principiante.
Mi alzai in punta di piedi e lasciai un dolce bacio sulla guancia di Ash, che era coperta da una leggera barba scura,la quale lo rendeva ancora più sexy.
"Vado.. ci vediamo a casa.." gli dissi mentre lui si girava verso di me per scrutarmi con i suoi bellissimi occhi ghiaccio.
"Okay, a sta sera piccola, ti amo." mi rispose Ash abbassandosi verso di me per lasciare un bacio casto sulle mie labbra screpolate dal freddo.
Salutai Luke e mi allontanai da Ash, sentendo chiaramente il vuoto che lasciava ogni volta che non stavamo insieme.
Uscii dall'ufficina e una folata d'aria gelida mi investì in pieno viso, facendomi svolazzare qualche capello biondo sul viso e obbligandomi ad alzare la sciarpa per coprirmi meglio.
Decisi di passeggiare in centro non essendo molto lontano, avevo bisogno di qualcosa di caldo da bere e un'idea per il regalo di San Valentino di Ash.
Non appena vidi un bar entrai e subito mi deliziai del tiepido calore che aleggiava nel locale.
Mi sedetti ad un tavolo appartato e chiesi ad una ragazza dai capelli ramati una cioccolata calda.
La cameriera mi sorrise e tornò al bancone.
Non avevo nessun'idea su cosa fare.
Forse avrei dovuto mettere da parte tutte queste domande e fargli un semplice regalo..
L'aggettivo semplice però non aveva mai fatto parte della nostra storia, e mi sentivo quasi in colpa a non fare qualcosa di importante.
Pagai dopo aver finito la cioccolata e uscii dal locale rabbrividendo per lo spiacevole sbalzo di temperatura.
Presi il primo taxi e tornai a casa, avevo ancora qualche cosa da studiare per la professoressa di Psicologia.
Appena arrivata mi tolsi il cappotto e alzai subito il riscaldamento,fuori era gelido, a casa mia d'inverno faceva freddo, ma non così tanto.
Indossai un altro maglione caldo e dopo aver preso il libro di Psicologia mi sedetti sul letto.
<<In amore si ha il paradosso di due esseri che si convertono in uno solo e tuttavia continuano ad essere due.
Erich Fromm>>
Lessi quella frase due volte e in quel momento mi venne un'idea.
Presi un pezzo di carta e iniziai a scrivere tutto quello che mi venne in mente su Ash, su di noi e sul nostro amore.
Volevo un regalo particolare e importante e questo lo era di sicuro.
Passai tutto il pomeriggio a pensare e a scrivere tutte le emozioni che avevo provato insieme a lui..
Tutto quello che avevamo passato.
Non mi accorsi neanche della leggera tosse, o del mio continuo soffiare il naso.
Solo quando smisi mi accorsi di avere il naso tappato e di non riuscire a respirare bene.
"Sono tornato!" Disse Ash dall'ingresso, io mi alzai dal letto e uscii dalla stanza, gli andai incontro e sorrisi.
"Ehy.. è andata meglio al lavoro?" Gli chiesi mentre entravo in cucina.
Lui mi seguii e dopo avermi racchiuso tra le sue braccia mi rispose.
"Si, ma essere qui con te, è meglio di qualunque altra cosa.." sussurrò sulle mia pelle, tanto che rabbrividii.
"Lo senti?" Mi chiese lui subito dopo.
Mi voltai verso di lui e scossi la testa senza capire.
"Cosa?" Chiesi mentre osservavo attenta il suo viso.
I suoi occhi color ghiaccio erano lucidi, possedevamo quella luce, quella che non li abbandonava mai quando lui mi guardava.
Le sue labbra erano dapprima strette in una linea dura, ma poi si aprirono in un sorriso splendente dandomi modo di amare quella fossetta sul suo viso che spuntava fuori quando sorrideva.
"Questo, questa strana atmosfera che c'è ogni volta che stiamo insieme.." sussurrò Ash.
Io sorrisi e annuii.
Come non potevo sentirlo, ogni volta che faceva un passo verso di me il mio smetteva di battere solo per cominciare a battere ad un ritmo più forte, ogni volta che mi baciava sentivo che l'ossigeno mi arrivava dritto al cuore.
Ash si abbassò pian piano e posò delicatamente le sue labbra sulle mie regalandomi un bacio dolce.
Non uno di quei baci in cui ognuno vuole prendersi tutto dell'altro.
Un bacio lento, leggero.
Un bacio che mi permise di sentire il sapore della sua pelle, e come le sue labbra completassero le mie alla perfezione.
"Non puoi sapere quanto ti amo.." sussurrò lui sulle mie labbra e io sorrisi.
Ogni volta che pronunciava quelle due parole, mi sentivo completa, perfettamente me stessa.
***
Mi svegliai di soprassalto dopo un forte spasmo alla pancia.
Aprii gli occhi e vidi ancora tutta la stanza avvolta nella notte.
Mi alzai di fretta dal letto, rabbrividendo per il freddo e corsi in bagno, abbassandomi poi sul wc.
Alzai il viso e scostandomi i capelli dagli occhi, mi tirai su a fatica avvicinandomi al lavandino per togliermi quel brutto sapore dalla bocca.
Non feci in tempo che un conato risalì dalla mia gola impedendomi di stare meglio.
Cercai di respirare e calmare la forte nausea che provavo in quel momento.
Restai qualche minuto seduta sul pavimento del bagno e poi con la poca forza che avevo in corpo in quel momento mi alzai e andai dritta in cucina per bere qualcosa.
Tossii varie volte prima di arrivare al frigo e dopo aver bevuto ed essermi finalmente tolta quell'orribile sapore dalla bocca, starnutii.
Presi dei fazzoletti e tornai in camera.
Mi misi nuovamente sotto le coperte, ma non riuscii a coricarmi, la nausea continuava a tormentarmi così restai seduta.
Non volevo svegliare Ash, di notte dormiva molto, stanco da tutto il lavoro che faceva di giorno.
Tossii ancora e ancora, e a quel punto Ash aprì un occhio e io sbuffai frustrata, ero riuscita a svegliarlo.
Starnutii ancora e Ash si mise prontamente a sedere passandomi i fazzoletti.
"Piccola, stai bene?" Mi chiese preoccupato.
Scossi la testa sorridendo malinconica.
"Non penso.." dissi con una voce nasale dovuta al raffreddore.
Brividi di freddo si impossessarono di tutto il mio corpo.
Ash si avvicinò a me e posò le labbra sulla mia fronte.
"Hai la febbre.." disse passandosi una mano tra i capelli, io cercai di sorridergli rassicurandolo.
"Non è niente di che.." cercai di dire anche se in quel momento mi accorsi di avere poca voce.
Ash scosse la testa e si alzò dal letto, aprì il suo armadio e ne tirò fuori uno dei suoi maglioni più pesanti per farmelo indossare.
"Vado a prenderti qualcosa.." disse e dopo aver lasciato un bacio sulla mia fronte uscii dalla stanza.
Io mi beai del calore del suo corpo lasciato nella sua parte di letto, così mi stesi al suo posto e guardai l'ora sulla sveglia.
5.34 di mattina.
Era presto e io ero tanto stanca, solo che la sensanzione di nausea non voleva lasciarmi.
Cercai di coricarmi su un lato rannicchiandomi e tirando vicino a me i fazzoletti.
Tossii e poi starnutii.
Andai avanti così per un po'.
Tosse e starnuti.
"Piccola tieni..." mi girai verso di lui e mi alzai a sedere.
Lui mi passò un termometro, io me lo misi sotto l'ascella per vedere se avevo realmente la febbre.
Ash posò un bicchiere d'acqua sul comodino insieme a delle pastiglie, poi si sedette al mio fianco stringendomi tra le sue braccia.
Aspettammo così alcuni minuti e poi Ash prese il termometro e lesse la temperatura.
"39.. piccola hai la febbre alta.." si allungò e mi passò il bicchiere d'acqua.
"Ecco prendi questa per la febbre.. ti senti altro?" Mi chiese.
"Ho la nausea.." dissi piano tossendo.
"Allora prendi anche questa.." mi disse passandomi le due pastiglie, io le mandai giù e poi bevvi dell'acqua.
Mi coricai di nuovo, sembrava che tutte le forze mi stessero abbandonando pian piano.
"Ho sonno.." dissi sbadigliando.
"Dormi, ci sono io qua con te.." disse Ash e dopo sentii due braccia stringersi a me.
Tossii ancora una volta e poi chiusi gli occhi.
***
Sentivo caldo, caldo d'appertutto, mi mancava quasi il fiato.
Aprii gli occhi e vidi che la luce entrava dalla finestra, per lo meno ero riuscita a dormire un po'.
Mi sedetti e non appena la testa finii di girarmi sentii ancora la nausea e poco dopo degli spasmi alla pancia, così mi ritrovai ancora i bagno intenta a rigettare l'anima.
Cercai di togliermi i lunghi capelli biondi da davanti al viso, ma delle mani furono più veloci di me.
"Sono qua.." sentii la voce di Ash dietro di me.
"Va via.. non voglio che tu mi veda così.." biascicai io dopo essermi finalmente liberata.
Mi alzai a fatica e andai a sciacquarmi la bocca e il viso.
Poi alzai il viso verso lo specchio, ero abbastanza orribile.
I capelli erano disordinati, così decisi di legarli in uno chignon alto.
Il naso era rosso e gli occhi erano lucidi per il raffreddore.
Mi tolsi il maglione di Ash posandolo sul bordo della vasca.
Non volevo che lui mi vedesse in quello stato.
"Puoi uscire per piacere?" Gli chiesi senza guardarlo.
"No" Mi rispose secco, al che mi voltai lentamente verso di lui, in attesa di una spiegazione.
Lui si avvicinò e mi abbracció da dietro.
"Io ti amo, in qualunque circostanza possibile, voglio aiutarti e lo farò, da ora fino al giorno della mia morte in qualunque situazione.." sussurrò guardandomi negli occhi attraverso lo specchio.
Chiusi gli occhi e sorriso mentre le sue parole si ripetevano nella mia mente..
Le aveva pronunciate con semplicità, ma erano perfette.
"Grazie.." dissi guardandolo.
Lui mi sorrise.
"Che ore sono?" Chiesi mentre tornavo a passi lenti e scordinati in camera.
"Le 9.20.." mi rispose lui.
Mi sedetti sul letto e mi tolsi anche la maglia del mio pigiama rimanendo in canotta, sentivo caldo ovunque.
Lui si sedette al mio fianco e mi fece aria con un foglio.
Io risi.
"Buon San Valentino, piccola.." disse lui ridendo.
Io mi girai verso di lui e sorridendo gli dissi.
"Buon San Valentino anche a te.."
***
Restai quasi tutta la mattina a letto, Ash decise di restare a casa dal lavoro nonostante fosse Venerdì e nonostante cercai di dissuaderlo per venti minuti di fila.
Ogni due minuti entrava in camera e mi portava fazzoletti, bicchieri d'acqua e qualunque altra cosa pensava mi servisse.
Io restavo ferma sotto le coperte e guardavo disinteressata un po' di tele, continuando a starnutire e a tossire.
Cercavo di concentrarmi sul programma che stavano dando in televisione, infondo era anche uno dei miei preferiti, ma il costante mal di testa e la nausea che non mi lasciava, non mi fecero concentrare su altro.
Sbuffai ripetutamente, odiavo essere malata.
Sentivo di non avere abbastanza forze nel corpo anche solo per alzarmi e camminare.
Guardai l'ora voltando leggermente il viso a destra verso il comodino di Ash.
12.26.
Non avevo neanche fame, di solito quando leggevo che era mezzogiorno il mio stomaco reagiva prontamente alla fame.
Spensi la televisione annoiata e in quel momento entrò Ash dalla porta.
Teneva davanti a sé un vassoio di legno lo stesso che aveva usato quando mi aveva portato la colazione a letto.
"Se farò cadere tutto per il tuo sguardo insistente dovrai pagarmela,piccola.." disse continuando a tenere lo sguardo fisso su qualunque cosa fosse sul vassoio.
Sorrisi nel vederlo così preoccupato e indaffarato per me, neanche mia mamma mi aveva mai trattato così per una semplice influenza.
Finalmente arrivò al mio fianco e si sedette posando il vassoio sulle mie gambe stese.
Guardai cosa avesse quel buon profumino e notai una semplice zuppa di pollo.
"Devi mangiare qualcosa, ti farà sentire meglio.." spiegò lui.
Io annuii e iniziai a mangiarla sotto il suo sguardo attento.
Alla quinta cucchiaiata non ce la feci a trattenere le risate..
Ash continuava a guardarmi come se stessi per morire e a me faceva sempre più ridere.
"Smettila di guardarmi così!" Dissi io ridendo e posando il cucchiaio.
"Cosi come?" Chiese Ash con una faccia buffa.
Sapeva esattamente come, ma apprezzai il suo gesto per farmi sorridere un po' e farmi dimenticare i vari malori che stavo provando.
Rise e poi si alzò aprendo dei cassetti della sua scrivania.
Io lo osservai mangiando ancora un po' di zuppa, finché non ce la feci più avanzadola quasi tutta nel piatto.
Spostai il vassoio sul comodino quando Ash si coricó al mio fianco, passando un braccio sulle mie spalle e stringendomi a sé.
"Non voglio attaccarti niente.." dissi posando le mie piccole mani sul suo petto e cercando di allontanarlo da me con la poca forza che mi era rimasta.
"Fa lo stesso, non ti lascio sola.." disse Ash posando un bacio tra i miei capelli e tornando a stringermi a sé.
Io scossi la testa rassegnata, sapevo che quando faceva così niente avrebbe potuto fargli cambiare idea, così appoggiai la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi beandomi della sua presenza e delle sue dita che stavano accarezzando il mio braccio.
Mi strinsi più a lui e alzai il viso per vedere i suoi occhi.
"Raccontami qualcosa.." sussurrai piano, ero veramente annoiata e sentirlo raccontare qualcosa avrebbe potuto distrarmi.
"Eh va bene.." disse lui posando un bacio fra i miei capelli.
Io chiusi di nuovo gli occhi pronta ad ascoltare qualunque cosa stesse per dirmi.
"Quando ero piccolo mio padre mi raccontava come aveva conosciuto mia madr.. - Ash si bloccò e poi si corresse - Elizabeth. Si erano conosciuti al liceo e ogni volta mio padre mi diceva di come era rimasto folgorato da lei. Diceva che era entrata a scuola diversa dal solito, più aggressiva e sicura di sé.. mio padre si innamorò a prima vista di lei. Mi disse che lo aveva sentito dentro di lui da subito, non aveva mai creduto che esistesse l'amore a prima vista, ma non poteva negare i fatti. La descriveva sempre come il suo angelo. Mio padre non aveva avuto una buona infanzia e anche lui come me era caduto nel giro sbagliato durante il liceo, ma poi arrivó Elizabeth e lui cambiò completamente. Mi ricordo come la descriveva così dettagliatamente, come se il loro primo incontro fosse avvenuto poco prima, e io restavo ad ascoltare meravigliato la sua voce ricca d'amore per lei anche dopo 11 anni.. volevo provare anche io quell'amore che sentivo nella sua voce. Era mio padre e io a quell'età avrei creduto a qualunque cosa fosse uscita dalle sue labbra, lui era il mio eroe e lo è ancora.." Ash si fermò e io aprii gli occhi.
La storia di suo padre e sua madre mi aveva fatto venire i brividi, ed era riuscita a distrarmi dalla mia influenza.
La voce di Ash mentre raccontava era così piena di verità e la cosa mi fece quasi commuovere.
Alzai il viso verso di lui e incontrai i suoi occhi sorridenti.
La mano sinistra di Ash continuò a fare su e giù per il mio braccio e lui continuò la storia.
"Un giorno mi disse ciò :<<Se, un giorno, in una stanza di 300 persone vorrai cercare solo una persona, e non ti darai pace fino a quando la troverai, allora sappi che sei davanti all'amore e se quella ragazza amerà tutto di te, difetti compresi, tienitela stretta, figlio mio..>>" Ash disse tutto ad un fiato come se nella sua mente quelle parole si ripetessero all'infinito...
Il suo sguardo era alto, guardava dritto davanti a sé.
Sospirò e poi abbassò lo sguardo su di me.
"Tu sei quella persona, io ti cercherei senza fine anche in una stanza di 8000 persone e non mi darei pace fino alla fine. Tu sei la mia persona, piccola, tu mi completi." Disse Ash guardandomi dritta negli occhi.
Io strinsi forte le palpebre per evitare di piangere.
Avrei voluto dirgli così tante cose.. lui era la mia persona e sempre lo sarebbe stata.
Nessuno avrebbe mai potuto prendere il suo posto. Mai.
"Ti amo, niente e mai nessuno potrà fermarmi dal farlo.." dissi io piano mettendoci tutto l'amore possibile in quelle poche parole.
Lui mi sorprendeva sempre, e io non sapevo mai cosa dire.
Ogni volta che stavo con lui, mi meravigliavo sempre di come pian piano scoprissi come era lui in realtà.
Il ragazzo dei primi giorni, di due estati prima non era neanche lontanamente il vero lui.
Lui si abbassò verso di me e mi sorrise per poi baciarmi delicatamente sulle labbra.
Io ricambiai il bacio con la forza rimanente del mio corpo.
E lo amai, sempre di più, oltre il possibile.
***
Passammo il resto del pomeriggio a parlare stesi sul letto, solo sentire la sua voce e la sua risata mi faceva sentire meglio.
Altroché antibiotici, lui era la mia cura, per tutto.
Quando arrivò la sera riuscii finalmente a fare qualche passo, con l'aiuto di Ash che mi accompagnò in cucina facendomi sedere.
Preparò ancora una zuppa calda, visto che non avevo voglia di altro.
Quando finimmo di mangiare cercai di aiutarlo a sparecchiare, ma lui mi ordinò giocosamente di tornare a letto a riposare.
Non volevo passarlo così il nostro primo San Valentino, ma non avevo deciso io di ammalarmi.
Tornai a letto e mentre ero ancora sola, presi dal cassetto il vasetto di marmellata vuoto che avevo preparato il giorno prima.
Mi misi sotto le coperte tenendolo nascosto vicino a me.
Ash entrò in camera sorridendo e si stese su un fianco osservandomi.
"Non volevo farti passare tutto San Valentino a letto, scusami.." ammisi dispiaciuta.
"Oh beh, avrei preferito stare a letto e fare altro, ma non esiste niente di meglio di quello che abbiamo fatto oggi, solo io e te.." ammise lui facendomi sorridere.
Lo amavo così tanto.
"A proposito.. - tossii e poi tirai fuori dalle coperte il barattolo - questo è per te.." dissi sorridendo.
Lui prese in mano il barattolo con faccia dubbiosa.
Essendo trasparente, si vedeva la grande quantità di bigliettini bianchi piegati su se stessi.
Non era venuto male.
Avevo ricoperto il tappo con della stoffa rossa e con un fiocco dove avevo attaccato un biglietto.
Ash aprii il bigliettino attaccato al fiocco e lesse cosa avevo scritto.
<<100 motivi per cui Ti amo, Buon San Valentino.
Per sempre tua, Jo>>
Alzò lo sguardo su di me e mi sorrise.
Era sorpreso, di sicuto non si aspettava una cosa del genere.
Aprì di fretta il barattolo e prese il primo bigliettino, aprendolo.
"Ti amo perché mi hai reso libera.." lesse piano, ne prese un altro e lo lesse.
"Ti amo perché mi fai sentire in paradiso.."
"Ti amo perché mi hai fatto scoprire me stessa.."
"Ti amo perché vuoi proteggermi sempre..."
"Ti amo perché il mio futuro può essere solo con te.."
Appoggiò delicatamente i primi 5 bigliettini accanto a sé e poi si avvicinò a me così tanto che il suo viso fu a pochi centrimetri dal mio.
"Ti amo.. - disse dolcemente e poi mi baciò - ci metterò un po' a leggerli tutti però.." disse poi ridendo sulle mie labbra.
"Non c'è fretta.." risposi io sorridendogli.
Lui ricambiò il mio sorriso e poi si alzò dal letto, aprii l'armadio e da lì tirò fuori una grande busta rossa.
Me la diede e io la presi con mani tremanti.
La girai e vidi che aveva scritto qualche cosa all'esterno, così mi avvicinai e lessi ad alta voce quello che aveva scritto.
<< Non conosco altri modi per dirti quello che sei per me, penso di averli utilizzati tutti.
Non sono bravo a scrivere.
Ma mi serve il tuo amore per dare vita al mio cuore, mi serve il tuo amore per guidarmi verso casa, perché la mia casa sei tu.
Tu sei la mia stella..
Ti amo da morire..
-Ash>>
Alzai gli occhi lucidi su di lui e mi asciugai le lacrime che scendevano lentamente dalle mie guance.
Lui si avvicinò prontamente a me e lasciò un bacio proprio sulle mie lacrime.
"Aprila.." sussurrò poi.
Io annuii senza parole e aprii la busta con le mani e il cuore che tremavano.
Dentro la busta conteneva un foglio che aveva una cornice dorata in fondo e c'era scritto che la stella di nome Jo era stata certificata dalla Nasa... aspetta che?
Alzai di scatto lo sguardo verso di lui.
"Hai dato il mio nome ad una stella.?" Chiesi spaesata e con il cuore che minacciava di esplodere.
Ash si passò una mano tra i capelli e annuii sorridendo.
"Te l'ho detto. Tu sei la mia stella.." rispose calmo.
Posai accuratamemte la busta e il foglio sul comodino di fianco a me e nonostante la febbre, il mal di testa, la nausea e il raffreddore mi buttai tra le sue braccia e lo baciai.
"Finché cammineró su questa terra, finché il mio cuore batterà io sarò tua, per sempre.." sussurrai sulle sue labbra.
"Non ti lasceró andare, mai.."
~~~~~~
Oddio mio.
Sono morta.
Non ci credo di essere riuscita a finere questo capitolo, è stata più dura del previsto.
CAPITOLO 60!!!!! Ne ho scritti così tanti sul serio?
OMG.
Comunque ho un sacco di cose da dirvi.
Comincio con ordine.
1) MI SCUSO INFINTAMENTE PER AVERVI FATTO ASPETTARE TANTO, SCUSATE SCUSATE..
2) Una dolce ragazza, che se leggerà capirà di chi sto parlando, mi ha comunicato che la mia storia è #25esima tra le storie d'amore e io non ne sapevo un piffero.
Quindi la ringrazio ancora tanto.
So che magari per molte di voi non è un traguardo così importante, ma per me lo è eccome, ed è tutto grazie a voi che leggete la mia storia.
3) 370k di letture, 998 commenti e 9.4K di voti.
Quindi più che ringraziarvi ancora non posso fare
4) questo capitolo è stato molto dolce hahah forse troppo.
5) LA NOTIZIONA DI OGGI È CHE MANCANO MENO DI 10 CAPITOLI ALLA FINE DI DROGATA DI TE (SPERO vivamente di riuscire a stare entro i
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top