V - Pompei, l'amore rubato dalla morte - Parte uno ✓
Pompei 1922
Due figure distese per terra, le braccia di una a cingere il corpo dell'altra. Due "amanti", così come sono stati ribattezzati il giorno del rinvenimento. Per anni questi due calchi sono rimasti nascosti agli occhi dei visitatori, gelosamente custoditi nei depositi in attesa di uno studio che potesse sciogliere ogni dubbio riguardo la loro identità.
Ma chi erano davvero questi due esseri umani sorpresi dall'eruzione del Vesuvio? Difficile stabilirlo. Quel che appare certo è che l'amore, unico vero motore dell'universo, li ha tenuti uniti per oltre 2000 anni, vincendo la morte...
Pompei, 10 maggio 2020
Da una settimana, tutti i visitatori degli scavi di Pompei arrivati al punto dove furono ritrovati i due amanti, cominciano a sentirsi storditi e vengono colpiti da allucinazioni visive e uditive.
Preoccupato dai tanti episodi il guardiano del posto, il signor Antonio Esposito - un uomo di mezza età, alto, di carnagione olivastra con capelli corti corvino e stempiato. Le orecchie un po' allungate verso l'alto, le sopracciglia lunghe e doppie. Gli occhi col taglio all'ingiù verde acqua, tendente al marrone scuro, con qualche ruga di espressione, visto che essendoesposto alsole ha sempre l'espressione corrugata. Il naso lungo e greco con una lieve gobba centrale, la bocca composta da labbra sottili ben squadrate, mascella pronunciata. Lo sguardo diretto e convinto di sé. Ama vestire casual, ma all'occorrenza sa sfoggiare tutta la sua eleganza e raffinatezza - si è rivolto al servizio di sicurezza. I suoi superiori si sono informati sui migliori centri che si occupano di strani fenomeni e sui migliori nel campo. Alla fine sotto consiglio di chiunque abbiano chiesto, hanno chiamato il C.R.M.F.P.S.I. chiedendo dei tre elementi migliori per indagare sui fatti.
Elisabetta Scaglia, Andrea Fattori e Davide Piccolo guidano una spedizione a Pompei. Devono studiare questo strano fenomeno.
Dopo un'ora di viaggio in aereo un po' travagliato e varie discussioni sul materiale a loro disposizione, giungono a una prima conclusione: il terreno in quel punto è stato contaminato o avvelenato da un elemento esterno.
<<Quindi su questo siamo d'accordo>>
<<Certo e appena scesi dall'aereo informeremo il signor Antonio di non far avvicinare nessuno al punto designato, per non far cancellare le tracce>>
Con un cenno positivo - dato con distrazione - del capo, la donna si prepara a scendere dirigendosi verso il portellone seguita da Andrea e Davide.
Il più giovane e inesperto tra i tre, Andrea, comincia a sentirsi un po' a disagio, non essendo molto abituato ad intrattenere rapporti sociali.
Insieme si dirigono al botteghino dei biglietti, che si loca a destra dell'entrata, dove ad aspettarli c'è il guardiano.
Antonio li vede arrivare da lontano e nella sua mente comincia a dirsi: "Quelli saranno gli esperti mandati dal centro di misteri archeologici e scientifici." Li guarda titubante avvicinarsi sempre di più.
Davide, notando l'insistenza con cui l'uomo li fissa, lo fa notare ai suoi colleghi.
<<Salve, lei dev'essere il signor Antonio Esposito, il guardiano di questo posto>>
<<Sì, sono io e voi dovete essere gli esperti mandati dal C.R.M.F.P.S.I.>>
<<Sì, siamo noi, se non vi dispiace vorremmo vedere i nostri alloggi, per posare le nostre cose e poi metterci subito al lavoro.>>
Antonio annuisce e gli fa da guida portandoli nella loro stanza. È davvero enorme. Le pareti sono tre bianche con effetto ruvido e una grigia con effetto marmo. A destra dell'entrata c'è una scrivania grande in legno massello color noce con sopra alcuni fogli con intestazione, un armadio a tre ante in truciolato - quelli dell'Ikea - color noce, per riporre i vestiti, procedendo sulla destra c'è un mobile grande a mo' di stipetto, dove mettere l'attrezzatura necessaria per la loro indagine e infine sempre sulla destra sotto la parete, un letto matrimoniale e due lettini separati. Sulla sinistra dell'entrata c'è un appendi abiti in acciaio a tre pioli, un divano a una piazza e mezza di pelle color turchese e in fine il bagno dotato di tutti i comfort e appena tinteggiato.
I tre posano le loro cose e indossano la divisa da lavoro. Dopo mezz'ora si vedono all'entrata degli scavi, dove Antonio li porterà nel punto giusto per cominciare la loro indagine.
Giunti all'insula che è composta da più abitazioni e da un panificio, (Insula 12, Civico 6) si mettono subito a lavoro, con uno strano marchingegno - un rilevatore con fotocamera incorporata di radiazioni e di segni vitali - scoprendo così una dura verità. Appena due metri sotto di loro, dal 1915, giace un ordigno bellico inesploso, che pur non essendo nucleare emana molte radiazioni.
<<È una bomba! Sembra emanare parecchie radiazioni, ma non è nucleare>>
<<No, sono radiazioni ionizzanti>>
Essi si guardano con espressione incredula.
L'archeologa coordina i lavori e stabilisce di fare una foto al terreno sottostante, per poi cominciare a scavare in modo da riuscire a liberarsi al più presto di quell'incarico.
Dalla foto emerge la conferma della presenza della bomba e l'esatta ubicazione della stessa. È posta al centro a due metri di profondità e c'è molto materiale sia sopra che ai lati da scavare per tirarla fuori.
Con i loro macchinari tecnologici riescono velocemente a eliminare i materiali superflui senza che essa esploda. Tramite la mini gru cominciano a tirarla in superficie. Quando si trova a due metri sopra le loro teste, Elisabetta la guarda e vede sulla testa dell'ordigno il marchio di fabbrica e una data (Fritz-X/Ruhrsthal/Kramer X-1/1915).
<<Ragazzi attenzione ora che la facciamo scendere, potrebbe esplodere>> dice la donna con un'espressione truce e rivolgendosi a Davide gli chiede se sa qualcosa in più sul modello di bomba.
<<Questa dovrebbe essere il modello precedente a quella atomica, utilizzata per l'attacco contro la corazzata ROMA, il 9 settembre del '43.>>
La donna annuisce, mostrando una certa urgenza di finire il lavoro. La sua impazienza è resa nota dal fatto che resta a guardare l'ordigno che comincia lentamente la sua discesa. Improvvisamente, però, qualcosa va storto e dopo un forte fischio si sente un rumore sordo seguito dall'esplosione della bomba a mezz'aria.
Tutto intorno si crea una gran voragine piuttosto profonda.
Antonio, il guardiano scosso dal rumore e dal tremare del terreno sottostante, si reca all'insula, ma dei tre ricercatori non c'è più traccia.
L'angolo dell'autore.
Eccomi qui per scambiare due chiacchiere con voi lettori, cosa ne pensate di questo primo capitolo? Lo trovate interessante?
Spero che abbia suscitato un minimo di curiosità per procedere con la lettura.
Buona giornata cercherò di aggiornare il prima possibile grazie per la pazienza e per la lettura a chi lo farà.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top